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Mato Anomalies, recensione a base di investigatori privati e cacciatori di demoni

Nella recensione di Mato Anomalies vi raccontiamo un titolo molto affascinante e ambizioso, ma anche dagli evidenti problemi.

Mato Anomalies, recensione a base di investigatori privati e cacciatori di demoni
RECENSIONE di Simone Pettine   —   17/03/2023

È dura riuscire ad inventarsi qualche cosa di nuovo e di immediatamente riconoscibile. Affermazione perentoria, ma che i lettori troveranno condivisibile; soprattutto, particolarmente adatta al mondo videoludico. Mentre i team ormai largamente conosciuti possono permettersi di insistere su marchi affermati, gli sviluppatori indipendenti (o semplicemente più piccoli) impiegano enormi sforzi per riuscire ad emergere. A loro si devono i percorsi originali, le idee dirompenti, gli evidenti rischi legati al percorrere strade nuove... eppure a volte cadono in trappola, cercando di emulare i prodotti di società più note, senza gli stessi risultati.

Questo è anche il caso di Mato Anomalies, c'è poco da fare. Gli sviluppatori di Arrowiz, il cui titolo è stato pubblicato da Prime Matter di recente su tutte le piattaforme disponibili, hanno evidentemente attinto da una molteplicità di fonti "efficaci". Basta una rapida occhiata a qualsiasi immagine o trailer del gioco per rendersene conto: in Mato Anomalies c'è un po' di Persona 5, di Shin Megami Tensei, di Cyberpunk 2077, persino di Professor Layton; così come tanti generi differenti giustapposti in un mix ora efficace, ora decisamente meno: la visual novel, l'RPG a turni, l'investigativo, il gioco da tavolo. La varietà in sé non è un problema; il livello di profondità di questa varietà, il modo in cui essa viene offerta al giocatore, sono semmai i problemi.

Senza anticiparvi troppo altro passiamo al cuore della recensione di Mato Anomalies.

Trama: crimini e misteri retrofuturistici

Uno scorcio della città di Mato Anomalies
Uno scorcio della città di Mato Anomalies

Il titolo di Arrowiz è ambientato a Mato, luogo ispirato ad una generica città orientale retrofuturistica: si intuisce dunque che siamo, appunto, proiettati molto in là rispetto all'era attuale. Nonostante ciò, l'evoluzione umana ha mantenuto diversi agganci con un tipo di tecnologia e in generale di civiltà che già oggi definiremmo obsoleti. Insomma, quello di Mato è un "futuro" tutto particolare, distopico e va detto, anche affascinante. Ad arricchire il tutto vi sono agganci ad altre dimensioni - i demoni della Marea Funesta abitano un mondo alternativo, al di fuori del tempo e dello spazio, collegato a quello degli uomini tramite le cosiddette faglie - e a tematiche quali lo spiritualismo e il misticismo. Basti pensare che uno dei comprimari è una sorta di ninja esorcista specializzato proprio nell'eliminazione della Marea Funesta.

Tutti questi aspetti potrebbero sembrarvi positivi, come positiva in effetti appare sin dall'inizio la narrazione principale. Il vero protagonista è Doe, detective privato con il quale il giocatore è da subito portato a simpatizzare, perché determinato, buono, amichevole, spiritoso, spesso ingenuo, insomma perfettamente umano. Doe si ritrova invischiato in cospirazioni e intrighi ben più grandi delle sue possibilità: la criminalità organizzata ormai è incontrollabile, e pochi, ricchissimi uomini d'affari governano la città di Mato, mentre l'intera popolazione - composta per la maggior parte dalla classe operaia - soffre la fame. Ciò nonostante Doe non si tirerà indietro e, assieme al già citato esorcista Gram, a una sorta di Robin Hood al femminile (Butterfly) e altri tenterà di affrontare i boss della malavita, i quali tra l'altro sono collegati ai demoni dell'altra dimensione.

Ora, al di là degli esiti narrativi della trama, i problemi sono fondamentalmente due: la costruzione del mondo di gioco è abbastanza confusionaria, nonostante gli sforzi e l'evidente passione profusi dagli sviluppatori. Sono troppi i nomi da ricordare, i collegamenti da mantenere, le caratteristiche della società in questione da tenere a mente mentre si analizzano luoghi, eventi e situazioni; non tutto tra l'altro è necessario, ma Mato non è mai chiaro sin da subito su quanto sia necessario e quanto invece no.

Inoltre, la gestione del ritmo è opinabile. La progressione è legata a una serie di cutscenes, di filmati, di intermezzi da vera e propria visual novel (fin troppo verbosi) e da sequenze in cui invece si abbraccia lo stile dei fumetti americani (tra l'altro passando dal 2D al 3D). Tutto questo, considerato nel suo insieme, potrebbe anche funzionare - anche se varia vistosamente lo stile da un momento all'altro. Solo che le singole parti non sono ben dosate rispetto al contesto, e dunque ci si ritrova con dialoghi secondari interminabili da leggere per diversi minuti, oppure con filmati brevissimi che invece sembravano proprio interessanti.

Gameplay: tra questo mondo e l’altro

Doe e Gram, comprimari di Mato Anomalies
Doe e Gram, comprimari di Mato Anomalies

Anche il gameplay di Mato Anomalies risente dell'eterogeneità totale della quale si è parlato. Idealmente la progressione è scandita da due momenti diversi, contraddistinti da stili di gioco altrettanto diversi. C'è il mondo degli umani, in cui agisce Doe; e quello dei demoni, l'altra dimensione, della quale l'esperto è invece Gram. Doe esplora questo mondo, Gram l'altro. Fin qui è tutto chiaro. Le aree di Mato, piccole e dall'esplorazione risibile, sono collegate tra loro grazie alla mappa generale: è sufficiente selezionare un'area per esservi immediatamente teletrasportati (sopportando ogni volta il caricamento della stessa). Tutte le missioni principali e secondarie e le possibilità di dialogo vengono indicate dal menu: impossibile sbagliarsi. Doe si sposta da una zona all'altra, parla con tutti, raccoglie indizi, a volte interroga i sospettati attraverso lo scontro mentale, un vero e proprio minigioco a base di carte, potenzialmente ricchissimo di opportunità, a conti fatti noioso e graficamente anonimo - scordatevi le partite a Gwent di The Witcher 3.

Quando si passa nel mondo della Marea Funesta, le cose cambiano radicalmente. Qui Doe scompare, perché non è un guerriero; subentra il resto del party, capitanato da Gram. L'impostazione è quella di un qualsiasi gioco di ruolo con combattimento a turni a basso costo: dungeon ridicolmente brevi e guidati, mostri ripetitivi e dal design anonimo, sistema di mosse prevedibile e poco variegato (si attacca o ci si difende con una manciata di mosse, al massimo ci si cura, e così all'infinito). Salendo di livello è possibile potenziare i personaggi tramite nuovi pezzi d'equipaggiamento, armi, abilità specifiche e mosse finali; ma anche in questo Mato Anomalies si mantiene su una rigorosa basilarità, tra l'altro perennemente guidata, suggerendo di continuo al giocatore cosa fare e come farlo. Solitamente si avanza con grande tranquillità - basta ricordarsi di usare il potere curativo di Butterfly - a parte gli scontri con i boss della seconda parte dell'avventura. Qui un po' di grinding è opportuno, perché di colpo la difficoltà impenna.

Mato Anomalies oscilla continuamente tra questo mondo e quello della Marea Funesta, la quale abita i cosiddetti Covi
Mato Anomalies oscilla continuamente tra questo mondo e quello della Marea Funesta, la quale abita i cosiddetti Covi

A parte l'ambientazione, Mato Anomalies non brilla dunque in alcuna meccanica specifica; anzi, l'insieme di più meccaniche, lungi dall'offrire la varietà auspicata dagli sviluppatori, rende il tutto un calderone di effetti speciali a basso costo. È vero che tutto, preso singolarmente, funziona; ma funziona a livelli davvero banali, senza complessità, offrendo il minimo sindacale di ogni singola meccanica o idea già vista a livelli ben più interessanti in produzioni simili. Se a tutto questo aggiungiamo un comparto tecnico difficilmente giustificabile su console di nuova generazione...

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (1)
8.9
Il tuo voto

Mato Anomalies non è un brutto gioco: gli amanti di alcune meccaniche specifiche (combattimenti a turni, investigazione tramite minigiochi) o di contesti particolari (retrofuturismo, distopia capitalistica) probabilmente riusciranno a divertircisi per un buon numero di ore. Tuttavia gli sviluppatori hanno voluto tentare troppe vie, chiudendone pochissime con risultati più che accettabili. La struttura bipartita nella narrazione e nel gameplay è interessante, ma le singole parti prese in sé appaiono banali in quasi ogni aspetto: meccaniche semplicistiche, ambientazione limitata, progressione guidata e scontata. Resta la voglia di sapere dove andrà a parare la trama, di approfondire la psiche dei protagonisti - loro sì interessanti e discretamente caratterizzati -, resta il fascino di un mondo sfaccettato, ricco di luci e di ombre capaci di trasformarsi rapidamente le une nelle altre. Complessivamente, tuttavia, si tratta di un'esperienza ludicamente poco efficace e proposta, tra l'altro, a un prezzo consistente. Valutate.

PRO

  • Personaggi interessanti
  • Contesto affascinante
  • Trama meritevole di attenzione

CONTRO

  • Tante meccaniche, nessuna delle quali approfondita
  • Dungeon ripetitivi, combattimenti monotoni
  • Scontri mentali originali, ma dal minigioco farraginoso