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Metal Hellsinger, la recensione di uno sparatutto giocato a ritmo di metal

La recensione di Metal Hellsinger, uno sparatutto adrenalinico in cui si spara a ritmo di musica metal sfidando l'inferno e la prontezza dei propri riflessi.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   12/09/2022

Mescolare un rhythm game a uno sparatutto in prima persona, perché non ci aveva mai pensato nessuno prima? Probabilmente perché sembrano essere due mondi agli antipodi, così distanti da risultare praticamente inconciliabili. Del resto molti considerano i giochi musicali con una certa sufficienza, relegandoli a prodotti di serie B. Eppure questo strano mescolio di generi può funzionare, come capirete leggendo la recensione di Metal Hellsinger.

Gameplay ritmico

L'Ignota non ha proprio voglia di scherzare
L'Ignota non ha proprio voglia di scherzare

L'Ignota, la protagonista del gioco, vuole vendicarsi per qualche motivo dell'Inferno. In particolare ce l'ha con la Giudice Rossa, con cui ha un conto in sospeso e per cui prova un odio profondissimo. Metà demone e metà umana, la nostra s'imbarca quindi in un viaggio lungo otto regioni infernali, per arrivare a distruggere la sua nemica. Per Metal Hellsinger vale l'adagio di John Carmack per cui "La trama in un videogioco è come la trama in un film porno: ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente," che descrive più o meno l'importanza che riveste nell'economia generale del gameplay. Non che non offra qualche spunto interessante, ma semplicemente sta lì come un fondale di cartone, a giustificare il massacro ritmico di orde di creature infernali, che hanno l'obiettivo di fermarci.

Appena avviato, il titolo sviluppato da The Outsiders inizia a urlare l'amore degli autori per il metal da ogni pixel. Musica a palla e protagonista che sembra uscita dalla copertina di un disco death metal nella schermata dei titoli fanno subito capire dove si andrà a parare. In realtà è solo l'inizio, come abbiamo appreso poi giocando il tutorial.

L'Ignota è una macchina di morte, capace di terrorizzare i suoi avversari, massacrandoli a ritmo... letteralmente. Di base ci troviamo di fronte a uno sparatutto in prima persona dove bisogna imparare a sparare a ritmo di musica. Più si riesce a seguirlo quando si colpisce, più si alimenta un moltiplicatore di danno che rende i nostri attacchi sempre più letali (fino a 16x). Quando si sbaglia a fare fuoco o quando si viene colpiti, il moltiplicatore scende, indebolendoci. Gli attacchi fuori tempo causano comunque dei danni, ma sono enormemente più deboli di quelli ritmati. La sostanza è che sparando all'impazzata non si va da nessuna parte, tanto che consigliamo di valutare bene il gioco, magari provando la demo ufficiale, a chi potrebbe avere difficoltà con una meccanica del genere (mancare di senso del ritmo non è un reato). Considerate che l'intero Metal Hellsinger è costruito intorno a essa, compresi molti elementi grafici, sia dell'interfaccia che delle mappe.

La musica è il fulcro dell'esperienza, come intuibile anche da alcuni dettagli del mondo di gioco: ad esempio le torce infernali si muovono al ritmo della canzone del livello, in modo da dare al giocatore un suggerimento visivo su quando sparare. Anche il mirino è costruito intorno alla musica e presenta degli indicatori di pressione. Infine c'è la musica stessa, un brano diverso per ogni inferno, che aumenta d'intensità al cresce del moltiplicatore, arrivando ad avere delle parti cantate quando si è raggiunto il livello 16X.

Azione frenetica

Uccidere a ritmo di musica è fondamentale
Uccidere a ritmo di musica è fondamentale

Confessiamo che dopo un certo spaesamento iniziale, ci siamo ritrovati persi dentro a Metal Hellsinger e alle sue dinamiche. Mentre giocavamo tentavamo di tenere a mente il ritmo (1, 2, 1, 2 e così via), per sparare solo al momento giusto, in modo da causare ingenti danni a scheletri fluttuanti, demoni armati che ci sparavano palle di fuoco, colossi spietati, creature corazzate, insetti infernali e tutte le altre creature demoniache che popolano il gioco. Va detto che non è facilissimo riuscire e che spesso, soprattutto ai livelli avanzati, si finisce per perdere le cosiddette serie ritmiche a causa del numero soverchiante di nemici. L'importante è riprendersi subito, pena vedere il moltiplicatore azzerarsi o, peggio, morire, dovendo così ricominciare da capo il livello (sempre che non si vogliano sacrificare alcuni dei punti accumulati per continuare).

Fondamentale è anche imparare a usare le mosse dell'Ignota, ossia il doppio salto e, soprattutto, lo scatto, unico a permettere di schivare certi attacchi. Certo, non è facile padroneggiare il tutto seguendo anche la musica, ma è indispensabile se si vuole andare avanti. A conti fatti è proprio questa difficoltà a rendere le sparatorie particolarmente gratificanti, quando affrontate nel modo giusto.

Livelli

Alcuni livelli sono molto belli, nonostante siano molto rigidi
Alcuni livelli sono molto belli, nonostante siano molto rigidi

I livelli sono linearissimi e sono strutturati in modo molto rigido. Sostanzialmente sono delle arene collegate da dei passaggi obbligati, in cui bisogna di volta in volta eliminare tutte le ondate nemiche, per poi passare alla sezione successiva. Arrivati alla fine di un livello, sia esso una landa ghiacciata, una cattedrale in rovina o il centro stesso dell'Inferno, bisogna vedersela con il classico boss, cioè una creatura molto potente e dotata di attacchi speciali. In realtà l'aspetto di molti boss è praticamente identico, essendo la stessa creatura che si sposta da una regione all'altra, ma fortunatamente gli schemi d'attacco cambiano ogni volta, così da evitare l'eccessiva ripetitività.

Finito un livello si sbloccano i cosiddetti Tormenti, ossia delle prove da superare (uccidere un certo numero di nemici entro un certo tempo, mantenere una serie ritmica per un certo numero di uccisioni e così via) per ottenere dei bonus da portarsi in battaglia, come ad esempio una protezione per le serie ritmiche o dei bonus ai danni.

Armi

L'Ignota ce l'ha con l'inferno e i suoi abitanti, pur essendo un mezzo demone
L'Ignota ce l'ha con l'inferno e i suoi abitanti, pur essendo un mezzo demone

Ad aiutare l'Ignota ci sono diversi strumenti. Intanto le armi, che sono diversissime tra di loro, pur mantenendo tutte un forte legame con la musica. Ad esempio c'è una balestra che spara proiettili esplosivi, che fanno dei danni immensi se usati a ritmo, oppure ci sono due pistole che usate ritmicamente sembrano quasi delle bacchette per batteria, almeno idealmente. Se ne possono portare due per ogni missione, da sommare alle due fisse, di cui una è anche la voce narrante (è un teschio che si recupera all'inizio del gioco e che ha una sua precisa funzione nella storia). Ogni arma ha un suo attacco secondario d'immensa potenza che si carica eseguendo serie ritmiche (uccisioni a ritmo) e che spesso è risolutivo per uscire da situazioni non proprio piacevoli.

Tecnicamente Metal Hellsinger è un gioco riuscito. Certo, la grafica non spicca per dettagli, ma i nemici sono ben fatti e i livelli, nonostante la semplicità di fondo, riescono spesso a offrire dei paesaggi molto belli, pur rimanendo nella maggior parte dei casi funzionali al sistema di gioco. Ottima infine la colonna sonora, composta da brani metal che vengono utilizzati in modo decisamente creativo, come avrete capito leggendo il resto dell'articolo.

Problemi

L'inferno ci aspetta
L'inferno ci aspetta

Di suo Metal: Hellsinger funziona e, se ci si lascia prendere, funziona anche molto bene. Sparare a ritmo può rivelarsi particolarmente coinvolgente, anche se aumenta non di poco la difficoltà generale, in particolare nei livelli avanzati. Da qui emerge uno dei problemi del gioco: dover ricominciare da zero gli stage in caso di morte. La scelta viene giustificata dalla presenza di un punteggio che finisce in una classifica globale ed è quindi comprensibile. Doversi rigiocare interi livelli in caso di morte definitiva però, non è molto piacevole, soprattutto quelli finali che sono lunghetti. Vero è che eseguire performance sempre migliori è uno dei moventi che spingono a continuare a giocare anche dopo la fine, che arriva dopo una manciata di ore (noi abbiamo impiegato circa 8 ore per finire tutti i livelli, ma la durata del gioco varia moltissimo a seconda dell'abilità del giocatore) quindi, anche se può risultare frustrante, ha senso il fatto che non siano presenti checkpoint e che non si possa salvare. La sostanza è che se siete alla ricerca di uno sparatutto in prima persona fresco e con delle meccaniche originali, tenetelo in forte considerazione.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (11)
8.0
Il tuo voto

Metal Hellsinger è un titolo sicuramente riuscito, che ha come punto di forza anche una sua potenziale debolezza: tanto si può rimanere coinvolti dal dover sparare a ritmo di musica metal, rendendo i combattimenti quasi dei concerti di sangue e piombo, tanto si può venire frustrati dal non sentirsi liberi di attaccare all'impazzata in alcune occasioni, così da poter seguire la frenesia del momento. Il coinvolgimento è quindi vincolato all'accettazione di questa meccanica, che del resto è determinante per l'intero gioco, che se ben recepita rende l'intera esperienza di altissimo livello, per un FPS che, pur con qualche limite, riesce a farsi amare in più di un'occasione.

PRO

  • Sparare a ritmo di musica metal aumenta di molto il coinvolgimento
  • Azione frenetica dall'inizio alla fine
  • Alcune armi sono davvero divertenti da usare

CONTRO

  • Se non si ha un po' di senso del ritmo, è meglio lasciarlo perdere
  • Bisogna ricominciare da capo i livelli in caso di fallimento