Sono ormai svariate le proposte di city builder e gestionali urbani sulle piattaforme mobile, ma se siete alla ricerca di una soluzione intermedia tra complessità strutturale e facilità d'uso, potreste essere interessati a questa recensione di Mini Motorways. I dispositivi mobile si trovano da sempre di fronte a una sorta di paradosso: sono naturalmente favoriti nell'ospitare generi videludici che si basano sull'utilizzo di un puntatore, ma la difficoltà maggiore finora è stata trovare un giusto mezzo tra le meccaniche tipiche dei generi più complessi e l'interfaccia tattile, nonché fra la fruizione classica del titolo su PC e quella in mobilità, che spesso si basa su tempi, ritmi e possibilità di concentrazione molto diversi. Per questo motivo, spesso ci troviamo di fronte a versioni semplificate di titoli noti, ma i giochi che funzionano meglio sono solitamente quelli progettati a partire da approcci diversi, come abbiamo visto con l'ottimo Pocket City e come in questo Mini Motorways, che a fronte di qualche difetto di utilizzo si presenta come un titolo strutturato intorno all'utilizzo su piattaforme mobile, nonostante la sua disponibilità anche su PC.
Si parte da un principio fondamentale: scegliere un elemento specifico da gestire e costruire intorno a quel singolo elemento l'intero gioco. Qui non si tratta di controllare un'intera città in ogni suo diverso elemento, che potrebbe diventare dispersivo in un titolo che punta a un'esperienza più immediata e compatta, ma ci troviamo ad avere a che fare esclusivamente con la costruzione delle strade e la gestione del traffico veicolare. Siamo inoltre lontani da una simulazione realistica, anche se il gioco si basa ovviamente su alcuni elementi logici e reali per costruire le sue regole. Lo scopo è collegare delle case a dei punti di interesse con strade, in modo tale che le auto possano andare da un punto A a un punto B dello stesso colore e ritorno. All'aumentare delle case, dei luoghi da raggiungere e dei colori in cui questi si diversificano, aumenta ovviamente anche la complessità del gestire il reticolo stradale, che dovrà rispondere a delle logiche di semplificazione per evitare di congestionare il traffico ma anche seguire le necessità imposte dallo spazio a disposizione.
Tra puzzle game e city builder
Si scopre dunque che Mini Motorways si pone un po' all'incrocio tra un city builder e un puzzle game: al di là della relativa semplicità data dal fatto di doversi occupare esclusivamente di strade e traffico, la difficoltà a catalogare questo gioco pienamente dentro al genere a cui appartiene SimCity deriva anche da altri fattori, che lo avvicinano più a un puzzle vero e proprio. La sfida costante è data dal fatto che i suoi elementi emergono in maniera casuale e imposta dal gioco, dunque non derivano da una pianificazione totalmente in mano al giocatore. Una volta scelta la mappa (che può essere libera oppure replicare in maniera un po' geometrica e stilizzata un luogo reale), gli edifici compaiono autonomamente e in posizioni che esulano completamente dalla volontà del giocatore e anche qui sta la difficoltà del gioco: è difficile pianificare un reticolo stradale a lungo termine quando c'è il costante rischio che spuntino come funghi dei nuovi edifici da collegare tra loro in zone diventate impossibili da raggiungere e allora spesso siamo costretti a cancellare quanto fatto e modificare in corsa il traffico. Il grado di aleatorietà è determinante, insomma, e la costruzione delle strade diventa più la soluzione di un rompicapo imposto che non una libera progettazione da parte del giocatore.
Una volta chiarito questo, siamo in grado di apprezzare ancora di più Mini Motorways se vissuto più come un puzzle, perché è chiaro che qualsiasi intento di progettazione precisa viene abbattuto dalle necessità contingenti che emergono in continuazione. Questo però non significa che non vi siano possibilità diverse di risolvere i problemi, approcci personali e una certa profondità nelle varie scelte a disposizione per la costruzione delle strade. Il gioco mette a disposizione ponti, semafori, autostrade a varianti assortite per rendere più complesso il reticolo stradale e ci si può comunque sbizzarrire in varie scelte nella configurazione della nostra città, con nuovi pezzi che ci vengono forniti ogni volta che passa una settimana nella scansione temporale in-game. L'importante è che si tenga sempre presente la necessità di fare in modo che le case di un certo colore siano messe in comunicazione con gli edifici del medesimo colore entro un certo limite di tempo e che la distribuzione del traffico sia equilibrata, pena la fine della partita. Il punteggio finale viene assegnato in base alla quantità di giorni in cui siamo riusciti a mantenere attivo il traffico in città, dunque si tratta di una vera e propria gara di resistenza a difficoltà crescente.
Mini Motorways ha un ritmo in crescita costante e arriva inesorabilmente a un livello in cui diventa alquanto ansiogeno, cosa che va in contrapposizione piuttosto diretta con i principi classici del city builder, dunque anche per questo motivo è bene capire con cosa abbiamo a che fare per non incappare in spiacevoli sorprese. Un problema tecnico rilevato nel gioco, che può aumentare il senso di disorientamento che può emergere in certi casi, è dato dalle inquadrature utilizzata: sono sostanzialmente due, con una più lontana che serve per avere una visione d'insieme ma non consente di costruire le strade a breve percorrenza e una ravvicinata che è invece quella utilizzata normalmente per la costruzione. Ebbene, il problema è che una risulta effettivamente troppo lontana e l'altra troppo vicina, cosa che comporta un continuo salto da un livello di zoom all'altro che può diventare davvero piuttosto fastidioso.
Conclusioni
Mini Motorways va preso più come un puzzle game che un city builder, o comunque almeno come un ibrido particolare tra questi due generi, perché non ci si deve aspettare il ritmo compassato e la libertà di progettazione tipica di un SimCity. Fatta questa doverosa premesse, possiamo dire che il suo meccanismo funziona davvero molto bene e riesce a stimolare il tipico senso di onnipotenza dei city builder ma mantenendoci sempre in tensione per i suoi costanti imprevisti e la necessità di dover spesso ridisegnare le strutture per venire incontro alle nuove esigenze che emergono in continuazione. Una volta entrati nelle dinamiche del gioco è difficile non farsi prendere, anche se i problemi legati ai due tipi di inquadrature presenti possono risultare frustranti nelle fasi più concitate.
PRO
- Un ibrido puzzle-gestionale che funziona
- Stile grafico pulito e ottimale per le piattaforme mobile
- Buon sistema di controllo e interfaccia semplice e chiara
CONTRO
- Le due diverse inquadrature hanno entrambe dei difetti
- La tendenza strutturale all'entropia può essere ansiogena