Le sperimentazioni tra indie e mobile si basano spesso sulla fusione di stili e generi apparentemente contrastanti, proprio come vediamo in questa recensione di My Heroes Dungeon Raid. L'idea è prendere l'RPG dungeon crawler con inquadratura dall'alto e declinarlo sullo stile dello sparatutto bullet hell, condendo il tutto con una notevole attenzione alla progressione dei personaggi e alla ricerca del loot, dando una certa profondità al tutto.
Non c'è molto spazio per la narrazione, con la storia che serve giusto per proporre un pretesto e dare il via all'azione: c'è il solito re malvagio, in questo caso chiamato Solomon, che ha deciso di distruggere le aree magiche che proteggevano il regno e aprire i passaggi verso una dimensione oscura, dando il via libera a un'invasione di mostri e creature aberranti.
Tutto questo per dire che, come al solito, è giunto il nostro turno di "salvare il mondo", senza girarci tanto attorno, eliminando nemici e boss assortiti all'interno di un gran numero di livelli progressivi. My Heroes Dungeon Raid ci catapulta all'interno di vari "dungeon" caratterizzati da varie ambientazioni, composti da livelli interconnessi che sono sostanzialmente arene nelle quali si svolgono i furenti scontri con i nemici, da eliminare per liberare la strada fino al boss finale.
Il meccanismo si ripete praticamente costante e si basa soprattutto sulla progressione dei personaggi e sulla ricerca del loot, che è poi alla base del meccanismo gacha presente all'interno. Quest'ultimo, invece di sbloccare nuovi personaggi, si concentra esclusivamente su armi ed equipaggiamenti, legati anche a nuove abilità speciali, dunque un sistema di "evocazione" di nuovi contenuti che potrebbe essere considerato meno assillante di quello classico incentrato sui personaggi, ma che ha comunque i suoi lati negativi.
Tra shooter e RPG
L'avvio di My Heroes: Dungeon Raid sembra quello classico di un RPG dungeon crawler ad ambientazione fantasy medievale, ma le cose cambiano praticamente nel giro di pochi minuti, mettendo in scena ambientazioni e nemici alquanto folli e soprattutto una dinamica shooter che lo posiziona in uno stile e un'ambientazione tutti suoi. La caratteristica fondamentale del gioco è la presenza di cinque classi tra cui selezionare il proprio personaggio (Ninja, Priest, Ranger, Mage, Warrior) che rimane legato esclusivamente a questi cinque modelli iniziali ma può essere poi potenziato e personalizzato in un'enorme quantità di modi. Questo toglie la pressione della spinta alla ricerca di nuovi combattenti ma la applica alla progressione costante del protagonista, dunque il bilancio resta sempre piuttosto dubbio, per quanto riguarda gli elementi gacha al suo interno.
Il gameplay ricorda un po' Enter the Gungeon e non c'è dubbio che il team Reality Squared si sia ispirato a questo nella costruzione del gioco, tuttavia si caratterizza per una costruzione più semplice per quanto riguarda la meccanica di gioco e la varietà di situazioni, nettamente più spostato sul grinding e la crescita e personalizzazione del protagonista. In arene inquadrate dall'alto, ci troviamo a spostare il personaggio mentre facciamo fuoco sui nemici, dovendo gestire una quantità di elementi su schermo, tra proiettili vaganti, magie e creature varie, che ricorda da vicino gli shooter bullet hell di scuola nipponica.
Ogni "quest" ci pone tre obiettivi da completare, in base ai quali si ottengono ricompense diverse e ce ne sono veramente tantissime in palio. Nel vivo dell'azione, il gioco è un vero e propri caos frenetico, che riesce a tenerci incollati allo schermo per quei pochi minuti richiesti a terminare i singoli livelli, anche se si avverte sempre qualcosa di eccessivamente semplificato nel meccanismo di base. I controlli e lo spostamento del protagonista concorrono a restituire l'idea di fluttuare per gli schermi, cosa che può portare a una scarsa precisione o alla mancanza della "sensazione" di colpire o subire i colpi.
Queste sensazioni sono forse rimarcate proprio dalla ricchezza grafica che esplode sul touch screen degli smartphone: tra boss, colpi speciali, evocazioni e animazioni varie si assiste a una vera e propria festa di sprite e pixel, sicuramente spettacolare da vedere quanto confusionaria in termini di gameplay, tuttavia molto piacevole in termini audio-visivi.
Conclusioni
C'è una notevole cura nel confezionamento di My Heroes: Dungeon Raid, soprattutto per quanto riguarda l'estetica di personaggi, scenari ed effetti speciali, mentre la scelta di mixare elementi apparentemente contrastanti come lo shooter e l'RPG rappresenta una premessa molto interessante. Tuttavia, siamo piuttosto distanti da Enter the Gungeon che rappresenta probabilmente il metro di paragone più appropriato: rispetto a quest'ultimo, il gameplay di My Heroes: Dungeon Raid risulta fin troppo caotico, anche a causa di un sistema di controllo imperfetto, mentre la spinta al loot che è sostanzialmente la base della progressione nel gioco è inficiata dal ricorso al gacha e dalle microtransazioni che questo alimenta facilmente.
PRO
- Il mix tra RPG dungeon crawler e shooter è una buona idea (già ben sperimentata)
- Ottima estetica tra grafica e audio
- L'azione frenetica e i brevi livelli mantengono alta l'attenzione, per un po'
CONTRO
- Il gameplay è semplice e un po' inficiato da controlli, caos grafico e movimento dei personaggi
- Sulla progressione, elemento fondamentale del gioco, pesa il gacha
- Alquanto ripetitivo per mancanza di varietà di situazioni