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Nobody Saves the World: recensione dell'avventura trasformista di Drinkbox Studios

Eccoci alle prese con la versione completa di Nobody Saves the World, nella recensione del nuovo titolo di Drinkbox Studios

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   18/01/2022

Dopo i due ottimi Guacamelee, in cui ha affrontato con piglio originale il genere metroidvania, il team Drinkbox Studios ha deciso di lanciarsi negli action RPG con visuale dall'alto, portando il tipico spirito scanzonato anche in questa tipologia di giochi che vanta una concorrenza ancora più agguerrita: sono riusciti a confermarsi? Diremmo proprio di sì, in base a quanto emerge da questa recensione di Nobody Saves the World.

Già la demo pubblicata in occasione dei The Game Awards 2021, su cui avevamo scritto il provato del mese scorso, ci aveva piuttosto convinto, lasciandoci dopo qualche ora di gioco con una gran voglia di tornare in questo bizzarro mondo distorto e la versione completa ha confermato le buone impressioni, grazie all'aggiunta di alcune meccaniche di gameplay che emergono solo in una fase più avanzata del gioco oltre alla notevole ampiezza del mondo esplorabile.

In un'apparente semplificazione delle caratteristiche standard degli RPG, quello che riesce particolarmente bene al titolo Drinkbox è offrire uno stimolo costante ad andare avanti e progredire, nonostante la ripetitività intrinseca delle situazioni di gioco e della stessa struttura del gameplay.

Di fatto, il fondamento di Nobody Saves the World è qualcosa di molto vicino al grinding, essendo la progressione costante del protagonista l'elemento centrale del gioco, eppure è molto difficile che risulti tedioso, anche grazie alla sua caratterizzazione comica e scanzonata, facendo da parodia all'RPG fantasy. Nonostante l'aspetto possa suggerire altro, il gioco è più vicino a Diablo che a Zelda - per semplificare - ma riesce comunque a mantenere una propria connotazione specifica che lo rende sempre originale e piacevole.

Uno, Nessuno e centomila

I personaggi di Nobody Saves the World sono fortemente caricaturali
I personaggi di Nobody Saves the World sono fortemente caricaturali

La storia di Nobody Saves the World non è propriamente quella complessa trama fantasy che ci si potrebbe aspettare dal genere, ma basta vedere qualche immagine o uno spezzone di video per capirlo: il gioco Drinkbox si propone come una vera e propria parodia dei cliché del genere, con un protagonista bruttino, pallidino e tutto nudo che si risveglia in una misteriosa capanna, affetto dall'immancabile amnesia che ne rende sconosciuta l'identità. È un nessuno, appunto, e come tale è anche piuttosto incapace sulle prime. Tuttavia, proprio su di lui sembra gravare il peso di una grande quest per il salvataggio del mondo, partendo prima di tutto dal ritrovamento del grande mago Nostramagus, il protettore del regno che sembra scomparso in circostanze misteriose. Nobody non sembra avere particolari abilità, ma dopo aver trovato una bacchetta magica nel giro dei primi minuti scopre la sua capacità principale: potersi trasformare in una grande quantità di creature diverse, assumendone caratteristiche e possibilità di attacco, difesa e spostamento, diventando in questo modo un combattente formidabile.

Partendo dall'insalubre prigione dove veniamo scaraventati pochi secondi dopo il nostro risveglio, dobbiamo portare avanti la nostra avventura alla ricerca di Nostramagus e contro il male che sta oscurando il regno, esplorando l'ampia mappa e prendendo parte a una grande quantità di quest, tra dungeon da esplorare e spostamenti non meno pericolosi tra le varie aree in cui si divide il territorio. La visuale dall'alto e alcuni piccoli puzzle legati agli elementi dello scenario possono ricordare vagamente lo stile di Zelda, ma Nobody Saves the World se ne distacca per tutto il resto, configurandosi come un action RPG in cui lo scontro ha un ruolo fondamentale, svolgendosi sempre contro ondate enormi di nemici e puntando soprattutto alla crescita delle statistiche e alla gestione di queste, in un particolare sistema di progressione e personalizzazione del protagonista.

Trasformazioni e progressione costante

Nobody Saves the World presenta situazioni veramente bizzarre
Nobody Saves the World presenta situazioni veramente bizzarre

Le caratteristiche principali del gameplay sono la capacità del protagonista di trasformarsi e la progressione costante che accompagna ogni azione del gioco. La possibilità di cambiare forma determina tanti stili di combattimento e anche capacità di movimento diverse, modificando continuamente l'esperienza di gioco: le diverse forme vengono sbloccate attraverso un intricato skill tree generale, le cui ramificazioni portano alle varie mutazioni possibili, tutte alquanto folli. Si parte dal protagonista, sostanzialmente inerme (almeno all'inizio) e si va verso forme decisamente bizzarre, reinterpretando alcune classi tipiche dell'RPG come il mago, il guerriero, il negromante e il ranger ma aggiungendo, tra una e l'altra, anche bizzarrie come la lumaca, il cavallo, il culturista, la tartaruga e la sirena, tanto per citare alcune delle tante. Ognuna di queste forme ha, a sua volta, una serie di livelli progressivi che portano a sbloccare abilità specifiche, aggiungendo mosse speciali e poteri passivi, ma anche possibilità di movimento uniche che possono aprire nuove strade nell'esplorazione della mappa, applicando caratteristiche quasi da metroidvania al gioco.

Un dubbio che avevamo mosso durante la prova della demo era proprio riferito all'effettivo peso delle trasformazioni nelle possibilità di esplorazione, ma con la versione completa e la mappa nella sua massima estensione è arrivata la risposta positiva che cercavamo: la necessità di sbloccare nuove forme e utilizzarle nei momenti opportuni emerge come parte integrante del gameplay per arrivare in alcuni luoghi altrimenti inaccessibili, così come risolvere alcuni piccoli enigmi che richiedono l'utilizzo di capacità specifiche delle diverse creature.

Nobody Saves the World: un particolare dello skill tree riferito alle diverse trasformazioni
Nobody Saves the World: un particolare dello skill tree riferito alle diverse trasformazioni

Si tratta ancora di elementi di gioco piuttosto elementari e poco approfonditi, ma funzionano comunque bene per variare l'azione e forzare una certa rotazione delle trasformazioni.

L'altro fattore strutturale è fornito dalla progressione costante, che funge da stimolo principale per avanzare nel gioco. Praticamente qualsiasi azione può far parte di questo flusso continuo verso l'evoluzione del personaggio, che si presenta stratificata su più fronti: abbiamo a che fare con la crescita di livello generale che riguarda Nobody e l'aumento dei livelli specifici di ogni trasformazione che sblocca ulteriori forme diverse, abilità e poteri. Oltre al completamento delle quest, in ogni momento possiamo tenere traccia anche degli altri obiettivi da raggiungere guardando semplicemente l'HUD o richiamando un pratico menù dedicato, per far capire come questo completamento continuo di missioni e sub-quest sia fondamentale per la struttura del gioco. In definitiva, è proprio questo costante grinding il motore alla base del gameplay e ciò che ci spinge a intraprendere le missioni in giro per la mappa: è facile rendersi conto come il gioco sia una sorta di corsa spasmodica alla crescita dei parametri, ma il tutto è così ben amalgamato e ritmato da renderle quest'azione compulsiva davvero irresistibile.

Gameplay e sistema di combattimento

Nobody Saves the World è una continua parodia dei cliché delle avventure fantasy
Nobody Saves the World è una continua parodia dei cliché delle avventure fantasy

Il meccanismo dell'accumulo si ritrova a diversi livelli in Nobody Saves the World: non solo nella progressione costante del protagonista, che traduce il combattimento in una continua corsa all'evoluzione, ma in buona parte anche nella costruzione degli scontri e dei nemici. Più che concentrarsi sull'abilità nelle schivate e nel tempismo, gli scontri si risolvono soprattutto nell'incremento delle statistiche del protagonista, che si ritrova a dover fronteggiare orde di nemici progressive e sempre più agguerrite, ma questo seguendo soprattutto una logica incrementale. Insomma, più che introdurre nuove tipologie di nemici dai pattern sempre più complessi, il gioco tende a metterne insieme un numero sempre più alto, un po' sullo stile di Diablo, tuttavia non manca anche in questo caso un approccio tattico al combattimento.

Oltre all'attacco standard, che dipende dalla creatura scelta e dalla sua arma in dotazione (tutte assurde, ovviamente), possiamo contare su alcune abilità secondarie, ognuna caratterizzata da specifici bonus di attacco: in generale, si distinguono le classiche suddivisioni tra corpo a corpo, colpi a distanza, danno singolo o di area e l'implementazione di effetti aggiuntivi. Tuttavia, l'abilità con il controller qui lascia spazio alla capacità di costruire un personaggio in grado di affrontare minacce di tipo diverso, all'occorrenza cambiando di frequente la forma del protagonista e modificandone abilità attive e passive.

Una parte della mappa di Nobody Saves the World
Una parte della mappa di Nobody Saves the World

Su questo aspetto si concentra probabilmente il meccanismo più interessante del gameplay: i nemici hanno specifiche debolezze da sfruttare o punti di forza da spezzare, in termini di caratteristiche fisiche e reazione alla magia elementale, cosa che ci costringe a non adagiarci su poche forme e attacchi ma spaziare piuttosto su tutto l'albero delle trasformazioni, passando di frequente da una all'altra per poter sfruttare le diverse caratteristiche. Inoltre, diventa necessario anche mischiare le caratteristiche di diverse forme, mettendo insieme abilità passive e attive appartenenti a creature differenti in modo da poter contare su una più ampia varietà di poteri.

Mondo di gioco e dungeon

Nobody Saves the World presenta dialoghi alquanto esilaranti
Nobody Saves the World presenta dialoghi alquanto esilaranti

La mappa è studiata in modo tale da offrire ambientazioni diverse da esplorare, ognuna caratterizzata da scenari e nemici collegati nonché da alcune meccaniche di spostamento e interazione dominanti (come le regioni paludose e acquatiche che richiedono l'uso delle trasformazioni in grado di nuotare) ma i dungeon si basano su una generazione casuale, dunque non c'è da aspettarsi, all'interno di questi, il medesimo studio dal punto di vista del level design. Considerando che anche il loot si concentra esclusivamente su denaro e cibo (per ricaricare l'energia), si capisce come l'esplorazione dei dungeon non offra proprio un'esperienza stimolante, al di là della solita crescita costante del protagonista e delle strane ambientazioni in cui ci si può trovare.

In generale, lo stile grafico fortemente caricaturale che è caratteristico dei Drinkbox Studios, anche in questo caso, riesce a dare una forte identità a Nobody Saves the World, rendendo piacevole anche la semplice esplorazione della mappa alla scoperta di luoghi sempre più strani e personaggi fuori di testa. Si nota un certo riciclo di alcuni asset, sia all'interno del gioco stesso, dove la ripetizione degli elementi è molto evidente soprattutto nei dungeon, sia con i titoli precedenti del team, con alcuni effetti sonori che sembrano tratti direttamente da Guacamelee, cosa che può comunque essere presa come una sorta di cifra stilistica. Dal punto di vista estetico, sia sul fronte della grafica che dell'accompagnamento audio, si tratta comunque di un gioco molto piacevole e particolare, caratterizzato da un disegno in 2D piuttosto unico.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Xbox Store
Multiplayer.it
8.4
Lettori (33)
8.4
Il tuo voto

Nobody Saves the World è proprio quello che ci si potrebbe aspettare dal team di Guacamelee impegnato su un action RPG: un'interpretazione di un genere classico dotata di un aspetto folle ma anche di una struttura veramente ben congegnata e originale. Il gameplay sfrutta al massimo l'interessante idea delle trasformazioni e ha la particolarità di essere una sorta di festa del grind - impostato com'è sull'accumulo e la crescita costante di statistiche e abilità - ma costruita talmente bene da risultare sempre piacevole pur nei suoi meccanismi compulsivi. La ripetitività può emergere più chiaramente alla lunga, quando - una volta sbloccate tutte le trasformazioni e scoperte le zone della mappa - ci si trova a concentrarci sulla ripulitura dei dungeon, l'aspetto forse meno ispirato del gioco, ma per arrivare fin lì si devono comunque attraversare ore di divertimento puro.

PRO

  • Il gameplay rodato, ma con elementi originali
  • Una trascinante parodia dell'action adventure RPG fantasy
  • Semplice nell'esecuzione, ma profondo nella gestione

CONTRO

  • La sfida può risultare un po' semplicistica
  • Intrinsecamente ripetitivo, soprattutto sul lungo termine