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Phantasy Star Universe - Recensione

L'ennesimo Phantasy Star prodotto da SEGA mantiene inalterato lo spirito della serie, basterà per porre una degna resistenza ai molti, blasonati concorrenti?

RECENSIONE di Andrea Moi e Umberto Moioli   —   27/12/2006
Phantasy Star Universe - Recensione
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Un'impostazione classica... anche troppo!

Phantasy Star Universe si presenta come un classico action/RPG, in cui ripulire una gran quantità di dungeon, sconfiggere i boss, raccogliere oggetti e fare esperienza. L'immediatezza prima di ogni cosa quindi, tanto che la difficoltà è tutto sommato bassa e ci vorranno pochi minuti per padroneggiare a dovere il sistema di controllo, comodo anche con il pad.
Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, durante la creazione del personaggio si dovranno compiere alcune scelte di fondamentale importanza. Le classi a disposizione sono tre: il guerriero predilige gli scontri ravvicinati mentre il ranger sfrutta la sua grande mira per centrare il bersaglio da lontano e il mago colpisce con potenti magie offensive. Quattro invece le razze selezionabili che, oltre a gli umani tipicamente validi in ogni tipo di tecnica offensiva, si dividono in Nuovi Umani, CAST e Bestie, ciascuno con peculiarità uniche e caratteristiche. Come è facile evincere, i programmatori hanno scelto di non introdurre nessuna novità da questo punto di vista e la giocabilità paga un caro scotto a questa ritrosia: oramai abituati a titoli dalle infinite combinazioni, in PSU si finisce con il creare personaggi sempre simili tra loro, facilitando le fasi di organizzazione dei party online ma appiattendo l'esperienza oltre l'accettabile.
I combattimenti avvengono rigorosamente in tempo reale e non concedono pause nemmeno durante la consultazione dei menù, obbligando così a prestare grande attenzione, pur lasciando al giocatore la possibilità di selezionare alcuni tasti di “richiamo rapido” per gli oggetti più utilizzati. Le armi a disposizione sono molte, siano esse pistole o fucili, così come ci vorranno parecchie ore per raccogliere tutte le tessere in grado di farci apprendere nuove abilità e magie.

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Avventura solitaria

Il single player è composto da una dozzina di capitoli, a loro volta suddivisi in parecchie missioni, che vengono introdotte e concluse da alcuni filmati che sviluppano, a volte in modo confusionario, la storia: purtroppo la varietà è quasi pari a zero e l'unica attività sarà quella di eliminare ogni SEED a portata di tiro. Non è difficile immaginare come ripetere per oltre 30 ore i soliti raid, scontrandosi con i soliti nemici, sia oltremodo frustrante e dia la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di un MMORPG coreano farming e grinding oriented. I fondi ottenuti dal completamento di ogni compito e dalla vendita di quanto non più utile, possono essere spesi in uno dei molti negozi presenti nelle stazioni spaziali, che assieme a tre pianeti fanno da ambientazione alla storia. Nulla di incredibile anche da questo punto di vista, dato che è semplicemente richiesto l'acquisto di armi ed armature adatte al vostro livello; una corsa all'equip più performante, insomma.
Nel corso dell'avventura si ha modo di incontrare diversi personaggi, alcuni dei quali si uniranno a noi e potranno essere portati in battaglia. In ogni caso i membri del team rivestono un ruolo marginale, essendo quasi sempre sufficiente Ethan a sbrogliare anche le situazioni più complesse.
L'esperienza in singolo, a conti fatti, si rivela essere piuttosto scarna di idee. Le critiche rivolte al Sonic Team dalla comunità di videogiocatori per la pochezza di questo aspetto nei precedenti capitoli, hanno avuto come conseguenza un aumento della sola longevità ma non dei contenuti, troppo poveri rispetto ad altre produzioni.

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Phantasy Star saga

Nonostante non abbia mai avuto riscontri pari a quelli di saghe del calibro di Final Fantasy o Dragon Quest, Phantasy Star è diventata la miglior serie “ruolistica” prodotta da SEGA, soprattutto grazie all'inusuale atmosfera sci-fi. Dal 1987, data di rilascio del primo episodio per SEGA Master System, ad oggi, questo brand ha fruttato ben 21 giochi per quasi tutte le piattaforme esistenti, PC e portatili inclusi. La principale curiosità riguarda un remake non autorizzato di Phantasy Star IV, dal nome Wai Xing Zhan Shi, sviluppato da alcuni programmatori cinesi ma mai veramente terminato ed eccessivamente afflitto da bug.

Un abbonamento di troppo

Giocare online a Phantasy Star Universe cambia leggermente la prospettiva ma non la sostanza. Il multiplayer è studiato in modo tale da dare agli utenti la possibilità di incontrarsi negli avamposti, organizzare party composti da un massimo di sei persone ed avventurarsi in una serie di istanze di crescente difficoltà. Le poche classi disponibili e la non eccessiva difficoltà proposta, permettono di fruire di questo tipo di esperienza anche se non si dispone di moltissimo tempo o non si è in possesso di armi ed armature di livello estremo.
Purtroppo, ancor più che in single player, si sente la mancanza di una solida struttura narrativa che motivi le nostre gesta e che tolga la sgradevole sensazione di partecipare a continue quanto immotivate mattanze di SEED. Per il momento non sono in programma live event, che permetterebbero agli utenti di influire direttamente su alcune pieghe della storia e del gameplay.
La cattiva notizia, in un panorama comunque piuttosto opaco, è la richiesta da parte di SEGA del pagamento di un abbonamento di 10 Euro mensili. Scelta difficilmente comprensibile, visto che in realtà PSU un MMORPG non è, non disponendo di un mondo persistente da dover gestire tramite un apparato di server, che richiederebbe manutenzione e quindi delle spese.

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Phantasy Star Universe vs Guild Wars

Essendo gli RPG online, di massa e non, prodotti che richiedono forti investimenti di tempo, prima ancora che di denaro, chi scrive ha pensato bene di fare un piccolo confronto tra Phantasy Star Universe ed un altro gioco per molti versi paragonabile, Guild Wars di ArenaNet, che oramai conta tre incarnazioni stand alone. Il titolo, come PSU, propone una struttura ad istanze, affrontabili da piccoli gruppi di avventurieri, otto in questo caso e si rivolge ai giocatori di ogni genere, non solo agli harcore gamer, grazie ad una campagna che può essere svolta tramite l'aiuto di bot alleati controllati dal computer. Quello che pone su un piano superiore GW è la vastità di situazioni proposte: le quest hanno svariati obiettivi, lo sviluppo del personaggio passa attraverso centinaia di combinazioni diverse di classi ed abilità e sono state pensate dinamiche PvP, totalmente assenti nell'oggetto di questa recensione, davvero formidabili e sempre valorizzate da tornei ed iniziative di primissimo ordine. Se a quanto detto aggiungete la mancanza di un canone mensile da versare nelle casse di ArenaNet, è facile farsi un'idea di quanta strada passi tra questi due esponenti del genere.

Le origini orientali

Che Phantasy Star Universe sia un gioco pensato e sviluppato in Giappone, per i giapponesi, lo si nota sin dai primi minuti: il design dei personaggi ricorda quello dei manga, con espressioni esagerate ed alcuni tratti somatici, su tutto gli occhi, davvero fuori misura. Le ambientazioni sono piuttosto varie, tanto che scenari futuristici come quelli di una stazione spaziale si alternano alla natura selvaggia di pianeti ricchi di vita. Purtroppo, da un punto di vista meramente tecnico, la qualità del lavoro svolto lascia a desiderare, essendo pochi i poligoni e troppo satura la paletta dei colori, fastidiosi a lungo andare.
Buonissimo invece il sonoro, che grazie alle musiche orchestrali sempre adatte ad ogni occasione e alla varietà degli effetti, si dimostra essere il comparto in cui PSU meglio figura.

Phantasy Star Universe - Recensione
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Requisiti di sistema

Requisiti Minimi:

  • Processore: Pentium4 1.6 Ghz
  • RAM: 256 Mb
  • Scheda Video: 3D 64 Mb compatibile DirectX 9.0c
  • Spazio su disco:3,5 Gb
  • Lettore: DVD-ROM
  • Interfaccia di rete (per partite via LAN o Internet)
  • Scheda audio compatibile DirectX 9.0c
  • Connessione internet a banda larga
Requisiti Consigliati:
  • Processore: Pentium4 2,6 Ghz o Athlon equivalente
  • RAM: 512 Mb
  • Scheda Video: 3D 128 Mb compatibile DirectX 9.0c
  • Connessione internet a banda larga
Configurazione di prova
  • Processore: Intel Pentium 4 3,4 Ghz HT
  • RAM: 1 Gb
  • Scheda Video: NVIDIA 7900

Conclusioni

Phantasy Star Universe è, in breve, un titolo poco al di sopra della sufficienza, adatto solo ai neofiti del genere e a tutti coloro che amano alla follia la serie. I contenuti, sia online che nel gioco in solitario, sono superficiali, spesso appena accennati o estremamente ripetitivi, troppo distanti da quelli mostrati da altri prodotti già sul mercato, Guild Wars su tutti, o prossimi al lancio, Hellgate: London per citare il più atteso. Ad affondare ogni velleità di successo, ci pensa l'assurdo canone mensile di 10 euro, richiesto da SEGA e non giustificabile da nessun servizio offerto.

Pro

  • Immediato
  • Ottimo comparto sonoro
Contro
  • Gameplay ripetitivo e povero di idee, sia in singolo che in multiplayer
  • Graficamente datato
  • Vi costerà 10 euro al mese

Phantasy Star Universe è disponibile per PC, PlayStation 2 e Xbox 360.
La versione utilizzata per questa recensione è quella per PC.

Obiettivi 360

La natura controversa di PSU si riflette anche negli obiettivi da sbloccare per 360. I 1000 punti, infatti, vengono attribuiti sconfiggendo i boss di fino livello, fino allo scontro finale e possono essere sbloccati tutti giocando offline e con un po' di perseveranza. Se si pensa al significato di PSO per il gioco online su console, questo fa un po' riflettere...

Oramai vecchia di 19 anni, la saga di Phantasy Star è entrata nei cuori di molti appassionati, che attendevano l'uscita di questo ennesimo capitolo da oramai troppo tempo. Il vero momento di svolta avvenne nel 2000, quando Phantasy Star Online inaugurò i giochi di ruolo in Rete dedicati al mercato delle console casalinghe, fino ad allora ancorate a logiche single player piuttosto rigorose.
Con Universe non si è cercata nessuna innovazione davvero rilevante, concentrandosi, piuttosto, nell'ulteriore approfondimento degli aspetti maggiormente apprezzati dalla comunità dei videogiocatori, soprattutto nipponici. La trama è lineare e presenta molti degli stereotipi classici adottati dalla letteratura fantascientifica: quattro razze, dopo un secolo di battaglie, trovano una non troppo salda alleanza, che verrà messa a dura prova dall'arrivo di mostruose creature aliene chiamate SEED, che cercheranno di conquistare il sistema solare creando il loro regno di terrore. Nell'avventura in singolo impersoneremo il giovane Ethan, il quale, separatosi dalla sorellina durante uno scontro, si arruola nell'esercito locale con il doppio fine di cacciare gli invasori e trovare l'amata ragazzina.