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Rainbow Six: Siege - Operazione Burnt Horizon, la recensione

Diamo uno sguardo alla prima stagione del quarto anno di Siege: aria di rinnovo? Scopriamolo nella nostra recensione di Operazione Burnt Horizon.

RECENSIONE di Raffaele Bottone   —   05/03/2019

Nonostante il nome della nuova Operazione suggerisca tutt'altro, l'orizzonte del titolo di casa Ubisoft non è mai stato più limpido di così. Burnt Horizon ci porta a esplorare le lande desolate dell'entroterra australiano, nel format ormai tipico dei nuovi contenuti dello sparatutto tattico sviluppato a Montréal. E proprio da lì vogliamo partire, dalla città canadese che ha ospitato migliaia di persone provenienti da tutto il mondo in occasione del Six Invitational, l'evento di spicco del panorama competitive di Siege, durante il quale, per la prima volta, abbiamo potuto assistere alla presentazione del nuovo aggiornamento, accolta con tripudio dai tantissimi sugli spalti del Place Bell. Con Burnt Horizon due nuovi Operatori, Mozzie e Gridlock, vanno a rimpinguare le forze armate anti-terrorismo del team Rainbow, portandole così a contare 46 unità, numero notevole per uno sparatutto, ma ancora lontano dai circa 100 soldati promessi in più occasioni da Alexandre Remy, Brand Director del titolo. Mentre la rosa continua a espandersi proprio a partire da questa stagione, Ubisoft fa una nuova inversione di marcia: i 20 operatori classici, resi disponibili gratuitamente con una modifica al sistema dei progressi, esattamente un anno fa, ritornano a essere sbloccabili solo attraverso i crediti in-game.

Non parliamo di grosse cifre, poiché se acquistati tutti, partendo da zero, la spesa di crediti (ottenibili semplicemente giocando) risulta comunque inferiore al costo dei singoli operatori dei DLC. A beneficiare di uno sconto, infatti, sono proprio questi ultimi, grazie all'implementazione di un sistema scalabile di prezzi che vede, ad esempio, le 8 unità inserite durante il corso del primo anno dimezzare il loro costo. Se a ciò si aggiunge l'introduzione di una nuova modalità chiamata Nuova Recluta e riservata ai giocatori al di sotto del livello 50, l'obiettivo di Ubisoft diventa lapalissiano: rendere la scalata meno ripida e più piacevole, così da aprirsi ai nuovi utenti. Non che ne manchino, anzi! Il colosso francese, proprio in occasione del Six Invitational, ha "festeggiato" il raggiungimento dei 45 milioni di utenti in tutto il mondo, andando a sottolineare ancora una volta il lavoro encomiabile svolto sul titolo che, ricordiamo, al lancio avvenuto nell'ormai lontano 2015 non aveva riscosso un enorme successo. La formula vincente è stata, senza ombra di dubbio, quella dei nuovi contenuti totalmente gratuiti rilasciati con cadenza trimestrale e in grado di fornire nuovi stimoli ai veterani e di creare curiosità nei neofiti. Ed è proprio perché consci di quanto sopra, che la rivelazione della Road Map di questo anno ci ha sorpresi, almeno per la scelta coraggiosa: Outback, la nuova mappa australiana (da non confondere assolutamente con Outbreak, l'evento a tempo di Operation Chimera), sarà la prima e l'ultima di questo quarto anno.

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Le tre season successive, infatti, saranno caratterizzate sì dall'introduzione di altri 6 operatori di nazionalità e unità differenti tra loro ma, un po' sulla linea di ciò che era stato mostrato durante il terzo anno, ognuna di esse sarà caratterizzata dalla rielaborazione di mappe già presenti nel gioco (Cafè Dostoevskij, Kanal e Parco Divertimenti). I rework precedenti di Club House e Base di Hereford hanno dato pienamente ragione al team di sviluppo e sono stati accolti positivamente dalla community, ma hanno beneficiato comunque dell'alternanza con il rilascio di nuovi scenari (Villa e Fortezza). Solo il tempo, quindi, potrà dire se quella di non introdurre nuove mappe per un periodo così lungo potrà essere una scelta vincente. Come ogni DLC che si rispetti, Burnt Horizon non si limita ai nuovi contenuti: modifiche alle meccaniche, buff e nerf agli operatori e accorgimenti vari non possono mancare. Al termine del periodo di prova di due settimane, all'interno del Server Tecnico, Ubisoft ha potuto raccogliere i feedback degli utenti e ha confermato buona parte dei cambiamenti mostrati durante la presentazione. Dalla rimozione dell'ACOG per l'R4-C di Ash, alle nuove interazioni del Jammer di Mute, gli addetti ai lavori hanno passato in rassegna ogni operatore in modo da bilanciare un gioco in continuo e rapido sviluppo. Non mancano nemmeno gli elementi puramente estetici (tra cui il nuovo Set Élite per Hibana), linfa vitale dei titoli di questo tipo. Burnt Horizon, in sostanza, si presenta come il giusto equilibrio tra le formule ben rodate del FPS tattico e le novità necessarie al ringiovanimento di un titolo che, nel tempo, è diventato il fiore all'occhiello di Ubisoft.

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Mozzie & Gridlock: amici per la pelle

Un po' sulla scia di ciò che è stato il corto in CGI, intitolato The Hammer and the Scalpel e mostrato in anteprima mondiale durante il Six Invitational, Mozzie e Gridlock sono stati presentati al pubblico in maniera differente: caratterizzazione profonda dei personaggi, mista a lore e backstory. Mai, prima di Burnt Horizon, si erano visti operatori con personalità così forti e mai erano stati fatti interagire tra loro all'interno dei tipici trailer pre-rilascio. Con i due membri del SASR, Ubisoft ha avviato un nuovo percorso: lo scopo è quello di far affezionare gli utenti agli operatori, abbandonando lo stile asettico che l'ha fatta da padrone nei DLC precedenti. I gadget e la loro stessa essenza sembrano aver capovolto quanto mostrato in precedenza (vengono pur sempre dal "Continente Sottosopra", no?). Tori "Gridlock" Tallyo Fairous è senza ombra di dubbio la donna più imponente tra quelle presenti in gioco, nonché il primo attaccante pesante (Corazza 3 - Velocità 1) a non possedere uno scudo. Concreta, forte ed estremamente seriosa, porta in giro tre barilotti in metallo, i Pungiglioni Trax, una versione potenziata degli spuntoni utilizzati per fermare i veicoli durante gli inseguimenti. Questo gadget unisce in un mix estremamente funzionale agli assalitori ciò che rappresentano il filo spinato e le mine Gu di Lesion, invece, per i difensori. Una volta posizionato, il Trax rilascia 19 strutture esagonali sul pavimento, una ogni mezzo secondo, ricoperte da punte metalliche. Tali strutture sono in grado di riempire un'area estremamente vasta e di complicare notevolmente il passaggio ai difensori, producendo rumore al contatto, rallentando il movimento e causando un danno pari a 10 HP per tick. Non esiste un vero counter per questi dispositivi, l'unica mossa valide per gli avversari consiste nella distruzione meccanica, attraverso colpi di arma da fuoco, melee o esplosivi, tutte azioni di per sé rumorose.

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Gridlock può scegliere tra due armi primarie di elevato spessore: un fucile d'assalto F90 oppure una LMG M249 SAW (versione più maneggevole di quella di Capitão, ma con meno colpi a disposizione). Per le secondarie, come al solito identiche per i due operatori, si può optare per un Super Shorty o per la SDP 9mm. L'operatrice australiana sarà sicuramente il nemico giurato dei roamer ed entrerà di prepotenza nel meta di ogni modalità di gioco. Bloccare o, quantomeno, coprire porzioni di mappa senza dover essere fisicamente presenti in quella zona è, senza dubbio alcuno, un immenso vantaggio per gli assalitori. Il miglior amico di Gridlock è proprio Max "Mozzie" Goose, il nuovo difensore (Corazza 2 - Velocità 2), nonché suo esatto opposto. Mingherlino, irrequieto e dalla battuta pronta, vanta un'abilità estremamente hi-tech: il Lanciaparassiti. Come per l'assalitore, anche questo gadget inverte un po' le regole del gioco, permettendo ai difensori di usare i droni degli avversari a loro vantaggio. Questa pistola, unica nel suo genere, può infatti sparare fino a tre Pest: mini bot kamikaze dalle sembianze di piccoli ragni, in grado di attaccare direttamente o di tendere agguati ai droni (anche a quello di Twitch) e di hackerarli una volta entrati in contatto. In combo coi Jammer di Mute, i Pest diventano ancor più temibili, ma se proprio non si gode di un'ottima mira, è possibile piazzarli su una qualsiasi superficie, sperando che qualche drone incauto si trovi ad entrare nella sua area di azione.

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Una volta preso possesso di un drone nemico, Mozzie è in grado di spostarlo a suo piacimento entro i limiti dell'edificio (dopo 2 secondi all'esterno, viene totalmente disattivato per attaccanti e difensori), di scansionare gli avversari e, nel caso del gadget di Twitch, di utilizzare le scosse a disposizione. Mentre per i compagni di squadra risulta semplice riconoscere un drone hackerato, grazie al contorno bianco luminescente, gli assalitori sono costretti a far attenzione al colore del led frontale, che da rosso diventa blu. Trattandosi di gadget tecnologici, i Pest hanno dei counter, tra cui il Rilevatore di IQ o l'EMP di Thatcher, oltre ad un chiaro segnale a schermo quando con un drone ci si avvicina ad uno di questi bot. Hackerando le telecamere, inoltre, Dokkaebi è in grado di riutilizzare il feed visivo dei droni persi, ma che restano comunque in controllo di Mozzie. Il difensore australiano, per quanto riguarda le armi primarie, può scegliere tra una SMG P10 RONI o un Commando 9, entrambe alternative valide, ma con quest'ultima in vantaggio almeno per l'animazione scenica della ricarica. In questi tre anni di Siege, i giocatori hanno prediletto sempre più i gadget in grado di acquisire informazioni sulla posizione e sui movimenti degli avversari, dunque è quasi scontato ipotizzare un ingente dispiego di Pest e, più in generale, di Mozzie nel prossimo futuro. Se utilizzato al meglio delle sue possibilità, può addirittura diventare l'unico operatore in gioco a controllare tre doni contemporaneamente.

Outback, l’ultimo avamposto

Operation Burnt Horizon apre le porte allo sconfinato deserto rosso australiano... o almeno ci da una panoramica di uno dei suoi "ingressi" fittizi soffermandosi, però, sull'ultimo baluardo prima del nulla cosmico e polveroso: la nuova mappa, Outback (nome utilizzato dagli abitanti della Terra dei Canguri per indicare proprio l'entroterra). Come risulta evidente già a un primo sguardo e come suggerito dalla stessa Ubisoft, il nuovo scenario unisce ciò che di buono è stato fatto con due delle ambientazioni più amate dalla community, Oregon e Club House. Si tratta di una stazione di servizio di medie dimensioni, articolata in tre sezioni (motel, ristorante e garage) che si diramano a "L", connesse tra loro da singole porte e il numero giusto di pareti distruttibili, punto di forza dello sparatutto tattico.

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Difficilmente, in passato, si è potuto dire lo stesso, ma per quanto la mappa sembri confusionaria se guardata dall'esterno, le varie aree dell'edificio, all'interno, sono disposte in un ordine ben preciso e grazie alle colorazioni differenti è bastato pochissimo per ambientarsi. Per quanto, magari, risulti meno luminosa della sua diretta precedente, Fortezza, non si può assolutamente tacciare della stessa dispersione. La disposizione degli elementi in grado di creare coperture o angoli di tiro nelle varie stanze propende verso le pareti perimetrali e non più verso il centro, lasciando ampio margine di manovra agli operatori. Anche la distruttibilità in verticale è presente in quasi tutti gli ambienti poiché ogni area della mappa si estende su due piani: tra pavimenti in legno e botole, i difensori saranno messi a dura prova dagli avversari. Non possono mancare riferimenti alla cultura australiana, dagli easter egg su Mr. Crocodile Dundee ai canguri che attraversano lo scenario in lontananza. La mappa, in fin dei conti, ci è sembrata molto bilanciata e non saremmo sorpresi nel vederla entrare, appena possibile, anche nella pool competitiva. Questa nuova season di Rainbow Six|Siege ha tutte le carte in regola e l'anno 4 non avrebbe potuto presentarsi meglio di così, la Ubisoft ha puntato tantissimo sul titolo e ciò farà sicuramente la felicità dei player.

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Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.5
Lettori (16)
9.5
Il tuo voto

Con Operazione Burnt Horizon, Ubisoft conferma un processo di crescita che negli ultimi quattro hanno ha permesso a Rainbow Six: Siege di diventare un punto di riferimento nel panorama degli sparatutto competitivi. I due operatori e la mappa sono inediti che verranno molto apprezzati dalla community ma l'Anno 4 si apre con diverse novità che interessano un po' tutti, inclusi gli utenti appena arrivati. C'è tanto da vedere e da giocare, insomma, e forse non c'è mai stato un momento migliore per entrare nel mondo di Siege.

PRO

  • Ottima la modalità per i nuovi player
  • Mappa davvero ben strutturata
  • Gadget funzionali...

CONTRO

  • ... ma sanno di già visto