Le remaster dei primi capitoli di Resident Evil mancavano praticamente solo su Nintendo Switch. Per chi gioca da un po', la sensazione è di chiudere un cerchio, un'era in cui il remake di Resident Evil usciva in esclusiva su GameCube. Fu probabilmente il primo caso di remake totale, con valori di produzione assolutamente fuori da ogni parametro. Non fu casuale che due anni dopo il suo rilascio nel 2002, Nintendo chiese a Silicon Knights e Konami un remake di Metal Gear Solid, seppure neanche paragonabile all'impegno che Capcom infuse nel titolo che divenne, per impatto e produzione, una pietra miliare del videogioco. Oggi, nello scrivere queste poche righe, ci ritroviamo a giocare a quel Resident Evil, nella sua versione Remaster, un'edizione aggiornata nei controlli, nelle texture e capace di adattarsi senza timidezza ai 16:9.
Vecchi amici di sempre
La capacità che ha il primo capitolo di Resident Evil di trasmettere horror è figlia del genio di Shinji Mikami. Girovagare per la magione rimane un'esperienza incredibile, costantemente ancorata alle viscere della psicologia survival e capace di mostrare i denti di una struttura ludica datata ma orgogliosa, forte di quel retrogusto vintage che alle prime spiazza e poi conquista. Senza stare a dilungarci sulle caratteristiche della remaster, che trovate già splendidamente esaminate nella recensione già pubblicata, possiamo dirvi che Resident Evil su Switch non ha praticamente nulla da invidiare alle altre versioni. Detto che su console Capcom ha battezzato un framerate di 30 fotogrammi al secondo, il resto è veramente un gioco delle differenze e francamente non abbiamo notato particolari artifici in modalità docked. La forza di questa conversione è l'elemento portabile che qui assume un peso ulteriore considerando la natura del titolo; anche in movimento, i corridoi e i pericoli riflettono tutta la classe di design e re-interpretazione dell'ambientazione che Capcom mise in mostra ai tempi e oggi ripropone, finalmente e con successo, sull'ibrida Nintendo.
Zombie nello zaino
Il suggerimento che vi diamo è di giocarlo in wide screen per godervi anche quelle parti altrimenti invisibili nascoste dal 4:3, ancora attuale grazie a un sapiente uso della telecamera e dell'audio 5.1, vero comprimario di un viaggio che fa di suoni e dettagli acustici suoi alleati imprescindibili. Rimane la possibilità di giocare con controlli tipici o riadattati; qui sta al desiderio del singolo di sentire di nuovo quel retrogusto peculiare nel digerire comandi di una legnosità leggendaria, oppure semplicemente godere della nuova mappatura e gestione degli analogici che sicuramente rende il tutto più fluido e giocabile. Dicevamo, la gestione in mobilità: non siamo stavolta di fronte a una rivoluzione, ma a una gradita aggiunta che fa pagare come unico scotto un allungamento dei tempi di caricamento nel passaggio tra le stanze, soprattutto se confrontati alla modalità docked e a quanto sperimentato sulle altre console. Nulla di sconvolgente: dotandosi di un buon paio di cuffie, l'esperienza di Resident Evil Remaster è una di quelle emozioni che ci sentiamo di consigliare a chiunque, specialmente ai nuovi arrivati dal settimo capitolo o dal remake del secondo.
Conclusioni
Al netto di un prezzo più alto delle controparti, Switch si può finalmente fregiare della remaster di un titolo che nacque proprio lì, su piattaforma Nintendo. Azione, survival, orrore, fascino e magia si mischiano per creare un'amalgama che riesce a non sentire il peso degli anni, forte di un impianto collaudato che stupisce per la propria capacità di trasudare paura e ansia a ogni passo. Un'opera che da oggi potrete giocare in completa mobilità.
PRO
- Un prodotto immortale
- Atmosfera, ambientazione, comparto artistico
- Perfetto per il piccolo schermo
CONTRO
- Tempi di caricamento più lunghi in modalità portatile
- Prezzo discutibile