Del trittico di remaster di Resident Evil appena proposte da Capcom su Switch, ci sentiamo di affermare con relativa sicurezza che Resident Evil Zero di cui leggete la recensione è quello che più merita un po' di iniezione di fama mediatica. Se è molto probabile che, in una qualche forma, il consumatore medio - ancor più il fan del franchise - abbia già giocato il primo o il quarto capitolo e le loro innumerevoli riproposizioni, lo Zero è la gemma nascosta tra la polvere, quell'episodio che non tutti conoscono e che ancor meno hanno testato. Gran peccato: un po' come Code Veronica, l'episodio Zero fu sperimentazione applicata alla formula canonica, un sunto del meglio dell'esperienza di Osaka corroborata dal motore del primo remake. Per vendervelo in breve, il titolo racchiude l'esatta alchimia di elementi a renderlo un capitolo che raccoglie l'eredità del primo episodio, suo sequel, portandola avanti senza snaturamento, in piena continuazione di pensiero. Dicevamo, il port su ibrida: direttamente dal treno Ecliptic Express, Rebecca e Billy arrivano alla tappa Switch, in quello che speriamo rappresenti la sintesi di un bagno di popolarità tra i più giovani che questo episodio merita a mani basse.
Trenini e larve
Resident Evil Zero ha una storia travagliata, che parte dal Nintendo 64 e arriva al GameCube per motivi tecnici e tecnologici. Mikami ripensò tutta la struttura, cristallizzando quell'elemento co-op che da tanto gli ronzava nella testa ma che per limiti di caricamento delle cartucce non aveva potuto implementare. Questo è un titolo piuttosto unico nel panorama generale: l'avanzamento è figlio di una collaborazione simultanea tra i due personaggi, nell'ottica di un flusso di gameplay sinergico che porta il giocatore a passare da una parte all'altra senza soluzione di continuità.
Funzionava al tempo come oggi, seppur con una certa legnosità dei controlli che è stata smussata ma non soppiantata da questa remaster: Switch ottiene quindi, curiosamente, il suo primo co-op single player, mentre Capcom regala al suo prequel la mobilità, ovvero un elemento che esattamente come per la remaster di Resident Evil non è nulla di sconvolgente, ma rimane un elemento molto apprezzabile. Per quanto derivativo, il gameplay dello Zero rimane convincente, un approccio peculiare al franchise che può far alzare il sopracciglio ai fan, ma la verità è che è un fulgido esempio di quanto la Capcom del tempo apprezzasse esplorare nuovi orizzonti.
Cambio di modalità
Cambiano alcune carte in tavola: inventario, raccolta degli oggetti, un po' di mappatura dei tasti e tanto nuovo level e puzzle design offrono quella sufficiente freschezza che oggi, su Switch, riflette come allora un prodotto forse meno autoriale ma coraggiosamente diverso, meno legato agli schermi, sicuramente meno corposo ma più in grado di offrire sinergia ludica a un franchise single player nel DNA.
Prima del cambio tra personaggi, su Switch cambia l'approccio alla quotidianità ed è anche per una banale ragione di comodità che il percorso da docked a portatile offre allo Zero quel quid sicuramente introvabile da altre parti e allo stesso modo perfetto per goderne in giro, sempre accompagnati da un dignitoso set di cuffie. Il software funziona bene in entrambi i casi: se sul televisore il segno del tempo che avanza ha il suo peso, lo schermo di Switch pone l'accento su un quadro visivo fisiologicamente più smussato, meno gravoso, capace di unire un design di gioco molto vecchia scuola con la tecnologia in movimento. E' un fattore che aiuta, semplifica e rende maggiormente trasversale un gameplay difficile da digerire per i nuovi arrivati e che si fonde alla perfezione con la semplicità di messa in standby del sistema operativo della console.
Conclusioni
Accolto come un intelligente cambio di passo per il gameplay vecchio stampo del franchise, le situazioni di co-op offerte dai protagonisti di Resident Evil Zero sono l'emblema di una software house che oggi come quasi venti anni fa riusciva a far sognare. Un feeling di altri tempi avvolge l'episodio Zero, sperimentale, affascinante, meno scolastico ma più immediato grazie a una differente gestione dell'inventario. Se risulta doveroso un plauso all'opportunità di giocarci in mobilità, in questo port su Switch rimangono purtroppo caricamenti che potevano essere molto meglio ottimizzati e una eccessiva compressione dei filmati, un neo che stona un po' con le capacità tecnologiche di archiviazione a disposizione.
PRO
- Un validissimo episodio del franchise
- Ottimo in mobilità
- Sperimentale e fresco
CONTRO
- Caricamenti tra aree poco ottimizzati
- Perdita di qualità nei filmati
- Prezzo non banale