La recensione di RIDE 4 ci mette nuovamente a confronto con l'approccio adottato da Milestone per il suo racer di punta: tanto spessore e numeri di tutto rispetto applicati a una struttura di stampo tradizionale, per dar vita a un'esperienza che tuttavia ancora non riesce a spiccare sotto il profilo squisitamente tecnico.
Se infatti l'anno scorso abbiamo assistito all'apprezzata introduzione della modalità performance a 60 fps, con questa edizione arriva il tanto atteso meteo dinamico regolabile, ma la qualità visiva che il gioco riesce a esprimere risulta ancora molto distante dai migliori esponenti del genere. A ormai tre anni dall'adozione dell'Unreal Engine 4 da parte del team italiano era lecito attendersi di più.
Struttura
Fin dalla schermata principale diventa chiaro come il fulcro dell'esperienza di RIDE 4 sia la modalità Carriera, ancora una volta reinventata da Milestone. Il percorso in questo caso appare estremamente corposo, e va dalle leghe regionali (Europa, Asia, America) alla lega mondiale, passando infine per le due leghe finali, Superbike ed Endurance.
Ogni singola lega presenta in primo luogo una serie di prove che bisogna superare per conseguire la patente, quindi quattro eventi divisi in singole gare o mini campionati e, parallelamente, delle esibizioni che possono contribuire al computo totale dell'esperienza e dei crediti guadagnati. Questi ultimi vanno impiegati di volta in volta per l'acquisto delle moto di cui avremo bisogno per gareggiare, nonché per potenziarle.
Servono alcune ore per comprendere esattamente quali siano le idee alla base della struttura di RIDE, ma poi la situazione diventa chiara. Il percorso disegnato dagli sviluppatori del team italiano appare infatti di ampio respiro, è terribilmente corposo e si fa più interessante man mano che sblocchiamo nuove leghe, anche se per i time attack legati all'ottenimento dei vari patentini è stata compiuta una scelta abbastanza netta e discutibile.
Parliamo ovviamente di sfide in cui ci viene chiesto di completare un giro al di sotto di un tempo stabilito. Il problema è che basta il minimo fuori pista perché il tentativo fallisca, costringendoci a riprovare da capo finché non avremo memorizzato alla perfezione tutte le peculiarità del tracciato: un approccio terribilmente frustrante, a maggior ragione visto che si tratta di un ostacolo che ritroviamo all'inizio di ogni singola lega.
Oltre alla Carriera è possibile cimentarsi con gare singole scegliendo moto e tracciato, nonché modificare le opzioni dell'evento per impostare il numero di giri e di avversari (fino a undici), la posizione in griglia di partenza, il grado di capacità degli altri piloti e il consumo o meno delle gomme. È inoltre presente una modalità multiplayer con server dedicati che tuttavia si riempiranno di giocatori solo dopo il lancio.
Infine è disponibile l'editor, che consente di personalizzare in vari modi le livree delle moto e l'abbigliamento del pilota, per poi salvare i propri design online e condividerli con la community. Una banca dati che si arricchirà rapidamente di nuovi elementi, così come verranno aggiunti eventi e contenuti al pacchetto tramite DLC.
Gameplay
Veniamo quindi al gameplay, che non rivoluziona in alcun modo il già solido impianto che avevamo apprezzato nel precedente episodio, aggiungendo ulteriori sfumature che è però possibile apprezzare appieno solo con un po' di pratica. Parliamo naturalmente dell'usura degli pneumatici, che va a influenzare in maniera importante il nostro stile di guida, specie nelle gare più lunghe, nonché delle modifiche al modello fisico.
Non mancano le tradizionali impostazioni e gli aiuti alla guida, che consentono di modellare l'esperienza in base alle proprie esigenze, cominciando magari con avversari lenti (ma occhio: non lo sono mai troppo, il grado di sfida è stato mediamente aumentato), traiettorie ideali in vista, tasto Rewind e finanche freni automatici, per poi rinunciare rapidamente ad alcune di queste assistenze e passare a una fisica più avanzata senza troppi sforzi.
Si notano reazioni inedite in seguito alle collisioni, con la moto che comincia a sbandare furiosamente quando subiamo un contatto, e incidenti piuttosto spettacolari, sebbene non manchi qualche glitch nei "salti" dei piloti. L'intelligenza artificiale dà il meglio ai livelli di difficoltà più alti, ma già nella zona intermedia è possibile apprezzare comportamenti peculiari ed errori di valutazione anche clamorosi in luogo di tristi trenini perfettamente coordinati.
Anche in questo caso ci vuole un po', ma a un certo punto si arriva ad apprezzare pienamente la gestione graduale degli input analogici, le frenate più dolci contrapposte a quelle nette e insistite, la complessità del mantenere la moto ben salda a terra in alcune situazioni e il contributo fondamentale del cambio quando c'è da rosicchiare quei decimi in più sul giro che possono fare la differenza.
Reazioni che vengono ovviamente esasperate quando le condizioni meteo cambiano, con una frequenza maggiore o minore a seconda delle nostre preferenze. Si passa così da sereno a nuvoloso a piovoso, con la possibilità di comprimere il tempo perché la situazione vari anche nell'ambito di pochi giri, lasciando al caso il verificarsi di determinati scenari oppure decidendo con precisione quando entreranno in gioco.
Infine c'è la novità delle gare Endurance, che offrono la possibilità di sperimentare qualcosa di diverso dal solito: i piloti partono a piedi, salgono in modo e danno il via alla competizione, che a un certo punto richiederà una sosta ai box. Lì potremo decidere di cambiare la mescola delle gomme e la quantità di carburante da imbarcare, sperando che il vantaggio costruito fino a quel momento sia sufficiente per tornare in pista davanti agli avversari.
Trofei PlayStation 4
I Trofei di RIDE 4 si ottengono per lo più completando specifiche azioni per la prima volta: l'ottenimento della prima patente, la prima moto acquistata, la prima livrea creata con l'editor, la prima gara completata. Non mancano gli achievement legati alle singole vittorie in determinate categorie di tracciati, nonché alla raccolta di tutte le coppe disponibili nelle varie leghe della Carriera.
Realizzazione tecnica
Come anticipato in apertura, sul fronte della realizzazione tecnica RIDE 4 delude un po'.
Il gioco ha senz'altro dei bei momenti, specie sotto la pioggia, quando le moto si riflettono nelle pozzanghere, ma proprio in tali frangenti si verificano cali di frame rate abbastanza vistosi, segno che determinate novità non sono state implementate adeguatamente.
L'aspetto generalmente piatto degli scenari da una parte è frutto delle loro effettive fattezze, che gli sviluppatori non hanno giustamente snaturato al fine di arricchirli di elementi di fantasia, ma la resa finale appare purtroppo molto distante dai migliori racer in circolazione.
Nella modalità a risoluzione piena, peraltro, i 30 fps non comunicano fluidità, anzi traballano influenzando anche la godibilità del gameplay, e ciò rende la modalità performance praticamente obbligatoria.
Sul sonoro è stato fatto un lavoro discreto ma abbastanza prevedibile, senza alcun aspetto extra al di là della tradizionale selezione di brani per i menu e dei rombi dei motori ben differenziati (con anche una resa differente per ogni visuale) a seconda della moto che ci troviamo a guidare.
Conclusioni
RIDE 4 può contare su alcune novità sotto il profilo della struttura e del gameplay che rendono l'esperienza ancora più ricca e coinvolgente. La nuova carriera appare davvero corposa e, al netto del frustrante scoglio rappresentato dai time attack, ci conduce attraverso un lungo percorso che diventa man mano più complesso e sfaccettato. Le modifiche alla fisica, l'usura degli pneumatici, le gare Endurance e il meteo dinamico aggiungono sfumature per lo più inedite a un impianto già solido, ma dal punto di vista puramente tecnico non mancano le incertezze e c'è ancora molto da lavorare.
PRO
- Gameplay migliorato
- Gare Endurance molto interessanti
- Carriera davvero corposa e coinvolgente...
CONTRO
- ...ma i time attack risultano frustranti
- Serve tempo per apprezzare alcuni aspetti
- Ci aspettavamo di più dalla grafica