Viti ordinarie… bulloni straordinari
Il titolo di paragrafo più bello nella storia di Multiplayer.it (Pierpaolo, non piangere su…) non può che servire ad introdurre la trama più bella nella storia dei videogiochi: degli alieni stanno attaccando una stazione spaziale e noi, nei panni di un robot tuttofare, dovremo fermarli riattivando un paio di cannoni dal potere distruttivo eccezionale… stupefatti? Eccitati? Intrigati? No è… vabbé, sempre meglio che essere prescelti da qualche divinità per salvare il mondo o essere un draghetto spara bolle che deve salvare il mondo, o essere uno skater professionista che deve salvare il mondo (sta storia del mondo già l’ho sentita… chissà dove).
molti videogiocatori PC sono rimasti abbastanza scocciati nel vedere il nuovo Unreal Engine girare al suo meglio prima su una console
Questo plot di una complessità impressionante serve ad introdurre un action / puzzle game in terza persona, pieno di enigmi basati per la maggior parte sulla fisica. Il nostro compito sarà quello di attivare il cannone caricandolo con dei proiettili giganti, attivando il sistema di raffreddamento, attivando il sistema elettrico, calibrando il radar, puntando dei laser e facendogli arrivare dei barili pieni di combustibile; il tutto da svolgersi superando sei livelli (uno per ogni compito) divisi a loro volta in tre sotto livelli, il cui terzo è sempre lo scontro con un noide (il nome dei nemici) più grosso e resistente degli altri, che va ucciso studiando la conformazione del campo di battaglia. Ovviamente non saremo soli nella nostra impresa. A darci consigli e a fornirci equipaggiamento essenziale, ci sarà un altro robot attaccato al soffitto di una specie di scantinato, con cui potremo comunicare continuamente, che ci spiegherà anche i nostri compiti nei diversi livelli e ci dirà come superare le situazioni di stallo (una specie di soluzione ingame disattivabile in ogni momento).
Viti ordinarie… bulloni straordinari
Inizialmente il protagonista sarà dotato di un equipaggiamento piuttosto scarso che comprende le sue braccia meccaniche, con cui afferrare oggetti e sferrare attacchi ravvicinati piuttosto deboli, e un fucile a raggi stordenti con cui mandare in palla i circuiti dei robot nemici. Raccogliendo i crediti sparsi per i livelli, si potranno comprare armi, corazze e altri miglioramenti di varia natura (ad esempio un doppio salto che permette di raggiungere piattaforme più alte o un motore che accelera i movimenti). Oltre a questo, dopo aver superato alcuni livelli, il nostro amico robot ci fornirà l’arma clou del gioco: una cintura che permette di lanciare sfere magnetiche con cui creare campi magnetici tra gli oggetti (oggetto / oggetto od oggetto / parete - pavimento). Il sistema di utilizzo è molto semplice: si lancia una sfera verso un oggetto (ad esempio una cassa) e se ne lancia una seconda contro ciò verso cui lo si vuole attrarre (ad esempio un’altra cassa) e il gioco è fatto: grazie all’avanzatissimo motore fisico presente nel gioco vedremo gli oggetti che per magia si attraggono tra di loro in modo realistico, sia per quanto riguarda i movimenti, sia per quanto riguarda la velocità e l’impatto. La stessa arma, acquisendo un ulteriore potenziamento, potrà essere utilizzata in un altro modo: lanciando una sfera e tenendo premuto il tasto di lancio, il corpo del protagonista verrà attratto dalla stessa permettendogli quindi, di raggiungere zone altrimenti off limits.
Azione
Tutte queste caratteristiche sono state sfruttate dai level designer per realizzare enigmi intriganti e molto divertenti con cui impegnare le meningi dei giocatori (cercate di non sfruttare gli aiuti… altrimenti non c’è gusto) in modo decisamente intelligente. Ad esempio, in uno dei livelli, occorrerà deflettere dei laser mettendogli davanti delle casse riflettenti (tutto rigorosamente a mano) o, in un altro livello, dovremo ruotare delle piattaforme mobili usando le sfere magnetiche. Ovviamente non mancherà qualche sparatoria contro i nemici che andranno abbattuti a suon di proiettili laser, missili o granate implosive.
Azione
Roboblitz offre il suo meglio nei combattimenti contro i boss, in cui la freneticità di un gioco d’azione si unisce all’ingegnosità di un puzzle game, creando un mix notevole. Come già detto in precedenza, a seconda del livello in cui ci si trova, bisognerà combattere il boss di turno in modo differente. Ad esempio, nel livello in cui bisogna riattivare il sistema d’aerazione, dovremo far infuriare la palla nera (i noidi sono delle grosse palle nere con occhi e bocca… non mi guardate con quegli occhi esterrefatti… e non fate leggere sta cosa ai giornalisti di Panorama… altrimenti chissà cosa tirano fuori…) che, rossa di rabbia, ci si scaglierà addosso. Schivandola e facendola finire contro degli spuntoni porteremo allo scoperto il suo punto debole che dovremo quindi colpire con il nostro laser. In un altro livello dovremo saltare da sopra delle torri magnetizzate colpendo il boss con un tubo elettrizzato. Ovviamente il tubo andrà afferrato propriamente con le braccia meccaniche e il salto dovrà essere il più preciso possibile. Ogni combattimento sarà diviso in diverse fasi in cui dovremo principalmente capire cosa fare per danneggiare il nemico. A volte la soluzione sarà ovvia, altre volte invece, dovremo dimostrare un buon colpo d’occhio per capire come muoverci (ovviamente questo non vale se si usano i consigli del nostro collega robot).
Il perno che regge il mondo
L’utilizzo di un motore grafico così avanzato non è giustificato se si considera semplicemente l’impatto visiviso immediato: le texture non sono granché così come i modelli tridimensionali. Un paio di livelli sono belli da vedere, ma niente che faccia cadere la mascella. Anche il sistema d’illuminazione è poco sfruttato e si lascia solo intravedere nei riflessi del robot protagonista. A parte questo, il motore fisico è veramente perfetto… e non è poco visto che si tratta del fulcro del gioco. Certo, a parte gli enigmi non ci sono situazioni particolarmente spettacolari in cui saggiarlo, ma già così è veramente notevole grazie anche al preciso sistema di controllo che permette di eseguire ogni azione senza dover impazzire (la cosa non è scontata come sembra, vista la libertà di movimento offerta da una fisica realistica).
Il perno che regge il mondo
Il più grosso difetto di RoboBlitz è la brevità dei singoli livelli e quella generale del gioco. Diciamo che con cinque ore dovreste farcela a finirlo… utilizzando gli aiuti, invece, impiegherete molto meno. I livelli sono piuttosto brevi e non basta nemmeno mettersi a raccogliere tutti i crediti nascosti per allungare il brodo più di tanto (quelli veramente difficili da raggiungere si contano sulla punta delle dita di una mano di un Barbapapà… e spesso è solo questione di avere il potenziamento giusto), anche perché dopo un po’ (diciamo dopo la metà dei livelli) le cose da comprare si esauriscono e la raccolta ulteriore di risorse avrà quindi come unico movente il perfezionismo (cosa che limita anche la voglia di rigiocarsi i livelli); se ci pensate bene non è proprio il modo ideale per coinvolgere un giocatore.
Altro difetto, questa volta di natura tecnica, è il sonoro. Francamente è insopportabile. Gli effetti sonori sono ripetitivi e piuttosto fastidiosi mentre le musiche sono anonime e generalmente insulse. Si trova molto di meglio in produzioni più piccole: qualcosa di più si poteva fare.
Conclusioni
RoboBlitz è divertente e ben fatto. Merita sicuramente la cifra che costa (una quindicina di euro), nonostante la scarsa longevità. La fluidità generale è molto buona, anche su computer non troppo moderni… ma non fatevi ingannare: come detto nell’articolo il motore grafico di Epic è sfruttato in modo parziale e non esplicativo della sua pesantezza generale. Tenetelo in considerazione se siete alla ricerca di un passatempo originale e impegnativo, senza essere frustrante.
Pro
- La fisica è sfruttata perfettamente
- Ottima giocabilità
- Bilanciato
- Corto
- Nessun miracolo visivo
- Sonoro da abbassamento rapido del volume
Aspettative
Da poco rilasciato su Steam, la piattaforma Digital Delivery di Valve, RoboBlitz è più noto per essere il primo gioco completo per PC sfruttante la terza incarnazione dell’Unreal Engine per le sue caratteristiche ludiche. In effetti, se non potesse vantare questo primato, probabilmente la sua uscita sarebbe passata sotto silenzio e solo gli ambienti indie ne avrebbero parlato. Sarebbe stato un peccato, perché questo piccolo gioco ha parecchio da offrire… ma solo a chi riesce a dimenticare il motore grafico che lo fa muovere.
Sembra strano dirlo, ma è proprio così: quello che dovrebbe essere il suo punto di forza, è in realtà la fonte principale di alcuni grossi pregiudizi che ne hanno accompagnato il rilascio. In primo luogo è assolutamente necessario non mettersi a fare paragoni con Gears of War, al cui confronto RoboBlitz esce distrutto. In verità era piuttosto sciocco aspettarsi di vedere mirabilie a livello di modelli poligonali e texture ultradefinite da una produzione così limitata. Diciamocela tutta (e qui veniamo al secondo punto), molti videogiocatori PC sono rimasti abbastanza scocciati nel vedere il nuovo Unreal Engine girare al suo meglio prima su una console, e hanno sognato una specie di riscatto… forse avrebbero preferito una demo tecnica che facesse vedere effetti mirabolanti piuttosto che un gioco visivamente piacevole e nulla più.
Detto questo, e specificato che per spremere le vostre due GeForce 8800 dovrete aspettare altro, veniamo a noi iniziando a giocare a mente sgombra.