Se conoscete Battle Chasers: Nightwar e la sua particolare estetica (a opera nientemeno che di Joe Madureira), allora Ruined King: A League of Legends Story vi apparirà più che familiare. Se oltre ad avere ben chiaro di cosa stiamo parlando avete giocato, e apprezzato, il GdR a turni sviluppato da Airship Syndicate, allora non avrete difficoltà a lasciarvi catturare da questo piccolo, ma affascinante estratto del ricco universo narrativo di League of Legends che, grazie alla serie Netflix Arcane (qui la recensione), vive una nuova, meritatissima gloria.
Si tratta sempre di un gioco di ruolo a turni, le cui meccaniche non si discostano da Battle Chasers, e perciò vi potrebbero sembrare due prodotti fin troppo simili, tuttavia il cuore di Ruined King batte più grazie alla componente narrativa. Il che non è da intendersi minimamente come un demerito lato gameplay, bensì come una specificazione su cosa, a conti fatti, differenzi fino in fondo i due giochi.
Per scoprirlo nel dettaglio, venite con noi a Bilgewater alla corte di Sarah "Miss" Fortune, dove la nostra recensione di Ruined King: A League of Legends Story ha inizio.
A League of Legends Story
Dopo un'introduzione ambientata poco più di un millennio prima degli eventi narrati, siamo a Bilgewater: Sarah Fortune ha da qualche anno ottenuto la città per sé, strappandola dal controllo del crudele Gangplank dopo averlo ucciso, vendicando la morte della madre per mano del pirata stesso. Il suo governo sulla città deve ancora trovare l'equilibrio e non è d'aiuto la presenza delle Ombre, provenienti dalla vicina isola. Uscita vincitrice, non senza ingenti perdite, da una precedente Mietitura (il momento in cui le Ombre si scatenano prive di controllo su chiunque nei paraggi), Sarah si troverà ad affrontare una minaccia identica se non peggiore. Insieme a lei, ancora una volta, la sacerdotessa del Kraken, Illaoi, e una serie di nuovi compagni che, per un motivo o l'altro, percorreranno lo stesso cammino. Gli obiettivi sono diversi ma tutti sembrano portare nello stesso luogo: tra improbabili alleanze e nemici antichi, la storia di Ruined King prende forma.
Raccontate tramite filmati bellissimi a vedersi e dialoghi avvalorati da ritratti dei personaggi altrettanto ottimi, sebbene statici, le vicende si prendono il loro tempo prima di decollare. C'è modo di conoscere bene tutti i personaggi, da Sarah Fortune fino a Yasuo, prima di recarsi lì dove tutto pare avere origine. I dialoghi sono ben scritti e il doppiaggio italiano li valorizza ancora di più nei toni, rendendoli piacevoli da fruire anche al loro ritmo. Lo stesso dicasi per le conversazioni opzionali, piccoli eventi che si sbloccano durante le fasi di riposo e danno modo sia di comprendere meglio i personaggi sia di vedere come si legano ai compagni. Nel complesso siamo soddisfatti dalla narrazione che, inoltre, vede doppiati anche alcuni PNG, dando al mondo di gioco ancor più profondità.
La domanda che ci si pone a questo punto è: può un neofita di League of Legends giocare a Ruined King senza sentirsi in difetto? Senza alcun dubbio: il bello di questo gioco è proprio qui, nel fatto che non si debbano conoscere per forza personaggi ed eventi per godere della la storia. Quest'ultima è, infatti, ambientata dopo gli eventi di Burning Tides, un racconto usato per introdurre proprio la città di Bilgewater, ma saperli è ininfluente per la comprensione della trama - così come lo è conoscere Sarah e gli altri. Può tornare utile per meglio apprezzare certe sfumature ma se si parla della trama di Ruined King di per sé, si può andare tranquilli.
Un gameplay familiare
La struttura ludica di Ruined King è quanto di più lineare possa esserci. Raccoglie a piene mani dal precedente Battle Chasers e riporta su schermo un'esperienza semplice nella sua esposizione ma non meno divertente di altre a cui possiamo essere abituati. C'è la missione principale da seguire, eventuali secondarie da sbloccare, qualche taglia qui e lì e parecchia esplorazione, soprattutto se pensiamo che le ambientazioni principali del gioco sono due. Il gioco sa come trattenerci, soprattutto grazie a un livello di sfida già impegnativo in modalità normale (può essere cambiato in qualunque momento): il fatto che al di sopra di questo Ve ne siano altri due rende Ruined King l'ottimo banco di prova per chi cerca una sfida di un certo livello. A proprio rischio e pericolo, però.
Sebbene simile a Battle Chasers, il titolo non ne è la copia carbone e, anzi, si evolve sotto numerosi aspetti; primo fra tutti, la crescita dei personaggi. A ogni aumento di livello, i nostri campioni ottengono conseguenti benefici che possono variare dall'apprendimento di abilità, all'ottenimento di rune, punti potenziamento e, infine, possibilità d'incrementare l'efficacia sia delle rune sia delle abilità stesse. Tutto questo funziona in modo piuttosto semplice ed è, in qualunque momento, sovvertibile per cercare la combinazione più idonea in battaglia. Tutte le abilità sono apprese in autonomia salendo di livello, mentre la loro efficacia siamo noi a dettarla attraverso un minuscolo albero dello sviluppo (uguale nella forma ma diverso nella sostanza a seconda dell'abilità): spendendo i punti potenziamento possiamo migliorare la suddetta abilità a seconda del percorso che ci aggrada di più, scegliendo di volta in volta A o B in base agli effetti applicati. La varietà può sembrare limitata, ma la differenza nella lotta si percepisce, non rendendo così necessario un albero dello sviluppo inutilmente allungato.
Alle abilità si accompagnano poi le rune, che hanno un menu dedicato e seguono bene o male lo stesso concetto dei potenziamenti. Si possono migliorare spendendo frammenti di runa, ma queste ultime devono progressivamente essere spese in maggiori quantità per riuscire a sbloccare l'abilità successiva. Inoltre sono bloccate finché non si raggiunge un livello del personaggio specifico, rendendo il grinding necessario se si vuole potenziare il campione al massimo. Come i potenziamenti, anche le rune hanno due possibili approcci da scegliere per sviluppare il personaggio, con la differenza che uno non preclude l'altro. Serve giusto più tempo per migliorare come si vuole.
Per il resto, tra inventario, pesca, mappa, voci del diario e quant'altro, Ruined King è simile a uno dei tanti giochi di ruolo in circolazione. Va sottolineato che durante la progressione non esiste alcun indicatore a schermo che indichi la direzione da prendere, sia durante la storia sia nel mezzo di una missione secondaria. Di volta in volta è necessario aprire la mappa e controllare dove ci si trova in base all'obiettivo - quello viene infatti riportato ma i token sono uguali per storia e missioni. Sta a noi, in base alle indicazioni, capire quale corrisponda alle nostre esigenze del momento. Muoversi lungo le diverse ambientazioni è abbastanza veloce, i personaggi possono correre o mantenere un passo più lento e in base a chi stiamo usando è possibile notare una leggera differenza nella rapidità. All'interno di Bilgewater si può inoltre utilizzare lo spostamento rapido verso macro aree della città, mentre i dungeon tendono ad avere scorciatoie da sbloccare nel cammino.
Nel complesso, pur risultando familiare a chi conosce Battle Chasers, Ruined King offre un approccio se non nuovo quantomeno fresco e in linea per alcuni aspetti con le meccaniche dell'originale League of Legends - tipo le rune.
Combattimento in Corsia
C'è però una vera e propria novità all'interno del sistema di Ruined King e si trova nel suo sistema di combattimento. Concettualmente, il gioco ancora una volta guarda al passato e ci ripropone attacchi istantanei, abilità, ondate e la meccanica del sovraccarico. Il vero punto di forza, quello che riscrive un po' l'approccio al GdR ed è la base di tutta la strategia in game, è la meccanica della Corsia. Ce ne sono tre in totale: Corsia della Velocità, dell'Equilibrio e del Potere. I nomi sono piuttosto esplicativi di per sé, ma se ve lo state chiedendo, la prima permette di posizionarsi favorevolmente lungo la linea temporale e agire in fretta a discapito dei danni, che saranno lievemente inferiori; la seconda è invece ben bilanciata sia in termini di rapidità sia di danni arrecati; la terza poggia tutto sulla brutalità e, sacrificando la velocità di azione, mette a segno attacchi devastanti.
L'intero sistema di combattimento è costruito attorno alla Corsia non solo per una questione di priorità, ma di struttura. I nemici dispongono infatti di abilità che spesso richiedono l'oculata gestione delle corsie per uscire vittoriosi ed è qui che bisogna fare altrettanto buon utilizzo della possibilità di esaminare il nemico. Alcuni combattimenti in particolare richiedono l'uso di specifiche corsie per tutta la durata della lotta, oppure di passare da una all'altra a seconda della necessità del momento; in certi casi, ci sono persino precluse delle corsie non tanto perché lo siano letteralmente, quanto perché sfruttarle non porterebbe a nulla. Ogni nuovo scontro, purché la differenza tra i livelli non sia sufficiente di per sé a ignorare alcune logiche, è una sfida, in particolare perché difficilmente Ruined King ci pone in un marcato vantaggio.
Come abbiamo scritto, già a difficoltà normale l'esperienza è impegnativa e a volte basta un nonnulla per ritrovarsi sconfitti. Non si tratta di mera forza bruta, Ruined King richiede un uso oculato dei campioni e delle loro abilità, le cui concatenazioni degli effetti possono rivelarsi il discrimine tra vittoria e sconfitta. Il fatto, poi, di vedere i nemici più deboli scappare davanti a noi aiuta a capire quali battaglie vale la pena affrontare: un'implementazione non poi tanto scontata, quella della fuga prematura, poiché non tutti i GdR la applicano e ci sono volte in cui i nemici ignorano la loro salvaguardia per lanciarsi al suicidio. In questo caso, invece, si sa in anticipo quali battaglie possano valere la pena, soprattutto perché il grinding è pesante - ed è forse la critica principale a Ruined King.
I punti esperienza ottenuti sono più o meno equamente divisi tra tutti i membri del gruppo, attivi o no. Il cap massimo per salire di livello è sempre mille, il che ammorbidisce un poco la questione, ma quando i membri del gruppo iniziano ad aumentare si percepisce ancora di più il peso di un grinding piuttosto invasivo. Lo si nota soprattutto con i boss o una versione "evoluta" dei nemici base: la loro forza, anche a parità di livello (o addirittura inferiore), può essere sufficiente a uccidere un campione sul colpo ma i punti esperienza ottenuti al termine non rendono giustizia all'impegno necessario per uscirne vincitori. Avremmo preferito, con un simile sistema, una maggiore generosità negli exp se non altro con i boss, ma anche in minima parte con gli scontri più comuni, data l'apprezzabile difficoltà di fondo. Ne capiamo la necessità, dato il level cap, nondimeno non avrebbe guastato un maggiore bilanciamento.
Comparto tecnico e artistico
Come anticipato, Ruined King è un gioco che vanta la direzione artistica di Joe Madureira e per questo risulta molto apprezzabile. Non c'è molta varietà nelle ambientazioni, essendo in fondo solo due le macro aree dell'avventura (Bilgewater e l'Isola delle Ombre), tuttavia si nota un'innegabile cura per i dettagli che offre un valore aggiunto alla resa totale. Design dei personaggi e dei mostri ottimo, siano essi dei ritratti durante i dialoghi o i modelli in game, e come già detto il doppiaggio italiano rende il tutto decisamente più apprezzabile. In merito alla colonna sonora si sono fatti passi avanti rispetto a Battle Chasers e alcune tracce sono piacevoli a sentirsi, pur non brillando al punto da restare impresse nella memoria. Dal punto di vista tecnico non abbiamo visto incertezze di sorta: il gioco è fluido, niente crash né bug.
Conclusioni
Ruined King: A League of Legends Story si può definire come il naturale seguito di Battle Chasers: Nightwar. Estetica sempre splendida grazie alla mano di Joe Madureira, gameplay familiare ma rinnovato e, per merito delle Corsie, in grado di dare una piccola svolta al genere dei GdR a turni; il tutto all'interno di un racconto ben scritto, che arricchisce la lore di League of Legends e si rende fruibile anche da chi il gioco originale non lo conosce, valorizzato da un ottimo doppiaggio italiano. Il grinding ci è parso eccessivo, data la disparità tra i punti esperienza ottenuti, come sono distribuiti e la difficoltà di alcuni boss, ma al di là di questo possiamo dire che Ruined King evolve quello che di buono aveva già fatto Battle Chasers. Se vi ha appassionato il primo, a dispetto di una certa familiarità saprà farlo anche questo.
PRO
- Visivamente splendido
- Doppiaggio italiano validissimo
- La struttura di gioco si è evoluta
- La strategia risulta fondamentale
- Ottima la meccanica della Corsia
CONTRO
- Grinding un po' eccessivo
- Distribuzione degli exp a volte sbilanciata