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Saturnalia, la recensione di un horror italiano ambientato in Sardegna

La recensione di Saturnalia, un gioco horror italiano ambientato nella Sardegna più oscura e profonda, pieno di riferimenti al nostro passato.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   27/10/2022

In epoca romana i Saturnali duravano circa sette giorni e, oltre a essere caratterizzati da grandi banchetti, scambio di doni, spettacoli e da un clima generale che oggi definiremmo carnevalesco, vedevano il rovesciamento temporaneo dell'ordine sociale, con gli schiavi che, indossato il pilleo, ossia il berretto dei liberti, potevano comportarsi da uomini liberi ai tavoli dei padroni, ottenendo il diritto di esprimersi come volevano. Nonostante il clima apparentemente disteso, era una festa essenzialmente religiosa, che celebrava l'arrivo dell'inverno (si svolgeva a cavallo del solstizio invernale, tra il 17 e il 23 dicembre) e che esorcizzava molte delle paure degli uomini dell'epoca, tanto da prevedere un saluto specifico tra i partecipanti: "io Saturnalia". Seneca parla di una città che "sudat" durante il periodo di festa, lamentando la dissolutezza dei costumi (dopo i riti religiosi del primo giorno, pare che i romani si divertissero non poco, tra feste orgiastiche e attività sfrenate, allegre e trasgressive) e il fatto che molti, nei periodi precedenti all'evento, dedicavano più forze all'organizzazione dello stesso che a lavorare. Pare che i saturnali nacquero per festeggiare il dio Saturno e il suo regno felice ormai tramontato, portatore di abbondanza nei raccolti senza la necessità di sudare sui campi, dio che appariva sotto forma di maschera rossa durante la festa, affidata a un "princes", ossia a uno dei festanti eletto per l'occasione. Lo scambio di doni serviva a placare lui e le altre divinità infere che durante quei giorni si pensava vagassero in mezzo agli uomini (Plutone e Proserpina).

Che c'entra tutto questo con la recensione di Saturnalia? Vi starete chiedendo. Ovviamente il nostro obiettivo non è quello di scrivere una pagina su un frammento della cultura della Roma antica, ma di dare più riferimenti possibili per comprendere l'opera di Santa Ragione, che intreccia con grande sapienza storica, mito e visione sociale, trasportandoci in una Sardegna profonda e misteriosa, dove l'antica ritualità si mescola a temi moderni quali lo sfruttamento lavorativo e la lotta al patriarcato, ma anche ad altri più classici che riguardano la famiglia e i rapporti interpersonali.

Sardegna misteriosa

I paesaggi di Saturnalia sono davvero 'italiani', nonostante le mappe siano generate proceduralmente
I paesaggi di Saturnalia sono davvero "italiani", nonostante le mappe siano generate proceduralmente

Non a caso Saturnalia è ambientato il 21 dicembre 1989. Siamo nel villaggio immaginario di Gravoi, generato proceduralmente all'inizio del gioco, in cui sono però riconoscibili molti luoghi reali, come il Museo dell'Arte Mineraria di Iglesias, Su Nuraxi di Barumini (un sito archeologico tutelato dall'Unesco), Porto Flavia e il Castello di Serravalle, tanto per citarne alcuni. È come se Pietro Righi Riva e i suoi avessero voluto concentrare un'ampia porzione della geografia sarda in un unico luogo, probabilmente anche grazie al coinvolgimento della politica regionale.

In realtà l'intero gioco mostra un'attentissima ricerca per la cultura locale, udibile nella colonna sonora, fatta di brani della tradizione sarda, e visibile anche nelle architetture più minute di Gravoi. Anche gli interni delle case riflettono questa profonda volontà di verosimiglianza, tra oggetti e costruzione degli ambienti, che stupisce non poco, considerando la mutevolezza della mappa. Non mancano anche riferimenti d'epoca, come ad esempio un uomo che vive in un polmone d'acciaio o alcuni poster elettorali, tra i quali uno di Bettino Craxi (forse una citazione di Thief: The Dark Project?). Ma cosa racconta Saturnalia?

Siamo in pieno solstizio d'inverno e nel paese di Gravoi si sta per svolgere la festa di Santa Lucia, che oltre ai riti religiosi cattolici, prevede anche una sfilata sullo stile del carnevale di Barbagia (avete presente i mamuthones con le maschere di Mamoiada?). È qui che si intrecciano le storie di diversi personaggi: una ragazza incinta che vuole lasciare il borgo portandosi dietro il suo bambino, un ragazzo tornato dopo anni d'assenza che combatte con la droga, un fotogiornalista alla ricerca del padre scomparso anni prima e una ragazza con problemi in famiglia. Gravoi è un vero e proprio labirinto che nasconde più di quanto sembra.

La sera della festa, infatti, iniziano a manifestarsi delle strane presenze e a succedere delle cose inquietanti. Gli unici modi per sopravvivere sembrano essere la fuga o lo scavare a fondo e fermare un antico rituale, ma non prima di aver risolto i molti misteri che circondano il paese e i suoi abitanti. Il tutto si traduce in un survival horror investigativo in terza persona, in cui bisogna girare per il paese risolvendo puzzle ed evitando di farsi uccidere dalle presenze che lo popolano, che di tanto in tanto appaiono e iniziano a cercare attivamente il personaggio guidato dal giocatore, emettendo dei suoni davvero spaventosi.

Struttura di gioco

In Saturnalia c'è spazio anche per Bettino Craxi
In Saturnalia c'è spazio anche per Bettino Craxi

Saturnalia ha una struttura di gioco molto interessante. Nonostante come già detto abbia un'anima da survival horror, il giocatore si ritrova davanti a una specie di avventura sandbox, in cui può decidere di volta in volta, tramite una specie di selezione spontanea che avviene direttamente nel gameplay, quali personaggi guidare e quali obiettivi perseguire. Girando per Gravoi e visitando i vari luoghi si trovano infatti documenti e oggetti che sbloccano delle missioni legate ai singoli personaggi o a tutto il gruppo, come ad esempio trovare alcuni attrezzi o accendere le luci della grossa miniera sita sotto al paese. Non ci sono obblighi legati a quali affrontare prima e a quali dopo, a parte alcune urgenze e al finale, quindi si è liberi di andare un po' dove si vuole e scoprire gli indizi che servono per risolvere i vari misteri nell'ordine che si preferisce. Intelligentemente, il gioco raccoglie tutte le scoperte fatte in una specie di mappa concettuale consultabile in ogni momento, in cui si possono vedere tutti i legami tra gli indizi. Anche l'esplorazione di Gravoi prevede degli aiuti: i personaggi possono ricordare la direzione del luogo in cui si stanno dirigendo osservando le piantine sparse per il paese.

Survival horror

Saturnalia ha un'atmosfera davvero peculiare
Saturnalia ha un'atmosfera davvero peculiare

Naturalmente c'è anche la creatura da considerare, il classico stalker immortale che ha come unico obiettivo quello di farci la pelle. Vagando per gli ambienti di gioco è inevitabile incontrarla. I personaggi non hanno modo di difendersi, quindi possono soltanto fuggire a gambe levate, almeno finché regge la barra della stamina, eluderla nascondendosi magari in qualche armadio, in un confessionale o ovunque ci sia spazio a sufficienza, o distrarla usando dei mortaretti per attirare la sua attenzione per poi sgattaiolare nella direzione opposta. Volendo si può usare anche il flash della fotocamera istantanea in dotazione, di cui si possono comprare i negativi in giro per il paese, per accecarla brevemente.

C'è anche spazio per la citazione al primo gioco di Santa Ragione, Fotonica
C'è anche spazio per la citazione al primo gioco di Santa Ragione, Fotonica

Considerate che un personaggio ucciso non può tornare in vita, quindi non è scontato che si arrivi alla fine dell'avventura a ogni partita. In caso di morte di tutti i personaggi, viene generata una nuova Gravoi e si ricomincia. La creatura rende l'esplorazione particolarmente tesa, considerando anche il particolare stile grafico di Saturnalia, che applica la tecnica del tratteggio incrociato alla grafica 3D. Visivamente il gioco è fatto di cromatismi molto netti, quasi delle macchie di colore che rompono la trama del bianco e nero, con fitte nebbie violacee e zone buie affrontabili solo con dei fiammiferi, a volte l'unica fonte di luce disponibile, che occludono parzialmente la visuale. L'effetto complessivo non solo è piacevole, perché riesce a creare una grande atmosfera, ma regala al gioco una forte personalità stilistica, magnificata dall'uso di tecniche poco frequentate di questi tempi nel mondo dei videogiochi, come le animazioni in rotoscoping (avete presente Prince of Persia?).

Un'esperienza da fare

Nonostante sia generata proceduralmente, Gravoi può offrire degli scorci davvero bellissimi
Nonostante sia generata proceduralmente, Gravoi può offrire degli scorci davvero bellissimi

Complessivamente Saturnalia funziona e riesce ad appassionare fino alla fine, grazie soprattutto alla sua struttura aperta, che rende la storia rigiocabile più volte senza apparire mai pesante o troppo ripetitiva. Alcune meccaniche sembrano un po' abbozzate, come la possibilità di abbassarsi avvicinandosi alle pareti, che non sempre funziona come dovrebbe, ma in generale ci è piaciuto moltissimo per il suo riuscire a proporre una storia originale, legata alle tradizioni locali, ma allo stesso tempo universale, andando a risolvere uno dei problemi di Wheels of Aurelia, il titolo precedente di Santa Ragione, che era fin troppo "italiano" nei contenuti, tanto da essere difficilmente comprensibile da chi non conoscesse un po' di storia nostrana (italiani compresi). Da segnalare il fatto che il gioco sarà regalato da Epic Games Store per una settimana. Quindi su PC sarà giocabile senza spendere nulla. Insomma, non avete proprio motivo alcuno per non provarlo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (34)
7.8
Il tuo voto

Saturnalia è un'esperienza da fare, vuoi per l'ambientazione, originale e molto vicina a noi, vuoi perché contiene molte idee originali che svecchiano la formula classica dei survival horror in modo interessante, a partire dalla struttura aperta. Manca di qualche rifinitura e alcune meccaniche sono un po' abbozzate, ma si tratta di problemi francamente trascurabili di fronte a un'opera coraggiosa, che riesce a raccontare una storia originale e significativa e che si impone per il suo stile.

PRO

  • La storia mescola sapientemente critica sociale e mitologia locale
  • Stile visivo dalla forte personalità
  • La struttura aperta crea un gameplay interessante

CONTRO

  • Manca di qualche rifinitura
  • Alcune meccaniche sembrano un po' abbozzate