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Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione

Neanche il tempo di piangere il nobile Craig Un'Shallach caduto sul campo di battaglia. La figlia Nightsong è già in viaggio per portare ai popoli liberi la notizia: l'Ombra è in cammino. Saprai guidare il popolo Shaikan, sangue di drago, alla vittoria? Ritorna il connubio fra RTS e RPG targato Phenomic. Ritorna Spellforce!

RECENSIONE di La Redazione   —   20/04/2006
Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione
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I primi passi

Ed è la scelta giusta. Capiamo fin da subito che sono sostanziali le differenze con il primo capitolo della saga. Quello che ci aveva colpito nel primo Spellforce è totalmente assente in questo caso. La creazione del personaggio infatti non lascia spazio alla personalizzazione delle caratteristiche o alla formazione di un vero e proprio background di classe lasciandoci solo la possibilità di creare il personaggio sotto il punto di vista estetico, tralasciando per altro molti fronzoli e limitandosi a fornire una serie di volti intercambiabili, la scelta del sesso e del nome.
Detto fatto, scegliamo un profilo il più possibile aggressivo, assegnamo un nome al personaggio, maschio, ispirandoci alla prima canzone che ci viene in mente guardando questo volto truce. Sarà Till Lindemann, ben fatto. Il gioco non si fa desiderare e parte subito con un'affascinante introduzione che ci riporta con la mente e col cuore alle atmosfere già conosciute in Spellforce. Assistiamo alla caduta della civiltà degli Elfi Oscuri e alla cacciata di Nightsong, una vecchia conoscenza, dalla terra patria. Prima di soccombere sotto i colpi dell'esercito scatenato dall'Ombra, The Shadow, vediamo Craig Un'Shallach padre dell'elfa consegnarle l'ordine di dare l'allarme a tutte le popolazioni minacciate da questa nuova calamità.

il gioco non si fa desiderare e parte subito con un'affascinante introduzione che ci riporta con la mente e col cuore alle atmosfere già conosciute in Spellforce

Sulla scia di questa visione apocalittica lasciamo il povero Craig, ormai spacciato, nelle mani delle orde dell'Ombra. Il gioco prende il via immediatamente presentandoci il personaggio creato poc'anzi alle prese con la minaccia crescente delle forze del male intenzionate a distruggerne l'amato popolo. Scopriamo di far parte della tribu degli Shaikan, i senza dio, custodi dei segreti di antiche tradizioni e dell'atavico patto fatto con i draghi stessi. Nelle prime fasi di gioco vediamo costituirsi il nucleo di quello che sarà da questo punto il centro del nostro gruppo di comando. Facendo la conoscenza di una disperata Nightsong, il party iniziale è formato, completando l'assetto con il potente e fedele Bor e la sorella maga Lya. Pronti all'avventura raccogliamo l'enorme responsabilità di bloccare l'avanzata delle tenebre sui nostri territori e di vendicare la morte di Craig Un'Shallach, ultimo grande eroe del suo popolo.

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RTS & RPG all in one

A prima vista potremmo ritenere ininfluenti le differenze fra questo nuovo titolo ed il predecessore, già potenziato dalla presenza di due espansioni, che hanno preceduto l'uscita di questo nuovo capitolo. L'impatto visivo, carico di colori sfavillanti, il cambio di luce dovuto al passare del tempo, il gameplay e l'interfaccia riportano alla mente al primo Spellforce. Eppure bastano pochi minuti per rendersi conto che le sottili differenze aprono un varco con il passato, ponendo subito il livello della nostra attenzione ad uno stadio più elevato.
Spellforce 2 è un gioco che ha la pretesa di unire due filosofie unite da uno stretto legame di parentela, ma ben distinte.

il progetto sembra aver preso finalmente i binari giusti focalizzando finalmente uno degli imperativi fondamentali di chi fa dell'intrattenimento una regola di vita: produrre un qualcosa che sia allo stesso tempo innovativo ed interamente godibile dal pubblico

RTS & RPG all in one

RPG “party oriented” e RTS infatti si toccano fino a fondersi in un connubio azzardato e allo stesso tempo avvincente. Tentativo per nulla facile, non pienamente centrato, ad esempio, dal primo capitolo e relative espansioni. Di solito la regola che vale è quella di “fare una cosa fatta bene”, e già si lamenta l'assenza da lungo tempo di validi sostenitori di entrambe le categorie. Eppure il progetto sembra aver preso finalmente i binari giusti ed aver raggiunto un più che decente compromesso, focalizzando finalmente uno degli imperativi fondamentali di chi fa dell'intrattenimento una regola di vita: produrre un qualcosa che sia allo stesso tempo innovativo ed interamente godibile dal pubblico. Inutile quindi perdersi in fronzoli ed inutili approfondimenti; in questo il primo Spellforce non aveva dato prova di sapersela cavare appesantendo in maniera esagerata alcuni aspetti secondari del gioco e non dando il giusto peso ad altri ancora più importanti. Prendiamo ad esempio la gestione della telecamera. Direte voi, una cosa da nulla, ed invece per un gioco come questo la gestione della telecamera è tutto. SF1 metteva a disposizione del giocatore una gestione sì spettacolare, ma poco utile, per non dire di impiccio, quando il gioco entrava nel vivo dell'azione; lo zoom infatti ci portava a passare da un primo piano con elevata qualità del dettaglio ad una visuale in terza persona concentrata sull'eroe principale se questo si trovava nell'area di visualizzazione, facendo spesso perdere l'orientamento nelle fasi più concitate. Risultato: una stupenda interpretazione del significato recondito di RPG con il proprio eroe in primo piano sulla battaglia e la totale disfatta del resto del party per la fatale mancanza di controllo sugli altri componenti del gruppo. La soluzione questa volta è data dal classico uovo di Colombo, con uno zoom dettagliato che evita questo “spreco” limitandosi ad una interpretazione impersonale ma efficacissima.

Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione
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Nuovo vestito

La nuova messa in piega però non si limita al comparto grafico, ma anche ad aspetti più profondi legati alla natura stessa del gameplay. Ed anche in questo caso i passi da gigante sono stati fatti non solo rispetto al capitolo precedente, ma anche nei confronti della versione beta. Per prima cosa notiamo una migliorata gestione del party in ogni suo aspetto. La navigabilità delle schermate relative all'inventario, alla gestione delle magie e all'avanzamento del personaggio è decisamente aumentata ed ora risulta più leggibile. A questo si lega il nuovo concept legato all'evoluzione dei personaggi. Come già evidenziato, a differenza di SF1, il giocatore non deve scegliere a priori l'orientamento delle competenze del proprio eroe, ma può valutare una più graduale crescita ibrida, bilanciando la crescita sotto due aspetti paralleli, quelli legati alle capacità magiche e quelli legati al combattimento.

a seconda delle scelte strategiche o del tipo di gioco preferito si potrà costruire un personaggio ad hoc senza dover per forza di cose precludere un aspetto in favore di un altro

Nuovo vestito

A seconda delle scelte strategiche o del tipo di gioco preferito si potrà costruire un personaggio ad hoc senza dover per forza di cose precludere un aspetto in favore di un altro. La vastissima gamma di oggetti disponibili aggiunge un elemento a favore di questo aspetto, in quanto potremo scegliere di specializzare un personaggio in una determinata disciplina. Inoltre ogni oggetto conferisce determinate caratteristiche capaci di conferire bonus su ogni tipo di attacco o di capacità magica. Altro aspetto rinnovato è quello delle magie e degli attacchi speciali, raggiungibili dall'interfaccia di selezione dei personaggi e “spendibili” di volta in volta durante i combattimenti. Ogni azione speciale ha un determinato costo in mana e un tempo di ricarica che impedisce l'uso continuo di tale abilità. Le migliorie hanno investito anche l'ambito strategico modificando radicalmente la gestione delle unità sul campo. Sfruttando un'AI più versatile, i personaggi coinvolti in un combattimento si dispongono in maniera automatica schierandosi in base alle proprie competenze. Chi può contare soprattutto su armi a distanza e magie preferirà una posizione arretrata rispetto a chi può contare su un tipo di attacco basato sull'impatto violento delle armi da mischia; la stessa cosa vale per quei personaggi che possono disporre di abilità magiche legate alla cura delle ferite e alla gestione delle protezioni dei propri compagni. Il fatto che la disposizione avvenga in maniera del tutto automatizzata risparmia l'inutile compito di gestire la cosa in maniera manuale e di sprecare secondi preziosi e spesso fatali nell'organizzare le fila, della serie “ognuno al suo posto”. Questa cosa non esclude comunque l'importante aspetto di controllo del combattimento che, se lasciato in balia di sé stesso, può non sempre risolversi nella maniera sperata; l'azione strategica del giocatore all'interno della battaglia avviene per quel che riguarda i piccoli accorgimenti, come spostare dalla mischia alle retrovie un importante unità in difficoltà, o sfruttare la manciata di secondi che impiega lo scontro a concludersi per lanciare magie ad hoc o sfruttare determinate abilità speciali, scelta che spesso può fare davvero la differenza.

Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione
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RPG la colonna, RTS la struttura

Come sappiamo Spellforce può contare sulla peculiarità di fondere il gioco di ruolo, rappresentato dalla presenza dei personaggi e degli eroi, con il gioco strategico, di maggiore respiro e di aspirazione apertamente campale. Per far sì che questo sia possibile, il gioco unisce sotto la stessa veste grafica due ingredienti completamente eterogenei. Il gioco di ruolo si ferma laddove i personaggi arrivano, con la gestione dell'inventario e dell'avanzamento per livelli, per lasciare il posto al più classico degli approcci RTS, con la raccolta delle risorse e la gestione delle unità, della truppaglia, per quantità e non per qualità.

fra le unità disponibili vale la pena di segnalare la presenza degli imponenti Titani, veri e propri mastodonti che compongono la punta dello sfondamento in mischia potendo contare su una possanza esagerata rispetto alle comuni unità

RPG la colonna, RTS la struttura

I lavoratori, classici addetti ai lavori più spiccioli, raccolgono risorse e costruiscono (o riparano) gli edifici; gli edifici aumentano le skill dei personaggi e delle unità generiche e permettono di reclutare truppe sempre più potenti da unire ai propri party per far fronte alle battaglie più imponenti delle semplici schermaglie a cui può tenere testa il solo party degli eroi. Le situazioni di gioco, egregiamente bilanciate (molto meglio rispetto al primo capitolo) fanno sì che l'unione sul campo fra eroi e truppe sia tale da rendere ogni componente indispensabile alla sopravvivenza dell'altra. Fra le unità disponibili vale la pena di segnalare la presenza degli imponenti Titani, veri e propri mastodonti che compongono la punta dello sfondamento in mischia potendo contare su una possanza esagerata rispetto alle comuni unità.

Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione
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Infine l'occhio del tecnico

Tecnicamente Spellforce 2 non segna un vero e proprio punto di svolta, ma conferma un eccellente trend cominciato con il predecessore smussando gli spigoli e raffinando determinati aspetti. Abbiamo già avuto modo di parlare del motore grafico e della rinnovata gestione della telecamera, ma pare opportuno spendere due parole anche per la realizzazione generale dei modelli dei personaggi, degli edifici e delle strutture e soprattutto per la realizzazione di mappe tanto ricche di particolari e complesse da risultare addirittura difficilmente navigabili in determinate occasioni. Gli effetti di luce, i giochi di trasparenza forniti dall'acqua e una palette di colori carica di tonalità piene e “fumettose” donano infine un tocco di magia all'atmosfera ricca di pathos che permea tutte le fasi del gioco.
Provato su una macchina dotata di processore Athlon 64 3500+, 2 GB Ram e scheda video GeForce 6600 GT il gioco non ha presentato alcun rallentamento sensibile, portando il livello di dettaglio grafico al massimo della scala. Riteniamo comunque che il gioco possa girare su macchine dalla configurazione più modesta senza dover presentare problemi particolari.

Spellforce 2: Shadow Wars - Recensione
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Commento finale

Possiamo concludere in bellezza rivalutando un titolo capace, una volta tanto, di sorprenderci positivamente senza essersi fatto attendere tanto, e si sa, sono queste le sorprese più piacevoli. Spellforce 2 mette ordine nel guazzabuglio di buone idee buttate nel calderone dal primo capitolo, dando un senso compiuto al gioco nella sua totalità, senza sbilanciamenti, con l'unico obiettivo di far divertire senza sofisticazioni di sorta. Finalmente il connubio tra RTS e RPG che stavamo aspettando, senza pretese astronomiche e tutti i crismi del caso. Davvero benvenuto, Spellforce 2!

Pro

  • Comparto grafico vivace e d'effetto
  • Gestione della crescita dei personaggi notevolmente migliorato
  • Migliorata la gestione della telecamera
  • Buona gestione dello schieramento delle unità da parte dell'AI
Contro
  • Mappe molto complesse
  • Spessore dei dialoghi non sempre all'altezza della trama
  • Inventario unico per tutti i personaggi, capacità illimitata, poco realistico

Avevamo lasciato Spellforce 2 ad uno stato ancora embrionale, incompleto, che male si prestava ad un'analisi che andasse oltre al semplice prendere atto di alcune lievi modifiche rispetto al titolo originale e che di certo non potevano rendere onore agli sforzi fatti per portare un'ottima idea a livello di gameplay e concept ai fasti di un titolo maturo e stabile. Lanciato il gioco notiamo subito le differenze con la copia passata in redazione per l'hands on. Completo sotto ogni punto di vista, Spellforce 2 propone diverse modalità di gioco, a seconda del tipo di esperienza che si va cercando: è possibile iniziare una partita come semplice schermaglia, in multiplayer o nella campagna in single player. Decidiamo di prendere questa strada per vedere quanto solido possa essere il titolo sotto ogni aspetto, compreso quello della trama e dei contenuti.