Johnny Rico e i suoi compagni
Il gioco si basa su una novella del 1959 di Robert Heinlein, uno scrittore di fantascienza Americano, che narra le gesta di impavidi uomini e donne che compongono la Fanteria Mobile, una specie di Marines spaziali pronti a sacrificarsi per l’onore proprio e dei Cittadini.
Non so quanti di voi avranno letto questo libro, ma sicuramente saranno molti di più quelli che hanno visto l’ottimo film di Paul Verhoeven. Ebbene il gioco riprende in pieno i temi trattati nel film, ed addirittura le prime missioni ne raccontano e ne integrano la trama dall’attacco su Zagama Beach (nel film solo accennato) fino alla cattura del primo Brain-Bug (insomma lo scarrafone pensante).
Da qui si innestano nuove ed intriganti missioni che ci vedono combattere su molti pianeti,anche nel sistema solare, nel tentativo di arginare la pesante offensiva prodotta dagli Insetti.
Siamo dunque pronti a calarci nelle vesti di Johnny Rico, Dizzy Flores o di Carmen Ibanez?
Vedo un accenno di consenso! Bene allacciate le cinture che si porta verso un percorso lungo 25 missioni (di cui 5 sono di addestramento) e pieno, anzi, stracolmo di insetti.
La qualità di queste è decisamente notevole, e non potrebbe essere altrimenti visto che rappresentano l’unica risorsa disponibile e che ci vedranno impegnati in operazioni di scorta, disinfestazione, search and rescue e così via.
Lo svolgimento di ognuna di queste missioni è preceduto da un classico briefing a cui segue la scelta degli uomini o dell’equipaggiamento. E qui troviamo le prime grandi novità.
Come far carriera velocemente? Iscriviti alla Fanteria Mobile!
Ritorniamo per un attimo al film. Se vi ricordate il soldato semplice Rico diventa ben presto un Ufficiale, non solo per meriti propri, ma anche grazie all’incredibile facilità con cui i graduati (come del resto tutti gli altri soldati) muoiono per cause non proprio naturali (a meno che non consideriate naturale divenire lo spuntino di un Aracnide).
Questo aspetto è riprodotto molto ben nel gioco, ed anzi l’avanzamento di grado risulta essere uno degli aspetti fondamentali, anche perché solo progredendo nella carriera sarà possibile usare le armi e gli esoscheletri migliori.
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a entriamo direttamente nel dettaglio. Possiamo equipaggiare il nostro Marines in maniera assolutamente completa. In alto si scelgono gli esoscheletri o le armature, sulla sinistra le armi (troviamo fucili, lanciafiamme, lancia missili, lancia granate e quant’altro può distruggere) che possono anche essere due, mentre sulla destra ci sono degli accessori che migliorano le nostre capacità. A questo punto appare evidente che maggiore è il grado del nostro Marine, maggiori sono le nostre capacità e le armi che potremo usare. Quindi appare evidente come i nostri uomini sono la nostra maggiore risorsa e dovremo cercare di portarli a casa tutti se vogliamo vedere aumentare il nostro volume di fuoco.
Non vi ho detto che la morte di un nostro uomo verrà sostituto da una recluta, che ovviamente, non avrà le stesse caratteristiche dell’uomo (o donna) perso.
Ma diamo un occhiata al nostro manipolo di Marines.
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Eccoli!! Come potrete facilmente vedere, possiamo pilotare un massimo di 27 uomini suddivisi in 3 squadre di 7 soldati e da tre specialisti. Ogni missione ci darà la possibilità di scegliere un certo numero e potremmo usare solo quelli. A sinistra vediamo la selezione dalla pagine dei briefing, mentre sulla destra possiamo dare uno sguardo durante l’azione.
I più attenti di voi avranno notato come, oltre a visualizzare gli uomini, e possibile vedere le armi che usano. Questo è utilissimo soprattutto quando si usano armi diverse.
Poi vedete quella croce del soldato della 2^ squadra? In alcune missioni il Medico possiede dei richiami al Medivac, in pratica anche se il nostro uomo dovesse essere colpito mortalmente, abbiamo ancora una possibilità di riportarlo a casa (ma non acquisterà punti per l’avanzamento di grado) grazie ad un unità di raccolta che potrà caricare a bordo il nostro ferito e toglierlo dall’inferno in cui si trova.
Cara passami il DDT!
Ma ora parliamo un po’ dei nostri temibili avversari: gli Aracnidi.Troveremo tutti quelli presenti nel film (particolarmente temibili gli Hopper che sono gli Aracnidi volanti) oltre ad alcuni mai visti primi. L’IA è su buoni livelli, anche perché non è difficile ricreare l’IA di un insettone di un paio di quintali che ha come unico scopo la nostra eliminazione. Ad ogni modo il comportamento è estremamente realistico e convince appieno e a rendere ottimo quest’aspetto contribuiscono le buone animazioni.
Quello che si attesta su livelli decisamente superbi è l’idea di formicaio che viene resa in maniera molto convincente. Quando atterriamo, ci troviamo dentro un mondo vivo e pulsante. Vediamo i Workers (gli Aracnidi lavoratori e totalmente inoffensivi) che lavorano alacremente su e giù per i campi o i Warrior pattugliare le zone, o ancora gli incredibili Plasma Bug sparare in cielo le loro micidiali bordate.
Interfaccia e grafica
Il motore grafico fa faville per velocità e resa. Vi è una cura notevole fin nei minimi particolari come le nuvolette di polvere alzate nei fondi desertici o l’alito degli uomini nelle missioni svolte su superfici ghiacciate o ancora le torce che emettono un fascio di luce estremamente coreografico. Devo dire che nella Beta in nostro possesso c’era la possibilità di abilitare l’accelerazione T&L, cosa che nel gioco definitivo non è possibile. Ora non sappiamo se questo viene settato automaticamente alla rivelazione di un hardware compatibile (la versione fornitaci era carente di documentazione tecnica). Ad ogni modo sia a 32bit che a 16bit la velocità e sempre elevatissima e sul mio PC (Celly2 566@850 con Geforce2 MX e 128Mbyte di Ram) si può tranquillamente giocare a 1024x768.
Se poi volete trovarci proprio un difetto vi devo dire che i poligoni che compongono i personaggi sono un po’ pochini, anche se poi le texture sono eccellenti e quindi suppliscono alla grande a questa mancanza.
Nelle press-release si leggeva che il landscape era deformabile, beh non è proprio così. Ci sono pareti che possono esplodere o crollare, ma sono rigidamente legati allo svolgimento della missione, così come la comparsa delle tane degli Aracnidi.
L’interfaccia è eccellente e prende il meglio da titoli come Homeworld e Ground Control e li migliora. Un plauso va anche al sistema di path- finding che raggiungi livelli ineguagliati.
Conclusioni
Che dire?
Da un lato ci troviamo di fronte ad una realizzazione tecnica d’eccezione con una trama ed una giocabilità da paura, dall’altro l’assenza del Multiplayer e di un editor di livelli lasciano con l’amaro in bocca. Ad ogni modo a me è piaciuto veramente molto, soprattutto perché riesce a ricreare perfettamente le atmosfere del film e del libro da cui prende i natali. Vi rammento che il gioco non verrà tradotto nella nostra lingua.
Un ritorno al passato
Mettiamo subito in chiaro una cosa: Starship Troopers: Terran Ascendancy) è un gran bel gioco, anzi è un piccolo capolavoro, però possiede delle caratteristiche che potranno non piacere a tutti e che rappresentano un vero e proprio ritorno al passato. Quali sono? Se vi dicessi che mancano completamente il Multiplayer e un editor di livelli, come la prendereste? Male?
Beh allora questo non è il gioco che fa per voi!
Non ve ne frega niente? Allora siamo di fronte ad un piccolo cammeo, un vero gioiellino in fatto di giocabilità e programmazione. Fatta questa doverosa precisazione possiamo dedicarci al gioco che ricorda nella struttura il rivoluzionario Myth The Fallen Lord o il più recente Ground Control ma con varianti significative e una realizzazione tecnica di prim’ordine.