47

Stronghold: Definitive Edition, la recensione del ritorno di uno strategico fondamentale

La recensione di Stronghold: Definitive Edition, la nuova versione di un titolo fondamentale per la storia degli strategici in tempo reale.

Stronghold: Definitive Edition, la recensione del ritorno di uno strategico fondamentale
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   16/11/2023

La serie Stronghold è particolare nel panorama degli strategici in tempo reale. I capitoli originali sono ancora molto amati, mentre quelli successivi sono stati accolti con maggiore freddezza, con alcuni che non hanno convinto moltissimo i giocatori perché troppo lontani dallo spirito dei precursori. Lo stesso Stronghold: Warlords del 2021 ha ricevuto più di qualche critica proprio per questo motivo, nonostante la buona qualità generale. Così Firefly Studios ha deciso di tornare effettivamente alle origini e di rimettere mano sul primissimo episodio, dandogli una svecchiata e aggiungendo qualche contenuto inedito. Nella recensione di Stronghold: Definitive Edition scopriremo se valga la pena di ritrovarsi a costruire castelli in pixel art.

Contenuti

Costruire castelli rimane la parte migliore
Costruire castelli rimane la parte migliore

Prima di parlare di questa edizione del gioco, ricapitoliamo brevemente gli elementi principali del gameplay. Stronghold: Definitive Edition è uno strategico in tempo reale ambientato nel Medioevo, in cui bisogna raccogliere risorse per far prosperare la popolazione e avviare delle città, da curare in ogni aspetto (economico, sociale, industriale e così via), assoldare unità militari e costruire enormi fortezze, con cui difendersi dalle truppe nemiche. In alcuni scenari la prospettiva si ribalta e si passa dall'altra parte, ossia si deve assediare una fortezza usando macchine d'assedio e altri strumenti per arrivare a conquistarla. In questo senso la Definitive Edition non cambia di una virgola il gioco originale, tanto che sono rimasti anche alcuni arcaismi dell'interfaccia di gioco che potevano essere rivisti ed eliminati. L'intelligenza artificiale stessa è praticamente identica a com'era nel 2001, al punto che le missioni originali si svolgono esattamente nello stesso modo di allora.

Le novità maggiori riguardano quindi il lato grafico e i contenuti. Iniziamo da questi ultimi, di cui vengono riproposti tutti gli originali, più alcune aggiunte. Quindi sono ancora presenti la campagna principale, con le sue ventuno missioni, e tutte le mappe di assedio, cui sono state aggiunte la Campagna della Gemma, dedicata ai veterani che già conoscono a menadito Stronghold, e il Sentiero dei castelli, in cui si possono assediare delle roccaforti storiche e che riprende una modalità già presente nel gioco.

Naturalmente rimane possibile giocare liberamente in modalità sandbox, senza preoccuparsi di nemici e guerre, dedicandosi solo alla costruzione del castello, che poi è la parte più amata del gioco. Da notare che è stato riattivato il multiplayer e che, quindi, è possibile dedicarsi a qualche schermaglia con giocatori umani, sebbene attualmente i server non siano pienissimi.

Come già accennato, la Campagna della Gemma è particolarmente impegnativa, tanto che prima di affrontarla abbiamo dovuto rigiocare alcune mappe del 2001 per rispolverare il funzionamento di alcune meccaniche. Effettivamente le mappe sono più complesse, i nemici sono più aggressivi, le risorse sono di meno e, in generale, gli sbagli si pagano cari. Già nella prima missione, in cui bisogna raggiungere un certo punto della mappa con una manciata di truppe, affrontando l'esercito nemico decisamente più grosso del nostro, si può perdere molto rapidamente se ci si muove nel momento sbagliato o se si procede con troppa leggerezza.

Il gioco simula in modo profondo anche l'economia delle città
Il gioco simula in modo profondo anche l'economia delle città

Insomma, i nuovi giocatori farebbero bene a dedicarsi prima agli altri contenuti per impratichirsi un po'. Detto questo, la soddisfazione che si prova quando si è eretto un castello con doppie mura e risorse tutte poste all'interno è ancora grandissima. Lo è al punto che ci siamo lasciati catturare di nuovo dal gioco, come vent'anni fa, senza neanche rendercene conto.

La formula di Stronghold: Definitive Edition funziona, come funzionava allora. Certo, oggi si sente maggiormente il bisogno di alcune comodità ma, non essendoci in realtà di molto meglio in giro, in particolare nel modo di integrare il sistema di costruzione dei castelli con tutti gli altri, ci si può accontentare, coscienti comunque di trovarsi di fronte a un classico.

Rimasterizzazione

Le palizzate fanno impressioni ma in realtà non sono molto resistenti
Le palizzate fanno impressioni ma in realtà non sono molto resistenti

Dal punto di vista tecnico il lavoro fatto da Firefly Studios è in linea con quanto visto in altri progetti simili. Quindi abbiamo non solo un aumento della risoluzione selezionabile, ma anche un miglioramento generale delle unità e della animazioni, con queste ultime che risultano essere decisamente più fluide rispetto allo Stronghold originale. Insomma, è stato fatto un lavoro molto più profondo di quello visto in Stronghold HD nel 2012. In linea di massima, comunque, gli sviluppatori hanno puntato a non perdere il feeling originale, che è rimasto effettivamente invariato. Quindi la grafica sembra comunque uscita da un titolo del 2001, pur essendo stata attualizzata, in modo da non creare scompensi in chi cerca esattamente quell'esperienza là. Certo, alcuni giocatori moderni la potrebbero trovare respingente, ma la cosa pare essere stata messa in conto.

Assediare non è semplice
Assediare non è semplice

La stessa filosofia è stata seguita per l'allargamento di filmati e artwork, che non ci provano nemmeno ad allontanarsi dallo stile originale. L'obiettivo è chiaro: andare a catturare e soddisfare i giocatori dell'episodio del 2001 con ogni possibile mezzo. In questo senso ci troviamo di fronte a un gioco più che riuscito, che non pretende di rivoluzionare nulla, ma solo di rinfocolare alcune piacevoli memorie del passato, tanto che è stato mantenuto anche il terrificante doppiaggio in italiano (ci siamo tutti affezionati, dai). E Stronghold: Definitive Edition è proprio così che va preso, ossia come una cartolina di un tempo che fu, proveniente da un'epoca in cui gli strategici in tempo reale avevano ancora qualche idea da proporre e non avevano timore di essere complessi.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (11)
8.2
Il tuo voto

Stronghold: Definitive Edition è esattamente quello che promette di essere: una versione aggiornata dello stesso gioco che nel 2001 divenne il capofila di un intero sottogenere. L'esperienza è più o meno la stessa, con la nuova campagna che allunga un po' il tempo di gioco e il supporto nativo per le mod che apre a innumerevoli scenari futuri. Detto questo, si tratta di un'operazione onesta, venduta a un prezzo molto basso e che riesce in quello che si propone di fare. Un riuscito pacchetto per nostalgici che vogliono continuare a giocare al vecchio Stronghold, ma in una confezione più moderna.

PRO

  • Il gameplay funzionava allora e funziona ancora oggi
  • L'aggiornamento tecnico è buono
  • Tanti contenuti a un prezzo molto basso

CONTRO

  • Alla fine il gioco è quello
  • Una rinfrescata più decisa all'interfaccia non avrebbe fatto male