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Supreme Ruler 2010 - Recensione

Il 2010 non è poi tanto lontano... preparatevi a dominare il mondo. O anche solo a sopravvivere.

RECENSIONE di Paolo Matrascia   —   20/10/2006

Uomini o generali?

Dopo una veloce installazione ed il doppio click sull'iconcina del gioco, apparirà subito chiaro quanto - come prevedibile del resto – l'aspetto grafico (e sonoro) di Supreme Ruler faccia addirittura fatica ad arrivare al minimo sindacale. Insomma, se già Civilization 4 in confronto è un capolavoro di arte moderna, durante le prime fasi di gioco ci si ritroverà a rimpiangere impostazioni grafiche alla Europa Universalis o alla Hearts of Iron. Ma gli aspiranti nuovi Napoleone del 2000 non si faranno certo scoraggiare da questo puerile aspetto prettamente estetico e potranno apprezzare il fatto che gli scenari siano riprodotti sulla base di precise cartine satellitari offerte gentilmente dall'agenzia spaziale americana. Oltre alla quasi perfetta riproduzione olografica del territorio (zoomabile più o meno a piacimento, in pieno stile Google Maps), dopo poche ore di gioco ci si accorgerà della precisione con cui sulla mappa di gioco sono posizionate con il massimo consentito dell'aderenza alla realtà, anche tutte le risorse, gli agglomerati urbani ed i vari distretti industriali. In soldoni questo significa che giocando allo scenario italiano, per esempio, saranno presenti cittadine anche di 10/15 mila abitanti come Sarzana, Busto Arsizio e Bussolengo...
Purtroppo, sempre dal punto di vista prettamente estetico, la fusione tra plancia di gioco ed elementi vari di gioco come città, unità militari, strutture e via dicendo da vita ad un risultato ancora meno attraente del previsto, dando un senso di posticcio davvero poco riuscito.
Una volta messo da parte quel poco di Sgarbi che è in noi, verrà il momento di mettere in pratica tutto quello che le 150 e passa pagine di manuale avranno cercato di insegnarci. Qui, tra decine di box, centinaia di numeri, migliaia di email ed eventi a cui far fronte, basteranno solo pochi minuti per capire quanto siamo uomini o quanto siamo caporali, anzi, generali. Pardon.
A questo proposito risulterà assolutamente obbligatorio cimentarsi nelle missioni tutorial, che nella loro verbosità riescono ad introdurci nel migliore dei modi alle complesse dinamiche di gioco.

Potenza e controllo

La potenza è nulla senza controllo e da questo punto di vista gli sviluppatori russi di BattleGoat ci mettono a disposizione una serie di consiglieri virtuali che, grazie all'ottima implementazione di script di Intelligenza Artificiale, riescono ad assolvere egregiamente al proprio dovere e ad aiutarci nel gestire al meglio la situazione. Esiste un ministro per ogni area di gioco, quello economico, quello della guerra, quello degli esteri, il capo di gabinetto e così via.
Per ogni posizione avremo sempre un'ampia rosa di candidati, ognuno con un proprio livello di preparazione ed orientamento politico che faranno sì che, durante il gioco, ci si possa ritrovare a dover cercare di mettere d'accordo – almeno virtualmente – il nostro personalissimo consiglio dei ministri. In base alle inclinazioni del giocatore, sarà quindi possibile decidere di dedicarsi principalmente a solo una determinata area di gioco operando da supervisore sulle altre, piuttosto che comportarsi da vero e proprio despota accentratore e prendere il controllo totale della situazione... mandando quasi certamente in rovina il proprio ridente stato.
La presenza di questi ministri, infatti, è molto più fondamentale di quanto si potrebbe pensare perché ogni area d'interesse di gioco è stata riprodotta e simulata con un livello di dettaglio a dir poco maniacale e riuscire a destreggiarsi in prima persona in ognuna di esse significa pensare e ponderare decine e decine di variabili, ognuna importante e decisiva al pari delle altre. Insomma, preparatevi a fare le ore piccole e ad arrivare tardi sul lavoro...
Generalmente, il successo in ogni sessione di gioco sarà stabilita dal sottile equilibrio che sussiste tra obiettivi, forza militare, fondi economici e popolarità politica. A parole sembra facile, a conti fatti no. Perché anche operazioni apparentemente semplicissime, come la costruzione di una fabbrica o l'arruolamento di una nuova divisione di mezzi meccanizzati incide in maniera più o meno decisiva sugli altri aspetti del gioco.
Altrettanta attenzione, fortunatamente, è stata riposta anche nella realizzazione dell'Intelligenza Artificiale, che gestisce il comportamento degli stati contro cui dovremo fronteggiarci. Tanto sul fronte tattico e militare che su quello diplomatico il computer sembra sempre reagire in maniera verosimile ed efficiente supplendo così alla scarsa implementazione della modalità multigiocatore che, a conti fatti, ci è sembrato un contentino sviluppato solo per aggiungere una feature in più sulla scatola. Del resto, visti i ritmi di gioco, Supreme Ruler non può che dare il meglio di se in modalità single player.
Il gioco può essere affrontato sia a turni quanto in tempo reale, quasi inutile dire che la modalità a turni sembra essere stata messa in un secondo momento rendendo praticamente obbligatoria la scelta del tempo reale, che ci è apparsa quella più godibile.
L'interfaccia di gioco, interamente guidata via mouse con l'aiuto ogni tanto di qualche hot-keys, aiuta il giocatore a districarsi tra le finestre aperte ed a cercare quel plotone di fanteria mandato in ricognizione sulle Alpi Apuane.

Commento finale

Dare un voto a Supreme Ruler 2010 è davvero molto difficile, soprattuto perché risulta difficile considerarlo un videogioco e quindi giudicarlo secondo i soliti crismi e canoni. Per questo, il titolo si becca un dignitosissimo 6 politico con la consapevolezza che, per tutti gli appassionati “hard-core” di wargame e titoli di strategia più in generale, Supereme Ruler 2010 rappresenta una vera e propria perla rara. Da avere assolutamente.
Per tutti gli altri, forse è meglio guardare altrove magari in titoli dalle vocazione meno profonda e dettagliata sul fronte della simulazione ma, sicuramente, più godibili dal punto di vista prettamente ludico come i titoli di Paradox (la serie Europa Universalis su tutte).

Pro

  • Script di IA ottimi
  • Per gli appassionati, longevità assicurata
  • E' un simulatore dal dettaglio maniacale, non un gioco
Contro
  • E' un simulatore dal dettaglio maniacale, non un gioco
  • Solo per appassionati, non adatto a neofiti
  • Tecnicamente povero

L'inizio del prossimo decennio non è poi tanto lontano, ma a leggere i presupposti che hanno dato i natali a Supreme Ruler 2010, ci sarebbe quasi da sperare che non arrivasse mai. Immaginatevi uno scenario mondiale dove le maggiori potenze mondiali come le conosciamo oggi non esistono più, dove sono ridotte ad un insieme eterogeneo di piccole regioni militari ed economiche. Le entità politiche sopravvissute devono combattere tra loro per proteggersi dalle aggressioni dei confinanti e per mantenere il controllo sui propri territori e, magari, puntare al dominio del mondo.
Neppure l´ONU esisterà più, nel vuoto lasciato dalla sua scomparsa farà l'ingresso un'organizzazione dai fini squallidamente commerciali e ben poco nobili - conosciuta come “The World Market” - che cerca di mettere d'accordo tutti solo in nome del mero guadagno economico.
Insomma, in questa sorta di nuovo medioevo in salsa filo-futuristica, i programmatori di BattleGoat Studios ci offre uno dei titoli strategici più profondi e complessi che ci sia capitato di giocare negli ultimi anni dai tempi di Balance of Power e The Operation: Art of War. Un vero e proprio simulatore di dinamiche geopolitiche, militari e sociali che farà annegare tutti gli appassionati di strategia su larga scala in un mare di numeri, statistiche, eventi e scelte da prendere. Tutti gli altri, ci spiace dirlo fin da adesso, annegheranno e basta chiudendo il gioco dopo un paio di tentavi con il tutorial di gioco e l'ennesima pillola presa per fare passare il mal di testa.