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Tales of Kenzera: Zau, la recensione di un metroidvania commovente e pieno d’azione

Surgent Studios decide di dedicarsi (anche) al mondo dei videogiochi e lo fa con Tales of Kenzera, ottima opera prima incentrata sul tema della perdita.

Tales of Kenzera: Zau, la recensione di un metroidvania commovente e pieno d’azione
RECENSIONE di Giulia Martino   —   22/04/2024

Stando alle parole della madre nobile dell'afrofuturismo, la scrittrice statunitense Octavia Butler, "Ogni storia che creo mi crea a sua volta. Scrivo per crearmi". Sembra che Abubakar Salim si sia avvicinato allo sviluppo di videogiochi con questo stesso intento: elaborare la propria esperienza di vita - e in particolare la morte di suo padre - per trasformare il mondo e sé stesso, in una spirale virtuosa che, in fondo, è uno dei prodotti più stupefacenti dell'agire umano. Dopo tredici ore in compagnia di Tales of Kenzera: Zau, possiamo dire che Salim e il team di Surgent Studios sono certamente riusciti in questo scopo ambizioso, creando, per di più, un metroidvania che può fornire un eccellente punto d'accesso al genere anche a chi non se ne era finora interessato.

Meno intricato rispetto a titoli come Hollow Knight o il recente Prince of Persia: The Lost Crown, Tales of Kenzera: Zau trova il suo pregio in un'eccellente sintesi in tutti i suoi comparti, compreso quello esplorativo. Il suo concentrarsi quasi esclusivo sulla storia principale, dedicata al giovane sciamano Zau e al suo viaggio in compagnia del dio della morte Kalunga, non si rivela un difetto, semmai una scelta coerente con le premesse del team e con la loro volontà di creare un'esperienza contenuta, capace di andare dritta al punto, senza dilungarsi per decine e decine di ore.

Vi parliamo di questo ottimo metroidvania nella nostra recensione di Tales of Kenzera: Zau.

Dal dolore all'accettazione

La vicenda dello sciamano Zau ha una portata universale: la perdita di una persona cara è una delle esperienze più dolorose per ogni essere umano, e Surgent Studios riesce a trattare questo tema difficile in maniera delicata e profonda allo stesso tempo
La vicenda dello sciamano Zau ha una portata universale: la perdita di una persona cara è una delle esperienze più dolorose per ogni essere umano, e Surgent Studios riesce a trattare questo tema difficile in maniera delicata e profonda allo stesso tempo

L'elaborazione del lutto non è certamente una tematica nuova nel mondo dei videogiochi: potrebbe correre nella mente di lettori e lettrici l'esempio immediato di Gris, videogioco d'avventura platform incentrato proprio sulle cinque fasi in cui - secondo una nota teoria - si passa dallo stordimento e dal dolore iniziale per una perdita, per arrivare fino all'accettazione del nuovo stato delle cose. La particolarità di Tales of Kenzera: Zau sta nel lavoro coerente portato avanti dal team su più livelli (narrativo, cromatico, esplorativo, musicale) per articolare il percorso del protagonista in vari momenti, ciascuno collegato a una specifica emozione.

La storia di Zau è potente nella sua portata universale: il giovane sciamano ha da poco perso il suo "baba", il suo papà, e decide di evocare il dio della morte, Kalunga, nel tentativo di riportarlo indietro. Seguirà un'avventura epica tra boschi, paludi e villaggi in rovina, con ambientazione, personaggi, suggestioni mitologiche e nemici ispirati alla cultura bantu, influente soprattutto nell'Africa orientale. Eccellenti le interpretazioni dei doppiatori in lingua kiswahili (parlata da oltre 100 milioni di persone nel continente africano), ma a spiccare su tutte è certamente la voce (in inglese) di Abubakar Salim, nel ruolo del protagonista Zau, vera e propria trasposizione videoludica di Salim e del dramma da cui è partita la scintilla che ha portato allo sviluppo di Tales of Kenzera: Zau. Segnaliamo che tutti i testi sono stati tradotti puntualmente in lingua italiana.

Due maschere, un solo sciamano

Le maschere del Sole e della Luna fungono da hub per le abilità di Zau legate al combattimento e all'esplorazione, che aumentano in numero e varietà nel corso dell'avventura
Le maschere del Sole e della Luna fungono da hub per le abilità di Zau legate al combattimento e all'esplorazione, che aumentano in numero e varietà nel corso dell'avventura

Eredità principale del padre di Zau sono le maschere del Sole e della Luna, base del gameplay di Tales of Kenzera: Zau, sia nelle fasi di combattimento, sia in quelle dedicate all'esplorazione. Proseguendo nel percorso e sbloccando appositi snodi dei rispettivi alberi delle abilità utilizzando Ulogi, energia tratta dai nemici sconfitti, si potranno guadagnare nuove capacità per cavarsela contro i nemici (purtroppo non molto vari e dal design non sempre ispirato) e per attraversare in lungo e in largo le distese di Kenzera. Va detto che sin dalle prime fasi lo sciamano è dotato di abilità che lo rendono piacevolissimo da manovrare: doppio salto e scatto aereo, infatti, sono immediatamente utilizzabili, contrariamente a quanto avviene in molti esponenti del genere metroidvania.

Rispetto ad altri titoli di questo filone, Tales of Kenzera: Zau si rivela piuttosto lineare nel suo svolgimento, con la possibilità di tornare in aree già attraversate in precedenze per affrontare sfide opzionali e guadagnare oggetti utili per il potenziamento del protagonista. Questa esigenza non si sente in maniera particolarmente forte nel livello di difficoltà normale, mentre potrebbe essere più impellente se si affronta la partita in modalità difficile. Per chi desidera godersi la storia senza troppe sfide, invece, c'è l'opzione facile, un'ottima idea per far avvicinare il maggior numero possibile di persone alla commovente vicenda di Zau.

Grazie a tre diversi livelli di difficoltà, Tales of Kenzera: Zau riesce a offrire un'esperienza godibile sia ai veterani del genere metroidvania, sia a chi si avvicina a questa tipologia di videogiochi per la prima volta
Grazie a tre diversi livelli di difficoltà, Tales of Kenzera: Zau riesce a offrire un'esperienza godibile sia ai veterani del genere metroidvania, sia a chi si avvicina a questa tipologia di videogiochi per la prima volta

Dicevamo delle due maschere: in combattimento è possibile alternarle anche nel corso di una combo, in maniera immediata, offrendo ai giocatori la facoltà di affrontare ogni sfida in maniera altamente personalizzata. Bisogna però tenere conto di eventuali scudi elementali dei nemici, resi manifesti tramite la colorazione rossa per i casi di debolezza agli attacchi della maschera del Sole, e con il colore blu quando va impiegata la maschera della Luna. È necessario prestare un minimo di attenzione, dunque, specie se si gioca in modalità difficile, consigliata a chi fa dei metroidvania il proprio pane quotidiano. Godibili le battaglie contro i boss, anche se di numero piuttosto modesto a causa della durata contenuta dell'avventura di Zau.

I colori di Kenzera

Il lavoro di Surgent Studios è eccellente dal punto di vista artistico, e riesce a dipingere in maniera convincente un ritratto, seppur di fantasia, di pregio per le atmosfere dell'Africa subsahariana che animano i miti Bantu
Il lavoro di Surgent Studios è eccellente dal punto di vista artistico, e riesce a dipingere in maniera convincente un ritratto, seppur di fantasia, di pregio per le atmosfere dell'Africa subsahariana che animano i miti Bantu

A livello visivo, Tales of Kenzera: Zau propone una versione di fantasia dell'Africa subsahariana, fornendo suggestioni raramente viste nel mondo videoludico. Operazioni come questa - e come Tchia, videogioco dedicato alla Nuova Caledonia, uscito lo scorso anno - hanno assoluto valore, specialmente se attuate con cura per i dettagli: Surgent Studios non si è risparmiato nel creare ambientazioni in 2.5 dimensioni capaci di farci empatizzare con le emozioni del protagonista e, al contempo, mettere i giocatori a contatto con elementi visuali, musicali e culturali propri delle popolazioni Bantu. Da questo ultimo punto di vista, il Codex di gioco svolge un ottimo lavoro: approfondire i miti Bantu nel menu facendo piccole pause dalle fasi di azione è un vero piacere.

Segnaliamo il particolare pregio del lavoro sulle musiche svolto dalla compositrice Nainita Desai e dal coro Voquality, coadiuvati da strumenti tradizionali africani. A livello tecnico, le prestazioni di Tales of Kenzera: Zau si sono rivelate impeccabili su PlayStation 5, senza alcuna problematica a funestare il toccante percorso di Zau.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19.99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (22)
7.8
Il tuo voto

Tales of Kenzera: Zau aderisce perfettamente alle promesse fatte dal team, proponendosi come un'esperienza metroidvania più contenuta rispetto a quella offerta da altri esponenti del genere. La volontà di Surgent Studios di arrivare a un pubblico il più ampio possibile è visibile dalla scelta di inserire tre livelli di difficoltà, con una modalità facile particolarmente accomodante anche per chi non è appassionato di videogiochi d'azione. Per chi ama la sfida, invece, i combattimenti saranno gustosissimi in versione difficile, grazie alla pregevole sinergia delle due maschere che connotano l'avventura di Zau anche nelle fasi di esplorazione. Ottima prova di debutto nello sviluppo videoludico per Abubakar Salim e per Surgent Studios, quindi, e un'aggiunta di pregio nel ricco catalogo di EA Originals: siamo certi che il padre di Salim sarebbe stato orgoglioso di avere ispirato - seppur a causa di circostanze incredibilmente drammatiche - un lavoro così ben fatto.

PRO

  • Artisticamente ispiratissimo, sia dal punto di vista visivo, sia sotto il profilo musicale
  • Una storia intensa e sinceramente sentita
  • Le due maschere dello sciamano sono un'idea eccellente per articolare le meccaniche di esplorazione e combattimento
  • Il doppiaggio riesce a dare una forte spinta in più alla vicenda

CONTRO

  • Design dei nemici poco vario e meno brillante rispetto a quello dei personaggi
  • Alcune fasi platforming possono rivelarsi molto frustranti anche per chi ha esperienza con il genere