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tERRORbane, la recensione di una piccola perla tutta italiana

Nella recensione di tERRORbane vi parliamo di una piccola perla tutta italiana, ovvero del primo videogioco talmente buggato da sfiorare la perfezione.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   04/04/2022

Forse non bisognerebbe esprimere un giudizio prima di aver affrontato minuziosamente un determinato argomento, ma siccome l'uno e l'altro in questo caso dipendono da chi scrive, chi se ne importa. Se qualcuno, oggi come oggi, venisse a chiedere al sottoscritto "come definiresti il concetto di originalità?", mostreremmo tERRORbane. E probabilmente continueremmo a mostrarlo ancora per molto tempo, finché a qualcuno non verrà in mente un'altra idea così bislacca, così folle, così dannatamente geniale; qualcuno che - badate bene - al tempo stesso sarà anche in grado di sviluppare quell'idea in modo efficace e perfettamente funzionale all'interno di quel prodotto, amato e criticato, sempre divisivo, che oggi è noto come videogioco.

Perché tERRORbane ci è piaciuto parecchio: ci è piaciuta la sua idea, da sempre, ve l'avevamo anche ricordato nel recente provato. Però avevamo anche diversi dubbi (a questo serve la recensione di tERRORbane che state per leggere) su quanto fosse possibile rendere quell'idea in un titolo in grado di mantenere desta l'attenzione dall'inizio alla fine, senza scadere nella monotonia e nella ripetizione, pericolo per forza di cose dietro l'angolo. Ora che i nodi sono venuti al pettine (ah!) vi spieghiamo perché dovreste giocare a tERRORbane almeno una volta nella vita. E anche i motivi per cui, forse, invece non fa proprio per voi.

La trama: io sono lo sviluppatore, tu un giocatore

Essere uno sviluppatore, spiega tERRORbane, può rivelarsi stressante
Essere uno sviluppatore, spiega tERRORbane, può rivelarsi stressante

Io sono lo sviluppatore, tu un giocatore: che cosa potrai mai capirne, di quanto sia complesso creare un videogioco. È questa la premessa della trama di tERRORbane, il cui progresso è sempre, costantemente scandito dalla metanarrativa. Sostanzialmente, si tratta di un videogame che spiega quanto è difficile, appunto, fare un videogame. Assumendo la prospettiva dello sviluppatore (il Dev), il quale - poveretto - deve far fronte a una mole di richieste esorbitante. Perché i giocatori, si sa, vogliono tutto e subito: vogliono un mondo di gioco liberamente esplorabile, personaggi carismatici, una trama accattivante, gameplay il più possibile variegato, e soprattutto guai a incontrare bug o glitch di sorta! Mica è facile accontentare tutti quanti.

Il povero sviluppatore ci accompagna dall'inizio alla fine della fruizione: è una sorta di comprimario parlante, che ogni tanto interviene direttamente aiutandoci con i suoi poteri "magici", consistenti nell'utilizzo del codice di programmazione.

A noi, invece, il compito di guidare il protagonista dell'avventura, tERRORbane, nella banalissima e prevedibile impresa di salvare il mondo da una divinità maligna. Fosse facile: il programmatore del gioco è così pasticcione da aver dato vita a un'esperienza apparentemente ingiocabile, perché ogni secondo salta fuori uno strano bug a rendere il contesto imprevedibile.

Ma ecco che si arriva così proprio al cuore di tERRORbane: prima ancora dell'eroe i veri protagonisti sono gli errori di programmazione, i quali si rivelano lo strumento critico con cui il mittente raggiunge il destinatario con un messaggio preciso. Il messaggio consiste nell'amore, incondizionato, per due esperienze diverse, ma sempre interconnesse: il lavoro del programmatore e la fruizione dei videogiochi.

Gameplay un po’ buggato

Il gameplay di tERRORbane gioca spesso con l'esistenza di codici di programmazione
Il gameplay di tERRORbane gioca spesso con l'esistenza di codici di programmazione

Ora voi potreste obiettare di aver forse compreso il bel messaggio sotteso a tERRORbane, senza capire a conti fatti come si gioca. Vi abbiamo già spiegato come i bug rappresentino il cuore della produzione, tant'è che l'intera campagna pubblicitaria ha insistito proprio su quest'aspetto. In effetti fin dall'inizio si capiscono due cose: che lo scopo principale è solo marginalmente quello di arrivare ai titoli di coda dell'avventura dell'improbabile eroe. È, invece, molto più importante la raccolta di quanti più bug possibile lungo il percorso. Affidataci una lista, lo sviluppatore conta su di noi: esplorando il suo videogioco in lungo e in largo riusciremo forse a sottoporgli tutti gli aspetti da modificare il prima possibile, perché sono "rotti".

Ma - questo è il punto - tERRORbane è tutto rotto! Non si salva praticamente nulla, da intere città che spariscono inghiottite da un buco nero di codice mal realizzato, a boss facilmente aggirabili improvvisando sistemi di combattimento mai previsti in situazioni analoghe. In tutto questo, nessuno si prende mai sul serio e tutti sono consapevoli di trovarsi quasi all'interno di una rappresentazione teatrale. Gli NPC, ad esempio, scherzano molto sul fatto di essere delle povere presenze insignificanti: "solo perché sei l'eroe, non significa che debba dirti qualcosa d'interessante" ha risposto un abitante della prima area di gioco. Come dargli torto? tERRORbane gioca continuamente con le aspettative di certi generi videoludici e scimmiottandoli tutti quanti con intelligenza solleva notevoli spunti di riflessione, nonché momenti di risate davvero genuine. Potremmo citarne a decine, ma perché togliervi il piacere della sorpresa?

Classici combattimenti a turni? tERRORbane ha pure quelli, benché folli
Classici combattimenti a turni? tERRORbane ha pure quelli, benché folli

Se proprio dovessimo costringere il gioco all'interno di un genere, forse sceglieremmo le etichette dell'"avventura", perché comunque c'è una missione da completare, benché scandita in sequenze completamente sconvolte, e del "rompicapo", data la presenza di enigmi impossibili da trascurare, tutti stimolanti la creatività (non pensate neanche lontanamente a soluzioni canoniche, siate folli). In realtà, però, l'eclettismo di tERRORbane è tale da presentare, in diversi momenti, quasi tutti i generi noti e meno noti dell'industria videoludica, dalle avventure testuali ai JRPG classici, dagli arcade al battle royale.

Vuoi per una citazione improvvisa, vuoi per modifiche dirette nel gameplay, nessun genere, nessuna tematica, nessun franchise storico è stato trascurato. L'unico difetto forse obiettabile consiste in una narrazione scandita da binari precisi, estremamente guidata; del resto, concedere libertà assoluta al giocatore, in un mondo del genere, avrebbe compromesso il virtuosismo generale. Ci si sarebbe persi inevitabilmente per strada, finendo soverchiati da situazioni tutte differenti, poco incentivati nel completare una trama che, del resto, rimane pur sempre un mero pretesto.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 15,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (18)
7.1
Il tuo voto

Viviamo all'interno di un'industria dalle meccaniche ormai consolidate: quasi ci siamo disabituati al nuovo, alla possibilità di essere sorpresi. tERRORbane rappresenta invece l'elemento eccezionale, anomalo, quasi fosse davvero il bug all'interno del sistema. Semplicissimo nelle sue idee, efficace nella loro resa, riesce a divertire dall'inizio alla fine; basteranno anche poche ore per completarlo, ma quel tempo viene speso per ridere di gusto in ogni momento e Dio solo sa se ce n'è bisogno in questo mondo. Tra l'altro, per esplorarlo in ogni sua possibilità, per rintracciare fino al più piccolo glitch, dovrete ricominciare tutto da capo chissà quante volte.

PRO

  • Genialità allo stato puro
  • Tributo alla storia del videogioco
  • Gameplay intelligente, variato nelle giuste dosi

CONTRO

  • Molto particolare: l'idea potrebbe non convincere tutti
  • In alcuni momenti la progressione non è chiara
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