La nascita di The Banner Saga è legata al boom di Kickstarter: era infatti il 2012 quando il trio di ex dipendenti BioWare composto da Arnie Jorgensen, John Watson e Alex Thomas ricorreva alla piattaforma di crowdfunding per mettere in atto la propria idea di uno strategico a turni dalla forte componente narrativa. La comunità di giocatori accolse di buon grado il progetto, al punto da soddisfare la richiesta economica col 700% dei fondi rispetto alla richiesta di Stoic Studio per realizzare l'opera. Un appoggio che a posteriori possiamo definire senza dubbio meritato vista la qualità di The Banner Saga, che ha permesso al gioco e al suo seguito di arrivare anche su dispositivi mobile e console, inclusa da un paio di mesi Nintendo Switch. Nonostante il successo, l'anima di The Banner Saga è comunque rimasta indipendente, e per completare la trilogia è stato necessario fare un ulteriore passaggio su Kickstarter. The Banner Saga 3 è stato infatti anch'esso finanziato tramite crowdfunding poco più di un anno fa, ed è finalmente pronto a raccontarci la fine del viaggio intrapreso dai suoi protagonisti. Lo fa addirittura prima rispetto alla data d'uscita inizialmente prevista, anticipata di ben cinque mesi da dicembre a luglio 2018: una rarità in tempi di rinvii e ritardi. Dopo aver passato un'altra decina d'ore tra Arberrang e luoghi oscuri, ecco dunque la nostra recensione.
La trama: a che ora è la fine del mondo?
Come dicevamo in occasione del nostro ultimo incontro con The Banner Saga 3, parlare della storia di questo capitolo conclusivo ci obbliga a fare collegamenti con la trama dei due episodi precedenti. Si tratta infatti di una trilogia i cui capitoli sono fortemente legati tra loro, per cui non c'è modo di fare altrimenti: se siete interessati a recuperare questa serie l'avvertimento è d'obbligo. Detto ciò, gli eventi raccontati in The Banner Saga 3 riprendono direttamente da dove avevamo lasciato The Banner Saga 2, con la carovana partita da Skogr ormai arrivata alle porte di Arberrang, capitale del regno degli Uomini. Assediata dall'Oscurità che si è ormai diffusa per larghissima parte del mondo, Arberrang si trova ad affrontare l'arrivo di tutte le persone in cerca di un riparo dietro le sue mura, spinte non solo dall'inarrestabile avanzamento della misteriosa magia nera ma anche dalla presenza nelle proprie terre dei Distruttori, nemici di Uomini e Varl anch'essi in fuga dalla loro casa a causa del diffondersi dell'Oscurità. Il tracollo della civiltà e del mondo è dunque imminente, ma esiste un'ultima speranza di salvezza: il secondo gruppo di Iver, guidato dalle parole dei curatori Juno ed Eyvind secondo i quali proprio nell'Oscurità risiede la possibilità di porre fine a tutto. Al varl e alla sua strana compagnia non resta quindi che addentrarsi all'interno delle terre corrotte, in una specie di imitazione di Frodo con l'Anello mentre il resto del mondo continua a difendersi a oltranza. Sulla storia di The Banner Saga 3 abbiamo già detto abbastanza e non andremo oltre, se non per dire che il gioco mantiene la promessa di dare un epilogo all'avventura che abbiamo iniziato quattro anni fa.
Il finale al quale assistiamo è legato anche alle scelte effettuate nei capitoli precedenti, ma soprattutto a quanto decidiamo di fare in The Banner Saga 3, che come ormai di consueto non si tira indietro nel metterci di fronte a bivi talvolta all'apparenza innocui, ma in grado di scatenare invece effetti piuttosto pesanti. Le scelte che facciamo toccano argomenti piuttosto maturi, stuzzicando il senso etico del giocatore sorprendendo quest'ultimo anche per la loro vicinanza al momento storico in cui ci troviamo nel mondo reale. Se tutto ciò suona un po' sibillino, giocando capirete. Per quanto riguarda l'evolversi della trama, Stoic Studio adotta in The Banner Saga 3 quella che è un po' la stessa filosofia di George R.R. Martin: nessun personaggio è davvero al sicuro e può rischiare la propria vita di fronte a una scelta sbagliata. Arrivati alla fine, ci sentiamo di dire che nel corso della trilogia i personaggi introdotti sono stati troppi. Qualcuno di essi salta fuori ogni tanto nei dialoghi, ma sembra un espediente per motivare la sua presenza tra i nostri ranghi senza dare un vero contributo alla storia. Altri invece restano solo un'alternativa per i combattimenti. Mettendo meno carne al fuoco, si sarebbe potuto dedicare più spazio ai personaggi principali.
Il gameplay: tante decisioni e combattimenti a turni
Le meccaniche di gioco di The Banner Saga 3 restano a grandi linee le stesse dei suoi due predecessori, con qualche modifica legata ai due aspetti principali in cui è diviso il gioco. Ricordiamo infatti che il gameplay della serie si divide tra la fase ruolistico-gestionale, in cui si affrontano i tanti dialoghi e ci si prende cura del proprio gruppo, e quella strategica a turni, legata invece ai combattimenti. Per quanto riguarda la prima, The Banner Saga 3 sposta l'ago della sua bilancia in maniera più netta verso il gioco di ruolo, usando le evoluzioni della trama per eliminare la necessità di badare al sostentamento della carovana. C'è quindi molto da discutere e tante decisioni da prendere, senza esitazioni da parte degli sviluppatori nel punire duramente il giocatore in caso di scelta sbagliata. Immaginiamo che queste dinamiche possano risultare frustranti per qualcuno, ma nelle intenzioni di Stoic Studio esse servono a rappresentare il senso di sopraffazione che travolge i protagonisti di The Banner Saga attraverso una fine del mondo sempre più imminente.
Passando invece al combattimento, tutto avviene come in passato: punti vita di chi attacca e armatura di chi difende sono le statistiche che determinano l'esito di un attacco, al netto di abilità particolari dei vari personaggi. Una volta raggiunto il livello undici, ognuno di essi può reclamare un titolo eroico, andando così a specializzarsi con statistiche aggiuntive in un determinato stile di gioco. Diventa così possibile specializzare in modo più accentuato figure come il cacciatore solitario, il tank che prende le mazzate per tutti, e così via. Le novità più interessanti sono legate agli scontri che avvengono nell'Oscurità, sia per quanto riguarda i nuovi nemici che incontriamo, sia per le dinamiche che li regolano. Se avete letto il nostro provato di qualche settimana fa su The Banner Saga 3 saprete di cosa stiamo parlando. Rispetto ad esso possiamo aggiungere che gli scontri fanno ora un maggiore uso degli ostacoli presenti sulla mappa, offrendo così in alcuni casi un ulteriore fattore di cui tener conto per elaborare la propria tattica. Per quanto riguarda invece la lancia Valka, introdotta per il gruppo di Iver al posto del corno che offre punti volontà, dobbiamo dire di aver provato sentimenti contrastanti: il suo avanzare in diagonale tra i nemici la rende estremamente difficile da usare, ma una volta imbeccata una linea la soddisfazione di friggere i nemici è davvero tanta. Un ultimo appunto sulla difficoltà degli scontri, un po' troppo ballerina: ci è capitato di assistere a scontri in cui si vince senza fatica, seguiti immediatamente da battaglie dove arrivare alla vittoria era davvero complicato. Questo è accaduto soprattutto nell'Oscurità, dove dopo un certo numero di turni arrivano rinforzi per i nemici che permettono loro di ribaltare le sorti dello scontro. Gli effetti di un combattimento perso sulla trama non ci hanno comunque dato l'impressione di potere avere lo stesso peso di una decisione errata nei dialoghi, ma per saperlo con certezza bisognerebbe ripassare più volte attraverso alcune fasi del gioco.
Grafica e sonoro sempre ispirati
Sul piano stilistico, The Banner Saga 3 resta un gioiello come i suoi predecessori. Anche se nell'epilogo andiamo molto meno in giro ad ammirare le meraviglie del mondo pensato da Stoic Studio, il lavoro artistico fatto dal team di sviluppo resta encomiabile per la sua particolare ispirazione, sia che si tratti di rappresentare la decadente maestosità di Arberrang e la sua disperata popolazione, sia che si debbano mostrare i meandri dell'Oscurità. Da quest'ultimo punto di vista è piuttosto interessante dare un'occhiata agli effetti della magia oscura su terre e creature che conoscevamo in precedenza, distorti dall'Oscurità. I nemici che affrontiamo in quest'ultima sono infatti Uomini, Varl e Distruttori, che al contatto con la magia sono stati assorbiti da essa e trasformati per diventare delle specie di zombie violacei. Come al solito, gran parte dei dialoghi avviene con inquadrature semi-statiche dei personaggi, mentre le scene animate intervengono solo nelle parti più rilevanti per lo sviluppo della trama. Vista la grande attesa dei fan per la fine della storia, nelle scene conclusive si sarebbe forse potuto fare qualcosina in più per descrivere l'epilogo di una storia durata quattro anni, ma non bisogna dimenticare quella che anche per The Banner Saga 3 è rimasta una natura a basso budget. Sempre ispiratissima e di grande effetto la colonna sonora firmata da Austin Wintory, un nome diventato ormai una garanzia per questo compositore affermatosi grazie alla collaborazione con Thatgamecompany. A differenza dei primi due capitoli, The Banner Saga 3 arriva con la traduzione in italiano già presente nei sottotitoli, senza obbligare il giocatore a ricorrere ad aggiornamenti esterni. Nella versione giocata per la recensione in alcuni casi la traduzione suonava un po' strana, e abbiamo dovuto fare ricorso alla lingua inglese per capire di cosa si stesse parlando nel dettaglio. Si tratta comunque di problematiche facilmente correggibili in seguito.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
- CPU: Intel Core i5-4460 @ 3,20 GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 SP1
- RAM: 2 GB
- Hard disk: 4 GB di spazio disponibile
Conclusioni
Passato ormai "l'effetto wow" del primo capitolo, The Banner Saga 3 si preoccupa principalmente di portare a compimento la storia, mettendo in secondo piano alcuni aspetti del gameplay della serie non direttamente legati all'evoluzione della trama. Lo fa con pregi e difetti, in base ai quali suggeriamo anche a chi è fan della serie dal 2014 di (ri)giocare tutti e tre i capitoli in un solo respiro. Si tratta infatti del modo migliore per abbracciare la visione degli sviluppatori per quello che è un unico racconto.
PRO
- Tiene abbastanza bene la suspense da pre-fine del mondo
- Artisticamente ispirato come sempre
- Finali multipli da esplorare...
CONTRO
- ...dai quali ci saremmo aspettati qualcosina in più
- Gameplay con poche novità e qualche sacrificio
- Rapporto causa-effetto in alcuni casi troppo punitivo