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The Coma 2: Vicious Sisters, la recensione

La recensione di The Coma 2: Vicious Sisters, un gioco horror coreano che segue gli stessi binari del suo predecessore, per un'esperienza breve, ma senza picchi

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   30/01/2020

La recensione di The Coma 2: Vicious Sisters non può che iniziare notando la profonda somiglianza del gioco con il primo capitolo, con cui condivide buona parte delle meccaniche e della struttura. Stiamo parlando sostanzialmente di un survival horror 2D in cui si guida Mina Park, una studentessa del liceo Sehawa, che si trova catapultata nel Coma, una specie di versione distorta del nostro mondo, piena dei rimpianti e delle angosce dei trapassati trasformati in manifestazioni malvagie, durante quella che doveva essere una normale serata passata a scuola in attesa di un evento astronomico molto raro, la cosiddetta Luna rossa. Sola e impaurita, Mina deve scoprire come uscire dal Coma, evitando al contempo che le creature che lo popolano la facciano fuori.

Meccaniche di gioco

In termini di meccaniche di gioco, The Coma 2: Vicious Sisters ricalca fedelmente quanto visto nel primo capitolo, pur con qualche piccola modifica. Il mondo del Coma è generalmente buio e per vedere i vari oggetti interattivi Mina deve tenere acceso un accendino magico che non si esaurisce mai. Purtroppo la luce la rende più visibile, con il rischio di attrarre le attenzioni indesiderate delle creature assassine che girano per i corridoi della sua scuola prima e degli altri scenari in cui si troverà a scappare poi. Le uniche armi di difesa di Mina contro i nemici sono la fuga, i nascondigli, che attivano degli eventi interattivi che, se falliti, possono comportare la morte della ragazza, e delle fialette al peperoncino che possono evitarle una morte certa nel caso in cui sia catturata.

The Coma 2 Vicious Sisters 06

In verità, girando per i livelli s'incontrano anche dei nemici fissi che funzionano tipo trappole, come ad esempio dei cadaveri sdraiati a terra dotati di artigli prodigiosi, che vanno semplicemente schivati consumando un po' di stamina (si recupera bevendo acqua). Nel caso in cui Mina venga colpita perde una o più delle sue barre di energia, che può ripristinare mangiando gli snack dei distributori automatici sparsi per le mappe. Quando invece viene solo ferita, può usare delle fasciature per non perdere energia. Da notare che l'inventario ha pochissimi slot per trasportare gli oggetti consumabili (all'inizio solo quattro), quindi il gioco impone spesso di scegliere cosa prendere e cosa lasciare.

Orrore e grafica

Meccaniche survival a parte, il gameplay di The Coma 2: Vicious Sisters si presenta come quello di un normalissimo gioco di avventura, in cui il giocatore passa il tempo a esplorare lunghi corridoi e a schivare nemici, cercando di raggiungere gli obiettivi di volta in volta indicati.

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Oltre agli oggetti chiave per la missione e ai consumabili, in giro per i livelli si trovano una buona quantità di documenti che permettono di farsi un'idea sul retroterra della storia. Purtroppo uno dei punti deboli del gioco di Devespresso è proprio il suo lato narrativo, davvero debole. La trama è piena di cliché e ricalca in un certo modo quella di moltissimi altri horror, tanto da essere davvero prevedibile in alcune sue parti se si è dei fan del genere. Detto questo, l'idea del mondo parallelo distorto, pur non originale, poteva essere anche interessante, ma l'impianto filosofico che la sorregge è davvero debole tanto da risultare a tratti infantile. La protagonista stessa è caratterizzata in modo banalotto: è la classica studentessa insicura che nel corso dell'avventura trova la forza per affrontare le sue paure. I dialoghi non aiutano in tal senso, perché non ci provano neanche a volare alto, fermandosi spesso alla didascalicità pura. Del resto non c'è nemmeno molto tempo per approfondire alcuni aspetti, visto che si arriva alla fine del gioco nel giro di sette ore scarse.

A funzionare abbastanza bene è invece la parte più prettamente horror: il fatto che gli stalker possano apparire in qualsiasi momento fa stare sempre sul chi vive e accendere la luce per esplorare uno scenario trasmette un forte senso d'inquietudine, che si trasforma in paura vera e propria quando si percepisce l'arrivo di qualcosa o qualcuno.

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Del resto il modo in cui The Coma 2: Vicious Sisters costruisce la tensione è ripreso di sana pianta dal primo episodio, dove già funzionava egregiamente, quindi gli sviluppatori non potevano proprio sbagliare.

Dal punto di vista tecnico il titolo di Devespresso è in linea con la versione rimasterizzata del primo episodio. Lo stile visivo è quello di un manga, ma la qualità dei disegni è altalenante. Ce ne sono alcuni ottimi, mentre altri presentano figure e movenze sgraziate, soprattutto nelle sequenze d'intermezzo, tanto da far pensare a un lavoro amatoriale. Stesso discorso per le animazioni in gioco, alcune molto buone, altre non proprio. Diciamo che in linea di massima ci si può accontentare, visto che parliamo di un'indie venduto a circa quindici euro, ma il confronto con un titolo come Detention di RedCandleGames, sempre indie, è abbastanza impietoso. Sarà per Coma 3.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (4)
8.1
Il tuo voto

The Coma 2: Vicious Sisters è un titolo a tratti riuscito, ma a tratti incapace di capitalizzare sul successo del predecessore per proporre qualcosa non tanto di diverso, quanto di migliore. Ci troviamo quindi di fronte a un survival horror con delle discrete meccaniche esplorative e adventure (è molto semplice), che pecca dal punto di vista narrativo, non riuscendo mai a sconvolgere veramente. Forse il suo peggior difetto è proprio quello di passare senza lasciare traccia: lo si finisce in poche ore e lo si dimentica quasi subito.

PRO

  • Costruzione della tensione riuscita
  • Le meccaniche sono più o meno quelle del primo episodio
  • Finché dura, esplorare ed evitare gli stalker intrattiene

CONTRO

  • La storia è telefonatissima
  • Le meccaniche sono più o meno quelle del primo episodio
  • Alcuni disegni sono davvero sgraziati
  • Non lascia traccia