Sulla scia del suo più grande successo, Marvel's Spider-Man, Insomniac Games sviluppa un gioco per la realtà virtuale decisamente avvincente ma che non sembra crederci fino in fondo. Scopriamo com'è andata con la nostra recensione di Stormland. Questo non è un gioco per la realtà virtuale qualunque: si tratta del primo tentativo da parte di Insomniac Games di sfruttare questa tecnologia, di una software house quindi già ben radicata e in grado negli ultimi venti anni di sviluppare un grandissimo numero di successi, da Spyro the Dragon a Ratchet & Clank, passando per il più recente Sunset Overdrive fino ad arrivare all'ultimissimo Marvel's Spider- Man su PlayStation 4. Come forse già saprete, dopo l'enorme successo di quest'ultimo gioco, la compagnia è stata acquistata da Sony e lavora oggi in esclusiva, ma prima di questo importante avvenimento, Insomniac ha avuto il tempo per tirar fuori dal cilindro magico Stormland, una nuova preziosa esclusiva Oculus.
Il mio nome è Vesper
Il gioco Insomniac ci ficca negli ingranaggi di un agile robot chiamato Vesper che si risveglia, mezzo rotto, nell'atmosfera rarefatta di Stormland; questo è infatti sia il nome del gioco che di questo etereo pianeta, utilizzato nel passato per costruire un monumentale apparato tecnomessianico. Chissà quante era fa, ma potrebbero anche essere settimane, su Stormland è accaduto qualcosa di irreparabile: terremoti, esplosioni, e un esercito di robot di invasori che ne hanno subito preso il controllo. Ma Vesper e quelli come lui sono ancora vivi, non tanti ma abbastanza per sperare di sovvertire la situazione. E poi Vesper siamo noi, e noi siamo i clienti che hanno sempre ragione, come cantano nella sigla di Daltanius: extraterrestri via, da questa terra mia, togli le zampe o ce le lascerai. Ed è così che andrà, ma prima sarà necessario indossare il nostro Oculus preferito e i suoi controller!
Un po' come volare
Dopo aver riparato Vesper, inizieremo ad esplorare questo strano mondo composto essenzialmente da piccoli isolotti che emergono da una fitta coltre di nubi. Per spostarci da una zona all'altra, potremo letteralmente surfare su questa morbida superficie, quasi come fosse sabbia in continuo movimento: è necessario anche mettersi in posizione, spingendo le braccia in avanti per acquistare velocità. Inizialmente l'approccio è impacciato, ma dopo un po' le cose miglioreranno rendendo ogni spostamento un'attività piuttosto divertente, d'altronde stiamo parlando di un gioco Insomniac, e il pedigree non può che emergere nella dinamicità di ogni movimento. Con un Vesper full optional, oltre scivolare tra le nuvole, sarà possibile planare saltando nel vuoto, addirittura volare, oltre che arrampicarsi praticamente su ogni superficie. Questa ampia gamma di possibilità moltiplica i modi in cui è possibile "ripulire" ciascuna zona, specialmente quando questo implicherà il combattimento con i diversi robot nemici. È possibile per esempio salire sul retro di una struttura per planare contro gli avversari in modo da coglierli di sorpresa, avvicinarsi di soppiatto a un altro robot per rubargli il medikit alla cintura e subito dopo colpirlo con un mega pugno d'acciaio spendendolo nell'ignoto, crivellare di colpi con due mitragliette contemporaneamente tre droni piuttosto aggressivi e balzare in volo gettandosi da una scogliera. E questi sono solo i primi esempi che ci tornano in mente nella nostra breve ma intensa partita. Sì, breve, avete letto bene e non è certo un ammissione di colpa: breve perché Stormland dura veramente poco, anzi ci sono giochi che durano poco ma che ti fanno sentire sazio mentre questo finisce già tirandola un po' per le lunghe. È brutto quando ti sei finalmente acclimatato, te la stai godendo alla grande e godi ancor di più pensando a cosa ci sarà dopo, e il gioco si sta già avviando alla fine. Stormland è essenzialmente come un Far Cry in cui gli avamposti sono il vero fulcro del gioco: naturalmente ci sono altre isole da esplorare, da visitare se si punta a raccogliere tutti gli upgrade dedicate alle armi e alle skill di Vesper, ma per andare avanti bisogna liberare delle aree specifiche: una nel primo livello, due nel secondo e tre nel terzo. C'è poi un ulteriore area chiamata Terminus dove saremo chiamati a recuperare sei chiavi (le prime tre da tre isole diverse e le ultime da una fortezza) da inserire di volta in volta in un meccanismo che ci porterà ai titoli di coda e all'endgame.
In due è sempre meglio
Come struttura non è affatto malvagia, peccato che sia così ripetitiva anche nella sua breve durata. Fortuna che ci sono due cose piuttosto interessanti e che rendono Stormland quel pizzico più prezioso di quanto non possa apparire: intanto c'è la coop, e giocare in due con la VR è davvero troppo divertente, specialmente in questo contesto, e poi per chi ha finito il gioco c'è il Ciclo. Invece che ogni mese come nella realtà, il Ciclo di Stormland cambia l'umore del gioco ogni settimana: con nuove isole che emergono dalle nuvole, le vecchie che mutano leggermente di forma, e un nuovo posizionamento di upgrade e nemici. Da quel che abbiamo potuto vedere, è una mutazione lenta più che un radicale cambio nella costruzione di ciascun livello, ma rimane innegabilmente una buona idea che meriterebbe di essere sfruttata meglio. Tecnicamente Stormland è estremamente piacevole, con qualche intuizione artistica, come i banchi per la customizzazione e la vegetazione aliena, davvero molto affascinanti, inoltre è dotato di diverse interazioni molto fisiche e capaci di restituire davvero un buon feedback, specialmente quando andremo a manipolare la nostra attrezzatura.
Conclusioni
Un gioco divertente ma anche ripetitivo, breve nonostante sia potenzialmente infinito. Stormland soffre di questa duplice personalità che lo rende una sorta di incompiuto, affascinante ma non in grado di soddisfare fino alla fine. E dura soltanto cinque e poco più ore.
PRO
- Grandi potenzialità
- C'è la coop!
- Endgame interessante
CONTRO
- Brevissimo
- Ripetitivo