Tutti dobbiamo fare i conti con lo scorrere del tempo. Qualsiasi cosa accada, la vita va avanti inesorabile. Le persone cambiano, le situazioni evolvono, e talvolta l'esistenza stessa assume pieghe del tutto inaspettate o inevitabili. L'effetto "sliding doors" è sempre dietro l'angolo. Ci guarda beffardo, in attesa che venga pronunciata la fatidica domanda: "e se potessi tornare indietro, che cosa accadrebbe?". Ma ciò che nella vita reale si rivelerebbe semplice tempo sprecato, ode al latte versato, nel mondo dei videogiochi può talvolta influire costruttivamente sulla narrazione e non solo. In alcuni casi, infatti, l'ineluttabilità del tempo che scorre è servita come input anche dal punto di vista interattivo. Il primo esempio che ci sovviene - forse anche quello per eccellenza - è Braid, ma vale la pena ricordare anche titoli come Singularity, Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo, Life is Strange, e perché no, pure il geniale livello di Dishonored 2 ambientato nella villa di Aramis Stilton. A suo modo, ognuno di questi approcci trae origine da un desiderio ancestrale dell'essere umano: quello di venire meno a una regola immutabile dell'esistenza. In direzione analoga si muove anche The Gardens Between: la graziosa avventura a base di puzzle sviluppata da The Voxel Agents rielabora e fa proprio il tema del tempo, con un approccio tutto sommato semplice ma ben congegnato. Con l'arrivo sul mercato dell'edizione per Nintendo Switch, disponibile già da qualche settimana sull'eShop, abbiamo colto la palla al balzo per scriverne la recensione, ed ecco le nostre impressioni.
Un puzzle game in cui i ricordi vanno ricostruiti
The Gardens Between è un'opera in cui il tema portante della storia ruota attorno al concetto di amicizia. Arina e Frendt vengono proiettati in una realtà alternativa e surreale, dove la ricostruzione dei ricordi avviene controllando il fluire del tempo. La dimensione fortemente onirica che contraddistingue ciascun livello in cui il giocatore deve immergersi viene scandita dalla moltitudine di oggetti appartenuti alla vita quotidiana dei due giovani. Una bicicletta, una console da gioco e un pc, una casa sull'albero o un registratore di musicassette: tutto risponde a uno specifico scopo, ed è lì perché in qualche modo fa parte del percorso che ha legato a doppio filo i due protagonisti nella prima parte della loro vita. E così Arine e Frendt si imbarcano in un viaggio carico di sentimenti, dove i ricordi rimasti scolpiti nella memoria si alternano a tutti quei momenti che, loro malgrado, dovranno lasciarsi alle spalle. La storia raccontata in The Gardens Between non si serve di dialoghi: la rappresentazione visiva, affidata a quei fugaci fotogrammi sbloccabili dopo aver portato a termine ciascuna sezione del gioco, è l'unico strumento di cui si sono serviti gli sviluppatori. Gli scatti hanno per l'appunto la funzione di ricostruire il rapporto che unisce i due personaggi: un legame nato in tenera età, forgiato dal fatto di essere cresciuti assieme, giorno dopo giorno, evento dopo evento. A sostenere l'esperienza di gioco ci pensa anche la riuscita colonna sonora, che con discrezione e un certo tatto riesce ad alimentare quel genuino senso d'indagine che si fa strada, un passo alla volta, dopo aver completato ogni singolo percorso.
Il tempo scorre e non s’arresta un’ora… o forse no!
L'avventura rappresentata in The Gardens Between non prevede di controllare direttamente i due ragazzi che ci si trova di fronte, ma lo scorrere del tempo. Muovendo la levetta sinistra del pad, verso destra o verso sinistra, si riesce a intervenire sul flusso degli eventi, andando a modificare la posizione o la funzione di alcuni oggetti, sbloccando leve, pulsanti o passaggi che a prima vista sembrerebbero essere preclusi. Durante il viaggio i destini dei due protagonisti sono connessi: proprio perché il giocatore non è in grado di gestirne i movimenti in modo diretto, essi devono per forza di cose spostarsi assieme, dirigendosi in avanti o indietro su un sentiero obbligato ma ancora da interpretare. Arina può trasportare una lanterna, al cui interno viene ospitata una piccola sfera luminosa. Questa luce si rivela indispensabile per progredire verso la fine di ogni livello. Frendt, per contro, è incaricato di attivare specifici pulsanti con i quali può andare a modificare il posizionamento o lo status di vari oggetti situati nelle vicinanze.
Combinando le prerogative di entrambi i personaggi si può quindi intervenire in concreto su quanto accade, rielaborando il percorso predefinito fino a individuare quella che può essere l'unica combinazione vincente. Ciascun livello viene concepito come una sorta di piccola isola indipendente e a sé stante. L'inquadratura scorre in senso orario e antiorario, trasmettendo quel senso di ciclicità che è per l'appunto a fondamento dell'esperienza ludica offerta. Le efficaci musiche di sottofondo accompagnano l'incedere del tempo, scandendo ogni situazione senza mai finire sopra le righe ma nemmeno perdere di incisività. Tenendo conto del fatto che i puzzle sono stati bilanciati a dovere, tutto scorre con tonalità rilassate e con una certa grazia, al punto da invogliare il giocatore a completare il percorso a piccole dosi e senza fretta. Servono senz'altro un pizzico d'intuizione e di pazienza, ma dopo aver compreso l'approccio del gioco, i livelli si avvicendano uno dopo l'altro senza risultare mai eccessivamente scontati o viceversa fastidiosamente frustranti.
Conclusioni
Nella sua semplicità, The Gardens Between ci ha conquistato e ha saputo regalarci alcuni momenti di gioco di qualità. Pur presentando una longevità limitata, il titolo ideato da The Voxel Agents dimostra di possedere un'identità delineata, proponendo pochi elementi ma ben congegnati. The Gardens Between è dunque una divertente avventura a base di puzzle, che peraltro ci è parsa ulteriormente valorizzata se fruita a piccole dosi su Switch: ciascun rompicapo può essere affrontato in una manciata di minuti e a nostro avviso si sposa particolarmente bene con le sessioni in mobilità. Consigliato a occhi chiusi a chi apprezza ritmi lenti e ragionati.
PRO
- Dinamiche puzzle stimolanti
- La struttura del gameplay viene valorizzata su Nintendo Switch
- Colonna sonora azzeccata ed efficace
- Atmosfera semplice ma riuscita
CONTRO
- Si completa in breve tempo
- Alcuni livelli sono congegnati meglio di altri