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Warhammer 40,000: Mechanicus, la recensione

Uno strategico a turni ambientato nel mondo di Warhammer 40,000: vale la pena ributtarsi nell'universo di Games Workshop? Scopriamolo nella recensione di Warhammer 40,000: Mechanicus.

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   17/07/2020

Nella tetra oscurità del un lontano futuro c'è solo la guerra, e i prodotti di Warhammer 40,000 realizzati su licenza, con buona probabilità. Da qualche anno a questa parte infatti, Games Workshop non si è curata poi più di tanto di preservare la proprie proprietà intellettuali regalando la possibilità a tantissimi studi di sviluppo di accedere a storie e personaggi dall'inestimabile valore commerciale. Il brand di Warhammer è infatti conosciuto in tutto il mondo, e l'atmosfera propria dell'intero universo relativo all'hobby ha fatto si che potesse essere declinata in ogni genere videoludico esistente. Abbiamo visto action di buona qualità con Space Marine, hack 'n' slash lenti e ragionati come Inquisitor Martyr, RTS di prim'ordine come i primi due Dawn of War e anche strategici basati su statistiche e numeri come Sanctus Reach diventare ben più che semplici titoli su licenza, quanto piuttosto produzioni capaci di camminare con la sola forza delle proprie game. Bulwark Studios cerca allora di infilarsi in una nicchia di mercato già abusata per questa ambientazione ma con qualche scintilla in grado di accendere la miccia dell'interesse.

La recensione di Warhammer 40,000: Mechanicus parla in questo caso di uno strategico a turni che vede stranamente sparire dalla scena gli space marine, di cui francamente un po' ci eravamo anche stancati, per lasciare spazio a due razze incredibilmente profonde e interessanti come gli Adeptus Mechanicus, ovviamente, e i nefasti Necron. Dopo un lancio di successo su PC, il titolo torna oggi in una nuova edizione comprensiva anche del DLC Heretek, cercando un adattamento per la tecnologia casalinga umana.

A caccia di servoteschi

Le due fazioni coinvolte, benché non siano tra le più giocate nell'edizione fisica di Warhammer 40,000 hanno un background di tutto rispetto e fondano le loro radici nel passato più oscuro del quarantunesimo millennio. Prenderete il controllo di alcuni di personaggi estremamente stravaganti ma che racchiudono alla perfezione il cuore pulsante di Warhammer, in un perfetto mix di religione, tecnologia e blasfemia. L'Adeptus Mechanicus è infatti alla continua ricerca di tecnologia aliena da studiare e con la quale aumentare il proprio potere, sentendosi però obbligata, come fazione, a dover rispettare il volere dell'Omnissiah - il dio macchina. Incappare così in una tomba Necron sarà il motivo scatenante di una nuova guerra, con le vostre decisioni che potranno velocemente cambiare le sorti e il morale delle truppe sul campo di battaglia.

La storia, ma soprattutto la narrazione degli eventi, di Mechanicus è uno dei punti più forti della produzione e il racconto vi assorbirà a tal punto da essere da solo uno stimolo più che sufficiente a proseguire nel gioco per cercare di arrivare al suo termine. Non capita spesso insomma di sentirsi spinti a proseguire in un gioco del genere per il modo di raccontare gli accadimenti ma qui, tutti gli appassionati, troveranno davvero ciò che cercano. Così, immedesimandoci nei tecno preti di cui otterremo pieno controllo, verremo spinti a scrutare ogni anfratto degli oscuri livelli che ci attendono, in cerca di conoscenza e non morte. La fede, si sa, è poi interpretabile e il confronto tra le varie vedute dei Tecno Preti sul culto dell'Omnissiah darà vita a dialoghi interessanti e scontri di pensieri che lasciano al giocatore la corretta via da perseguire, con i risvolti applicati alle battaglie successive.

Mechanicus Release 04

Purge the Xenos

Dall'esplorazione e dai dialoghi si passa poi al combattimento, strategico a turni. Da una semplice plancia di comando avremo una visione aerea dell'area di gioco e una scacchiera su cui muovere i nostri soldati. La struttura è abbastanza classica e ricorda molto da vicino titoli come Xcom o Mutant Year Zero, rinunciando però alla valanga di statistiche e numeretti che da sempre fanno la gioia degli appassionati del genere. C'è insomma molto meno matematica in questa produzione rispetto a quello che vi potreste aspettare e il grosso del lavoro lo farà dunque la strategia, il posizionamento e la gestione degli ordini di attacco, visto che anche le coperture sono state abolite quasi del tutto.

Ogni tecno prete è però dotato di equipaggiamento vario, che può essere cambiato da missione in missione, e anche da abilità che vi permetteranno di adottare diverse strategie per raggiungere i vari obiettivi. Nel complesso il tutto funziona a dovere anche se tutte queste semplificazioni alla formula rischiano di rendere Mechanicus un semplice esercizio di forma per chi gli strategici li mangia a colazione. Completando livelli acquisiremo poi punti esperienza utili per sviluppare e far salire di livello il fulcro della vostra armata, così da cambiarne aspetto riflettendo le varie modifiche tecnologiche e mostrando al mondo alieno il vero potere della tecnologia. Il titolo porta in dote un buon comparto tecnico con animazioni che fanno il loro dovere senza però mai impressionare ed è accompagnato da musiche d'atmosfera che non annoiano mai, nemmeno durante i lunghi turni di pianificazione.

Mechanicus Release 09

Conclusioni

Multiplayer.it
7.5
Lettori (5)
7.9
Il tuo voto

Warhammer 40,000: Mechanicus arriva su console con un pacchetto completo e soddisfacente. Se amate l'ambientazione e soprattutto la fazione degli Skitarii il titolo si presta ad offrirvi un racconto eccellente di questa armata, andando ad appoggiarsi ad un gameplay forse non particolarmente rifinito in termini di meccaniche ma capace di regalare ore di gioco intense. Menzione d'onore per i personaggi, sopra le righe e caratterizzati in maniera divina: un vero must have per i servitori dell'Omnissiah, una piacevole distrazione per gli altri infedeli.

PRO

  • Dialoghi eccellenti
  • Meccaniche di gioco non punitive come su Xcom

CONTRO

  • Manca un po' di profondità
  • Graficamente si poteva osare di più