Oculus si dà all'horror e lo stesso facciamo noi con la recensione di Wraith: The Oblivion - Afterlife per Quest 2 e Rift. Firmato Fast Travel Games, software house fondata da veterani del settore come l'ex EA DICE Erik Odeldahl, questo nuovo gioco promette atmosfere spettrali e una forte dose di elegante e ben calibrata paura.
Niente cosiddetti "jump scares", non gioca sporco Wraith: The Oblivion - Afterlife, non tradisce la fiducia dell'utente con trucchetti di bassa lega. Ce lo aveva promesso il director del gioco, e così effettivamente è stato. Questa scelta pone l'esperienza in una posizione vantaggiosa: è un horror che non esagera, ma che ti mette costantemente a disagio, non ti fa mai sentire davvero al sicuro. Per questo stesso motivo, in Afterlife non vi ritroverete mai davanti a veri e propri combattimenti, situazioni nelle quali chi non ha grande manualità potrebbe sentirsi tanto indifeso quanto frustrato, fino ad abbandonare il gioco. Senza dubbio ci troviamo davanti a un prodotto estremamente equilibrato, creato in questo modo probabilmente per abbracciare il variegato pubblico di Oculus Quest. Ciò non vuol dire che il lavoro di Fast Travel Games non sia adatto ai giocatori più scafati, ma chi cerca azione e adrenalina forse è meglio che si rivolga altrove, dalle parti del bellissimo Walking Dead Saints & Sinner per esempio.
Nascosti nel buio
Wraith: The Oblivion - Afterlife è incentrato sullo stealth, l'arte del nascondersi, più che su pugnali e mitra da maneggiare con perfetta precisione, come fin troppo spesso accade. Per noi è assolutamente un bene: le esperienze migliori con gli horror in realtà virtuale le abbiamo provate proprio nei momenti in cui siamo stati costretti ad agire in silenzio, senza farci notare. In questo caso, il gioco riconosce il nostro posizionamento con sufficiente precisione per permetterci di farlo anche nella realtà: per nasconderci dietro una scrivania nel gioco, potremo semplicemente accucciarci nella realtà, senza l'obbligo di premere un pulsante che è comunque presente, per chi non potrà permettersi questa immersività. Afterlife si può tranquillamente anche giocare da seduti, ma non c'è storia: in piedi, usando tutto il corpo, è proprio ciò che rende davvero magica la realtà virtuale. Inutile dire che con la libertà concessa dal Quest 2, questo approccio è ancora più consigliato e divertente, vale insomma da solo la perdita di dettaglio grafico rispetto alla versione Pc. Poi lavora molto bene sul sonoro, e spesso si ha davvero la sensazione di avere qualcuno che ti sussurra in orecchio, o l'apparente certezza di aver sentito qualcosa muoversi in un angolo buio della camera in cui ci si trova.
Intrappolati con un ombra
Buona parte del gioco la passeremo proprio a nasconderci, a camminare lentamente e senza fare rumori che potrebbero attirare l'attenzione delle figure spettrali che incontreremo. Potremo anche avvalerci di oggetti come suppellettili, da tirare in giro per attirare l'attenzione di ogni possibile minaccia. Un ruolo importante lo avrà anche una vecchia macchina fotografica sulla quale ben presto metteremo le mani: l'oggetto ci permetterà di immortalare determinati angoli della magione, in modo da sbloccare dei ricordi che arricchiranno gli elementi che compongono la ricca trama di Wraith: The Oblivion - Afterlife. Alla macchina fotografica si aggiungerà presto anche un flash vecchio stile, da utilizzare per illuminare i dintorni sia con la sua fioca luce perenne che con dei veri e proprio flash che ci permetteranno di vedere con chiarezza, anche se solo per pochi istanti, l'ambiente che ci circonda. Man mano che metteremo mani su nuovi poteri ed attrezzature, potremo accedere a nuove porzioni di questa decadente villa californiana, in una struttura che non può che ricordare quella di un semplice ma ben congegnato "metroidvania".
World of Darkness
Wraith: The Oblivion - Afterlife ha questo bruttissimo nome (sembrano i titoli di tre diversi giochi!) perché è costruito attorno a una licenza comunque di grande spessore: Wraith è la parte demoniaca del World of Darkness della White Wolf di cui fa parte il più famoso Vampire The Masquerade. Come ci si aspetterebbe, la narrativa del gioco ha ritmi dilatati e tematiche piuttosto adulte: vi basti sapere che Afterlife inizia praticamente con la nostra morte. Una volta tornati in vita, guidati dall'ombra che si affianca ad ogni persona che ha vissuto questa scioccante esperienza, dovremo muoverci per la casa di questo regista di Hollywood cercando di capire cosa è successo e quali segreti si celano tra queste inquietanti mura. Non troveremo quindi i classici NPC con i quali interagire ma soltanto manifestazioni impalpabili delle persone che sono passate per quella casa, che con i loro racconti e dialoghi faranno man mano luce sull'accaduto. Soluzione già vista in altri titoli, che mette il giocatore in un ruolo forse un po' troppo passivo per la realtà virtuale. Ma questo è soltanto un piccolo neo di un prodotto che è chiaramente realizzato da gente che sa quel che fa, e ci tiene a farlo bene.
Conclusioni
Wraith: The Oblivion - Afterlife non sarà un prodotto che rimarrà nella storia per la sua grafica o le sue idee, ma è senza dubbio un gioco che merita di essere provato, soprattutto se avete un Quest 2 affamato di nuove esperienze. Con la sua ottima atmosfera, i semplici puzzle e l'enfasi posta sull'esplorazione, le sei ore necessarie per portarlo a termine volano via con estremo piacere. E poi è anche sottotitolato in italiano, cosa che non accade sempre con i giochi per la VR.
PRO
- Ottima atmosfera
- Buonissima la trama
- Ti senti costantemente in pericolo
CONTRO
- Fa troppo affidamento sui dialoghi tra gli NPC...
- ... e si rimane troppo spesso in piedi ad aspettare che finiscano
- La grafica è sufficientemente buona, ma pecca un po' nello stile