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Wreckfest, la recensione

Il "next car game" di Bugbear è finalmente disponibile nella versione completa su PC: ecco la nostra recensione

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/06/2018

Si sentiva davvero il bisogno di un titolo come Wreckfest. Il gioco di guida di Bugbear, finalmente disponibile in versione completa su PC (gli utenti PlayStation 4 e Xbox One dovranno attendere ancora un po'), riprende situazioni, atmosfere e meccanismi che sembravano perduti nel tempo, all'epoca in cui il disco demo allegato alla prima PlayStation veniva letteralmente consumato nel tentativo di concludere nella maniera migliore quella sessione di Destruction Derby tanto breve quanto entusiasmante. L'esperienza offerta dal gioco non si limita però alle gare di demolizione, consegnandoci una struttura solida e sfaccettata, che include svariate tipologie di corse e un sistema di progressione che non lascia nulla al caso, incardinato in una cornice fatta di punti esperienza, sfide, classi di veicoli e upgrade di qualsiasi genere. Alla base di tutto c'è però l'eccellente motore grafico realizzato da Bugbear, caratterizzato da una straordinaria capacità di rendere in maniera realistica gli impatti, deformando carrozzerie, distruggendo braccetti e trasformando la distruzione nella vera protagonista di Wreckfest, pur nel suo essere talvolta un elemento semplicemente complementare all'azione.

Le modalità di gioco, dalla demo alla versione completa

Il percorso che ha portato Wreckfest a debuttare in versione completa su Steam è iniziato molto tempo fa, nella fattispecie nel 2013, quando gli sviluppatori hanno pubblicato una prima demo per dimostrare il grado di distruttività e l'ottimo motore fisico garantiti dal loro titolo. Parliamo dunque di quasi cinque anni di sviluppo a stretto contatto con gli utenti, un periodo certamente non breve ma che ha consentito ai ragazzi di Bugbear di migliorare e arricchire in modo sostanziale il gioco, costruendo attorno al concetto di partenza un set di contenuti non indifferente. Abbiamo infatti una modalità carriera composta da cinque campionati, ognuno con un numero variabile di eventi; ventidue tracciati con due o più configurazioni ognuno, pensati per i demolition derby o le corse di tipo tradizionale.

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E poi una grande abbondanza di veicoli, divisi per categorie (dalle muscle car alle compatte, dalle microvetture ai truck, passando per i tosaerba e gli... autobus), che è possibile potenziare sbloccando o acquistando nuovi componenti per migliorare le caratteristiche di accelerazione, velocità massima, maneggevolezza e resistenza agli impatti, ma anche il lato estetico montando ruote e accessori differenti o cambiando la verniciatura. Aspetti che rientrano in un sistema di progressione molto solido, che prevede il rilascio di esperienza e di crediti a ogni buon piazzamento, consentendoci di accedere a nuove gare solo quando avremo raggiunto un determinato numero di punti. Completano il quadro la modalità libera e il multiplayer online, che consente fino a ventiquattro utenti di sfidarsi all'interno di lobby predefinite o create da zero, dando sfogo alla propria voglia di competere e di mettere fuori gioco gli avversari non solo sul piano prestazionale, ma anche e soprattutto fisico, speronando gli altri piloti ogni qual volta sia possibile. La nostra esperienza in tal senso è stata molto buona: il matchmaking è veloce, le partite non soffrono di problemi dovuti all'eccessiva latenza e lo spirito stesso dell'esperienza porta a divertirsi un bel po', senza badare troppo alle regole.

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Gameplay: spacco tutto, ma con stile

Oltre a una struttura molto solida e a una progressione ben cadenzata, che sblocca gli eventi man mano che guadagniamo esperienza, Wreckfest può contare anche su di un ottimo gameplay, anch'esso migliorato e rifinito durante la lunga fase di accesso anticipato. Le vetture presenti nel gioco sono equipaggiate con il tradizionale cambio a quattro rapporti e la guida pone una grande enfasi sulle derapate, che è possibile attivare agendo sul pulsante B del controller di Xbox 360 per affrontare le curve più strette senza perdere velocità. Utilizzare le marce automatiche può però vanificare i nostri sforzi in tal senso: lanciata in sovrasterzo, l'auto tende a rimanere bassa di giri ed è in quel momento che gli avversari possono approfittarne per riprendersi la testa della corsa. Meglio dunque optare fin da subito per il cambio manuale, giocando più con quello che con il freno a mano, al fine di tenere il motore sempre sulle spine ed evitare di uscire dalle curve spompati, così da lanciarci rapidamente verso gli eventuali rettifili.

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Naturalmente nei demolition derby le priorità cambiano radicalmente, e così diventa necessario montare dei rinforzi che rendono l'auto più lenta ma anche più resistente, evitare impatti multipli che danneggino troppo la carrozzeria e optare per un approccio conservativo, guardando gli avversari che si scannano mentre gli giriamo intorno: una strategia che paga, sebbene dopo un tot di secondi senza urti si finisca per subire una squalifica automatica. È tuttavia interessante notare come l'impianto messo a punto da Bugbear funzioni bene in entrambi i casi, ponendo la distruzione al centro della scena o lasciandola un po' in disparte: un elemento che si intreccia con l'alto grado di interazione dei tracciati, dotati di barriere, pneumatici, staccionate che è possibile fare a pezzi ma anche di zone più dure, su cui non è davvero il caso di schiantarsi.

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Il realismo visivo dei danni ai veicoli può essere coniugato a una maggiore incidenza sulle prestazioni tramite l'apposita opzione, ma crediamo che lo spirito di Wreckfest alla fine sia quello che ritroviamo nelle impostazioni di default, al servizio di un'impronta nettamente arcade e del puro divertimento piuttosto che della plausibilità delle situazioni. Rientra in quest'ottica anche l'intelligenza artificiale degli avversari, che con i parametri di default si rivela cattiva solo in poche situazioni, cercando lo scontro o provando a farci incastrare in qualche muro per rallentarci, sebbene non manchino incidenti catastrofici che si sviluppano sullo sfondo, in modo del tutto spontaneo e credibile. Alla fine dei conti parliamo di un'esperienza molto diversa rispetto a FlatOut o Ridge Racer Unbounded, più ragionata e consistente, dotata di una personalità precisa che non fa dell'alta velocità il proprio focus.

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Una bella grafica

Pur non potendo vantare la ricchezza visiva dei simcade più blasonati, la grafica di Wreckfest non si fa mancare nulla e offre uno spettacolo di tutto rispetto. Naturalmente siamo partiti avvantaggiati, potendo godere dell'esperienza a 2160p e sessanta frame al secondo fissi, con tutte le impostazioni al massimo, grazie all'uso di una potente GTX 1080 Ti; ma, come detto, il gioco risulta ben scalabile anche su configurazioni meno sofisticate, viste le tante opzioni disponibili. Oltre alla risoluzione e alla sincronia verticale è infatti possibile regolare la qualità delle texture e del relativo filtro, le ombre, i riflessi, l'erba, gli effetti, il motion blur e l'antialiasing, quest'ultimo a scelta tra FXAA e MSAA. Le opzioni si estendono però anche ai controlli, con tutti i comandi riposizionabili e, su controller, la possibilità di modificare l'intensità del feedback, la sensibilità e la zona morta dello sterzo, ma non solo.

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Tornando al comparto visivo, il lavoro svolto da Bugbear risulta in generale davvero apprezzabile, anche se un po' privo di varietà. La parte del leone viene ovviamente svolta dai modelli poligonali deformabili e dalla tecnologia alla base di questa feature, molto ben implementata, senza dubbio fra i migliori esempi attualmente in circolazione quando si tratta di vetture danneggiabili, che perdono letteralmente pezzi a seconda dell'impatto e si piegano, riducendosi a patetici pasticci di lamiere nei casi più eclatanti. Sarebbe stato bello avere un meteo dinamico, condizioni climatiche variabili e qualche dettaglio in più (vedi la visuale dall'abitacolo senza guidatore visibile), ma questo aspetto risulta se non altro funzionale all'azione. Per quanto riguarda il sonoro, alcuni rombi risultano meno credibili di altri e, in generale, la pur gradevole colonna sonora rock passa costantemente in secondo piano rispetto agli effetti, ma per fortuna i livelli possono essere regolati.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 6600K @ 4,2 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core 2 Duo da 2,7 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 460, AMD Radeon HD 6850
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Hard disk: 15 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 da 3 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970, AMD Radeon R9 380X
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 15 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8, Windows 10

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 44,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (22)
8.4
Il tuo voto

Wreckfest è un ottimo racer arcade a base di derapate, vetture di grossa cilindrata e scontri spettacolari, che non si fa mancare neppure buffe parentesi ispirate a qualche episodio di Top Gear fra tosaerba, autobus e auto a tre ruote. L'obiettivo di Bugbear era quello di creare un'esperienza immediata, divertente e ricca di contenuti, e si può dire che sia stato raggiunto appieno, se consideriamo il gameplay solido e consistente, la struttura ricca di eventi con un sistema di progressione molto ben fatto, il piacevolissimo multiplayer online e i numeri di tutto rispetto in termini di vetture e tracciati che il titolo mette a disposizione. I nostalgici di un certo tipo di giochi di guida troveranno un prodotto notevole a cui dedicare le proprie attenzioni, sebbene privo di idee innovative, estremismi tecnologici o grande personalità sul fronte visivo.

PRO

  • Un racer arcade solido e divertente
  • Carriera corposa, tante vetture e tracciati
  • Danni e fisica eccellenti...

CONTRO

  • ...ma visivamente è un po' monotono
  • Non inventa nulla di nuovo
  • Alcuni aspetti andavano curati di più