ZERO Sievert è un progetto ambizioso che, dopo due anni in accesso anticipato è pronto per il grande pubblico. Descriverlo in poche parole è semplice: è un extraction shooter post apocalittico per giocatore singolo con uno stile grafico in pixel art. Queste parole chiave, però, non restituiscono un'immagine che renda giustizia a quella che, dopo una trentina di ore in sua compagnia, è davvero un'esperienza che mancava nel panorama videoludico contemporaneo.
Tutto il progetto nasce da un'idea, una campagna Kickstarter e anni di lavoro di Luca Carbonera, lo sviluppatore italiano che, dall'amore per Stalker e Metro 2033 (e da troppe passate al loro interno come ci ha raccontato in un'intervista), ha fatto nascere questo gioco. Rispetto alla nostra prova della versione in che abbiamo provato tempo fa, molto è migliorato in termini di qualità, profondità e personalizzazione e l'esperienza risulta assolutamente matura.
La novità più importante e la cosa che rende davvero accessibile questo gioco sono i suoi tre livelli di difficoltà iniziali: i primi due rimuovono completamente la meccanica punitiva alla base degli extraction shooter per cui quando si muore si perde ogni cosa nell'inventario; la terza è l'esperienza in stile Tarkov dura e pura in cui un singolo passo falso vi costerà la vita e l'attrezzatura.
L’arte della tensione
Indipendentemente dal livello di difficoltà scelto, ogni momento di gameplay è intriso di tensione: siete in un'Europa dell'Est post apocalittica tra le ceneri di un disastro nucleare, il contatore geiger ticchetta, si sentono dei passi in lontananza, non vi hanno ancora visto e avete un paio di secondi per decidere se sparare il primo colpo o ritirarvi. Visto quanto in fretta si muore, anche a livello novizio, scegliere di iniziare uno scontro a fuoco non è mai un ragionamento da fare a cuor leggero e ZERO Sievert riesce, in quasi tutte le circostanze che crea e soprattutto nelle prime ore di gioco, a tenervi sui carboni ardenti per l'intera durata di una sortita.
Ogni avventura comincia dal bunker, il luogo dove curarsi, dormire, creare nuovi oggetti e commerciare. Da lì potrete prendere un treno per uno dei sei biomi disponibili che si sbloccano progressivamente con l'avanzamento nella campagna. Dovrete iniziare nella foresta, il più semplice, fino a farvi largo tra le rovine di Zakov, la città che ospitava la centrale nucleare distrutta. Tutti questi luoghi sono generati proceduralmente, ma con alcuni punti fermi al loro interno. La Foresta, per esempio, ha sempre al suo centro un insediamento di banditi da affrontare a vostro rischio e pericolo.
La varietà di situazioni e ambientazioni disponibili tra queste ambientazioni è buona, e ognuna di loro si presenta come una nuova sfida tra nemici, mutanti e una scarsità sempre maggiore delle risorse. Il problema è che sbloccare una nuova località è un processo abbastanza lento, a volte tedioso che costringe a sortite extra in luoghi che potrebbero aver stancato. Poter esplorare la zona industriale o la palude diventa così una sorta di ricompensa per i vostri sforzi e una dimostrazione delle vostre abilità di cacciatore, perché sarete arrivati interi fino a quel momento.
Quello che ci ha sorpreso più di tutti, però, è il modo in cui questo gioco riesce a tenere alto il livello della tensione indipendentemente dalla difficoltà. Ciò vuol dire che chi si è tenuto genericamente lontano dagli extraction shooter, vuoi per la loro componente multiplayer, o per la punizione di perdere tutto quando si muore, troverà in questo gioco un eccellente punto di ingresso al genere. Questo perché la difficoltà è elevata (bastano due colpi per morire), le risorse poche e i pericoli molti, proprio come in Tarkov, ma morire stimola nuove sortite piuttosto che scoraggiarle.
Un crafting davvero ragionato
Ma perché rischiare la vita tra mutanti, banditi e altri strani pericoli? Per il bottino e per la curiosità. ZERO Sievert ha una storia che vi porterà a scoprire particolari, sottotrame e altri misteri legati alla centrale nucleare al centro del disastro atomico. In più ha 35 armi diverse e 150 modifiche tra ottiche, calci, impugnature e silenziatori da andare a scovare per creare il proprio strumento di morte preferito. La prospettiva dall'alto e i controlli da twin stick shooter non sono il massimo per restituire la sensazione di aver modificato il comportamento della propria arma, eppure Carbonera è riuscito a restituire un'esperienza da armaiolo che si avvicina a quella degli sparatutto in prima persona.
Con 100 diversi oggetti da trovare, scambiare e commerciare, poi, le motivazioni per avventurarsi tra radiazioni e mutanti non mancano. Potrete persino personalizzare il vostro spazio all'interno del bunker per farlo diventare il vostro personalissimo ritiro nell'apocalisse. La vera ragione per cui vorrete tornare nelle mappe procedurali di Zero Sievert, però, è che una volta assaggiata la tensione e l'adrenalina di questo titolo, se siete appassionati del genere, sarà difficile farne a meno.
C'è un equilibrio tra progettazione del sonoro, la gestione degli effetti visivi, il comportamento dei nemici (mai troppo stupidi o maestri di tattica), e l'andamento di una sortita che funziona davvero bene, soprattutto all'inizio. La chiave sta nel fatto che il punto di estrazione è ben segnato sulla mappa e ha un timer di solo cinque secondi, questo vuol dire che nel momento in cui avete riempito l'inventario, siete stanchi, feriti o temete di non avere abbastanza risorse per sopravvivere, potrete ritirarvi con la consapevolezza che non c'è nessuno in agguato al punto di estrazione e che in pochi istanti sarete al sicuro.
Questo fa si che quando si muore si ha quasi sempre la sensazione che non sia stata colpa del gioco, del suo sbilanciamento o delle sue meccaniche, ma del giocatore che, date le circostanze presenti, ha osato troppo. Una via di fuga, con qualche eccezione nei livelli più avanzati, è sempre disponibile: dovrete decidere voi quanti rischi accettare e pagare le conseguenze per aver sovrastimato le vostre abilità.
Un mondo pieno di vita
L'altra cosa che ci ha sorpreso di ZERO Sievert è quanto sia dinamico e brulicante di vita (e storie) il suo mondo di gioco. Le mappe generate proceduralmente sono piene di animali selvatici da cacciare, di forze neutrali (che offrono riparo se ci si avvicina disarmati) e di nemici con routine di pattugliamento diverse, formazioni differenti ed equipaggiamento da arraffare per diventare più forti.
Il ciclo giorno/notte, poi, aggiunge un livello di difficoltà e opportunità notevole perché cambia radicalmente il modo di approcciarsi alle diverse situazioni del gioco. Gli spari e i loro lampi di luce accecante nella notte sono stati uno dei nostri aspetti preferiti perché restituiscono davvero il caos e la confusione delle sparatorie notturne, quando proprio non c'è luce.
Anche i personaggi sparsi per le mappe, le loro storie e i modi in cui influenzano ogni sortita sono un altro fattore che arricchisce l'esperienza. Molti extraction shooter hanno una sorta di copione da seguire durante le missioni, quasi fosse una lista di cose da fare. Il fatto che ZERO Sievert sia per giocatore singolo e non abbia minacce in agguato all'estrazione fa sentire chi gioca decisamente più libero tanto di esplorare, quanto di levarsi di torno quando si stufa.
Il risultato è che il mondo, anche se è generato proceduralmente e ha mappe di dimensioni abbastanza ridotte, si trasforma nel parco giochi del protagonista, non in una zona condivisa da cui prendere quello che serve e poi scappare. Gli extraction shooter multigiocatore online continueranno a fare contenti i loro fan, a tutti coloro che sono curiosi della formula, ma non vogliono avere a che fare con altri player, questo gioco offre un'esperienza simile, modulare e altamente personalizzabile.
Conclusioni
ZERO Sievert è un extraction shooter accessibile e divertente, forse un po' lento nella progressione, ma maestro nel tenere i suoi giocatori sulle spine per l'intera durata di ogni sortita nell'Est Europa postapocalittica che gli fa da ambientazione. Luca Carbonera ha messo insieme un'esperienza perfetta per il novizio del genere grazie alla possibilità di scegliere il livello di difficoltà e al fatto che si gioca da soli: nessuno vuole rubare la vostra roba. Il ciclo giorno notte è ottimo, le sortite notturne raddoppiano l'adrenalina e ogni bioma ha nuovi mutanti e avversari pronti a farvi la pelle. Lo stile in pixel arti o lo ami o lo odi, noi crediamo che sia l'accoppiata giusta alla prospettiva dall'alto, alla gestione vecchia scuola dell'inventario e al sistema di crafting classico ma profondo. Se siete alla ricerca di un'esperienza accessibile ma complessa, che omaggia Stalker, Metro e Tarkov e che vi farà sentire un vero esploratore dell'apocalisse, allora ZERO Sievert è il titolo che fa per voi.
PRO
- Esperienza insieme stimolante e complessa
- Mondo vivo e dinamico
- Ambientazioni e narrativa ben fatte
CONTRO
- Progressione lenta
- La pixel art o la ami o la odi