Nintendo Switch OLED è finalmente disponibile nei negozi. Il punto di forza del nuovo modello lanciato da Nintendo è il display OLED che, come potrete leggere nella nostra recensione, oltre a essere più luminoso, permette di avere immagini meglio contrastate e con colori più brillanti rispetto a quello LED di Nintendo Switch Standard e Lite. Tuttavia questa tipologia di pannello è molto più suscettibile al fenomeno del burn-in, che può influenzare negativamente l'esperienza visiva.
In questo articolo vi spiegheremo nel dettaglio cos'è il burn-in e vi daremo qualche consiglio su come evitare o quantomeno limitare il verificarsi di questo problema sulla vostra console.
Che cos'è il burn-in?
Per burn-in si intente un problema che causa uno scolorimento o la persistenza di una immagine in una o più aree dello schermo di Nintendo Switch OLED e, in generale, di monitor, TV e dispositivi che utilizzano questa tipologia di pannello. Solitamente il problema si verifica quando un elemento statico viene mostrato a schermo per un periodo di tempo prolungato. Un po' come se questo venisse "stampato" sul display, lasciando così un segno temporaneo o, nei casi peggiori, permanente. Per ovvi motivi l'effetto burn-in risulta sgradevole da vedere e peggiora l'esperienza visiva e di gioco in maniera più o meno sensibile, a seconda dell'entità del problema.
Il burn-in non è un fenomeno recente. Persino i vecchi monitor per PC a tubo catodico potevano presentare questo problema laddove la stessa immagine veniva mostrata a schermo per un periodo di tempo prolungato, il che è uno dei motivi per cui nacquero gli screensaver. Il problema poi è diventato ancor più diffuso sui display a plasma, ormai fuori produzione, mentre quelli LED sono molto meno suscettibili al burn-in, ma rispetto agli OLED possono avere una qualità dei colori inferiore, soprattutto per quello che concerne la gestione delle fonti di luce più luminose e di quelle più scure.
Il burn-in, per il momento, è un problema che non è stato risolto al 100%. Tuttavia c'è da dire che negli ultimi anni i nuovi processi produttivi e alcuni accorgimenti da parte delle case produttrici hanno ridotto la frequenza con cui questo difetto si manifesta sugli schermi OLED, soprattutto quelli di grandi dimensioni.
Il burn-in su Nintendo Switch OLED: c’è da preoccuparsi?
Grazie ai processi produttivi migliorati e le funzioni realizzate ad hoc dai produttori di TV e monitor OLED, difficilmente un prodotto acquistato nel 2021 presenterà problemi di burn-in o sarà afflitto da pixel bruciati o non funzionanti, soprattutto al primo avvio. Tuttavia questo vale perlopiù quando parliamo di uso generico, come guardare film e serie TV, magari alternando con qualche partitella ogni tanto. Per coloro che hanno reso i videogiochi la loro passione e che quindi investono buona parte del loro tempo libero con il pad in mano, allora le cose cambiano.
Nei videogiochi infatti sono presenti gli HUD che rimangono a schermo per buona parte delle sessioni di gioco. Ci riferiamo in particolare a quegli elementi statici dell'interfaccia di gioco che comprendono, ad esempio, la barra dell'energia del proprio personaggio o i contorni di una minimappa. Questi elementi, che per forza di cose rimangono a schermo per periodi prolungati, potrebbero causare nel tempo l'effetto. E ovviamente il concetto si applica anche a Nintendo Switch OLED e al suo display.
Tuttavia, prima di creare dell'inutile allarmismo, ci teniamo a precisare che non necessariamente giocando ai videogiochi si verifica il sopracitato problema, ma solo che la probabilità è più alta. Prima che un'immagine si "stampi" sullo schermo del vostro Nintendo Switch OLED infatti potrebbero volerci anni o addirittura potrebbe non accadere mai. Molto ovviamente dipende anche dall'utilizzo che fate della console: giocate sempre allo stesso gioco e solo in modalità portatile? Per quante ore al giorno? E quanto spesso la schermata diventa statica?
Facciamo un esempio pratico con un caso estremo: se giocate per 1.000 ore a Mario Kart 8 (gioco scelto a caso, giusto per rendere l'idea) nell'arco di pochi mesi (quindi mediamente un elevato numero di ore al giorno), solo in modalità portatile, senza mai cambiare gioco o variare la tipologia di contenuti a schermo, allora sì, in quel caso il rischio di burn-in aumenta notevolmente. Sempre prendendo come esempio Mario Kart 8, gli elementi potenzialmente problematici potrebbero essere le icone a forma di gettone e la bandiera nell'angolo in basso a sinistra dello schermo.
Ci teniamo a ribadire che l'esempio appena riportato è decisamente estremo e si applica a un numero ristretto di giocatori. Se puntate a un utilizzo "standard", giocando al massimo due o tre ore al giorno e cambiando periodicamente titolo, allora difficilmente dovreste riscontare problemi. Inoltre, data la natura ibrida di Switch, solitamente il giocatore medio tende ad alternare sessioni in modalità portatile a quelle con la console collegata al dock (durante il quale lo schermo rimane spento), e dunque le probabilità di mettere "sotto sforzo" il pannello OLED non sono poi così alte.
Detto questo sarà possibile accertarsi dell'affidabilità dello schermo del nuovo modello di Nintendo Switch solo nei prossimi mesi e dopo un utilizzo intensivo. Anche perché gli sviluppatori hanno creato dei semplici escamotage per far sì che questo problema non si verifichi con frequenza. In molti giochi quegli elementi che a noi sembrano immobili (il radar, la barra dell'energia...) in realtà fluttuano di pochissimi pixel. È un fenomeno invisibile ad occhio nudo, ma che consente allo schermo di non dover costantemente mostrare questi elementi nello stesso punto del display.
Consigli per evitare o limitare il burn-in
Nintendo poche settimane prima del lancio di Switch OLED ha rassicurato i giocatori circa la longevità dello schermo della console, ammettendo però che questa tipologia di schermi è suscettibile al fenomeno del burn-in.
"Abbiamo progettato lo schermo OLED puntando il più possibile alla longevità, ma questi tipi di display possono avere problemi se si riproducono scene statiche per lunghi periodi di tempo. Comunque gli utenti possono adottare delle misure preventive per preservare lo schermo utilizzando funzioni già presenti nel sistema operativo Nintendo Switch, come l'auto-luminosità, che impedisce allo schermo di diventare troppo chiaro, e la funzione auto-sleep, per spegnere la console dopo brevi periodi di inattività".
Prendendo come esempio le parole di Nintendo e quanto affermato in precedenza, per limitare il fenomeno del burn-in basta adottare una serie di buone abitudini.
Per prima cosa accedete alle impostazioni e assicuratevi di aver attivato l'opzione "Luminosità Automatica". In questo modo la console stessa regolerà l'intensità della luminosità a seconda delle condizioni ambientali, evitando un valore troppo alto laddove non sia necessario. Ve lo sconsigliamo, ma se decideste di disattivare questa opzione, quantomeno evitate di alzare troppo la luminosità. Più è alta e maggiore sarà lo sforzo del pannello, quindi il rischio di ritensione dell'immagine.
Un'altra funzione che vi consigliamo di attivare è la modalità riposo automatica soprattutto se pensate di utilizzare la console soprattutto in modalità portatile. A chiunque capita di capita di mettere in pausa un gioco per rispondere a una telefonata o per guardare un video divertente inviato da un amico: ecco tenete presente che in questi casi la console continuerà a visualizzare la stessa identica schermata per svariati minuti. Questa situazione è esattamente quella che, più di tutte le altre, aumenta il rischio di burn-in. Grazie alla modalità riposo automatica il vostro Nintendo Switch entrerà in stand-by da solo dopo un determinato periodo di inattività che potrete decidere voi stessi (vi consigliamo di utilizzare il periodo di tempo più breve possibile). In fin dei conti accendere di nuovo la console è questione di attimi e potrete continuare la vostra partita proprio dove l'avete interrotta.
Tuttavia è anche vero che nei giochi online entrare in modalità stand-by comporta nella maggior parte dei casi il log-out dalle funzioni online e obbligando a ripetere l'accesso perdendo la partita in corso. Ad esempio, in Monster Hunter Rise questo significa dover immettere nuovamente la password per rientrare nella lobby dove sono i vostri amici. Un procedimento scomodo, ce ne rendiamo conto. La scelta rimane ovviamente nelle vostre mani in funzione della vostra tipologia di utilizzo della macchina ma, detto questo, cercate di evitare di lasciare la console accesa mentre visualizza una schermata statica per troppo tempo.
Un'altra buona abitudine, nel caso vi cimentiate spesso in lunghe sessioni di gioco o se giocate sempre allo stesso titolo per mesi, è di cercare ogni tanto di spezzare la "monotonia" delle immagini a schermo, ad esempio avviando un altro gioco o magari guardando qualche video con l'applicazione di YouTube. Una scocciatura, senza dubbio, ma con determinati titoli dalla longevità pressoché infinita, come Mario Kart 8, Super Smash Bros., Fortnite e Monster Hunter Rise, si tratta di un piccolo accorgimento che potrebbe allungare la vita del display del vostro Nintendo Switch OLED.
Per concludere, ci teniamo a ribadire il fatto che il fenomeno del burn-in è sempre più raro da riscontrare nei pannelli più recenti e molto meno diffuso di quanto potrebbe sembrare o di quanto vi capiti di leggere su internet. Il problema esiste, chiaramente, ma con alcuni piccoli accorgimenti non dovreste riscontare problemi. Speriamo che i nostri consigli vi siano utili e, se avete altri suggerimenti, scriveteli nei commenti a questo articolo per aiutare tutti i lettori.