Se esistesse un "Chi l'ha visto?" per i personaggi dei videogiochi, state pur certi che molti casi rimarrebbero irrisolti. Non sono pochi, infatti, i protagonisti del passato spariti senza lasciare traccia; figure entrate nei cuori dei giocatori grazie al loro carisma e al loro design, salvo poi finire inghiottite nell'ombra di un purgatorio virtuale che dura ancora oggi.
Ed è proprio per risparmiare l'oblio a questi eroi che noi abbiamo deciso di stilare questa lista di 10 personaggi misteriosamente svaniti e che meriterebbero di tornare a farci compagnia.
Regina
Il nostro elenco non può che iniziare dalla regina degli scomparsi. Esatto: proprio Regina. L'agente speciale del Secret Operation Raid Team è apparsa per la prima volta in Dino Crisis nel 1999, per poi tornare nel sequel pubblicato l'anno successivo.
Un periodo, quello del suo esordio, in cui i personaggi femminili dovevano fare i conti con l'ingombrante quanto inevitabile paragone con Lara Croft; confronto che l'eroina creata da Shinji Mikami ha saputo affrontare con eleganza e personalità. La sua prima missione la vedeva impegnata nel recupero del dottor Kirk su Ibis Island, isola infestata da dinosauri ansiosi di fare la pelle a lei e alla sua squadra; Dino Crisis 2 effettuò invece una virata action molto marcata, che accantonava la componente survival a favore di un gameplay più serrato e contraddistinto da punteggi e combo.
L'ultima apparizione di Regina risale al GDR Namco x Capcom del 2005: una veloce comparsata al solo scopo di sedurci di nuovo prima di andarsene senza nemmeno salutare.
Tombi
Lo confessiamo: tutto avremmo pensato tranne che un personaggio della tenacia di Tombi avrebbe finito per mollare sparendo dai radar videoludici.
Pensateci: siamo di fronte a un tizio che ha messo a soqquadro un intero mondo di gioco, sconfiggendo suini malvagi e sfidando maledizioni, solo per recuperare un semplice braccialetto. Un livello di caparbietà che evidentemente non è stato sufficiente a garantire al cavernicolo dai capelli rosa una longevità che andasse oltre i due soli titoli di cui è protagonista, pubblicati tra il 1998 e il 2000.
Entrambe le avventure realizzate da Whopee Camp erano un allegro carnevale di colori in cui il protagonista spiccava per la sua simpatia, per il suo aspetto bislacco e per la sua avversione nei confronti dei perfidi maiali Koma, responsabili del furto del bracciale del nonno prima, e della sparizione dell'amica Tabby poi.
Il secondo capitolo della saga traghettò Tombi verso le tre dimensioni, rivelandosi un'esperienza tutto sommato godibile ma incapace di riproporre quella freschezza che rese celebre il capostipite ideato da Tokuro Fujiwara, il creatore di Ghosts 'n Goblins.
Gabriel Logan
Alla fine è successo: dopo una guerra lunga ben sei episodi - senza contare l'esperienza multigiocatore di Combat Ops - il Syphon Filter ha fatto fuori anche lui.
Gabriel Logan, per gli amici Gabe, uomo di punta dell'agenzia che indagava su questo letale virus dal nome improbabile, risulta disperso in azione dal 2007, anno in cui ha dato il meglio di sé con lo straordinario Logan's Shadow per PSP. Ed è un vero peccato, perché l'avventura con cui l'agente segreto si è congedato dai nostri schermi esprimeva al massimo le potenzialità di un franchise che con Dark Mirror e Syphon Filter 2 ha senza dubbio vissuto i suoi momenti migliori.
Eccetto Syphon Filter: The Omega Strain - prima iterazione del brand ad arrivare su PS2 e che ancora oggi appare negli incubi di qualche fan durante le notti di luna piena - Logan compare in ogni capitolo della serie, con la sua mascella squadrata e una soluzione a base di piombo per ogni avversario che si para sul suo cammino.
I tempi sarebbero ormai più che maturi per un ritorno in servizio di un'icona Playstation che sul finire degli anni '90 ha vissuto all'ombra della popolarità di Solid Snake, ma che via via ha saputo guadagnarsi una propria, nutrita fanbase.
E poi, scusate, chi è che non sognerebbe di tornare a dare fuoco ai nemici con il taser stavolta con una grafica di nuova generazione? Suvvia.
Raziel
Punito, umiliato, giustiziato e infine resuscitato. Che volete farci, è da quando si raccontano le storie che i personaggi che devono risalire la china esercitano su di noi un certo fascino e innescano un sentimento di solidarietà.
In questo senso, Raziel rappresenta il perfetto esempio di quella determinazione che non può lasciare indifferente nessun giocatore che, pad alla mano, si trova a vivere una grande avventura. Anzi tre, tanti sono i capitoli della saga Legacy of Kain che vedono tra i protagonisti il nostro vampiro caduto in disgrazia. Al suo approdo sulla prima Playstation e su PC nel 1999, Soul Reaver diede in pasto al pubblico un action 3D eccezionale, con un gameplay da urlo in grado di rivaleggiare coi nomi più altisonanti dell'epoca, e a tratti anche di far mangiare loro la polvere.
A tirare l'ottima carretta messa in piedi da Amy Hennig e Crystal Dynamics trovavamo appunto Raziel, vampiro spazzato via dal suo padrone Kain per aver osato evolversi prima di lui, e riportato in vita come non morto da una creatura nota come il Dio Anziano. Un personaggio indimenticabile dal design eccellente, che assieme alla leggendaria lama Mietitrice di Anime rappresentò il valore aggiunto anche dei successivi due capitoli, arrivati sugli scaffali dei negozi nel 2001 e nel 2003.
È vero, l'ultimo episodio della saga, Legacy of Kain: Defiance, fornisce una spiegazione su ciò che ne è stato di Raziel, ma stiamo parlando di un immaginario in cui i personaggi muoiono, risorgono, mutano e si evolvono, pertanto non è certo un'eresia sperare in un suo ritorno.
Sam Fisher
Forse è affrettato parlare di "sparizione" per quanto riguarda Sam Fisher, ma la verità è che il capo di Fourth Echelon manca all'appello da dieci lunghi anni ormai, una pausa che non abbiamo mai affrontato prima d'ora seguendo le sue operazioni ad alto rischio in giro per mondo.
L'ultima missione videoludica dell'agente segreto nato dalla penna di Tom Clancy risale infatti al 2013, con Splinter Cell: Blacklist, episodio che rappresenta la sublimazione di tutte le migliori caratteristiche che il brand ha saputo regalarci nell'arco della sua onorata carriera.
Ufficiale dell'esercito americano, membro della Delta Force, elemento aggregato ai Navy SEAL... Fisher vanta un curriculum militare tale da far tentennare qualsiasi malintenzionato stia pensando di architettare un piano terroristico, ed è persino esperto in missioni di infiltrazione in solitaria e sotto copertura.
Sei avventure casalinghe più due portatili hanno contribuito a forgiare la fama di uno degli eroi più duri e affidabili della storia dei videogiochi; una reputazione che comunque non gli ha impedito di finire catturato dalla stessa oscurità in cui era solito nascondersi, piantandoci in asso in attesa di un suo rientro in scena.
Rikimaru e Ayame
Da un personaggio che ha fatto della furtività la sua arma di sopravvivenza a due figure che l'hanno addirittura elevata ad arte. Chiunque fosse appassionato di avventure stealth e possedesse una Playstation alla fine degli anni '90 ricorderà senz'altro Rikimaru e Ayame, i due ninja del clan Azuma protagonisti della serie Tenchu.
Silenzioso e riservato il primo, irriverente e ribelle la seconda, i due guerrieri ombra al servizio di Lord Gohda hanno versato fiumi di sangue nel Giappone feudale immaginato da Acquire, attraversando però capitoli di qualità altalenante che molto spesso non hanno reso giustizia al loro carisma. L'universo in cui si muoveva la nostra coppia di assassini era misterioso e seducente, e caratterizzato da elementi di grande fascino, tra signorotti avidi e privi di scrupoli da eliminare senza rimorsi ed elementi fantastici prelevati dalla mitologia nipponica.
Il duo ci ha lasciato con Tenchu 4: Shadow Assassins del 2009, un canto del cigno tutto sommato dimenticabile e di cui avremmo volentieri fatto a meno. Com'è noto, l'eredità del franchise è stata in qualche modo raccolta da Sekiro: Shadows Die Twice, ma che ci volete fare, siamo degli inguaribili romantici e secondo noi i sicari di Lord Gohda meriterebbero di tornare in azione con una avventura dedicata che sia degna del loro glorioso passato.
Duke Nukem
Volgare, ottuso, egocentrico, cinico e rozzo. Ma ha anche dei difetti, insomma.Duke Nukem è lo stereotipo dell'uomo che non deve chiedere mai, del macho che si vanta delle sue gesta al limite dell'impossibile e che deride con disprezzo gli avversari dopo averli sconfitti. L'eroe dai capelli a spazzola e occhiali da sole anche di notte, che ha fatto la sua prima apparizione nel 1991, è infatti un testosteronico mix tra Arnold Schwarzenegger, il Kurt Russell degli anni '80 e qualsiasi altro bestione in canottiera vi possa venire in mente.
Le sue imprese ad alto tasso di proiettili e donne sono state lo strumento perfetto per regolare il cervello su OFF e avanzare come schiacciasassi verso l'obiettivo; tuttavia il capitolo più recente, Duke Nukem Forever, si è dimostrato un ostacolo insormontabile anche per il suo protagonista.
Uscito nel 2011, a distanza di ben 14 anni dal suo annuncio, il titolo ha inflitto il colpo di grazia alla figura del Duca, nonostante la campagna single player divertente anche al netto di un comparto tecnico fuori tempo massimo. Nel corso della sua esplosiva carriera ha dimostrato più di una volta ciò di cui è capace, ragion per cui considerarlo morto per sempre potrebbe essere un grave errore.
Sly Cooper
All'inizio del nuovo millennio, Sly Cooper era senza dubbio uno dei volti più promettenti della nuova scuderia di mascotte Playstation che si apprestava a invadere il mercato in concomitanza con il debutto di PS2.
Il procione frutto della fantasia e del lavoro di Sucker Punch era la tipica faccia da schiaffi a cui è impossibile non affezionarsi, un ladro spaccone ma dal cuore d'oro, che divideva le sue imprese criminali con gli amici di sempre, Bentley e Murray. Un trionfo annunciato insomma, quello dei futuri creatori di inFAMOUS, figlio di un design azzeccato e valorizzato da uno stile grafico incantevole, a cui si aggiungeva un background curato e originale. Cos'è andato storto dunque?
Apparentemente nulla, poiché i quattro episodi della serie principale, iniziata nel 2002 con Sly Raccoon e terminata con Sly Cooper: Ladri nel Tempo, si sono rivelati titoli più che discreti in fatto di divertimento. Eppure sono ben dieci anni che il nostro eroe con la maschera siede in panchina in attesa di una nuova possibilità da parte di mamma Sony; una chance che molti fan si augurano arrivi presto.
Aya Brea
Tra i numerosi meriti che ha avuto il primo Resident Evil c'è stato sicuramente quello di aver ispirato molte opere che hanno preso in prestito da Capcom questo o quell'elemento. Lo stile grafico di Parasite Eve doveva senza dubbio molto al capolavoro di Shinji Mikami, e si rivelò una componente decisiva che contribuì al buon successo anche in Occidente del GDR targato Square Enix.
Al resto ci pensò l'ambientazione newyorkese e soprattutto la protagonista creata da Tetsuya Nomura, Aya Brea, detective del 17° dipartimento di polizia della Grande Mela dotata di uno straordinario potere derivato dalla cornea della defunta sorella Maya, trapiantatale quando era solo una ragazzina. Un personaggio all'apparenza fragile, ma in realtà capace di affrontare con determinazione tutti gli orrori neo-mitocondriali che i tre capitoli della saga di cui è l'interprete principale le hanno lanciato contro.
Parasite Eve II migliorò la struttura di gioco dell'originale e rafforzò la celebrità di Aya in tutto il mondo, anche grazie a quella distribuzione in Europa di cui il prequel non aveva beneficiato. The 3rd Birthday, terzo episodio della saga datato 2011 ed esclusivo per PSP, segna invece l'ultimo avvistamento dell'agente Brea dalle nostre parti; una deriva sparatutto che ha sorpreso molti e ha fatto storcere il naso ad altri, ma che anzitutto dimostra come un personaggio del genere avesse ancora moltissimo da dare.
Jak e Daxter
Parlavamo di nuove icone Playstation nate all'alba degli anni 2000. Assieme a quello formato da Ratchet e Clank, il duo Jak e Daxter diede un apporto fondamentale per l'exploit di Ps2 durante i suoi primi anni di vita, sfoderando un trittico di avventure di grande livello.
Jak and Daxter: The Precursor Legacy, Jak 2: Renegade e Jak 3 regalarono all'utenza Sony una delle coppie più indovinate e meglio assortite del genere platform, in cui i due membri del team si completavano alla perfezione grazie a un character design da manuale.
Subito dopo Jak X, da buona star capricciosa e incontentabile, nel 2006 Daxter si è concesso uno show in solitaria nell'omonima avventura per PSP curata da Ready at Dawn; un prodotto di qualità eccelsa, che non teme di essere considerato uno dei migliori titoli in assoluto della console portatile di Sony. Il binomio si è riunito nel 2009 con Una sfida senza confini, quella che è ad oggi l'ultima apparizione dei nostri eroi, se non si contano alcune sporadiche comparsate di minore rilievo e la Jak and Daxter Trilogy del 2012.
Naughty Dog ha più volte dichiarato di essere intenzionata a riprendere in mano la serie, ma ogni volta sembra spuntare un progetto più urgente o interessante a rallentare le cose. Non ci rimane che incrociare le dita.
E voi? Quali sono i personaggi scomparsi da tempo che vi piacerebbe rivedere? Ditecelo nei commenti