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L'Unreal Engine secondo Gameloft

Abbiamo finalmente provato Wild Blood, il primo action Gameloft a sfruttare l'Unreal Engine

PROVATO di Andrea Porta   —   03/09/2012

Della moltitudine di titoli che affollano la line up 2012/13 di Gameloft, il più atteso dai fan della casa di sviluppo d'oltralpe è senza dubbio Wild Blood. Sebbene di per sé il titolo non rappresenti una novità, dato che il genere hack'n'slash è già stato ampiamente esplorato dagli sviluppatori con i due Hero of Sparta, la grande attenzione del pubblico è dovuta al fatto che si tratta del primo gioco sviluppato con la licenza dell'Unreal Engine. Un grande vanto tecnologico, che tuttavia ha creato qualche problema di tempistiche a Gameloft, che ormai è al lavoro sull'ottimizzazione del motore e sul gioco in sé da anni. Invitati negli uffici milanesi della casa, abbiamo potuto provare una versione provvisoria dell'hack'n'slash, ormai completo di tutti i contenuti e in via di pubblicazione.

Tutto per amore

La storia di Wild Blood pesca a piene mani dalla tradizione della Tavola Rotonda. Nei panni di Lancillotto, vi troverete a fronteggiare la furiosa gelosia di Re Artù nei confronti di Ginevra. Accecato dall'ira, il re si convincerà ad ascoltare il consiglio della traditrice Morgana, che prevede, tra le altre cose, l'apertura di un infernale cancello che vomita mostruose creature ai quattro angoli d'Albione. Da qui in avanti, vi troverete a passare ogni problema che vi si presenterà dinnanzi a fil di

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spada, con l'occasionale intervento di qualche magia. Il gameplay di Wild Blood è infatti abbastanza classico per il genere. Per la maggior parte del tempo, sarete impegnati a combattere piccoli gruppi di nemici, che si presenteranno a più riprese durante l'esplorazione di livelli sostanzialmente lineari. Per tutto il primo capitolo di gioco abbiamo avuto a disposizione solamente una spada, ma proseguire nella modalità storia permetterà di sbloccare nuovi giocattoli, come un arco per il tiro dalla distanza e una coppia di asce per aumentare il ritmo dei combattimenti. Naturalmente, nei livelli fa capolino anche qualche semplice puzzle ambientale. Vi troverete così a risolvere dei labirinti per aprire le casse contenenti bottino e a mirare con l'arco dei cristalli colorati per far cambiare loro colore e aprire i portali. Piccole distrazioni, come l'utilizzo di occasionali postazioni fisse (nel nostro caso, una balista), ottime per spezzare il ritmo dell'azione a suon di spadate, che rimane comunque prepotentemente in testa all'offerta ludica.

Cappa, spada e qualche fulmine

Anche i controlli di Wild Blood rispettano la tradizione del genere action su piattaforme mobile. Il lato sinistro del touch screen ospita l'analogico virtuale, che si può attivare automaticamente semplicemente appoggiando il pollice su un qualunque punto della verticale dello schermo. A destra si trovano invece i tasti dedicati agli attacchi speciali, che prevedono fendenti con la spada imbevuti di diversi poteri

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elementali, come il fuoco o il fulmine, abbinati a animazioni d'attacco molto spettacolari. La gestione della telecamera è anch'essa molto classica, e prevede lo spostamento della visuale con un semplice gesto di trascinamento in qualunque punto dello schermo. Durante la nostra mezz'ora abbondante di prova diretta, abbiamo particolarmente apprezzato la gestione del sistema di combattimento, che in questo genere di titoli rischia di presentare problemi, mancando un lock on e la possibilità di tenere il pollice destro sempre fisso sui comandi della telecamera. Innanzitutto, gli sviluppatori hanno fatto sì che i fendenti del protagonista siano molto ampi, spesso in grado di colpire più nemici alla volta. In questo modo si sopperisce in maniera egregia alla mancanza di un lock on della telecamera, riducendo al minimo la necessità di aggiustare manualmente la visuale. Anche l'utilizzo delle abilità ha spesso un effetto ad area, così da sopperire anch'esso alla mancanza. Ben gestito ci è sembrato anche il sistema di mira dedicato all'arco, che prevede uno spostamento semiautomatico del mirino, il quale si collima automaticamente con il nemico interessato non appena lo si punta anche

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solo parzialmente. L'unica difficoltà, in questo caso, è muoversi per evitare il fuoco nemico, ma un po' di abitudine ai controlli dovrebbe essere sufficiente per raggiungere lo scopo. Non manca, naturalmente, un completo sistema di personalizzazione e crescita dell'alter ego, con la valuta di gioco (espressa in monete d'oro) che può essere spesa per acquistare miglioramenti alle statistiche del personaggio (le consuete forza, resistenza, vitalità e via discorrendo) e nuovi attacchi magici. Di questi ultimi se ne possono equipaggiare, almeno inizialmente, solo due, ma la scelta può essere modificata in tempo reale tra un combattimento e l'altro.
Alla già longeva campagna singolo giocatore (si parla di più di dieci ore), gli sviluppatori affiancheranno un multigiocatore competitivo online, che purtroppo non ci è stato possibile provare. Dal punto di vista del design, ci troviamo di fronte a un esempio abbastanza classico di mild fantasy, non troppo dark, caratterizzato da colori luminosi, armature esagerate e sgargianti e un tocco leggermente blizzardiano alle fisionomie. Wild Blood punta tutto sulla bruta potenza grafica dell'Unreal Engine, e i risultati sono di tutto rispetto. Sebbene un gameplay molto più dinamico ed interattivo di quello offerto da Infinity Blade non conceda alla produzione Gameloft la stessa pulizia grafica, dal punto di vista visivo il gioco va a collocarsi tra i migliori esempi del suo genere su piattaforme iOS, e questo nonostante manchi ancora l'ultimo lavoro di rifinitura. Se quest'ultimo riuscirà a smussare gli angoli e a garantire un frame rate sempre costante, siamo più che certi che Wild Blood saprà conquistarsi un grande pubblico, anche grazie ad un'offerta ludica tanto massiccia da fare invidia a produzioni per piattaforme casalinghe.

CERTEZZE

  • Tecnicamente valido
  • Molto longevo e ricco di contenuti

DUBBI

  • Su iPhone si riuscirà a giocare comodamente?