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Il vaso di Peter

Il primo progetto di Peter Molyneux dopo la sua dipartita da Lionhead Studios non è un gioco, bensì un originale esperimento sociale

SPECIALE di Vincenzo Lettera   —   18/11/2012

Con una notizia forse passata quasi in sordina, oscurata dal marasma di uscite novembrine, Peter Molyneux ha annunciato che il prossimo gioco al quale lavorerà sarà l'ultimo della sua carriera. Di storici game designer che si sono lasciati andare a dichiarazioni del genere per poi fare dietro front ce ne sono stati diversi, e probabilmente la notizia non ha significato granché per quei giocatori più giovani che hanno conosciuto il visionario sviluppatore britannico grazie alla serie Fable, ma per tutti quelli che ricordano con nostalgia i tempi di Bullfrog e la realizzazione di alcuni dei migliori strategici e gestionali di sempre, l'uscita di scena di Molyneux rappresenterà senza dubbio un evento da seguire con interesse, anche perché lo stesso autore, come sua abitudine, ha già stuzzicato fan e giornalisti dichiarando che la sua ultima opera sintetizzerà la sua carriera, i suoi errori e la sua esperienza.

Il vaso di Peter

Prima di pensare al modo migliore per andare in pensione, tuttavia, Molyneux si trova attualmente sotto le luci dei riflettori grazie a (o "a causa di") Curiosity: What's Inside the Cube, primo progetto realizzato col team indipendente 22Cans e valvola di sfogo del papà di Populous, che dopo aver lasciato Microsoft e Lionhead Studios può finalmente tornare a fare quello che ha sempre voluto: realizzare esperienze sperimentali, innovative, in grado di dare emozioni e di collegare il mondo virtuale alla vita reale.

Cosa c'è nel cubo?

Ma, nella pratica, cos'è Curiosity? Detto nella maniera più semplice possibile, Curiosity mette davanti ai giocatori di tutto il mondo un cubo composto da 60 miliardi di piccoli frammenti, e lo scopo è quello di collaborare per distruggere questi tasselli uno ad uno per rivelare infine cosa si nasconde all'interno dell'artefatto.

Il vaso di Peter

Con semplici tocchi su schermo vengono via i vari pezzetti, scoprendo un po' per volta una criptica immagine, ma soltanto un giocatore nel mondo, colui che romperà l'ultimo pezzo del cubo, avrà accesso a un fantomatico filmato segreto. Si tratta di un procedimento estremamente ripetitivo e fine a sé stesso, con centinaia di migliaia di giocatori che allo stesso tempo collaborano e competono pur sapendo, nel profondo, che sarà qualcun altro a raggiungere l'obiettivo. Nessun appeal audiovisivo, né alcuna forma di ricompensa immediata: quindi cos'è che spinge così tante persone a sprecare il loro tempo cancellando milioni di piccoli pezzi dalle sei facce di un gigantesco cubo? Soprattutto, la sorpresa finale varrà davvero il tempo investito in un'attività tanto compulsiva e monotona? Saranno rispettate le enormi aspettative create negli utenti? Da questo punto di vista Molyneux non si è minimamente trattenuto: "il cubo nasconde un segreto in grado di cambiare la vita di una persona", ha affermato senza mezzi termini, definendo Curiosity il progetto più esaltante a cui ha lavorato finora. Certo è che più si sale in alto e più rovinosa è la caduta, mentre sono già in molti ad ipotizzare che si tratti soltanto di una grossa farsa, un modo per manipolare media e consumatori allo scopo di scoprire fin dove può arrivare la curiosità delle persone. Insomma, nel suo tentativo di proporre uno stimolante esperimento sociale Curiosity ha già vinto in partenza: a una sola settimana dal lancio più di 760.000 giocatori avevano già rimosso oltre 270 milioni di pezzi (nel momento in cui scriviamo siamo a oltre 1.2 miliardi), e non è neanche detto che colui che scoprirà il segreto all'interno del cubo deciderà alla fine di condividerlo col resto del mondo.

Un costoso esperimento sociale

L'esperimento psicologico di 22Cans esplora anche il meccanismo di monetizzazione tipico dei giochi free-to-play: attraverso l'ormai inflazionato sistema di acquisti in-app, è possibile comprare fuochi d'artificio, bombe e scalpelli speciali che, per un periodo di tempo limitato, permettono di rompere più frammenti a ogni tocco. Le monete vengono raccolte semplicemente "giocando", ma sebbene la maggior parte dei power-up sia accessibile più o meno facilmente grazie alla valuta del gioco, una di queste fa eccezione: uno scalpello speciale (Diamond Chisel) sarebbe 100.000 volte più efficace di un semplice tocco, dando a chi l'acquista serie possibilità di scoprire cosa c'è nel cubo.

Il vaso di Peter

Peccato che, nel caso verranno rispettati i piani iniziali, l'oggetto in questione sarà ottenibile prossimamente solo ed esclusivamente attraverso un acquisto in-app di oltre 60.000€. Un po' come Ian Bogost ha fatto attraverso Cow Clicker, 22Cans propone allo stesso tempo una critica al modello free-to-play e un esperimento per mettere alla prova la facilità con cui le persone sono disposte ad aprire il portafogli pur di avere vantaggi in un gioco. Ingegnoso, nuovo, semplice. Eppure, se come sperimentazione sociale Curiosity raggiunge il suo obiettivo, fallisce invece nel suo essere gioco cooperativo.

Il vaso di Peter

Noioso, estremamente ripetitivo e pieno zeppo di bug, il titolo ha incontrato finora enormi problemi di server che nella peggiore delle ipotesi vietano l'accesso ai giocatori, e nella migliore li priva di tutte le monete raccolte. Intanto gli utenti cercano di trovare un modo di rendere l'esperienza un minimo divertente, tra chi realizza piccoli disegni (prevedibilmente una buona percentuale dei quali di forma fallica) a chi spamma il proprio sito. Per alcuni giorni entrare nella partita è stato un lusso per pochi eletti, e adesso, tra video di scuse e richieste di donazioni per poter lavorare ai server, il team di sviluppo sta tentando giorno e notte di risolvere i problemi emersi finora. Si tratterebbe di un perfetto manuale di come abitualmente non va realizzato e annunciato un gioco. Sempre che di gioco si possa parlare, sia chiaro, perché per quanto presentato come tale, a un target di giocatori e da un guru della game industry, è evidente come si tratti di altro (non a caso è nella sezione Intrattenimento di App Store). Di Curiosity: What's Inside the Cube non troverete una recensione vera e propria sulle pagine di Multiplayer.it, ma il nostro invito è comunque quello di scaricarlo, provarlo e farvi una vostra opinione, magari dicendoci cosa secondo voi si nasconde nel cubo.