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Da Banoi a Palanai, sono sempre guai

Dead Island cambia isola. E la sostanza?

PROVATO di Rosario Salatiello   —   10/04/2013

I ragazzi di Techland sanno come promuovere le loro fatiche. Il trailer del primo Dead Island è ancora impresso nella mente di chiunque abbia avuto modo di guardarlo, grazie a una carica emotiva che pochi altri sono riusciti a eguagliare nell'industria videoludica. Non a caso lo stesso video ha ottenuto riconoscimenti di ogni tipo, compreso quello più prestigioso proveniente dal mondo del cinema, al Festival di Cannes. Il gioco finale,

Da Banoi a Palanai, sono sempre guai

arrivato sulla piazza nel settembre 2011, riuscì tutto sommato a convincere nonostante qualche difetto di design, pur mostrandosi diverso rispetto alle aspettative maturate in occasione del suddetto filmato. Strategia che vince non si cambia, ed è per questo che a distanza di quasi due anni Techland ha deciso di tornare nuovamente con un video che punta tutto sulle emozioni, mostrandoci una coppia di innamorati nei loro ultimi attimi di vita, passati in mezzo a un'orda di zombie che ha preso d'assalto la barca sulla quale viaggiavano. Una scelta non casuale, visto che l'acqua e la "corrente" giocano un ruolo chiave in Dead Island: Riptide. A distanza di diverso tempo dall'annuncio e a meno di venti giorni dall'uscita, abbiamo avuto modo di tornare a vedere come Techland intende riportarci in compagnia dei nostri cari zombie.

Sequel? No, spin-of

Dead Island: Riptide ha inizio esattamente dove il suo predecessore finiva, ma non per questo - a dire dei suoi creatori - deve essere ritenuto un seguito. Scelte di marketing a parte, tornano tra noi Sam B, Xian Mei, Logan e Puma, protagonisti del primo Dead Island al quale si affianca John Morgan, nuovo personaggio rappresentato da un militare specializzato nel combattimento ravvicinato. Come suggerito da un altro trailer di Dead Island: Riptide, il quartetto iniziale dopo aver lasciato Banoi credeva ingenuamente di essersi liberato degli zombie. Niente di più sbagliato, visto che poco dopo essere finiti in quel di Palanai, si accorgeranno che l'epidemia si è diffusa anche nella nuova isola del Sud Pacifico.

Da Banoi a Palanai, sono sempre guai

Chi ha giocato l'originale troverà in Dead Island: Riptide un'esperienza familiare, visto che Techland ha mantenuto la maggior parte dell'impalcatura del primo episodio, aggiungendo a questo sequel (pardon, spin-of) alcuni elementi destinati a sistemare i difetti di allora. Torna quindi la modalità ibrida tra gioco di ruolo e shooter in prima persona, anche se di fatto le armi da fuoco, più presenti rispetto a Dead Island, restano sempre una minoranza se confrontate a quelle da corpo a corpo. Fortunatamente, sembrano rimosse alcune limitazioni abbastanza inspiegabili, come per esempio quella che chiedeva di raggiungere il settimo livello del personaggio per permettergli di usare un piede di porco contro gli zombie. Come nel primo episodio, gli eventi vanno avanti principalmente attraverso l'assegnazione di quest da parte dei vivi che compongono il nostro gruppo, mentre le abilità del proprio alter-ego virtuale sono definite attraverso un modello ad albero che ricalca quello consolidatosi in anni e anni di giochi di ruolo. A proposito di quest, troviamo ora alcune missioni in cui occorre fortificare e mantenere la propria postazione dall'attacco di un'orda di zombie, potendo in questo caso contare anche sull'aiuto dei personaggi non giocanti che contribuiranno ad uccidere i nemici. Un diversivo che si mostra piuttosto piacevole, anche se bisognerà verificarne la ripetitività nel corso di tutta l'avventura.

More of the same

La base di Dead Island: Riptide è dunque per gran parte quella che abbiamo conosciuto due anni fa, per cui passiamo a vedere che novità troveremo in questo nuovo titolo. Considerando che si tratta sempre di un gioco fortemente orientato al multiplayer, prendiamo in considerazione per primo proprio questo aspetto: Techland ha deciso di rimuovere i limiti sulla parità di livello tra giocatori per la creazione delle partite, introducendo allo stesso tempo un sistema di "media" più intelligente, per bilanciare esigenze e livelli dei personaggi coinvolti. Solo sulla carta però, visto che non siamo riusciti a organizzare una partita online con la versione in nostro possesso, per cui l'analisi sulle performance, altro tallone d'Achille del primo Dead Island, sono rimandate al gioco finale. Nel meccanismo di drop-in, drop-out comunque non dovrebbe cambiare molto. Gli zombie arrivano invece con alcune nuove tipologie affiancate ai normali azzannatori, tra le quali addirittura anche una in grado di lanciare granate.

Da Banoi a Palanai, sono sempre guai

Dall'originale tornano anche i veicoli con un'importante aggiunta: quella delle barche, utili per spostarsi da un punto all'altro dell'isola. Un modo sicuro solo all'apparenza, visto che tra le suddette nuove unità zombie troviamo anche il Drowner, abitante delle paludi in grado di tirare giù i protagonisti impegnati in un piacevole viaggio lagunare. Anche dal punto di vista tecnico, il gioco si presenta come il suo predecessore, portando con sé tutti i pregi e i difetti riscontrati in precedenza: sempre in tema di veicoli, controllare le auto risulta sempre un po' macchinoso, mentre tra le novità grande enfasi è stata data all'aggiunta del meteo dinamico. Da un momento all'altro il cielo sereno può trasformarsi in una vera e propria tempesta tropicale, riducendo la visibilità del giocatore che si troverà dunque a dover fare maggiore attenzione ai propri movimenti. L'arrivo di uno scroscio di pioggia mentre ci si aggira tranquilli sotto un sole che spacca le pietre, è sicuramente un'esperienza suggestiva che sortisce l'effetto sperato. È presto per dare giudizi definitivi, ma da quello che abbiamo avuto modo di vedere almeno una cosa ci sembra abbastanza chiara: con Dead Island: Riptide chi ha amato il primo episodio avrà pane per i suoi denti, mentre viceversa chi non l'ha gradito non avrà probabilmente molti motivi per cambiare idea. Le novità introdotte da Techland nel sistema di gioco sembrano piuttosto valide, anche se alcuni difetti di design riscontrati nel titolo uscito nel 2011 sono ancora ravvisabili in questo seguito ormai imminente. Come sottolineato, una delle discriminanti sarà la qualità della componente multigiocatore, su cui resta un punto interrogativo.

CERTEZZE

  • Novità interessanti
  • Divertente e adrenalinico
  • Limati alcuni difetti

DUBBI

  • Multiplayer da verificare
  • La sostanza resta la stessa
  • Più che un Dead Island 2 sembra un Dead Island 1.5