Di Black Flag si è già detto molto in questo anno ed il susseguirsi delle due conferenze di Ubisoft e Sony nel giorno precedente all'inizio della fiera, ci aveva fatto pensare che ci sarebbe stato poco da vedere nelle porte chiuse dello stand del publisher francese. E invece siamo usciti soddisfatti dall'incontro e con un bel carico di informazioni da poter riportare. La presentazione era tutta focalizzata sulle attività secondarie che popoleranno il mondo di gioco e su quell'ambientazione piratesca che potrebbe, anche da sola, decretare il successo di questo nuovo capitolo di Assassin's Creed.
Le attività collaterali alla campagna single player rappresentano un motivo estremamente valido per passare decine di ore di gioco affrontando obiettivi secondari, cercando elementi collezionabili o potenziamenti validi per il protagonista e il suo fido vascello. La demo che ci è stata mostrata si apriva con il più classico dei salti della fede anche se stavolta l'atterraggio avveniva in acqua con il nuovo protagonista, Edward Kenway, pronto a nuotare verso la spiaggia per poi recarsi in un piccolo villaggio dove era possibile raccogliere un contratto di assassinio con tanto di foto dei due obiettivi, proprio come avveniva ai tempi di Brotherhood. Quello che ci ha stupito fin da subito, a colpo d'occhio, è stato il grande dettaglio degli ambienti e più in generale l'evidente volontà di Ubisoft di riportare su schermo un certo immaginario legato ai pirati.
Una determinata palette cromatica, legata alla vegetazione rigogliosa che fa da sfondo a piccoli accampamenti densi di personaggi alticci pronti a cantare a squarciagola e a muoversi ciondolando tra sabbia e piattaforme di legno, riporta immediatamente alla memoria quanto visto nella tetralogia de I Pirati dei Caraibi. Black Flag è infatti ambientato nel Mar dei Caraibi, all'inizio del diciottesimo secolo tra le isole Caiman, le Bahamas e persino una parte della costa della Florida e focalizza gran parte dell'esperienza di gioco proprio sul tentativo di far sperimentare al giocatore la vita del pirata. Kenway è sì un Assassino ma piuttosto defilato all'interno della setta e pronto ad utilizzare le sue abilità di combattimento ed il suo poliedrico equipaggiamento per solcare i mari e arricchirsi senza il minimo scrupolo. La missione secondaria ci vedeva assassinare immediatamente uno dei due obiettivi, già all'interno del villaggio mentre l'altro riusciva a fuggire via a bordo della sua nave. E ovviamente noi siamo stati prontissimi a salire a bordo della Jackdaw, il vascello di Edward.
Per terra e per mare
Una volta preso il timone, il sequel è letteralmente esploso nelle sue potenzialità. Prima di tutto l'armamentario a disposizione della nave è molto più numeroso e vario in confronto a quanto visto in Assassin's Creed III, con il preciso obiettivo di andare maggiormente incontro allo stile di combattimento del giocatore che potrebbe privilegiare tattiche più arrembanti e ravvicinate, piuttosto che il combattimento dalla distanza.
Inoltre la natura di simulatore di vita piratesca si evidenzia con l'aumento esponenziale del numero di vascelli (e della loro tipologia) che solcano i mari e che possono essere immediatamente scandagliati per scoprire il bottino che portano a bordo, semplicemente utilizzando il canocchiale. In questo modo, se vogliamo, possiamo dedicarci completamente e in totale libertà alle scorribande. Tra l'altro la variabilità delle condizioni meteorologiche è ora molto più credibile e vede realmente il passaggio da stati di relativa calma a veri e propri uragani in grado di danneggiare il vascello e far persino cadere in mare la propria ciurma, decimando le forze a nostra disposizione. Se tutto questo non bastasse, verrà lasciata al giocatore la libertà di distruggere completamente una nave avversaria o lasciarla in balia delle onde per poi procedere con l'arrembaggio, in modo da poter recuperare una parte del carico portato a bordo. Non appena inizia la fase di assalto, il gioco crea al volo una sorta di missione con tanto di obiettivo casuale che determina l'esito dell'attacco ravvicinato.
Nella prova mostrata ad esempio, oltre a dover assassinare il secondo obiettivo del contratto, dovevamo uccidere quindici membri dell'equipaggio avversario. Conclusa questa parte della presentazione, il programmatore di Ubisoft ci ha voluto offrire un ulteriore assaggio dell'enorme libertà concessa al giocatore facendo nuotare Kenway verso un piccolo atollo di sabbia dove abbiamo trovato un cadavere che, una volta perquisito, ci ha permesso di mettere le mani su una mappa del tesoro. La parte di arcipelago dei Caraibi implementata in Black Flag è infatti interamente esplorabile per mare e per terra ed è ovviamente ricca di attività che possono essere intraprese e di miriadi di location che possono essere visitate alla ricerca di tesori nascosti. Seguendo il piccolo pezzo di carta su cui era incisa il nome di un'isola e disegnati alcuni riferimenti architettonici, abbiamo potuto mettere le mani su un progetto utilizzabile in futuro per potenziare la nave.
Il multiplayer
Sullo showfloor, liberamente giocabile, era disponibile un piccolo estratto del multigiocatore di Assassin's Creed IV: Black Flag. C'era solo una modalità giocabile, Wanted, messa in piedi con una serie di regole personalizzate dallo staff di Ubisoft. Otto giocatori, in una sorta di free for all, dovevano uccidersi a vicenda stando bene attenti a seguire i bersagli offerti tramite contratto per cercare di raggiungere il massimo punteggio disponibile. È infatti possibile uccidere qualsiasi giocatore avversario, a patto di riconoscerlo in mezzo al resto degli abitanti della mappa di gioco, ma guadagnando un numero di punteggi decisamente inferiore a quelli guadagnati assassinando l'avversario indicato dal contratto. La partita terminava dopo appena dieci minuti e ci ha visto posizionarci entro i primi tre in entrambe le occasioni. In concreto nulla di nuovo su questo fronte per chi ha già provato il multiplayer di Assassin's Creed III e Revelations ma ovviamente si trattava soltanto di un piccolo, primo assaggio dell'intero comparto multigiocatore.
Ma c’è ancora dell’altro
Non potremmo concludere l'articolo senza aver parlato anche del combattimento che ovviamente prosegue sulla scia dello stile tipico della serie anche se la forza bruta di Edward si porta in dote un aumento della velocità dell'azione e alcuni aspetti coreografici potenziati. Prima di tutto il pirata ha una predisposizione a combattere con due sciabole, è competente nell'uso delle pistole e può ovviamente sfruttare la doppia lama celata ma nelle varie esecuzioni non disdegna calci in volo e fendenti molto violenti. Naturalmente i nemici continuano a comportarsi nel consueto "balletto a turni".
Allo stesso tempo però abbiamo potuto notare che lo stealth ritorna preponderante in questo capitolo visto che il potenziamento delle coperture da un lato, e la dotazione di gadget dall'altro, come ad esempio la cerbottana in grado di sparare dardi di natura differente, rendono molto più evidente il cambio di direzione di questo nuovo capitolo. Quello che invece è rimasto uguale al terzo capitolo di Assassin's Creed è la caccia, ovviamente potenziata per l'occasione visto che sarà possibile anche inseguire e uccidere animali marini, in particolare le balene che popolano il Mar dei Caraibi e che abbiamo visto saltare fuori dall'acqua. Nei pochi minuti finali della presentazione abbiamo potuto dare un'occhiata anche alla companion app che accompagnerà l'uscita del gioco e che permetterà al giocatore di tenere sott'occhio costantemente la mappa, gli obiettivi della missione in corso e le statistiche del suo progresso sfruttando un qualsiasi tablet iOS e Android.
Sarà presente anche una sorta di minigioco utilizzabile quando il titolo principale è spento e che permetterà di sfruttare la propria flotta di navi per attaccare altri equipaggi e guadagnare risorse. Risorse che verranno poi trasportate in automatico nel gioco "normale". Spendiamo le ultime, immancabili parole sull'aspetto tecnico. Black Flag girava su un PC configurato in modo tale da rappresentare la configurazione di una PlayStation 4, con tanto di pad della console collegato tramite USB, e il risultato visivo era assolutamente ottimo. L'orizzonte visivo ci è apparso ampio e molto definito così come perfetta ci è apparsa la fluidità dell'azione soprattutto in confronto ai tipici rallentamenti che affliggevano i capitoli precedenti della serie, soprattutto in fase di preview. Notevole anche il dettaglio dei modelli su schermo e ovviamente delle animazioni, particolarmente credibili e pulite. Siamo sicuri che non mancherà occasione di tornare a giocare con Assassin's Creed IV: Black Flag prima della sua uscita e probabilmente già la GamesCom di Colonia sarà foriera di novità in questo senso.
CERTEZZE
- Un mondo di gioco vasto e curato in modo minuzioso
- La libertà di azione offerta dal gioco sembra essere molto elevata
- La componente stealth sembra essere tornata preponderante
- Tecnicamente è un bel vedere
DUBBI
- I combattimenti sono sempre quelli, forse ancora più semplici
- Combattere per mare potrebbe stancare sul lungo periodo