Il protagonista principale di questo Tokyo Game Show 2013 non poteva che essere anche il titolo che meno si era visto in passato e che per questo tutti noi aspettavamo con impazienza di provare. Stiamo parlando ovviamente di Deep Down, nuova proprietà intellettuale in seno a Capcom che arriverà in esclusiva per PlayStation 4 sotto la direzione del mitico Yoshinori Ono, beneficiando anche del nuovo motore grafico creato dallo sviluppatore giapponese, nome in codice Panta Rhei.
Le prime impressioni sono del tutto positive, anche se ancora superficiali, perché la demo presente all'interno dello stand di Sony durava solo pochi minuti, buoni per capire il tipo del gioco ma troppo risicati per farsi un'idea completa della sua struttura e di cosa offrirà nella sua interezza. Detto questo, ci siamo fiondati subito col Dualshock 4 sulla prima schermata per selezionare uno dei due personaggi disponibili, che differiscono per il tipo di armatura e l'arma a disposizione. Noi abbiamo scelto un cavaliere in possesso di una lancia, e il livello di difficoltà maggiore tra i due disponibili. Livello di sfida che lascia già intravedere il fatto che giocare con Deep Down non sarà una passeggiata, e che i giocatori per i quali è pensato sono proprio quelli di lungo corso che apprezzano i giochi che mettono alla prova le proprie abilità. Di primo impatto il titolo Capcom ricorda in maniera piuttosto marcata l'acclamato Dark Souls di From Software: abbiamo infatti una visuale in terza persona, un'ambientazione cupa e composta da spazi stretti, un protagonista che si muove in maniera "pesante" sia quando corre o interagisce con l'ambiente, sia quando sferra i propri fendenti.
Un pericolo costante
All'inizio della demo ci siamo trovati in una sorta di arena, per raggiungere un portale che ci ha catapultati all'interno di una struttura all'interno della quale ad affrontarci c'era una sorta di troll gigante. Con il tasto R2 è possibile scatenare affondi diretti, con R1 schivare all'indietro mentre col triangolo si esegue una sorta di mossa ad area con la propria arma, mediante una rotazione a trecentosessanta gradi. L1 permette di correre mentre con L2 si entra in modalità precisione, la visuale si avvicina al personaggio e compare un mirino che permette di essere più precisi nei colpi, a scapito di una mobilità maggiormente ridotta.
Sulla parte destra dello schermo è possibile scorgere una serie di icone, che da quanto abbiamo capito rappresentano le abilità e gli oggetti in possesso del protagonista principale. La loro navigazione in verticale è adibita alla croce digitale; facendo un po' di tentativi abbiamo potuto utilizzare una sorta di bomba elementale, un tornado distruttivo e una pozione di potenziamento delle proprie caratteristiche fisiche, per una durata pari a trecento secondi. Anche la fisicità dei combattimenti ricorda quella di Dark Souls, con la barra di vitalità dei nemici sulla loro testa e l'energia che si consuma qualche istante dopo aver subito il colpo, per il resto ci siamo aggirati all'interno di questa sorta di labirinto all'interno del quale c'erano alcune scale e trappole sputa fuoco, che abbiamo utilizzato a nostro vantaggio per bruciare gli avversari. Mediante il tasto option è possibile richiamare la mappa in qualsiasi momento per esaminare le aree da esplorare; non mancano nemmeno i bauli vari da saccheggiare per ottenere oggetti o nuove abilità, che si consumano allo stesso modo dei primi. Il feeling con il gameplay ad ogni modo è stato molto immediato e i combattimenti ci sono sembrati ostici: gli attacchi costanti non pagano e bisogna alternare attacco e difesa per avere la meglio, sfruttando l'ambientazione e stando attenti a non essere presi alle spalle. Un peccato che la demo sia durata così poco, ma siamo riusciti ad intravedere del potenziale di un titolo teoricamente in grado di far sudare le fatidiche sette camice.
Dal punto di vista tecnico, pur trattandosi di ambientazioni al chiuso, il colpo d'occhio è di quelli interessanti. Deep Down, già a questo punto dello sviluppo, è fluido; la telecamera è completamente libera e si controlla con l'analogico destro mentre la mole poligonale dei nemici è decisamente elevata. Le texture degli ambienti sono invece nella norma mentre gli effetti grafici, quali fiamme e particellari, sicuramente sono un passo avanti rispetto a quanto si vede solitamente sull'attuale generazione di console. Il tratto dei personaggi e ambientazioni, complici forse anche gli stessi effetti, ci è parso un po' più morbido e meno sporco di Dark Souls, ovviamente al netto di una prova abbastanza breve e che necessiterà di approfondimenti futuri. Deep Down sembra essere quindi un'avventura in terza persona molto promettente, non sappiamo quanti elementi rpg ci saranno al di là delle abilità e degli oggetti, e quali sorprese potrà rivelare il gameplay rispetto agli altri esponenti del genere. Graficamente come detto ci è piaciuto, lo stile sembra esserci e l'ambientazione è di sicuro interessante, adesso bisogna solo aspettare che Yoshinori Ono ci riveli o mostri dal vivo nuove informazioni!
Abbiamo giocato per la prima volta dal vivo Deep Down, direttamente dal Tokyo Game Show su PlayStation 4
CERTEZZE
- Ambientazione affascinante
- Buon comparto tecnico "next gen"
- Sembra avere un alto tasso di sfida
DUBBI
- Qualche somiglianza di troppo con Dark Souls
- Bisognerà aspettare una demo più lunga per capire le qualità del titolo