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Corazzate spaziali

Quasi in chiusura di fiera abbiamo provato un originale sparatutto spaziale multiplayer, ecco il nostro resoconto

PROVATO di Matteo Santicchia   —   13/06/2014

Dreadnought visto e giocato in zona Cesarini, in una piccola ma affollata business room all'E3 2014, è stata una bella sorpresa, uno sparatutto multiplayer con un'interessante premessa di fondo. Al posto di piccoli, veloci e sguscianti caccia stellari il giocatore sarà il capitano di enormi, lente e pesantemente armate corazzate.

Corazzate spaziali

Una scelta di fondo di questo tipo ribalta totalmente il gameplay classico di titoli di questo genere, siano essi fantascientifici, siano essi ambientati nei cieli della seconda guerra mondiale. Di fatto, queste enormi cannoniere volanti sono lentissime e impiegano molto tempo per muoversi intorno al proprio asse, figurarsi quindi quando tentano di mettersi in copertura dietro una stazione spaziale o per sfuggire ad una salva di missili a ricerca. Dimenticate anni e anni di multiplayer "run and gun", il ritmo è completamente diverso; ogni attacco, visti anche i tempi di cooldown delle armi, va scelto con grande cura altrimenti le bordate avversarie possono farci a pezzi in breve tempo.

Dreadnought, ovvero corazzate spaziali armate fino ai denti: ecco il nostro provato

Millennium o Enterprise?

Ma quali sono le navi a disposizione? Come sono state pensate? L'ispirazione principale sono i film di fantascienza e le serie TV, non tanto in termini di design, quanto per la suddivisione in classi delle stesse. Un esempio su tutti: l'elegante, bianco, "veloce" e "poco armato" Tactical Cruiser è di chiara ispirazione trekkiana, una nave con l'abilità speciale (tra le quattro a disposizione) di "curare" i compagni di squadra.

Corazzate spaziali

Accanto ad esse troviamo anche le versioni made in Dreadnought del Millennium Falcon, di Firefly e delle navi di Battlestar Galactica. Ecco quindi che possiamo scegliere (senza fare particolari riferimenti) la corvetta Hyperion ma anche e soprattutto le devastanti Dreadnought, Artillery Cruiser e Destroyer. Inutile dire che queste ultime tre sono le più possenti del lotto, tanto difficili da distruggere quanto pachidermiche negli spostamenti. Ma come sono armate? C'è tutto quello che possiamo aver visto/letto/giocato in ambito fantascientifico/spaziale. Il Dreadnought, ad esempio, è dotato di due sole armi principali, ovvero la torretta quad al plasma e il mortaio pesante, mentre come abilità speciali (chiamate qui "functional capacity") può contare da un punto di vista offensivo su una bordata di plasma da entrambi i lati dello scafo e su un missile nucleare tattico, mentre in termini prettamente difensivi è possibile ingaggiare in modo automatico gli avversari più vicini con i cannoni o utilizzare il warp per scappare via. Il warp, per la Dreadnought, va utilizzato con grande attenzione visto che impiega circa quattro o cinque secondi per attivarsi, di conseguenza il tempismo gioca un ruolo fondamentale. Ovviamente stiamo parlando di una minima parte di quelle che nella release finale saranno delle possibilità di personalizzazione molto vaste.

Corazzate spaziali

Da bravo shooter multiplayer, Dreadnought dà la possibilità di sbloccare armi al salire di livello, alla stessa maniera potremo equipaggiare numerosi altri perk, perk che nella finzione del gioco sono gli ufficiali di bordo. Proprio come in Stat Trek: avere ufficiali particolarmente bravi ci da un vantaggio tattico rispetto a chi non ne ha. Ecco quindi che potremo "ingaggiarne" diversi, capaci di scagliare ad esempio colpi EMP, missili anti missile nucleare e via discorrendo. L'impressione è che ad ognuno degli attacchi speciali ci sia un "contro perk" relativo, ma ora è ancor presto per dirlo; la presentazione non è stata, ahinoi, così approfondita. Le armi meritano un discorso a parte. Non basta semplicemente prendere la mira col tasto destro del mouse e sparare con quello sinistro. Ogni bordata impiega del tempo per andare a segno, cannonata, mortaio, razzi o plasma che siano. Di conseguenza l'oggetto delle nostre attenzioni può vedere il colpo in arrivo e in tempo tentare una contromisura. Scegliere l'arma giusta, ognuna con un mirino e una balistica peculiare, diventa quindi fondamentale, ma mai quanto decidere, proprio come Star Trek insegna, dove impiegare il boost temporaneo di energia generata dal reattore della nave. Possiamo quindi per un breve tempo avere più "spunto", migliorare l'efficacia delle armi o alzare gli scudi. Sbagliare questo vuol dire sprecare una risorsa preziosa e quindi molto spesso fare una brutta fine.

Scontro tra i mari stellari

Una volta scesi in partita, ci si accorge subito, come scritto in apertura, quanto diverso dal solito sia il gameplay di Dreadnought. Dopo un paio di minuti di spaesamento dato dalle scarse capacità atletiche delle navi, l'immediatezza del sistema di controllo ci immerge subito in scontri molto divertenti, tutto sommato frenetici, se così possiamo chiamarli, in cui ci sono molte somiglianze con le vecchie battaglie tra galeoni, solo che al posto del mare ora c'è lo spazio, con tutto quello che ne consegue in termini di libertà di movimento.

Corazzate spaziali

Un altro aspetto che ci è piaciuto molto del gioco è il suo comparto visivo. Le navi sono estremamente dettagliate, cannoni, cannoncini, razzi e mortai sono perfettamente riconoscibili sullo scafo, e tutti animati alla perfezione, e si rimane sorpresi quando lanciando una salva di missili si vedono chiaramente i tubi di lancio aprirsi con il fuoco dei motori che illuminano le zone circostanti. Insomma tanta attenzione al dettaglio (i motori di manovra sbuffano per le compensazioni quando ci spostiamo sul nostro asse), ma anche un credibile sistema di luci e effetti speciali, e più in generale un quadro visivo di grande impatto anche sugli elementi di secondo piano. In definitiva Dreadnought ci ha piacevolmente sorpreso. Lo spunto di partenza è senza dubbio interessante, ed innesca meccaniche molto diverse rispetto all'offerta consueta di questo genere, e sembra proprio che come ogni buono shooter competitivo che si rispetti la crescita del proprio alter ego, anzi della propria nave sarà innestata su tante armi e perk che cambieranno sensibilmente l'esperienza di gioco. Il titolo uscirà nel 2015: per ora questo primo test ci ha lasciato sensazioni decisamente positive, ma speriamo di conoscere tutto il resto dei contenuti di Dreadnought, soprattutto la campagna single player, che speriamo possa farci vivere delle vere e proprie guerre stellari.

Corazzate spaziali

CERTEZZE

  • Esperienza di gioco singolare
  • È stata promessa tanta varietà nella personalizzazione
  • Tecnicamente davvero ben fatto

DUBBI

  • Il ritmo compassato per alcuni può essere un deterrente
  • Come sarà la campagna