Xbox One ha un grande bisogno di supporto da parte degli sviluppatori nipponici. Non solo in vista del prossimo lancio della console nel Sol Levante, previsto per settembre, ma anche soltanto per ravvivare l'offerta ludica della console, per la quale il colore e l'imprevedibilità di certe produzioni giapponesi possono rappresentare ossigeno puro in un mercato che, nonostante il lancio recente di nuovi hardware, fa fatica a togliersi di dosso l'odore di stantio. Si tratta di un bisogno comune a tutte le console, ma che per Microsoft si traduce in una necessaria politica attiva, di ricerca e supporto sul territorio nipponico, dove Xbox storicamente non è mai riuscita a sfondare.
Buone intenzioni che si sono peraltro già affermate negli anni precedenti e che hanno portato a produzioni anche di alto profilo e di ottimo livello qualitativo, a prescindere dalla loro effettiva efficacia nello spingere il brand americano nell'ostico territorio nipponico, ma lo sforzo da fare a questa mandata sarà ancora maggiore. C'è infatti da recuperare un gap inquietante con PlayStation 4, e c'è questa diffusa sensazione di una partenza ritardata per quanto riguarda la politica di investimenti sulle produzioni videoludiche third party, dopo l'incerto avvio di Xbox One, figlio di un progetto che ha evidentemente dovuto cambiare rotta in corsa e in maniera alquanto repentina. Phil Spencer è stato messo al timone in acque che cominciavano a farsi agitate e da lì è partito il nuovo corso sotto l'egida della parola d'ordine "giochi", come ha ben dimostrato l'organizzazione della conferenza Microsoft al recente E3 2014, tutta impostata sulla presentazione di titoli a raffica. Dopo un lungo periodo di avvicinamento all'evento di Los Angeles, durante il quale non sono mancate voci di corridoio sulle nuove aperture a oriente da parte di Microsoft, adesso abbiamo le idee molto più chiare su quello che si prospetta per il futuro, e tra le maggiori sorprese emerse il 9 giugno c'è Scalebound, un nuovo titolo in sviluppo presso Platinum Games, sotto la guida del celebre Hideki Kamiya.
In Scalebound, il destino di un cavaliere è legato ad un drago
Azione e stile
Com'era lecito aspettarsi da uno dei maggiori propugnatori dello "stylish action" come marchio di fabbrica, Scalebound si è dimostrato subito sopra le righe nel video proiettato durante le conferenza Microsoft all'E3 2014. Un protagonista belloccio, strafottente e tremendamente forte, come da tradizione, si scontra con una gigantesca creatura uscendone più o meno vincitore, il tutto senza rinunciare ad un certo stile. Che poi questo si dimostri più o meno "tamarro" al limite del trash, anche questo rientra nella cifra stilistica di Platinum Games, che tradizionalmente mischia elementi seriosi e spinge la spettacolarità al parossismo, raggiungendo un effetto che sfiora l'assurdo mantenendosi comunque su un tono generalmente autoironico.
Su quest'ultimo punto, a dire il vero, il trailer non si è dimostrato eccessivamente spinto, abbandonando certe follie puramente nipponiche viste in Bayonetta in favore di uno stile più improntato sullo stereotipo macho di matrice americana, forse di impatto più sicuro per la platea dell'E3. Certe uscite, tuttavia, portano comunque il segno di Platinum, a partire dalle cuffie del protagonista per arrivare all'incredibile escalation di eventi catastrofici. In "un mondo lontano e ostile", Scalebound ci porta ad affrontare creature spaventose, riferiscono gli sviluppatori nelle stringate informazioni a corredo del trailer. La caratteristica che emerge come elemento cardine del gioco è il legame che si instaura tra il protagonista e un gigantesco drago. La connessione con il formidabile predatore, a quanto pare, "sarà cruciale per la sopravvivenza di entrambi i mondi", riporta la descrizione ufficiale del gioco, lasciando aperti diversi interrogativi sul modo in cui l'eroe e il drago si relazionano e su cosa siano, in pratica, i due mondi menzionati. Insomma, se ad un primo impatto il trailer sembrava mettere in scena una canovaccio piuttosto trito e un protagonista che in molti, inizialmente, avevano scambiato per un possibile Dante o Nero da Devil May Cry, quando il personaggio in questione si mette le cuffie, si copre di un'armatura a scaglie e si lancia in sella al possente drago gli elementi divergenti emergono con forza, facendo intravedere possibili spiragli originali in puro stile Platinum Games.
Un video e tanti sogni
Il problema è che, per ora, di Scalebound non sappiamo praticamente nulla. Tutto quello che è dato sapere proviene dal trailer presentato nel corso dell'E3 2014, che per giunta non presenta nemmeno delle vere e proprie scene di gioco, essendo composto da sequenze in computer grafica, e da qualche dichiarazione da parte di Platinum Games e Kamiya stesso, che tuttavia si limitano a rimarcare qualche particolare sul concept e sull'ambientazione del gioco, ma non dicono nulla sulla sostanza di questo. Si sa per certo che il gioco è in uno stato ancora embrionale ma c'è già una versione giocabile per gli addetti ai lavori. Phil Spencer, il capo della divisione Xbox in Microsoft, ha riferito di aver provato di persona una build giocabile di Scalebound e si è dimostrato decisamente soddisfatto dei risultati raggiunti da Platinum Games.
Ha peraltro riferito di non saper ancora dire, però, quando il gioco potrà essere mostrato nuovamente in una forma più definitiva o quando si potrà parlare di ulteriori dettagli, anche se l'avvento della Gamescom e anche del Tokyo Game Show potrebbero essere già due occasioni interessanti per tornare a discutere del gioco, e magari rilasciare qualche altro materiale. Da parte sua, Hideki Kamiya si è limitato a riferire come questo sia un progetto unico e innovativo anche per Platinum Games, essendo il primo gioco per Xbox One del team e anche l'unico gioco sviluppato in collaborazione diretta con Microsoft, che sta facendo da partner in prima persona a Platinum per la produzione del titolo. Quello che emerge con forza, nella vaghezza che ancora contraddistingue le informazioni riguardo Scalebound, è la presenza del drago come elemento caratterizzante dell'intera esperienza di gioco. L'unica altra dichiarazione da parte di Kamiya è infatti una sorta di testimonianza tutta dedicata al celebre essere mitologico, storicamente legato agli universi fantasy, capace da sempre di catturare l'immaginazione: la possibilità di rappresentare al meglio la magnificenza di questa creatura è a quanto pare un sogno che dall'infanzia ha accompagnato il game designer fino alla realizzazione di Scalebound. Il nuovo action game di Platinum è dunque una sorta di omaggio al possente predatore sputafuoco, e c'è da scommettere che il team di sviluppo abbia escogitato qualcosa di veramente particolare per farci vivere in prima persona l'ebrezza di cavalcare o controllare in qualche modo tale creatura.
CERTEZZE
- È il nuovo action game di Platinum Games
- Concetto e ambientazione interessanti
- Il rapporto col drago apre a meccaniche potenzialmente innovative
DUBBI
- Pare un po' più stereotipato rispetto ad altre produzioni Platinum
- Tutta da conoscere ancora l'intera struttura del gioco
- Comparto tecnico da valutare, vista la presentazione esclusivamente in computer grafica