Fin dalla sua prima apparizione, Ryse: Son of Rome ha fatto parlare di sé in primis per un comparto grafico sontuoso, che ha fatto scintillare gli occhi ai futuri acquirenti di Xbox One grazie all'elevato standard qualitativo raggiunto della console di nuova generazione. Con il passare dei mesi il titolo Crytek ha assunto sempre più insistentemente i contorni del progetto di punta della line-up di lancio, salvo poi rivelarsi piuttosto deludente sotto tutti i punti di vista, ad eccezione di quello tecnico. Appagare l'occhio non basta, e Ryse si è trovato ai nastri di partenza privo di una corposa campagna single player e soprattutto di un gameplay solido e profondo, capace di coinvolgere e soddisfare il giocatore nel vorticoso susseguirsi di combattimenti che l'avrebbero portato a contatto con ambientazioni e scorci mozzafiato. A meno di un anno dall'esordio su Xbox One, il titolo Crytek è pronto a sbarcare su PC forte di tutti e quattro i DLC sin qui pubblicati e di una serie di implementazioni tecniche volte a migliorarne il già notevole impatto visivo. Tra le tante, quella che ha suscitato maggiore interesse è sicuramente il supporto nativo al 4K, che fa di Ryse il primo in Ultra HD ad essere realizzato col motore di gioco. Saranno in pochi a potersi permettere una tale veste grafica, ma anche alle risoluzioni minori il motore di gioco ha evidenziato un livello di ottimizzazione incoraggiante nonostante la build arretrata arrivata in redazione. Quando si tratta di PC, Crytek (visivamente) non delude mai.
Siamo tornati a testare Ryse su PC: ecco il nostro nuovo provato
Sulle tracce dei barbari
Il codice preview che è giunto in redazione altro non era che una versione analoga a quella che abbiamo avuto l'occasione di testare alla recente GamesCom, ma con la possibilità di lavorarla in tutta calma senza lo stress che il ritmo serrato della fiera impone. Abbiamo avuto la possibilità di provare due capitoli della campagna principale, il primo ambientato nella capitale dell'Impero comprensivo di un breve tutorial, e il quarto, che ci ha portati attraverso una foresta lussureggiante ai piedi di un acquedotto sulle tracce del capo dei barbari.
Scesi sul campo di battaglia abbiamo piacevolmente notato come due difetti piuttosto evidenti della demo vista ad agosto siano stati risolti: il frame rate non è più bloccato al tetto dei 30 frame al secondo e l'eccessiva sensibilità della rotazione della visuale è stata ottimizzata, permettendo un utilizzo più comodo e preciso di mouse e tastiera. Tuttavia fin dai primi frangenti di gioco emerge cristallino come Ryse sia un titolo modellato appositamente sul pad di una console, trovando la sua massima espressione nel controller di Xbox One o, in alternativa, in quello di Xbox 360. Il lavoro di mappatura dei comandi fatto sulla tastiera è ottimo, sia chiaro, ma abbandonarla per un pad a nostro modo di vedere rimane l'opzione preferibile. Il combat system è stato disegnato per esser fluido e privo di soluzioni di continuità, con il nostro centurione che contrariamente ai suoi modi burberi e grezzi, danza tra i barbari nemici alternando fendenti, schivate e parate di scudo. La pressione dei tasti di attacco rimane compassata e mai troppo frenetica, maggiormente incentrata sul tempismo piuttosto che sulla capacità di inanellare combo più o meno complesse. Dopo un paio di mazzate messe a segno, comparirà sulla testa degli antagonisti un'icona che ci permette di sferrargli il colpo finale, lasciandoli agonizzanti in un lago di sangue e privi di qualche arto.
Il problema è che queste finisher sono di fatto dei quick time event impossibili da sbagliare che in qualunque caso portano alla morte dell'avversario e all'ottenimento di una parte del bonus di ognuno dei quattro perk che è possibile attivare. Ad esempio, utilizzando la rigenerazione vitale, mettendo a segno la giusta combinazione di tasti si ottiene un maggior quantitativo di energia, mentre se non se ne imbrocca neanche uno giusto, l'avversario morirà e noi otterremo comunque una piccola quantità di bonus. Le cose non migliorano guardando alla struttura di Ryse. Tra sanguinolenti combattimenti corpo a corpo e sezioni a capo di un manipolo di soldati, dobbiamo farci largo tra orde di barbari pronti a tutto pur di farci la pelle, con meccaniche ampiamente guidate e limitate nella liberà d'azione offerta.
Prestazioni da primato
Da sempre Crytek si trova a suo agio con il PC, e ancora una volta ha dimostrato la sua attitudine per questa piattaforma non limitandosi solamente a un semplice porting, ma tirando a lucido Ryse nello splendore del 4K che, a patto di avere una componentistica adeguata a disposizione, darà luogo a uno spettacolo visivo davvero straordinario. Nonostante le polemiche suscitate qualche settimana addietro quando vennero rilasciati i requisiti di sistema, possiamo ritenerci soddisfatti dell'eccellente lavoro di ottimizzazione fatto dalla software house tedesca, che una volta di più ha dimostrato quanto sia versatile il suo portentoso CryEngine.
Il maggiore dettaglio grafico rispetto alla versione Xbox One è palpabile fin dalla prime battute, con un'immagine più nitida a schermo, impreziosita da elementi come armature e scudi scalfiti dalla battaglia, lame insanguinate ed elmi che risplendono sotto la luce del sole. Sebbene gli assets grafici siano gli stessi della versione console partendo dai modelli poligonali, gli effetti di luce e volumetrici donano maggiore realismo alle scene di gioco, che prendono vita più realistiche che mai sia nella rifinitura certosina dei protagonisti principali, sia nella cura riposta nella realizzazione di ambienti e vegetazione. Per testare questa versione preview, abbiamo utilizzato un PC armato di processore Intel i7 4770K @ 3,50 GHz, scheda video NVIDIA GeForce GTX 670 e 8 GB di RAM: settando al massimo il livello di dettaglio, usando un filtro anisotropico a 16x e tralasciando il Supersampling, abbiamo giocato tranquillamente in Full HD senza riscontrare cali di sorta da parte del motore grafico, sempre granitico sopra i 30 frame al secondo. Da sottolineare che tra le impostazioni figurano due opzioni separate per la gestione della risoluzione, una dedicata al rendering, e una invece al numero di pixel veri e propri mandati su schermo.
In questo modo, mantenendo fissa la risoluzione dello schermo, possiamo chiedere al motore grafico di renderizzare il titolo a una risoluzione inferiore per poi upscalare l'immagine finale, in modo da guadagnare prezioso margine di manovra per recuperare qualche frame rendendo l'esperienza di gioco più fluida e stabile. Quest'opzione è figlia del passaggio su Xbox One, che utilizzava lo stesso meccanismo per renderizzare l'immagine a una risoluzione di 900p e inviarla poi al televisore in Full HD. Abbiamo quindi avuto conferma della bontà del lavoro di conversione fatto da Crytek, così come della presenza di quegli atavici problemi che ci fecero storcere il naso in sede di recensione quasi un'anno addietro. Aspettando l'uscita prevista per il prossimo dieci ottobre, potrete fare le giuste considerazioni sul vostro hardware e sulla possibilità più o meno concreta di fare vostro questa ottima conversione di Ryse, che nonostante un comparto tecnico da urlo non riesce a nascondere una struttura di gioco poco accattivante e alquanto ripetitiva.
CERTEZZE
- Buona ottimizzazione del motore di gioco
- Tecnicamente al top
- Ambientazioni bellissime
DUBBI
- Combat system poco avvincente
- Meccaniche limitate