Di esperimenti e progetti videoludici passati per Kickstarter (e simili) ne abbiamo trattati a dozzine, dando naturalmente spazio e visibilità a quelli meritevoli in grado di superare almeno lo scoglio del primo obiettivo, magari dopo esser sbarcati su Steam - in Accesso Anticipato - per una prima prova su strada.
Ebbene, è evidente che non tutti gli sviluppatori si pongano allo stesso modo nell'interfacciarsi con le suddette campagne di crowdfunding, tra chi richiede sin dapprincipio ingenti somme di danaro, chi diluisce la propria proposta su vari step più ragionevoli, e chi, umilmente, magari perché proveniente dall'esperienza dei "garage game", si accontenta della semplice copertura delle spese vive per arrivare al lancio del prodotto. Tra tutti i progetti passati in rassegna, quello che ci accingiamo a presentarvi, ovvero lo shooter a base di mech Project Nimbus, fa quasi tenerezza per il modo in cui è giunto su Kickstarter, nonostante l'ambizione, la solidità del gameplay - come spiegheremo più avanti - e il numero di persone coinvolte, soprattutto per quel che concerne i doppiatori. Il titolo pubblicato da Kiss Ltd. e sviluppato da GameCrafterTeam, una piccolissima software house thailandese, fu infatti presentato al pubblico con l'umilissima richiesta di sole 6 mila sterline (avete letto bene), con una serie di step in crescendo - fino a un massimo di 22 mila sterline - in grado di ampliare sensibilmente la qualità e la varietà dell'offerta. Una somma di denaro così esigua va letta proprio nel basso costo della vita in Thailandia - come hanno onestamente sottolineato i sei ragazzi del team guidato dal ventitreenne Pawee Pakamekanon - e i 1.200 backers partecipanti hanno donato in tutto quasi 17 mila sterline, trasformando Project Nimbus in un'interessantissima realtà. Ispirato nel design da anime giapponesi alla stregua di Gundam Wing e nelle dinamiche da titoli come Armored Core (mai uscito su PC), Ace Combat, Zone of The Enders e il più recente Strike Suit Zero, Project Nimbus potrebbe diventare un punto di riferimento per gli appassionati di mech e sparatutto frenetici. Ecco perché.
Project Nimbus è un progetto tailandese a base di mech e sparatorie, inaspettatamente solido
Città volanti
"Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra, gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l'aspetto di desolati deserti. Tuttavia, la razza umana era sopravvissuta". Che c'entra l'incipit della trama di Kenshiro con uno shooter a base di mech? Semplice, calza a pennello per spiegare le dinamiche che sottendono la linea narrativa di Project Nimbus, non certo originale ma più che sufficiente per dar fuoco alle polveri. In realtà, nel titolo GameCrafterTeam, le guerre hanno reso totalmente inabitabile la superficie della Terra, e i fortunati sopravvissuti sono fuggiti nell'orbita del globo (o su altri pianeti) costruendo gigantesche città volanti sostenute da ascensori gravitazionali. Ciò ha prodotto il nuovo ordinamento politico internazionale, governato da tre fazioni in contrasto fra loro per spartirsi le ingenti risorse necessarie per mantenere in orbita le città volanti, le quali, come linea di difesa dagli attacchi nemici - in particolare del gruppo terroristico chiamato "Children of Fallen Nation" - hanno reso indispensabile la costruzione dei cosiddetti BattleFrames. Sebbene il plot possa apparire inflazionato, trama e toni di Project Nimbus sono espressamente pensati per gli appassionati di anime con "robottoni", grazie alla caratterizzazione dei vari personaggi coadiuvato da un totale di circa 30 doppiatori coinvolti, tra inglesi e thailandesi.
Giunta su Kickstarter lo scorso 5 novembre, la versione Early Access del titolo permette di giocare tutto il primo atto della campagna - suddiviso in sette missioni - e la modalità survival, mettendoci al comando di diverse tipologie di mech per aspetto e armamentario. Come detto, il gameplay ricorda da vicino quello di altri titoli congeneri, tuttavia la velocità, l'inquadratura in terza persona e il sistema di comandi rendono l'esperienza abbastanza originale. Purtroppo, al momento, non è ancora possibile personalizzare i pulsanti e l'asse verticale della mira (poterla invertire sul joypad è praticamente indispensabile), facendoci così preferire il connubio mouse e tastiera - anche per la precisione intrinseca - in questo primo assaggio del titolo. All'interno del tutorial, selezionabile come missione d'avvio della campagna, vengono spiegati con cura tutti i controlli, per i quali è tuttavia necessaria una buona dose di pratica, soprattutto per far scendere e salire di quota con efficacia il proprio mech, rispettivamente con i tasti C ed E. Gli spostamenti sono invece gestiti dai classici WASD, il boost - consumabile - è legato alla barra spaziatrice e le contromisure per i missili nemici (flares) si lanciano con F; le armi, infine, si gestiscono con i pulsanti del mouse e il tastierino numerico. Ciò che crea più di qualche grattacapo è il lock automatico sui bersagli, che, in seguito ad un abbattimento, passa immediatamente su un altro target, talvolta facendo ruotare repentinamente la visuale: considerando che ci si muove nell'ambiente a 360°, magari all'interno di città volanti tra grattacieli e architetture varie, questo può tradursi in schianti involontari e un pizzico di confusione, anche per il numero pantagruelico di sonde, mech, navi e proiettili - sia alleati che nemici - che riempiono praticamente lo schermo. Nonostante tutto, grazie anche alla saggia introduzione di una sorta di bullet time attivabile con il tasto Shift, il gameplay risulta adrenalinico e coinvolgente, in grado di soddisfare pienamente gli amanti di mech e sparatutto frenetici. In futuro, inoltre, dovrebbero essere aggiunte anche la visuale interna e il supporto all'Oculus Rift, per un'esperienza ancor più appagante e coinvolgente. Per quel che concerne le armi, a seconda del mech in dotazione, esse spaziano tra mitragliatrici, missili più o meno potenti (ottimo il sistema di targeting multiplo col tasto destro del mouse), sonde alleate, cannoni da cecchino e persino spade, da utilizzare all'occorrenza col tasto centrale del mouse, in puro stile anime giapponese. Le battaglie nei cieli di Project Nimbus sono varie e affascinanti, comprendendo operazioni di scorta e difesa, boss coriacei da abbattere (altri mech o corazzate volanti), obiettivi a tempo e molto altro ancora, il tutto racchiuso in una manciata di missioni del primo atto. Al momento, nel menù della campagna viene indicata la presenza di quattro atti, la cui longevità dovrebbe essere più che sufficiente per un prodotto del genere, tenendo in considerazione i tre livelli di difficoltà disponibili e il prezzo vantaggioso - circa 15 Euro - con cui il titolo thailandese viene venduto attualmente su Steam. Ancora non si hanno notizie su un'ipotetica modalità multiplayer, che potrebbe amplificare ulteriormente l'appeal di Project Nimbus.
Mech pesanti
In attesa che il brillante gameplay venga ulteriormente raffinato e snellito dagli sviluppatori, il vero problema del titolo risiede nell'ottimizzazione del motore di gioco basato sull'UDK (Unreal Development Kit), la cui assurda pesantezza è capace di mettere in ginocchio una 980 GTX spinta, facendo abbassare il frame rate da 60 a 25 frame per secondo nelle situazioni più caotiche, in 1080p e persino a dettagli medi.
E' vero, tra scie luminose, ampiezza delle ambientazioni (è possibile ascendere col proprio mech sino allo strato sub-orbitale), effetti speciali e numero impressionate di mezzi su schermo, il giocatore viene praticamente inondato da input grafici, ciò nonostante nulla può giustificare simili crolli con una configurazione del genere. Del resto i vari veicoli e mech, per quanto ben disegnati e progettati, sono piuttosto semplici nella modellazione poligonale, e lo stesso discorso può essere fatto per le città volanti, sufficientemente dettagliate ma nulla che faccia gridare al miracolo, anche impostando i dettagli massimi. Al momento non vi sono opzioni grafiche da poter regolare - vi sono solo impostazioni generiche da low a very high - ma è indubbio che la situazione migliorerà col tempo. Discreti gli effetti sonori così come il doppiaggio, mentre la colonna sonora risulta generalmente anonima. Nel complesso siamo innanzi a un prodotto promettente che necessita di un notevole processo di rifinitura, soprattutto sotto il profilo tecnico, tuttavia non abbiamo praticamente dubbi sul fatto che i fan di anime giapponesi basati su mech lo adoreranno anche in questo stato acerbo.
Conclusioni
Multiplayer.it
Lettori
ND
Il tuo voto
PRO
- Gameplay divertente e dinamico..
- I mech hanno sempre il loro fascino
- Buona varietà di situazioni e tanti mezzi
- Prezzo abbordabile
CONTRO
- ..sebbene necessiti di alcune rettifiche
- Al momento il motore risulta scarsamente ottimizzato