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Siamo alla generazione remastered?

Il riciclo pare essere la chiave della modernità, anche nel mondo dei videogiochi

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   14/01/2015
Siamo alla generazione remastered?

Una delle novità di mercato dell'attuale generazione di macchine da gioco, più precisamente Xbox One e PlayStation 4, è la diffusione capillare di edizioni remastered di giochi della passata generazione e, in alcuni casi, di generazioni precedenti (pensate ad esempio all'edizione rimasterizzata di Grim Fandango che uscirà a fine gennaio, oppure alla versione in alta definizione di Outcast per PC, pubblicata da pochissimi giorni). Di esempi se ne possono fare molti, visto che ce ne sono di celebri come The Last of Us Remastered, che è traghettato in meno di un anno da PlayStation 3 e a PlayStation 4, oppure la Tomb Raider: Definitive Edition, i Metro Redux, la Halo: The Master Chief Collection, Grand Theft Auto V, Sleeping Dogs - Definitive Edition e così via. Anche se non sono tutte uguali, tutte queste riedizioni hanno delle caratteristiche comuni: il proporre miglioramenti grafici rispetto alle edizioni originali e il comprendere nel prezzo tutti i contenuti usciti fino al momento della ripubblicazione. Poi ovviamente è al buon cuore del singolo publisher proporre degli extra di valore per la nuova utenza e per quella di ritorno, ma non è sempre scontato che ci siano. Se vogliamo hanno anche una terza caratteristica comune: difficilmente se si è giocata l'edizione originale di un titolo, vale la pena giocare anche quella remastered. Ovviamente ci sono delle eccezioni e il giudizio su questo punto può variare da persona a persona, ma in generale rimane un principio valido.

Le edizioni remastered dei vecchi giochi affolano il mercato. Scopriamo se ci uccideranno tutti.

Miti da sfatare

Siamo alla generazione remastered?

Definito un po' il prodotto "remastered", cerchiamo di sfatare un paio di miti: non è vero che escono sul mercato più edizioni remastered che titoli nuovi e non è vero che le risorse impiegate per realizzare un'edizione remastered siano compromettenti per la produzione di progetti più freschi. Anzi, probabilmente è l'esatto contrario, come vedremo nel prossimo paragrafo. Rimaniamo sul primo punto. È sicuramente vero che ci sono molte più riedizioni in questa generazione che nelle precedenti, ma se leggiamo ad esempio l'elenco dei titoli usciti e in uscita per PlayStation 4 su Wikipedia, non è difficile verificare la preponderanza delle produzioni inedite. Certo, chi è desideroso di titoli sempre nuovi e, soprattutto, ha giocato molti di quelli più famosi della vecchia generazione, può essere chiaramente infastidito dall'apparizione sulla scena di tante riedizioni, ma vero è che il fastidio si trasforma spesso in un linguaggio iperbolico che trasforma a sua volta quella che è soltanto una mera necessità del mercato attuale in una piaga che sembra voler minare l'industria videoludica tutta. La verità è che le edizioni remastered non sono il male che molti vogliono credere che siano e, anzi, hanno anche degli effetti benefici sul mercato.

Perché convengono ai publisher?

Per un publisher un'edizione remastered è una scommessa quasi sempre vincente. Il motivo principale è che i costi produttivi di un porting sono infinitamente inferiori rispetto al dover sviluppare un videogioco da zero. Oltretutto con l'allungarsi dei tempi di sviluppo, le riedizioni hanno permesso ai vari publisher di immettere velocemente prodotti sul mercato per le nuove macchine da gioco, in modo da coprire la mancanza nei negozi delle ormai estinte produzioni medie, che erano ottime per fare numero. Insomma, vuoi per la scarsa base installata, che non giustificherebbe l'investimento, vuoi per i tempi risicati, non è pensabile che nel primo anno di vita di console come PlayStation 4 e Xbox One possano arrivare sul mercato molte produzioni costose e complesse, a parte qualche esclusiva e i titoli cross-gen. Non succedeva con macchine più vecchie, sulle quali produrre i giochi costava infinitamente meno, figurarsi con queste ultime. Così ecco che le remastered garantiscono la presenza del publisher su una piattaforma, con uno sforzo economico accettabile e seguendo delle logiche che non sono sbagliate. Quali? Intanto quella della monetizzazione di un grosso lavoro già fatto, perché molti dei tripla A per Xbox 360 e PlayStation 3 sono dei colossi costosissimi che è un peccato vadano persi nel nulla. La monetizzazione risponde anche a un'altra logica, che è quella del finanziamento dei progetti maggiori e più rischiosi in sviluppo: un publisher costretto a lanciare sul mercato meno titoli per un intero anno, a causa della transizione generazionale, è un publisher che si presenta più debole all'anno successivo. Molti percepiscono il fatto che un prodotto remastered abbia costi di produzione inferiori, come una specie di bieco raggiro o di tentativo di riciclo di contenuti già pronti. Certo, che ci si trovi di fronte a una forma di riciclo è vero, ma il fatto che dei colossi strutturati possano immettere sul mercato prodotti a basso prezzo non deve essere visto necessariamente come un male, se poi questo si traduce in una maggiore solidità, della quale beneficeranno tutte le altre produzioni. Oltretutto, chi l'ha detto che non ci sia un pubblico a cui facciano piacere le riedizioni?

Siamo alla generazione remastered?

Siamo sicuri che i videogiocatori non le amino?

Veniamo quindi all'ultimo nodo: il pubblico. Se da una parte c'è una fetta di giocatori che vede di cattivo occhio le riedizioni, per i motivi illustrati sopra, dall'altra ci sono moltissimi giocatori che non hanno avuto modo di provare nella passata generazione i giochi riproposti.

Siamo alla generazione remastered?

I motivi possono essere diversi e vanno dall'età, all'aver scelto all'epoca altri titoli, oppure al possesso di altre console che hanno impedito di provare certe esclusive. Facciamo due esempi concreti e partiamo da The Last of Us: dato l'alto numero di possessori di PlayStation 4 che provenivano da Xbox 360, siamo sicuri che a loro non abbia fatto piacere poter fruire del titolo di Naughty Dog? Sicuramente non hanno acquistato la console per questo, ma è indubbio che molti siano stati contentissimi di poter giocare con un simile capolavoro. Ma facciamo un altro esempio: quanti saranno stati gli acquirenti della Halo: The Master Chief Collection contenti di trovare i quattro episodi della serie in un unico pacco? Quanti, ad esempio, tra quelli che hanno acquistato Xbox 360, ma non Xbox, saranno stati felici di poter finalmente giocare i primi due capitoli? Ovviamente, dal punto di vista dell'attrazione per i giocatori, ogni remastered fa storia a sé e non pretendiamo di esaurire la casistica completa. Gli esempi riportati ci fanno però capire che un mercato potenziale per operazioni del genere c'è e che è molto più grande di quello che si creda, se è vero che The Last of Us Remastered ha venduto circa tre milioni di copie, la riedizione dell'ultimo Tomb Raider ha superato il milione di copie, mentre la già citata Halo: The Master Chief Collection viaggia intorno ai due milioni di copie (i dati sono tratti da VGChartz e sono da considerarsi puramente indicativi). Come non citare anche casi clamorosi, come la riedizione HD del primo Resident Evil che è schizzata in vetta a Steam non appena si sono aperte le prenotazioni? Insomma, sarà una formula odiata da alcuni, ma numeri del genere dimostrano che sono moltissimi a desiderare che alcuni titoli del passato si riaffaccino sulle macchine da gioco più moderne. Quindi, perché non darglieli?