Sono numerose le nuove tecnologie presentate nel corso degli anni alla Game Developers Conference, e il motivo è semplice: considerata la natura dell'evento, i produttori desiderano mostrare ai propri potenziali clienti, vale a dire gli sviluppatori, dispositivi che possano catturare la loro attenzione, che ispirino nuove esperienze.
Negli ultimi tempi ciò ha significato soprattutto realtà virtuale, con Oculus Rift a fare da apripista a una nuova concezione in tal senso, tecnologicamente avanzata e pronta a raccogliere la sfida, che si tratti di gaming o di intrattenimento a trecentosessanta gradi. Quest'anno il visore prodotto dall'azienda fondata da Palmer Luckey dovrebbe mostrarsi nella sua versione definitiva, mentre all'orizzonte si stagliano nuovi possibili concorrenti: da un lato la concretezza di Project Morpheus, probabilmente migliorato rispetto agli esordi; dall'altro l'incognita dello SteamVR, annunciato solo pochi giorni fa e ancora avvolto nel mistero. E poi il "quarto incomodo", HoloLens, il visore per la realtà aumentata di Microsoft che cercherà di offrire un'esperienza alternativa senza porsi, dunque, in diretta concorrenza con i prodotti appena citati. La casa di Redmond agirà su vari fronti in quel di San Francisco, puntando anche e soprattutto sulle DirectX 12 e su ciò che queste librerie potranno portare, in termini di miglioramento delle prestazioni, su Windows 10 e Xbox One.
Fra librerie...
Microsoft punta a ricoprire un ruolo da protagonista in quel di San Francisco, a giudicare dalle dimensioni del suo stand, in assoluto il più grande fra quelli sullo showfloor.
Come già riportato, la divisione Xbox sarà presente in forze all'evento e si parlerà dunque di giochi, ma anche e soprattutto delle tecnologie che consentiranno di ottenere prestazioni sempre migliori in tale ambito. Lo scorso anno la casa di Redmond ha presentato proprio alla GDC le DirectX 12, e stavolta punta ad approfondire il discorso mostrando le librerie grafiche all'opera su più fronti, così da fornire agli addetti ai lavori e ai semplici visitatori un assaggio di ciò che sarà possibile fare utilizzandole nei videogame. Come sappiamo, il concetto alla base delle DX12 è simile a quello che AMD ha provato a proporre con Mantle, cioè un rapporto diretto, il più possibile a basso livello, fra hardware e software. Senza intermediazioni a rallentare il processo computazionale, le DirectX 12 promettono un aumento significativo delle performance, e gli ultimi test parlando di risultati entusiasmanti. Addirittura le nuove librerie potrebbero permettere a due GPU differenti, AMD e NVIDIA, di lavorare in parallelo, il che fa comprendere ancora meglio quali siano le ambizioni di Microsoft. Alla GDC verranno probabilmente mostrati esempi concreti e confronti diretti sul funzionamento delle nuove librerie, che saranno incluse nativamente nel sistema operativo Windows 10 e approderanno quindi anche su Xbox One. La casa di Redmond non lo dice apertamente, ma la scommessa è quella di ottimizzare lo sviluppo sulla sua console per colmare l'attuale gap con PlayStation 4, particolarmente evidente nelle produzioni multipiattaforma. Se poi i team first party riusciranno a fare ancora di più, tanto meglio.
...e ologrammi
Stupendo un po' tutti, Microsoft non ha abbracciato la realtà virtuale, che sembra essere il nuovo trend ma pecca ancora di un certo grado di immaturità tecnologica, bensì ha proposto qualcosa di diverso: gli ologrammi.
Il progetto risponde al nome di HoloLens ed è stato rivelato per la prima volta durante lo speciale evento di presentazione di Windows 10. Utilizzando un particolare visore, che supponiamo miri a diventare sempre più piccolo e leggero, sulla falsariga di Google Glass, questa tecnologia aumenta la realtà in vari modi, interagendo con i software che utilizziamo per creare uno spazio di lavoro tridimensionale. Avete presente l'interfaccia utilizzata da Tony Stark nella serie filmica di Iron Man? Ecco, qualcosa di molto simile. Immaginate dunque di vedere, ad esempio, un progetto CAD che gravita sopra la vostra scrivania, ruotabile, zoomabile e modificabile attraverso semplici movimenti delle dita. È insomma questo il futuro a cui ambisce Microsoft, e proprio durante la GDC bisognerà capire a che punto è l'azienda in tal senso, dunque se HoloLens arriverà nei negozi in tempi ragionevoli o se si tratta di un prodotto non ancora pronto per il mercato consumer.
La GDC di quest'anno sembra essere tutta all'insegna dei visori... ma c'è anche dell'altro?
Il ritorno di Oculus...
La Game Developers Conference rappresenta un ottimo palcoscenico per consolidare determinati progetti, in questo caso specifico i visori per la realtà virtuale.
Forte dell'acquisizione da parte di Facebook, che ha fornito senz'altro un boost alla produzione in termini di budget, Oculus Rift tornerà a San Francisco per stabilire le regole del gioco, considerato che svariati rumor danno il dispositivo come pronto per il debutto nel corso di quest'anno. Come testimoniano i nostri ultimi test, il celebre visore per la realtà virtuale sembra aver risolto le problematiche delle precedenti versioni, eliminando l'effetto "alveare" ed il motion sickness in favore di un'esperienza mai così coinvolgente e spettacolare, capace di prestarsi in modo eccellente tanto all'uso con i videogame quanto alla visione di film. Certo, rimangono alcune perplessità legate ai risvolti pratici dell'uso di un dispositivo del genere, dalla collocazione del sensore al movimento nello spazio, ma i progressi fatti da Oculus nel corso degli anni sono evidenti e la tecnologia appare ormai matura. Probabile, insomma, la presenza in quel di San Francisco di un prototipo finale, magari lo stesso che troveremo nei negozi.
...e quello di Morpheus
A un anno esatto dal debutto di Project Morpheus, il visore per la realtà virtuale prodotto da Sony torna alla GDC, protagonista di una presentazione della durata di ben quattro ore che si terrà martedì 3 marzo.
Le nostre impressioni sul dispositivo, basate però su un test effettuato undici mesi fa, evidenziavano il grande potenziale di un prodotto esteticamente ed ergonomicamente curato, capace di adattarsi perfettamente anche ai portatori di occhiali, ma per certi versi immaturo sul fronte squisitamente tecnico. Per gestire in modo convincente la realtà virtuale serve una potenza che PlayStation 4 potrebbe non garantire, secondo alcuni addetti ai lavori, ma il progetto è senz'altro stato ottimizzato nel corso dell'ultimo anno e si prepara dunque a giocare le sue carte sul palcoscenico della Game Developers Conference 2015. Oltre a una revisione hardware, praticamente scontata, ci aspettiamo di poter provare Project Morpheus in un ambito gaming reale, con titoli che supportino tale tecnologia al meglio e che dimostrino quali siano le sue reali implicazioni. A Sony serve una killer application, qualcosa che gli utenti non vedano l'ora di provare indossando il visore, e poco importa che si tratti di un software esclusivo oppure di qualcosa di già esistente (DRIVECLUB?). A contare, in questo caso, sarà infatti l'esclusività dell'esperienza.
Here comes a new challenger!
È di pochi giorni fa l'annuncio che anche Valve debutterà nel settore della realtà virtuale, presentando il suo visore proprio alla GDC. La tecnologia, che risponde al nome di SteamVR, rappresenta una novità assoluta per l'azienda guidata da Gabe Newell e non sappiamo ancora cosa aspettarci in tal senso, soprattutto sul fronte dell'hardware.
Con l'Oculus Rift a fare da apripista, è probabile che il device si dimostri piuttosto avanzato, pur mantenendo una connotazione che gli consenta di arrivare sul mercato a prezzi relativamente accessibili. Aggiornamento: Valve e HTC hanno annunciato Vive. Quel che è certo è che questa mossa va nella direzione di creare un vero e proprio ecosistema Valve, composto da SteamOS, dallo Steam Controller e dalle Steam Machine. Tutte cose che vedremo proprio alla Game Developers Conference: verrà mostrata la versione definitiva dell'interessante controller dotato di doppio trackpad, che potrebbe nascondere qualche sorpresa clamorosa in termini di design, e allo stesso modo ci sarà un ritorno delle macchine che lo scorso anno avevano tanto fatto parlare di sé, salvo poi tornare nell'ombra a causa di una situazione ancora in divenire e di configurazioni obiettivamente troppo costose dal punto di vista del rapporto prezzo/prestazioni. A San Francisco capiremo dunque se i tempi sono maturi per le Steam Machine, se lo SteamOS può rappresentare una soluzione convincente in ambito gaming, specie sul fronte della compatibilità e se, più in generale, Valve sia riuscita a fare sostanziali passi in avanti nell'ottica del suo disegno originario: conquistare il mondo... del gaming da salotto.