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La pirateria su console è morta?

Superato il periodo delle cartucce e arrivata l'era del CD-ROM, il mondo delle console è stato invaso dalla pirateria. Sarà ancora così?

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   16/05/2015

Ricordiamo bene i primi periodi della Playstation, un mondo di dischetti neri e affascinanti che improvvisamente veniva stravolto da quel tuo amico che conosceva uno che parlava con un tale che poteva metterti in contatto con quello che modificava le console. E tu, che nell'era delle cartucce al massimo avevi messo le mani su una di quelle compilation giapponesi di bruttissimi titoli per il Game Boy, sgranavi gli occhi estasiato. Eri solo un ragazzino che si trovava di fronte a una Shangri-La di titoli a poco prezzo, tutto ciò che dovevi fare era affidare per qualche giorno la tua console alle (si spera) esperte mani di uno sconosciuto, tralasciando le questioni morali. Tutte le persone che conoscevamo, in quel periodo, avevano una console modificata. Potrà sembrare arido e brutto dirlo, ma la facilità con cui si potevano modificare è stato senza dubbio uno dei volani che hanno spinto il successo di PlayStation e di Playstation 2. Un mercato fatto di retrobottega, saldature e pile di CD il cui giro di affari era difficilmente quantificabile, ma che senza dubbio rubava una certa fetta di guadagni al settore, piccola distribuzione in primis. Per non finire come il mondo PC, dove nonostante DRM sempre più assurdi e servizi a pagamento dai prezzi estremamente accessibili ogni anno milione di euro finiscono in file Torrent, i produttori di console e gli hacker giocano da anni un'estenuante partita a nascondino che di recente sembra aver decretato la vittoria dei primi, ma sarà vero?

Dopo anni di strapotere la pirateria su console è veramente morta? E chi l'ha uccisa?

L'online ha cambiato tutto

Una cosa è sicura: l'espansione dei servizi online ha reso le cose molto più complicate per i pirati. Da quando le console sono diventate dei servizi in continuo aggiornamento è molto più facile chiudere eventuali falle che potrebbero compromettere il lancio di software copiato. Allo stesso modo, vista la grande preponderanza dei titoli con patch e servizi online, chi non è disposto a collegarsi in rete per verificare la bontà del software installato rischia di perdersi un'ampia fetta del gioco.

La pirateria su console è morta?

Certo, volendo esistono servizi che permettono di giocare all'interno di un ambiente isolato, in cui non si rischia che la propria console venga trasformata in un costoso mattone, ma così facendo si perdono aggiornamenti, patch, DLC e ogni tipo di interazione online. Questo non esclude che anche un firmware piratato si possa copiare e aggiornare, ma in ogni caso molto probabilmente potete scordarvi le funzioni online. Prima o poi verreste beccati e bannati. Questa mancanza è probabilmente meno pesante per i grandi titoli in single player e forse potrebbe intaccare giusto quelli indie di piccolo calibro, ma dubitiamo fortemente che esistano persone in grado di giocare a una versione piratata di Destiny. Anche se ci fossero, l'impegno necessario per far girare il tutto su un server locale sarebbe tale che forse è meglio comprarsi il gioco originale senza fare troppo i tirchi. Inoltre, i giochi sono diventati sempre più grandi, scaricare un titolo via torrent, anche con una connessione molto potente, può richiedere giorni e giorni e poi come lo archivi? Meno male che almeno non c'è bisogno di masterizzare i Blu-ray, basta un hard disk molto capiente.

La riserva indiana

È per questo motivo che la pirateria resiste in piccole nicchie non ancora completamente intaccate da un continuo accesso alla rete, come Nintendo 3DS, PSP, Wii, PlayStation Vita e in parte nel Wii U. Come piccole Tortughe virtuali abitate da pirati nostalgici, queste "sacche di resistenza" possono ancora giocare gratuitamente, basta accontentarsi, conoscere l'exploit giusto e limitare gli aggiornamenti ai firmware modificati che si possono trovare nelle comunità online.

La pirateria su console è morta?

Anche Xbox 360 e Playstation 3 sono state più e più volte bucate, vi ricordate di George Hotz? L'hacker, conosciuto in rete come Geohot nel 2010 era riuscito a elaborare alcuni exploit che portarono alla creazione di firmware modificati, come già era avvenuto per PSP. Sony rispose con cause legali e aggiornamenti che tapparono la falla; chi aveva modificato la console ha continuato a sfruttare gli update della fiorente comunità di hacker nata in quel periodo, per tutti gli altri sono rimaste due strade: mettersi l'animo in pace o iniziare un macchinoso e complesso procedimento di downgrade che prevede schede esterne e saldature. Per quanto riguarda le Xbox 360 il procedimento sembra meno complesso, ma anche qua dipende da quale console avete comprato, i modelli più vecchi sono più facili da bucare mentre per quelle più recenti è richiesto un po' più di lavoro. Ovviamente su internet è anche possibile trovare negozi disposti a fare il lavoro sporco per voi, con tanto di hard disk esterno pieno di giochi incluso nel prezzo, o dai quali comprare direttamente una console modificata, con tanto di garanzia estesa, basta pagare un po' di più e sperare che vada tutto bene.

Lotta fra bene e male o esercizio di stile?

Per quanto riguarda l'attuale generazione è presto per parlare, i sistemi sono molto giovani e gli hacker hanno imparato a non sbandierare troppo i loro tentativi di exploit, così da evitare di trovarsi un plotone di avvocati di fronte alla porta ancor prima di aver finito. Alcuni siti, anche italiani, sostengono di poter già vendere PlayStation 4 modificate e recentemente si è diffusa la notizia che Xbox One sarebbe ormai caduta di fronte agli attacchi della comunità di hacking a essa dedicata, ma ne vale veramente la pena?

La pirateria su console è morta?

Ha senso limitare la propria esperienza di gioco per poter giocare a quei pochi titoli single player che rimangono? Quali giochi si possono giocare con queste modifiche? Bucare una console è diventato un procedimento sempre più complesso e sempre meno alla portata dell'utente medio, che di fronte al rischio di buttare via la macchina o non poter giocare online all'ultimo attesissimo titolo preferisce risparmiare e comprare solo ciò che gli piace veramente, contando sull'usato. Permetteteci di dire che è anche giusto così, i videogiochi non sono né un diritto né un bene primario: se non puoi comprarli aspetti e risparmi, scegliendo bene i tuoi acquisti. Ormai l'hacking è poco più di un esercizio di stile, una sfida personale fatta per il semplice gusto di testare le proprie abilità più che per giocare titoli piratati, con un danno economico agli sviluppatori decisamente molto basso e comunità relativamente piccole. Dunque no, probabilmente la pirateria su console non è morta, perché nessun sistema è inviolabile e nessun hardware è sicuro al 100%, neanche quelli ad uso militare, ma è senza dubbio un fenomeno molto ridimensionato.