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Si torna a combattere

Abbiamo passato una settimana al fronte virtuale

PROVATO di Mattia Comba   —   08/06/2015

Dopo sei anni di pausa, Paradox ha deciso di riesumare la saga strategica ultra decennale di Hearts of Iron con un quarto, atteso capitolo. In realtà la storia del marchio è un po' atipica e rispecchia pienamente i rigidi canoni del publisher svedese che, quando si tratta di mettersi in gioco sul campo della simulazione, non lascia niente al caso e punta al massimo del realismo e della complessità. Proprio perché di Storia di tratta, non ci si può inventare nulla di nuovo e serializzare i titoli con cadenza più vicina avrebbe avuto delle controindicazioni, visto che i giocatori si sarebbero trovati a stretto giro di boa a rivivere una campagna con incipit, partecipanti e ambientazioni completamente analoghi alla precedente. Tuttavia, nonostante rimanere sempre sullo stesso argomento possa non sembrare la scelta migliore, è riuscita negli anni a ritagliarsi il suo zoccolo duro di fan appassionati che si sono giocati ogni capitolo con gusto e coinvolgimento, in primis per la perfetta riproduzione dell'epoca storica e secondariamente per il gameplay profondo e stratificato. Noi abbiamo avuto a disposizione circa una settimana per giocare un codice alpha di Hearts of Iron IV e le nostre impressioni sono più che positive.

Paradox ci riporta nella Seconda Guerra Mondiale con lo strategico militare Hearts of Iron IV

Cambiare la Storia

Per sua stessa natura, la serie ha da sempre rappresentato una sfida molto impegnativa per i giocatori appassionati, pur essendo inserita in un contesto di semplice e immediata comprensione. Il motivo principale è essenzialmente l'oggetto del contendere: in Hearts of Iron tutto ruota attorno alla Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che si dipana per un periodo temporalmente piuttosto limitato e che presto o tardi scoppierà, arrivando inevitabilmente a lambire i nostri confini e a minacciare la fazione di cui abbiamo preso le redini.

Si torna a combattere
Si torna a combattere

L'azione di gioco in un modo o nell'altro è quindi "guidata", con gli equilibri che possono differire in parte rispetto alle reali vicende storiche in base alle decisioni del giocatore, ma che seguirà comunque dei capisaldi irrinunciabili. Le alleanze, le dichiarazioni di guerra e le zone calde d'Europa, come la Linea Maginot, saranno tutte ovviamente presenti, ma le tempistiche, gli esiti della battaglie e gli equilibri tattico/strategici che ne seguiranno saranno determinati dalle scelte e dall'abilità del giocatore. Questo è chiamato non solo a gestire le truppe, ma anche a indirizzare l'economia e l'amministrazione di uno Stato durante i difficili anni del conflitto, liberandoci dalla sensazione di prendere parte a un libro già scritto. In tal senso, a dare maggior senso di personalizzazione alla campagna ci pensano gli Obiettivi Nazionali che permettono di stabilire in anticipo quali saranno le nostre prossime mosse, ottenendo bonus in caso di successo. Si tratta di decidere quale nazione conquistare per prima, dove spostare le truppe per rafforzare i confini, se militarizzare o meno una città strategicamente rilevante o, ancora, scegliere di colpire gli avversari a testa bassa oppure infiltrare delle spie per sondarne i prossimi spostamenti o i punti deboli. Tuttavia dal primo minuto della campagna sappiamo che il conflitto è vicino e l'Europa è una polveriera pronta ad esplodere: resta solo da capire in quanto tempo toccherà i nostri confini e che ruolo avremo. Tutto ha inizio il primo gennaio del 1936 quando entreremo a capo di una delle fazioni presenti in quegli anni, dalla Germania del Terzo Reich all'Italia Fascista, passando per la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti oltre oceano e le orientali Cina e Giappone. Queste sono solo le più grandi riprodotte con accortezza certosina, soprattutto sotto il punto di vista della fedeltà storica e per questo fortemente caratterizzate per quanto concerne il gameplay. Prendere il comando dell'esercito tedesco ci mette nella posizione di scandire i tempi, gestendo al meglio dichiarazioni di guerra e invasioni in quella che probabilmente sarà una delle esperienze più appaganti offerte dall'intero titolo. Gli statunitensi, all'opposto, seguiranno gli accadimenti dall'altra parte del mondo concentrandosi nello sviluppo di forze aeree e navali da inviare in supporto all'Alleanza, guardandosi contemporaneamente dalla minaccia giapponese.

Infinite possibilità

Insomma come al solito ci sono tantissime cose da tenere sotto controllo e un ampio ventaglio di opzioni che andranno a condizionare la nostra avventura, caratterizzandola in modo unico e pressoché irripetibile, con una linea narrativa che si modifica costantemente in base ai risultati in battaglia, la gestione macroeconomica, la grandezza del nostro esercito e soprattutto la diplomazia che, se utilizzata con sapienza, può risparmiarci inutili sforzi bellici e regalarci preziose alleanze.

Si torna a combattere
Si torna a combattere

Se tutto ciò si preannuncia complesso e profondamente coinvolgente come in ogni altro capitolo della serie, almeno dall'alpha che abbiamo provato siamo rimasti poco convinti dall'interfaccia grafica, ancora poco chiara e di difficile consultazione, soprattutto per i neofiti. Iniziata una partita si viene sopraffatti da un considerevole numero di menù a tendina decisamente poco intuitivi, ognuno dei quali nasconde una delle tante funzioni fondamentali per governare al meglio l'esercito e la nazione, le strutture e le truppe. Iniziata la campagna è fondamentale concentrarsi sugli obiettivi così come sullo sviluppo di nuove tecnologie, la raccolta di risorse, la produzione di armamenti nonché il posizionamento dei vari reggimenti sulla mappa. Con il passare dei giorni dovremo fare attenzione al sostentamento delle truppe e alla disponibilità di rifornimenti, per evitare che le milizie al fronte rimangano senza viveri e armi, ma allo stesso tempo è bene iniziare a fronteggiare i nemici e soprattutto a riprendersi le industrie civili occupate. Queste infatti ci hanno dato ulteriore spinta alla produzione, consentendoci di addestrare più unità e preparaci per i successivi mesi di guerra. Allo stesso modo un aiuto fondamentale lo ha dato il Tech Tree con le nuove tecnologie da impiegare in battaglia dopo un tempo più o meno lungo di sviluppo. Le diramazioni e le opzioni non sono tantissime, ma tutte hanno un peso specifico tangibile, richiedendo un certo periodo di riflessione prima di essere scelte. Come detto in apertura infatti, in Hearts of Iron IV la guerra è reale e ci circonda da ogni lato; una minaccia costante che dobbiamo sempre essere preparati a fronteggiare senza sprecare inutile tempo prezioso. Tanta complessità dunque, anche se c'è ancora del lavoro da fare: oltre alle rifiniture sul fronte dell'interfaccia, ci aspettiamo una maggiore pulizia grafica soprattutto per quando riguarda le animazioni delle truppe che si muovono sulla mappa. Resta inoltre da testare a fondo l'intelligenza artificiale e verificarne la validità in base alla fazione utilizzata, ma il nucleo del titolo è oramai ampiamente sviluppato e pronto a soddisfare anche gli strateghi più esigenti.

CERTEZZE

  • Ottima ricostruzione storica
  • Complesso e stratificato

DUBBI

  • Interfaccia poco user friendly
  • Intelligenza artificiale da verificare