Quello dell'intrattenimento, più che un mondo, è un universo profondamente interconnesso, con i suoi pianeti a sbirciarsi in cerca di uno stimolo o un'idea con la quale far partire il prossimo filone. Ci sono esperimenti cinematografici che mutano in videogioco, saghe ludiche che si affiancano a spin-off di carta, brand che sin dal principio vengono partoriti come opere multimediali. Che vi piaccia questa continua intromissione di sfoghi mediatici a tutto tondo o meno... beh, de gustibus. Il purista può contorcere il naso in mille e più smorfie a fronte di alcune infezioni inquietanti - dove il grande schermo rappresenta per la quasi totalità dei casi la fonte primaria - ma in fondo di fantasia pur sempre si tratta e talvolta bisognerebbe sforzarsi di trovare il buono anche dove apparentemente non ve ne è poi molto. E non per spirito di sottomissione al dio denaro ma solo per aiutarvi - e aiutarci - ad analizzare meglio un fenomeno spesso così maldestramente trasversale da risultare incomprensibile ai più. Oggi non lanciamo il cuore oltre la rete con liste di desideri che non verranno mai realizzati: di manga che diventano videogiochi ce ne sono a tonnellate, quindi ci siamo dovuti sforzare parecchio per trovare qualche fumetto grazioso, ancora non trasposto, meritevole dell'onore. Ne avremmo voluti inserire molti altri, il fatto è che della stragrande maggioranza almeno una versione ludica ne è già stata realizzata ma con una qualità purtroppo imbarazzante.
Avete tonnellate di manga che nessuno sviluppatore ha mai trasposto in videogiochi? Ecco i nostri 10!
Air Gear
Siamo tutti d'accordo che Air Gear non sia il manga più famoso di Ito Ogure ("Oh Great!" per gli amici) ma questo non ne esclude un concentrato di dinamismo, fascino ed epicità. Con le sue ampie falcate sugli Air Treck - speciali pattini a motore - Air Gear prende tutto il carisma e il magnetismo di un Giappone moderno e vi getta in mezzo gli scontri tra bande rivali. Come da copione, si parte da poco per arrivare a conflitti geopolitici su scala mondiale, ma è anche per questo motivo che amiamo i manga. Ora, fuori dalla classe chiunque non vede in Air Gear il fumetto perfetto in cui sviluppare un gameplay alla Jet Set Radio. Anzi, guardandolo al contrario, uscito per la prima volta nel 2003, non sarebbe folle ipotizzare in Ito Ogure una grandissima influenza del capolavoro SEGA. Che dite, facciamo una bella petizione per rimettere insieme Smilebit e convincere Nagoshi a prendere gli asset di Jet Set Radio per produrre il videogioco di Air Gear? Sarebbe perfetto: sfrecciare con Ikki sulle strade, tra i palazzi, in mezzo a mille evoluzioni, adattando un combat system veloce e frenetico, il tutto al massimo della fluidità possibile. La strada per divenire Re del Cielo non potrebbe essere più divertente.
Cestus
Che percorso travagliato, quello dell'opera di Wazarai: quindici volumi in dodici anni metterebbero a dura prova la pazienza dei più, eppure fidatevi quando promuoviamo quello che per ambientazione e crudezza storica è veramente un bel lavoro. La storia di Cestus e Lusca è appassionante così come l'evoluzione dei disegni e delle situazioni. Vista l'essenza assolutamente di nicchia, non commerciale, con uscite dilatate e mal cadenzate, Cestus non fece breccia al botteghino ma forse fu meglio così, perché evito di essere forzatamente allungato e quindi diluito. In quanto appartenente al genere dei seinen, il target maturo unito a protagonista solitario ce lo fa accostare idealmente al jRPG più atipico di Sakaguchi: Vagrant Story. Un combattente, un'ambientazione ostile, un viaggio difficile e pericoloso, un sistema di combattimento basato sul singolo arto da colpire... perché no? La situazione storica - l'antica Roma - è perfetta per spunti e dettagli che donano immersione; il protagonista c'è, si può sviluppare con facilità; gli scontri 1vs1 sono ideali e in linea con gli eventi. Sul serio, a noi sembra un'idea così eclettica da risultare vincente.
Trigun
Il tifone umanoide è una di quelle inossidabili bandierine degli anni '90, il tipo di personaggio grazie al quale oggi, quando si butta uno sguardo al passato, si riesce a percepire quel calore nostalgico di un mondo dei manga meno inflazionato e più libero di sperimentare. Con una valuta in doppi dollari e un'adorabile ambientazione steam-punk desertica la saga che più ci si avvicina idealmente è Wild Arms. Pistoleri, donne, saloon da cowboy e - perché no - dungeon con boss a condire. Non sarebbe per niente male un concetto open-world (come Wild Arms 5, non di certo il migliore, anche se qualche idea carina la aveva) in cui infilare quelle quest che Vash, come nell'opera di Nightow, non rifiuterebbe mai di portare a termine. Un sistema di combattimento a esagoni, un po' strategico, con il team formato da Meryl e Milly più l'immancabile Wolfwood, ognuno con le sue caratteristiche uniche, che ripercorra con ovvi filler la storia che ci porta da Knives, o magari una trama ex novo, ambientata dopo la serie originale.
Vagabond
Chiunque si ritenga un appassionato dei medium da noi trattati dovrebbe quantomeno conoscere Takehiko Inoue, per vari motivi. Partiamo da quello più attinente al nostro mondo di competenza: è il character design di Lost Odyssey, l'ultimo mastodonte ruolistico partorito da Hironobu Sakaguchi. Poi c'è Slam Dunk e francamente, ragazzi, come si fa a vivere felici senza averne divorato il manga? Ci sarebbe anche Real, ma qui già andiamo nella nicchia. Vagabond fa di samurai, coerenza narrativa e tratto esemplare di Inoue la sua forza. Katana, battaglie, pericoli di un'era difficile ma affascinante poiché contenitore dal quale il Giappone che conosciamo ha attinto le sue usanze moderne. Non serve nemmeno dirlo: un action in terza persona sarebbe assolutamente perfetto e quale migliore saga di Onimusha dal quale prendere spunto? Basta togliere i demoni e ci siamo. Inoltre, nonostante l'esercito di fan sia sempre pronto ad agire da promemoria, sono anni che non vediamo Capcom proporre un nuovo episodio, quindi perché non prendere entrambi i piccioni?
Great Teacher Onizuka
Shonen a tema scolastico sulla falsariga di Great Teacher Onizuka? Potremmo elencarne alcuni, eppure Fujisawa è uno dei pochi che riesce a far spiccare con così tanta determinazione un rapporto quasi paritario tra la figura del protagonista - Onizuka - e quella della sua classe, piena di elementi dalla personalità unica. Comico, divertente, a tratti drammatico oppure dolcemente sognante, quasi commovente, GTO è un'opera completa che dovrebbe far parte del bagaglio di ogni fan dei manga. Indovinate un po' quale genere ci piacerebbe vedere sposato? La graphic novel. Pensateci un attimo: scuola, ormoni, club pomeridiani, gag, i primi amori, Tokyo da sfondo. Cogliendo il parco di comprimari messo in campo da Fujisawa e sfruttando il ponte del prequel Shonan Jonai Gumi, uno sviluppatore potrebbe veramente sbizzarrirsi nel tessere dialoghi e trame tutte da vivere, facendoci tornare ai meravigliosi tempi delle superiori. E per chiunque tra voi li stia ancora vivendo, un consiglio spassionato: godeteveli al massimo.
Full Metal Panic
Di manga e anime a tema mecha ne avrete visti o letti a decine, eppure Full Metal Panic riesce nello scopo di risultare fresco: situazioni scolastiche e battaglie a bordo degli Arm Slave si mischiano a cotte adolescenziali e scontri tra megacorporazioni. Il protagonista, Sousuke Sagara, è ben riuscito e complice un doppiaggio sopra le righe del sempre ottimo Simone D'Andrea non sarà difficile affezionarvi al soldato/studente che fa strage di cuori. Visto che ormai stiamo entrando - volenti o nolenti - nell'era dei visori, come lo vedete un gioco su Full Metal Panic completamente basato su scontri tra mech in VR? Magari con delle sequenze animate tra una sessione e l'altra, così da sperimentare caschetti e impianto dolby integrato anche in modi più notoriamente passivi. La possibilità di utilizzare la realtà virtuale per simulare l'abitacolo di un mezzo è il sogno meno nascosto di ogni videogiocatore: poiché di manga e anime trasposti in picchiaduro a due dimensioni ne abbiamo toccati a centinaia, è proprio ora di un bella rinfrescata.
Due come Noi
Due bulli ribelli che si amano e odiano, entrambi adorano pestare il prossimo qualche volta - ma solo qualche volta - per difendere belle ragazze. Ci pensate che quest'opera è figlia degli anni '80? Il tempo passa ma le tematiche restano sempre attuali, così come le gag che investono Mitsuhashi e Ito nelle loro spassosissime avventure. Che ne dite di un bel beat'em up a due dimensioni con protagonisti i due folli? Livelli su livelli di pestaggi, chiaramente con uno stile grafico cel shading di tutto punto a farla da padrone mentre con i mezzi odierni si potrebbe gestire uno sfondo iper dinamico. E tra uno schema e l'altro, come da tradizione, qualche minigioco sparso per rompere le tensione e ricordarci quanto fossero appassionanti e incarogniti quei frangenti di puro "button mashing" arcade. Più ci pensiamo e più ci stiamo convincendo che potrebbe funzionare, magari inserendo il buon Imai come boss a ogni sezione, giusto per ricordarci - citandolo - che lui è il male.
Battle Royale
Altro giro, altro shonen: non è cattiveria sessista, è che poiché dobbiamo fare una lista e i posti sono pochi, preferiamo mandare avanti quei manga di peso che meglio si potrebbero adattare. In BR c'è un po' di tutto: un dittatore, la Repubblica della grande Asia al posto del Giappone, un adattamento cinematografico a opera di Kitano, un'idea di fondo basata su protagonisti stereotipati che veicolano un meta-messaggio di denuncia nei confronti della società giapponese. Se osservate bene il titolo potrebbe esservi già venuto in mente qualcosa e non è un caso che Sony abbia optato per il suo PlayStation All-Stars Battle Royale, e Nintendo si sia dedicata a Smash Bros se avete una fede differente. Il concetto alla base potrebbe essere simile: buttare in un'arena tutti e 42 i partecipanti al programma e fargliele dare di santa ragione, magari con un piglio decisamente più maturo considerando la brutalità visiva del manga. Vista la psicologia unica di ogni personaggio, non dovrebbe essere difficile tirare fuori degli stili di combattimento che mettano in luce le singole peculiarità e approfondiscano il gameplay.
Dr Slump & Arale
Una lista di manga - qualsiasi essa sia - non è tale senza almeno un'opera dell'eterno maestro Akira Toriyama, idolo indiscusso di grandi e piccini grazie ad alcuni leit motif delle sue creazioni che non hanno veramente età. Tutt'oggi ci sbellichiamo dalle risate rileggendo certe vignette incredibili per naturalezza e dolcezza, quindi non vi apparirà aliena la scelta di associarlo a uno stile di gioco altrettanto fresco e piacevole. Quale miglior brand di Wario Ware? Una marea di minigiochi: Suppaman intento a fare esercizi di fitness, Arale che fa a gara per toccare il maggior numero di sorridenti deiezioni o Nikochan che si sforza di collegare le giuste parole che non siano dialetti. Il manga ha dalla sua una lista sterminata di situazioni e personalità variegate sulle quale creare giochi veloci e simpatici: la perfetta intersezione stilistica e ludica potrebbe dar vita a una compilation invidiabile, in grado di risultare moderna nonostante stiamo parlando di un'opera che ha superato i trent'anni di vita. E sì, lo sappiamo che c'è già un gioco del 1983 per la console Arcadia 2001, ma forse è meglio far finta che non esista.
Bt'X
Povero Kurumada: così notoriamente legato a Saint Seiya - per i più piccoli, stiamo parlando de "I Cavalieri dello Zodiaco" - da esserne l'illustre padrino... e basta. Il grande Masami di opere ne ha completate diverse e fra queste spicca Bt'X, uno shonen di combattimento mecha molto particolare che ha diverse analogie proprio con Saint Seiya. I Bt sono robot senzienti che stringono un patto di sangue con il donatore e calcolando quanto il mondo sia in guerra con il malvagio Impero Meccanico, capirete da soli che in questo ennesimo figlio degli anni '90 ci sia sufficiente carne al fuoco per appassionare e coinvolgere. Con un manga del genere, ci si può fare di tutto, dagli action ai picchiaduro, eppure c'è una subspecie ormai di moda che potrebbe fare al caso suo: l'open world. Quello di Bt'X è un mondo pieno di spunti, sottotrame e quest, pertanto gioiremmo di fronte alla possibilità di salire in groppa a X - il Bt del protagonista - sfrecciando in cerca di gloria, potenziamenti e idee di un universo espandibile dal grandissimo potenziale. L'opera, per quanto messa in ombra dal fratello maggiore, ebbe un ottimo successo di pubblico, pertanto se siete curiosi e avete del tempo da investire offritegli un'opportunità, non ve ne pentirete.