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10 videogiochi del 2025 da recuperare assolutamente

Le tante uscite del 2025 hanno nascosto qualche piccola gemma che non ha avuto l'attenzione che merita. Ve ne consigliamo 10 da recuperare.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   19/12/2025
And Roger è uno dei 10 indie da recuperare quest'anno

Sono migliaia i videogiochi che Steam e le altre piattaforme pubblicano ogni anno e, nel bailamme comunicativo dei titoli più grandi, è molto difficile - quasi impossibile - sgomitare per ottenere un pezzetto dell'attenzione dei videogiocatori. Il 2025 è stato un anno in cui la comunicazione a tema videogiochi è stata quasi monopolizzata (basti vedere i premi assegnati ai TGA), ma ha anche visto l'uscita di tanti videogiochi piccoli di qualità, che fortunatamente sono riusciti ad emergere. Titoli come Blue Prince e Despelote hanno conquistato la critica, e altri come No, I'm Not a Human hanno conosciuto la loro fortuna grazie agli streamer che li hanno resi virali.

Esistono videogiochi che, pur avendo fatto breccia nei cuori di chi li ha giocati, non sono riusciti a imporsi nella comunicazione, o semplicemente non abbastanza per fare capolino nelle classifiche di fine anno. Per questo motivo abbiamo deciso di raccoglierne 10 in questa lista. Sono titoli che non abbiamo recensito nel corso dei mesi precedenti, ma che meritano sicuramente la vostra attenzione. Con la consapevolezza che questa è solo una piccola parte di quel mondo sommerso che ha bisogno di maggiore considerazione, vi chiediamo di scrivere nei commenti all'articolo le vostre perle del 2025 da recuperare.

Look Outside

Francis Coulombe è uno sviluppatore canadese. Nel 2024 partecipa a una game jam indetta dalla nota piattaforma Itch.io a tema horror. Ha un mese di tempo per presentare un progetto originale. Gli viene in mente di ispirarsi a Sweet Home, il progenitore di Resident Evil pubblicato su Famicom da Capcom, una commistione tra horror e RPG. Per realizzarlo utilizza RPG Maker, e per la storia si ispira ai classici della fantascienza come Visitors e La cosa. Quando lo mostra, Look Outside - così si intitola - raccoglie così tanti consensi e così tanta attenzione attorno a sé da attirare lo sguardo di una big del settore indie come Devolver Digital. Cinque mesi dopo, Coulombe consegna il gioco finito, che esce seduta stante su Steam.

Alcune creature di Look Outside vi faranno venire gli incubi per settimane
Alcune creature di Look Outside vi faranno venire gli incubi per settimane

Tra i videogiochi in questa lista, Look Outside è probabilmente quello che è riuscito a sgomitare un pochino di più e che ha guadagnato i riflettori. È raro però trovarlo nelle liste dei videogiochi più memorabili dell'anno. Ed è un peccato: la sua estetica grottesca, le originali meccaniche da survival, l'idea di ambientare tutto all'interno di un condominio mentre fuori il mondo va in frantumi lo rendono un'esperienza molto affascinante. Look Outside ti tiene incollato con il suo mistero e con quelle musiche fantastiche, anch'esse figlie del cinema horror di John Carpenter.

And Roger

Questo è uno di quei videogiochi che non andrebbero raccontati. Sia perché And Roger dura giusto un'oretta, sia perché racconta una storia molto dura in modo originale, che parte da una premessa misteriosa e che poi evolve fino a toccare ben altre tematiche. Forse però è stato proprio questo suo essere "irraccontabile" a metterlo nella scomoda situazione di non figurare praticamente da nessuna parte. Per questo motivo, oggi ci prendiamo un po' questo fardello di parlarne, pur stando ben attenti a non rovinarvi troppo l'esperienza.

And Roger è la storia di Sofia, ed è uno di quei titoli narrativi che cercano, attraverso un'interazione molto misurata, di raccontare qualcosa che vada al di là del semplice soggetto narrativo. Prova piuttosto a comunicare una sensazione. Il gameplay potrebbe ricordare il bel Florence, che qualche anno fa raccontava in questo modo una storia d'amore, ma anche il videogioco Dear me, I was..., uscito anch'esso quest'anno, che forse è riuscito a far breccia un po' di più grazie alle splendide illustrazioni di Taisuke Kanasaki. In And Roger, attraverso tocchi, interazioni e piccoli compiti, si mettono in scena la difficoltà e la forza di Sofia: il suo vissuto, la routine, le gioie e le devastanti sconfitte dell'essere vivi. Di più non si può dire davvero; sappiate solo che è uno di quei videogiochi che vi mette di fronte a una storia raccontata con garbo, ma piena di amarezza. Fate solo attenzione: le tematiche sono forti e molto toccanti.

Labyrinth of the Demon King

Di videogiochi che imitano l'estetica dell'epoca PlayStation è pieno il mercato, ma nessuno è come Labyrinth of the Demon King. Questo speciale dungeon crawler, che mescola meccaniche di combattimento in prima persona e idee provenienti direttamente dall'epoca d'oro dei survival horror come Silent Hill e Resident Evil, ha un modo unico di presentare questo mondo marcio da esplorare e da passare a filo di spada. Si scende sempre più in profondità nei dungeon, si affettano i nemici, si risolvono puzzle e si continua a penetrare nel ventre della bestia, braccati da un nemico immortale che, come concetto, somiglia un po' al Nemesis.

Labyrinth of the Demon King ha un'estetica pazzesca e delle idee niente male, ma bisogna venire a patti con le sue legnosità
Labyrinth of the Demon King ha un'estetica pazzesca e delle idee niente male, ma bisogna venire a patti con le sue legnosità

Nonostante l'estetica giapponese e la storia che si rifà alle leggende orientali, Labyrinth of the Demon King è sviluppato da J.R. Hudepohl, sviluppatore neozelandese che, tra le fonti d'ispirazione, indica anche il mai dimenticato Condemned: Criminal Origins. Questo dungeon crawler è un videogioco grezzo, imperfetto, ma che ha un carattere che non dimenticherete facilmente.

Eclipsium

Lo scorso anno Critical Reflex pubblicava uno degli horror più sconvolgenti e opprimenti degli ultimi mesi: Mouthwashing. Un cargo spaziale alla deriva, senza possibilità di salvezza, con a bordo solo quintali di collutorio. Quest'anno ci riprova con un altro horror, che non ha avuto la fortuna di bucare la comunicazione come il precedente (perché, diciamocelo, è meno riuscito), e che si intitola Eclipsium. Si tratta di un videogioco in prima persona, lisergico, sospeso, nel quale ci si imbarca in una missione alla ricerca di una misteriosa "lei" e, per proseguire, bisogna ogni volta sacrificare dei pezzi di sé. La prima è la lingua, e difatti il videogioco parla più per immagini che per altro.

Eclipsium è un videogioco folle, nel quale rinunci a parti di te per proseguire nell'avventura
Eclipsium è un videogioco folle, nel quale rinunci a parti di te per proseguire nell'avventura

La costante, invece, è la mano destra del protagonista, sempre in primo piano, che avanzando nell'avventura guadagna anche dei poteri speciali che conferiscono la capacità di risolvere alcuni degli enigmi del gioco. Non si tratta di un horror imperdibile, ma lo stile grafico e l'atmosfera singolare - che evita i jumpscare per avvolgere invece il giocatore in un'atmosfera solitaria e folle - lo rendono senz'altro meritevole di attenzione. Fateci un giro, come fosse un tunnel degli orrori in un luna park.

Consume me

Consume Me nasce come videogioco autobiografico di Jenny Jiao Hsia, ispirato a una fase della sua vita - l'adolescenza - nella quale ha dovuto affrontare dei problemi legati a disordini alimentari. Il titolo avvisa subito, in una schermata di disclaimer, che i temi che andrà a trattare saranno sensibili e che, se si soffre di disturbi simili, forse è il caso di giocarlo in un secondo momento. E tutto questo nonostante l'estetica colorata e spensierata. Non capita spesso che un videogioco crei un contrasto così efficace tra come appare e ciò di cui parla.

Il nemico numero uno di Consume Me è la bilancia
Il nemico numero uno di Consume Me è la bilancia

Con una serie di minigiochi che simulano la vita di Jenny Jiao Hsia, bisogna costantemente tenere d'occhio i nostri pasti, che vanno fatti per tenersi in forze e riuscire nei compiti che ci vengono assegnati, ma con un'attenzione alle calorie ingurgitate. In questo videogioco, che fa della pressione sociale, psicologica e fisica un nemico quasi invincibile, Jenny combatte con l'idea che gli altri hanno di lei e che lei stessa vorrebbe assecondare. Oltre che con la bilancia, il vero boss imbattibile. Consume Me sarà anche un videogioco dall'estetica cartoon e bambinesca, ma sa essere sgradevole e ansiogeno tanto quanto un titolo dell'orrore.

Static Dread: The Lighthouse

Una storia che avete letto non troppe righe fa: anche Static Dread: The Lighthouse viene fuori da una game jam. Il tema, questa volta, era realizzare qualcosa che combinasse il lavoro burocratico di Papers, Please con un sottostrato horror. Non è di certo la prima volta che il mare e l'ispirazione lovecraftiana vanno a braccetto: uno dei titoli indie più apprezzati degli ultimi anni, ovvero Dredge, ci metteva nei panni di un peschereccio che aveva a che fare con le incursioni del male cosmico nella routine di un pescatore. Questa volta, invece, siamo il guardiano di un faro.

Un faro sperduto e citazioni a Lovecraft: cosa può andar storto?
Un faro sperduto e citazioni a Lovecraft: cosa può andar storto?

Dentro questo piccolo titolo c'è in effetti moltissimo dello scrittore di Providence. L'ispirazione arriva da tutta una serie di espedienti che spesso rimandano in maniera piuttosto diretta ai suoi racconti: macchie sulle pareti che compaiono e scompaiono all'improvviso, imbarcazioni fantasma, comunicazioni radio sempre più inquietanti. Static Dread è un videogioco in cui la burocrazia sembra quasi una barriera - tutta umana - di fronte al caos di un male antico e inarrestabile.

The Roottrees Are Dead

Una storia strana quella di The Roottrees Are Dead: nato da una (guarda un po') game jam, il suo creatore, Jeremy Johnston, lo porta a termine in una settimana. Questo strambo e geniale investigativo, però, ha nella sua prima incarnazione tutta la parte artistica realizzata con l'intelligenza artificiale. I tempi erano troppo stretti e Johnston non è un disegnatore. Il titolo è un successo e viene pubblicato gratuitamente su Itch.io. Jeremy Johnston non vuole vendere qualcosa che sia stato realizzato con IA. Per dargli giustizia, decide di collaborare con Robin Ward, ridisegnare tutte le grafiche e pubblicare una remaster su Steam.

The Roottrees Are Dead è un videogioco geniale, uno di quelli che vi farà sentire intelligenti
The Roottrees Are Dead è un videogioco geniale, uno di quelli che vi farà sentire intelligenti

Questo investigativo, ambientato alla fine degli anni '90, richiede al giocatore di scartabellare libri, riviste e siti internet per riempire di dati l'intero albero genealogico della famiglia Roottree. Un irresistibile mix di Her Story, Return of the Obra Dinn e The Case of the Golden Idol, che non mortifica mai l'intuizione del videogiocatore e, anzi, gli mette a disposizione tutti gli strumenti necessari a risolvere il caso senza mai guidarlo. Un videogioco prezioso, di quelli che ti fanno sentire intelligente.

Time Flies

Michael Frei e Raphaël Munoz sono chiusi in casa - come il resto del mondo - durante la pandemia. Leggenda vuole che Frei si metta a consultare i dati delle aspettative di vita in ogni paese del mondo stilati dall'OMS e cominci a viaggiare con la fantasia, chiedendosi se possa per caso sfruttare quel dato in un videogioco. Così gli viene un'idea: realizzare un gioco in cui sei una mosca che deve portare a termine una lista di cose da fare prima di morire. Ecco come nasce - e muore - Time Flies.

Chi non ha mai sognato di imparare a suonare uno strumento? Perfino le mosche
Chi non ha mai sognato di imparare a suonare uno strumento? Perfino le mosche

All'inizio della partita si sceglie il proprio Paese da una lista. A seconda del posto scelto, la nostra mosca ha un certo quantitativo di tempo (nell'ordine dei secondi) per portare a termine una lista di compiti. Gli Stati Uniti, per esempio, ci danno la possibilità di vivere per circa 70 secondi. Esplorando i livelli è possibile interagire con diversi oggetti e cancellare i compiti della lista. Questi ultimi variano da cose molto precise come "impara a suonare uno strumento" fino a "diventa ricco" o "muori da anziano". Time Flies è una riflessione divertente, ma non banale, sulla fugacità della vita. Con uno stile grafico minimale, ma perfetto per indicare l'essenzialità delle nostre esistenze.

Sektori

Appassionati di Geometry Wars a rapporto: Sektori è il videogioco che - forse - vi è scappato, ma che dovete recuperare a ogni costo. Questo twin stick shooter è stato realizzato da Kimmo Lahtinen, che ha lavorato per tredici anni all'interno di Housemarque, l'azienda finlandese che ora è occupata con Saros, ma che in passato ha realizzato titoli arcade da sogno come Resogun.

In Sektori il livello si trasforma attorno alla nostra astronave mentre accumuliamo punti
In Sektori il livello si trasforma attorno alla nostra astronave mentre accumuliamo punti

Sektori si spiega da sé: pilotando un'astronave, ci muoviamo attraverso ondate di nemici, potenziandoci e distruggendo gli avversari. Il tutto evitando di saltare in aria e sfruttando il rapido dash a disposizione, pericoloso ma in grado di infliggere innumerevoli danni ai nemici, mentre la geometria del livello cambia attorno a noi. Il gioco ha una modalità campagna e una serie di modalità arcade che permettono, anche una volta portato a termine il tutto, di continuare a giocare per sfidare i propri record e godere ancora per un po' di questo spettacolo audiovisivo.

Stray Children

Stray Children rappresenta la chiusura di un cerchio che Yoshiro Kimura ha iniziato a tracciare circa trent'anni fa, quando lavorava a Love-de-Lic, storica azienda giapponese. Più o meno nel 1997 è uscito Moon: Remix RPG Adventure per la prima PlayStation, un GDR unico nel suo genere, che ha ispirato uno degli indie più importanti di sempre, ovvero Undertale. Ora, con il suo nuovo videogioco, Kimura cita proprio il titolo di Toby Fox tra le sue grandi ispirazioni.

Stray Children è un viaggio nel tempo che chiude un cerchio aperto quasi quarant'anni fa
Stray Children è un viaggio nel tempo che chiude un cerchio aperto quasi quarant'anni fa

Stray Children è la storia di un ragazzino che finisce all'interno di un mondo virtuale, un videogioco, programmato da suo padre, che poi è scomparso. Alla ricerca di qualche traccia del genitore, il protagonista fa la conoscenza dei bambini che abitano la cartuccia di gioco e combatte contro gli anziani: nemici che turbano la quiete dei più piccoli. I combattimenti hanno sezioni bullet hell e la possibilità di parlare con i mostri per sconfiggerli a parole. Infatti, proprio come in Undertale, è possibile intraprendere una partita totalmente pacifista. E, chiaramente, anche scegliere di fare una strage e puntare invece a una genocide run.