Poco meno di due mesi fa i ragazzi di Wargaming.net ci hanno mostrato per la prima volta il frutto del loro lavoro congiunto con il piccolo team di NGD Studios: quel Master of Orion che in modo decisamente audace cerca di recuperare un brand con più di venti anni sulle spalle per svecchiarlo e offrirlo nuovamente ai videogiocatori. Di tutta l'operazione commerciale abbiamo parlato già in occasione dell'articolo scritto a suo tempo ma in questa occasione abbiamo potuto aggiungere un piccolo tassello a tutto il puzzle. Il titolo sarà venduto a prezzo pieno, esclusivamente su Steam e in modo completamente slegato da tutto l'universo dei World of che ha reso famoso, e ricco, il team di Wargaming.net. Tra l'altro proprio questo Master of Orion sarà il primo rappresentante della nuova iniziativa messa in piedi dalla software house bielorussa, WG Labs, e che si configura attraverso la selezione dei prototipi inviati per scegliere a quali dare supporto tecnico e comunicativo ed eventualmente arrivare a produrre. Un po' come fatto da Square Enix con la sua Collective. A dirla tutta, ancora non siamo così convinti che questo franchise possa effettivamente avere quel valore di mercato e di affezione che Wargaming.net continua a dipingerci sopra, ma saremo ben felici di essere smentiti. Al di fuori di queste considerazioni assolutamente soggettive, quello che però continuiamo a notare è che il titolo sembra veramente ben fatto e la prova in occasione della GamesCom di Colonia non ha fatto altro che confermare le nostre valutazioni preliminari.
Giocare a Master of Orion ci ha lasciato delle impressioni assolutamente positive
Tastiera e mouse FTW
Durante la lunga demo a porte chiuse, ci è stata concessa l'opportunità di giocare per una manciata di minuti ad una partita avanzata grazie al caricamento di un match con circa due ore di gioco già accumulate. Lo scenario era ambientato in una galassia di dimensioni medie, circa sessanta sistemi solari, ognuno con un numero variabile di tre o quattro pianeti. Noi eravamo ai comandi della razza Darlok ed eravamo già in alleanza con le altre tre razze presenti nella porzione di universo. Girovagando tra i vari menu abbiamo potuto notare qualche elemento di gioco che sembra pescare a piene mani dalla tradizione del genere, con un particolare focus sulle ultime introduzioni di Civilization: Beyond Earth e Sins of a Solar Empire.
Ad esempio spostando le navi tra i quadranti non scopriremo immediatamente i pianeti presenti nel sistema solare o i suoi abitanti, ma dovremo muovere la nostra flotta per diradare prima la "nebbia di guerra" e poi entrare nell'orbita di ogni corpo celeste per avere il suo dettaglio e comprendere eventualmente la sua possibilità di colonizzazione. Con una singola schermata infatti potremo vedere sia le dimensioni del pianeta per farci un'idea di quanto potremo riempirlo di nostre costruzioni, sia capire la sua capienza in termini di popolazione e di potenziali risorse, anche speciali. Proprio come in Civilization infatti, ogni mondo sarà sfruttabile su tre livelli: ricerca, cibo e produzione e la nostra gestione riguarderà il numero di persone da attribuire ad ognuno di questi aspetti. Per la ricerca c'è poco da dire: come qualsiasi strategico a turni si tratta di un elemento fondamentale per perseguire la vittoria visto che, tendenzialmente, chi scopre per primo le tecnologie chiave ha un grande vantaggio sui suoi avversari. L'albero totale delle invenzioni è composto da più di settantacinque scoperte suddivise su quattro righe che si intersecano abbastanza di frequente dando così al giocatore la possibilità di non focalizzarsi eccessivamente su una singola classe di tecnologie. Il cibo permetterà alla popolazione del pianeta di crescere e quindi di dare al giocatore nuove persone da assegnare a questi tre elementi di sfruttamento della forza lavoro, mentre la produzione consentirà di costruire sia gli edifici da piazzare sul pianeta che le navi e le strutture da mandare in orbita. Gran parte della microgestione avviene ovviamente su questo livello ed è stato interessante notare che in base alla gestione della tassazione e delle strutture piazzate sul pianeta, gli abitanti potranno anche andare in sciopero e rifiutarsi di lavorare rallentando pesantemente la produzione generale. Per andare incontro alle fasi più avanzate della partita sarà possibile anche cambiare al volo l'output di un pianeta concentrando le sue risorse su uno dei tre aspetti o su una suddivisione bilanciata, semplicemente operando da un menu a tendina presente nelle schermate di riepilogo così da non costringere il giocatore a navigare tra decine di pianeti quando ormai ha sulle spalle sei, otto ore di gioco. Ovviamente non tutti i pianeti di un sistema solare saranno abitabili e anzi molti potranno solo essere ignorati all'inizio del match perché non utilizzabili fino a quando non avremo scoperto tecnologie in grado di estrarre, ad esempio, il gas dai giganti gassosi o fare opere di terraforming su corpi celesti.
Non siamo soli
Ad un certo punto della nostra sessione abbiamo deciso di dedicarci maggiormente all'esplorazione dello spazio e in questo modo abbiamo potuto notare che, oltre alle razze aliene sarà possibile incontrare nello spazio anche i pirati. Questi tendono a non formare alleanze con nessuno, possono colonizzare anche loro dei pianeti e, generalmente, andrebbero annientati il prima possibile per evitare che si trasformino nei turni avanzati in una forza inarrestabile difficile da tenere a bada. Soprattutto se si considera che tutte le loro risorse sono investite nella produzione di navi con cui bastonare gli abitanti della galassia.
Abbiamo incontrato anche un pianeta indipendente e lo sviluppatore ci ha confermato che in ogni sessione di gioco ce ne saranno sempre una manciata che potranno essere annientati con le nostre forze oppure si potranno intrattenere rapporti diplomatici con loro, per raggiungere accordi di scambio di merci e di apertura delle frontiere fino ad arrivare addirittura ad ottenere il loro voto nel consiglio intergalattico. Una delle cinque condizioni per vincere la partita a Master of Orion. Come capita per questi titoli infatti, il giocatore può perseguire una serie di obiettivi ultimi che spaziano dalla supremazia militare ed economica, a quella tecnologia o diplomatica, oppure al raggiungimento del punteggio più elevato tra tutte le razze della galassia allo scoccare dell'ultimo turno, di default il duecentesimo. La gestione delle proprie navi è abbastanza classica per il genere con la possibilità di creare al volo le flotte o di spezzarle in più parti per gestire assembramenti minori di velivoli ed è stato interessante notare che ci saranno anche strutture orbitali come la fabbrica spaziale, essenziale per costruire le basi stellari sui wormhole ed evitare così che le navi avversarie possano scorrazzare liberamente per i nostri quadranti. È evidente insomma che di cose da fare in Master of Orion ce ne saranno in quantità esorbitante e ovviamente in appena mezzora di gioco non abbiamo potuto fare altro che scalfire una minuscola sezione di quello che il gioco offrirà nella sua versione finale. Al momento una data di uscita ancora non c'è ed è possibile che il titolo possa arrivare tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2016, ovviamente in esclusiva su PC. Forse potrebbe esserci un early access se le cose dovessero allungarsi troppo ma per ora né lo sviluppatore né il publisher si sono fermati a ragionare su questo aspetto. Noi rimaniamo fiduciosi in attesa di una versione beta per poter approfondire la nostra conoscenza del gioco e vedere se davvero il ritorno di Master of Orion può essere festeggiato.
CERTEZZE
- Gli strategici spaziali sono una rarità e questo sembra avere tutte le cose al posto giusto
- Tattico e complesso ma all'apparenza non eccessivamente complicato
DUBBI
- È difficile esprimere un giudizio approfondito con poche decine di minuti di gioco