Se c'è un'industria nella quale i soldi si spostano rapidamente, si tratta di quella dei videogiochi. Sarà anche vero che certi generi rimangono ancorati ai primi scaffali dei negozi in quanto a vendite, ma nel mondo del gaming a queste salde colonne si affiancano mode imprevedibili e passeggere, e novità che fanno il botto all'improvviso influenzando l'intero panorama. I "DotA-like" hanno forse rappresentato lo smottamento più prorompente nell'ultimo decennio, una tipologia di titoli competitivi online che ha raccolto attorno a sé community gargantuesche di giocatori, e creato una nuova fetta di mercato da miliardi di dollari. Peccato che della fetta ormai rimangano solo le briciole, e che al di fuori di una manciata di contendenti chiunque abbia investito in progetti simili si sia ritrovato con un pugno di mosche. Ve lo ricordate Dawngate? No? Non preoccupatevi, è normale. Morto un re se ne fa un altro, però, quindi le case si sono arrabattate non poco per congegnare un genere capace di sostituire o almeno accompagnare i MOBA. Il risultato sono gli shooter "hero-based" , strani ibridi tra la formula di Team Fortress e la struttura a squadre di League of Legends e DOTA 2, che secondo molti saranno la prossima gallina dalle uova d'oro dei videogame. Ora, se sia o meno il caso di credere alla solita masnada di simpatici analisti che sparano previsioni a destra e a manca non lo sappiamo, ma è ovvio che qualcosa si stia muovendo tra gli sparatutto, pertanto oggi dedicheremo le nostre riflessioni ai cinque grandi nomi che rappresentano la linea di sfondamento di questo nuovo esercito di titoli: Overwatch, Paragon, Lawbreakers, Paladins e Battleborn. A una prima occhiata possono sembrare giochi molto simili, ma in realtà ognuno di loro rappresenta una diversa visione di ciò che questo "nuovo" genere dovrebbe divenire in futuro.
Dopo i MOBA gli eroi si sono infilati negli shooter: ecco i principali sparatutto che ne faranno uso
Overwatch
Già davanti a tutti di qualche lunghezza, almeno dal punto di vista della percezione del pubblico, c'è Overwatch, il primo FPS mai sviluppato da Blizzard. Il gioco è a tutti gli effetti ciò che rimane del defunto Titan, inizialmente concepito come una piccola parte dello scomparso progetto del colosso statunitense e poi trasformatosi in uno sparatutto competitivo a squadre ricco di eroi divisi per ruolo. Gran parte della positività attorno al prodotto deriva dalla closed beta, disponibile da un bel po' e in grado di mostrare i muscoli quasi immediatamente per via di eroi ben caratterizzati, di uno shooting solido e spassoso, e di mappe tanto curate esteticamente quanto ben congegnate.
Alla base Overwatch si avvicina ai DotA-like solo a causa del suo roster di eroi dotati di poteri speciali e di una abilità ultimate. Per il resto è uno shooter in prima persona classico, con modalità divise tra Conquista, Payload (quella in cui bisogna scortare un carico già vista in Team Fortress) e mescolanze tra le due. Il bilanciamento degli eroi è ancora da ritoccare leggermente, ma le partite sono comunque frenetiche e combattutissime, anche in virtù di un sistema "sasso, carta, forbice" che rende certi eroi dei counter diretti di altri, e della possibilità di cambiare personaggio in qualunque momento nella zona di partenza. Insomma, Blizzard è riuscita da zero a sfornare un titolo adrenalinico e affinato all'interno di un genere di cui non si era mai realmente preoccupata, la cui unica debolezza sembra risiedere nel modello commerciale. Overwatch non sarà infatti un free to play ma uscirà a prezzo pieno su console, mentre costerà 40 euro su PC. Difficile dire se il gioco completo offrirà molto più di quanto offre la beta, ma Blizzard pare credere che quello sia il costo giusto per la sua creatura. Che il pubblico sia d'accordo o meno, è impossibile non rendersi conto di come tutti i titoli della casa vengano aggiornati e migliorati con costanza, e tale caratteristica da sola potrebbe bastare a rendere sensato il prezzo del biglietto.
Paragon
Paragon è un titolo che rientra nella categoria di questi moderni sparatutto per un pelo. Visto superficialmente infatti l'ultimo lavoro di Epic Games ricorda da vicino Smite, ed è effettivamente un DotA-like in tutto e per tutto se si analizza lo scheletro su cui poggia. Anche la visuale in terza persona non aiuta a scrollarsi quest'idea di dosso, eppure una volta iniziato a giocare le sensazioni sono ben diverse da quelle dei MOBA. Buona parte degli eroi disponibili dopotutto sparano come ossessi, e il feeling delle armi è ottimo, con una buona balistica e combattenti molto diversificati.
Le partite invece sono simili a quelle tipiche, con una manciata di curiose variazioni sul tema: al posto di un sistema a rune alla League of Legends, ad esempio, qui gli eroi usano mazzi di carte con oggetti variabili in base al loro ruolo, che vengono sbloccati in partita guadagnando card points. Eliminare un mob élite nella giungla - ormai immancabile nei MOBA - permette di ottenere un globo di energia che se recuperato sblocca "Carte Prime" con bonus poderosi. Le armi dei personaggi hanno peraltro un range definito, quindi la precisione è importante quanto il posizionamento sulla mappa. Per il resto ci sono sempre tre lane, la giungla sopracitata, torrette da distruggere e ondate di minion in avanzata costante. Nulla di particolarmente originale sul piatto, ma il titolo Epic sorprende più di ogni altro del gruppetto quando si tratta di comparto tecnico, sebbene la recente fase early access abbia dimostrato una certa pesantezza nel motore grafico. Chissà se il look futuristico, i modelli ultra dettagliati, e l'interessante sistema di carte basteranno a rendere popolare questo gioco che si piazza a metà tra la vecchia guardia dei DotA-like e le nuove leve.
Paladins
Abbiamo appena citato Smite, ma sapete che gli Hi-Rez Studios sono a loro volta al lavoro su un titolo simile a Overwatch e compagnia bella? Ecco, forse pure troppo simile, visto che alcuni degli eroi mostrati hanno abilità spudoratamente vicine a quelle della controparte "blizzardiana", ma almeno il lavoro di Hi-Rez sembra presentare la mescolanza di generi più curiosa tra i titoli presentati.
Paladins è infatti uno shooter in prima persona 5 contro 5 alla base, le cui partite sono tanto incentrate sulla conquista di obiettivi quanto sulle uccisioni degli avversari. Ammazzare a destra e a manca permette di salire di livello, e di ottenere carte con abilità specifiche scelte casualmente a gruppi di tre da un mazzo creato in precedenza per il proprio eroe (in modo analogo al sopracitato Paragon, ma con un sistema più casuale). Le abilità delle carte migliorano poi con l'avanzamento di livello e vanno anche a modificare le proprietà delle armi con effetti elementali e malus vari. Al contempo nella mappa vi sono tuttavia punti di conquista che non possono venir ignorati, perché prenderne il controllo permette di attivare macchine d'assedio necessarie per distruggere i cancelli e la base nemica. Gli Hi-Rez hanno dunque tirato fuori dal cilindro un prodotto dotato di regole abbastanza uniche, peccato che al momento siano anche gli sviluppatori più in svantaggio nella dura corsa al successo, per via di personaggi non proprio ispiratissimi, un comparto tecnico che lascia abbastanza a desiderare, e un gameplay ancora da rifinire in molti aspetti. Dalle sparatorie in particolare ci aspettavamo di più, trattandosi di un titolo sviluppato da persone che hanno già avuto a che fare con gli sparatutto. Almeno sarà free to play, diversamente dalla maggior parte dei concorrenti in questa lista.
Lawbreakers
Il misterioso progetto di Cliff Bleszinski e dei suoi Boss Key Productions si è messo in testa di sfidare la concorrenza con un gameplay ancor più veloce ed esaltante di quello di Overwatch. Il problema è che per ora le mani sul gioco le hanno messe veramente in pochi, e tutto ciò che si sa deriva dalle dichiarazioni di Cliffy B e dai primi video svelati. Ad ogni modo tutto parte da un concept molto stuzzicante e vede dei guerrieri dotati di poteri quasi sovrumani sfidarsi in una terra devastata da un ignoto cataclisma, che ha creato delle zone a bassa gravità. Di certo dal trailer si possono intuire molte informazioni, e pare evidente come i Boss Key abbiano voluto inserire ogni trucchetto possibile e immaginabile nel loro shooter competitivo. L'elemento centrale del gameplay pare essere la mobilità: gli eroi si spostano tra gli edifici con rampini, jetpack e teletrasporti istantanei, e persino i personaggi più lenti sembrano dotati di tecniche come salti a muro e rocket jump. Uno dei guerrieri svelati ha addirittura dimostrato la capacità di fare fuoco alle sue spalle mentre è in movimento. Se tanto ci dà tanto, il buon Cliffy potrebbe aver tirato fuori dal cappello il titolo con lo shooting più intenso tra i cinque, contornato da una sana dose di ultraviolenza e armi esageratissime. Pure qua però sembrano esserci dei problemucci legati al modello commerciale. Inizialmente annunciato come free to play, il gioco è poi divenuto a pagamento, anche se Bleszinski ha confermato che non sarà a prezzo pieno. Più preoccupanti le recenti notizie che vogliono la presenza di microtransazioni nel prodotto, nonostante il noto designer lo avesse negato qualche tempo fa. Pare che gli acquisti in game non influenzeranno in alcun modo le prestazioni dei personaggi, perlomeno.
Battleborn
Ultimo, ma non per importanza, il pargolo di Gearbox Software, che sembra volersi far perdonare alcuni pesanti passi falsi fatti in passato con il suo Battleborn. Il gioco è alla base un ibrido tra generi come Paragon, ma abbraccia nettamente di più il suo lato da sparatutto rispetto al gioco Epic, con una visuale in prima persona e un gameplay diviso tra competitivo alla MOBA e cooperativa con storyline. La sua forza sembra esser proprio la capacità di offrire contenuti massicci e una campagna principale giocabile con amici, più che altro, perché le sparatorie sono molto vicine a quelle di Borderlands e la risposta delle armi è regolata più dai freddi numeri che da una fisica di qualità.
Siamo dunque lontani dalla finezza delle meccaniche di shooting di Lawbreakers o Overwatch, ma la varietà degli eroi - davvero diversissimi tra loro, nonostante non manchino personaggi "classici" - e la modalità Incursion, rafforzata da idee uniche come le torrette acquistabili dai giocatori a mo' di Tower Defense, sembrano poter donare all'opera la personalità necessaria a dire la sua. Per informazioni più precise comunque potete leggere la nostra anteprima dedicata. Battleborn arriverà nei negozi a prezzo pieno, in fondo è pur sempre l'unico della combriccola a vantare una campagna principale da completare per poter sbloccare rapidamente tutti gli eroi disponibili. Se ci saranno altri sistemi economici interni non possiamo ancora saperlo, ma visto il costo crediamo proprio che il pacchetto arriverà completo, senza store o microtransazioni di sorta. Tecnicamente sembra essere il meno impressionante del gruppo insieme a Paladins, tuttavia il carisma non gli manca, bisogna solo vedere se sarà sufficiente a tener testa agli altri agguerritissimi avversari.