Quando si passano parecchi anni a giocare, ancor prima che a lavorare in questo settore, è naturale veder passare sotto i propri polpastrelli consumati un bel po' di produzioni videoludiche. Alcune delle quali in grado di ottenere gli onori di critica e pubblico, e altrettanto velocemente cadere nel dimenticatoio o essere abbandonate.
D'altronde ogni generazione videoludica fa (quasi) storia a sé ed è normale che ci sia un ricambio di proprietà intellettuali e che taluni generi non riescano a reggere il peso degli anni, magari per l'invecchiamento fisiologico delle idee che li contraddistinguono. A questa equazione sfugge la serie di Gran Turismo, lanciata più di venti anni fa su PlayStation e legata in maniera indissolubile alle console Sony. D'altronde stiamo parlando di un genere, quello delle corse automobilistiche, contraddistinto da una passione intramontabile e in grado di fregiarsi dei miglioramenti tecnologici per regalare una grafica sempre più realistica e incredibile, ma anche potenziamenti strutturali del modello di guida e della fisica delle macchine. Ovvero le protagoniste assolute, quelle che incarnano l'affezione reale di milioni di persone che si riversano sulle piste virtuali di tutto il mondo allo scopo di guidare bolidi altrimenti irraggiungibili. Kazunori Yamauchi è il "deus ex machina" di tale conseguimento per quanto riguarda la serie di Gran Turismo, croce e delizia della serie e dei suoi fan. La cura riposta da Polyphony per l'argomento ha permesso al titolo, infatti, di diventare la serie automobilistica più venduta di tutti i tempi, quella che ancora oggi esprime e trasuda al meglio l'amore per le corse, al di là del gameplay che ne sostiene le fondamenta ludiche. Ma come detto anche una condanna, perché lo sviluppatore giapponese non ha mai brillato per i tempi di sviluppo, facendo trascorrere parecchi anni tra un episodio e l'altro, ed è rimasto indubbiamente al palo su alcune componenti - chi ha detto fisica delle collisioni? - mentre altri esponenti del genere hanno saputo soddisfare appieno certe aspettative e ritagliarsi la loro bella fetta di mercato. Detto questo, lo scorso agosto vi è stato finalmente l'annuncio di Gran Turismo Sport e dell'accordo ufficiale con la FIA, la federazione internazionale dell'automobilismo, per realizzare un titolo che rappresenta il nuovo capitolo della serie, non proprio seguito diretto ma piattaforma che si evolverà nel corso del tempo e che punterà molto sui tornei che si concretizzeranno anche in appuntamenti dal vivo; non per questo "sacrificando" gli amanti classici dei giochi di corse. Dopo nove mesi di assoluto silenzio, immaginate la nostra sorpresa e contentezza quando siamo stati invitati per un press tour in quel di Londra, allo scopo di assistere ad una presentazione del gioco, intervistare Kazunori Yamauchi e provare per la prima volta il titolo: adesso abbiamo le idee più chiare, e siamo pronti per condividere tutte le nostre impressioni.
Sensazioni e nuovi dettagli sull'atteso ritorno della serie firmata Kazunori Yamauchi
Yamauchi strikes back
Il luogo prescelto da Sony per l'evento, situato all'interno del villaggio olimpico della capitale britannica, ci ha accolto all'esterno con una serie di macchine da sogno a disposizione dei giornalisti, ovviamente da passeggeri. Non ci siamo fatti scappare l'opportunità di fare un giretto con tanto di derapata - che trovate sui nostri social - mentre nell'edificio c'erano i prototipi delle macchine Vision create appositamente per Gran Turismo, sviluppate da Polyphony assieme a case automobilistiche come Bugatti, Mazda, Mercedes, Chevrolet e tante altre. Alcuni modelli davvero fuori di testa nell'areodinamica e nell'estetica, macchine da sogno che magari vedranno la luce per le persone normali - ma molto ricche - con qualche ulteriore modifica. Arrivato il momento, è salito sul palco un Kazunori Yamauchi in ottima forma, pronto a snocciolare tutte le informazioni su GT Sport comprensive della data d'uscita, fissata per il 16 novembre in Italia e gran parte del territorio europeo. Un'ottima notizia sapere che il titolo arriverà nei negozi entro pochi mesi, anche perché i contenuti sembrano essere piuttosto corposi se presi nel loro insieme, al netto del numero di macchine totali, 137, di gran lunga inferiore a quello della maggioranza dei titoli precedenti. La buona notizia è che saranno tutti modelli realizzati alla stessa maniera, "Super premium" come definiti da Mr. Yamauchi, ovvero con una qualità grafica massima identica e la presenza degli interni da gustare grazie all'omonima visuale da dentro l'abitacolo.
A completare il pacchetto numerico ci saranno 19 ambientazioni e 27 tracciati differenti: a domanda ci è stato risposto che questo capitolo avrebbe potuto tranquillamente avere il suffisso "7" nel titolo, ma è stato deciso di cambiare terminologia per mettere in evidenza la modalità Sport presente nel gioco e di conseguenza la vocazione alle competizioni online, denominate e-sport nel gergo videoludico. Andiamo con ordine, seguendo quello di Yamauchi durante la presentazione: le macchine saranno divise in quattro gruppi differenti, di potenza crescente a partire da utilitarie sportive come la Alfa Romeo Mito, passando per la 4C fino a salire verso super bolidi presenti nella realtà ma anche creati dalla fantasia di Polyphony e delle case automobilistiche. Tutte le autovetture sono state rimodellate da zero rispetto a Gran Turismo 6, stesso discorso per i tracciati che vedono nuove introduzioni come lo Speedway di Northen Island e Tokyo Express Way, assieme ad irrinunciabili conferme come l'affascinante Nurburgring. In tale direzione torneranno anche le gare su sterrato e ci sarà la possibilità di giocare in split-screen sulla stessa PlayStation 4 all'interno della modalità Arcade, come ai cari vecchi tempi. La modalità GT si chiama adesso Campagna e rappresenta il cuore pulsante di chi vuole affrontare il titolo per conto proprio, prima di cimentarsi eventualmente con l'online. La sua struttura è differente rispetto al passato, nel tentativo di risolvere il problema annoso dei giochi di guida nel regalare una progressione adeguata a chi preferisce giocare in single player. Si parte dalla scuola per principianti, con dieci lezioni di guida corredate da video, per poi passare all'esperienza su circuito con 35 sfide differenti su tracciato e ben 62 missioni da portare a termine nelle gare proposte. Dulcis in fundo, 10 gare propedeutiche all'online durante le quali vengono illustrate le regole per affrontare nella maniera più corretta possibile questa componente; una sorta di netiquette su strada virtuale. Nel mezzo ovviamente le classiche gare che incidono sul profilo giocatore, grado e livello, all'interno di una sezione apposita che prevede uno spazio per gli amici, le loro attività, le menzioni ricevute e le corse programmate in futuro, la cui gestione può essere affidata anche all'immancabile companion app e al sito dedicato. 117 eventi in totale che dovrebbero garantire una buona longevità, con una propensione del titolo comunque orientata ad allungare l'esperienza di gioco verso le sfide contro altri giocatori umani. Per questo capitolo, infatti, Polyphony ha siglato un accordo importante con la FIA, allo scopo di patrocinare una serie di competizioni online strutturate che si concludono con eventi live, coppe e premi di vario genere. Tali competizioni sono racchiuse nello Sport Mode e si dividono in quelle per nazioni e per casa automobilistica, ciascuna delle quali a sua volta divisa in Europa, America e Asia. Nel primo caso i piloti concorrono per portare in alto la propria nazione, secondo Yamauchi per spirito patriottico, con quelli posizionati meglio in classifica che si sfidano ad intervalli regolari nelle finali di ciascuna delle tre regioni, fino a competere in quella generale, sempre ospitata live un po' come successo nel nostro Press Tour, dominato dalla compagine giapponese. Nelle competizioni tra case automobilistiche invece si predilige l'affezione per il brand, secondo modalità strutturali identiche a quelle per nazioni. Le gare di qualificazione online si terranno sempre il weekend secondo il calendario pubblicato da Polyphony, comprese quelle speciali come la 24 ore del Nurburgring; durante la settimana ci saranno comunque altre gare di preparazione, realizzate anche qui col patrocinio della FIA. L'idea è sicuramente interessante e certifica l'affezione dei fan già maturata con GT Academy, l'importante sarà dare continuità e coinvolgere il più alto numero di persone, cosa che secondo Polyphony verrà fatto grazie a numerose classifiche divise per nazione, livello e perfino età, con premi virtuali ed una moltitudine di conseguimenti individuali. A chiudere le caratteristiche principali abbiamo due grossi tronconi dedicati agli appassionati di automobili nel senso più generale del termine: Badge Central, un vero e proprio museo dell'auto con foto, informazioni dettagliate e perfino video reali di ciascuna macchina, corredati da cenni storici legati al mondo delle quattro ruote; e il Photo Mode, estremamente potenziato in termini di effetti applicabili e gestione della focale. A tal proposito Kazunori Yamauchi ha dedicato 15 minuti buoni per parlare e presentare alcune delle mille (!) ambientazioni fotografiche disponibili per posizionare una o più auto e scattare la propria foto memorabile, anche in 4K, per poi condividerla sui Social o siti. Possibilità davvero ghiotta per gli amanti degli screenshot come chi scrive, e testimonianza di come Mr. Yamauchi sia davvero appassionato dell'argomento, a costo talvolta di sacrificare alcune componenti della parte ludica. Infine, GT Sports introdurrà il tanto richiesto editor delle livree, ma al di là di alcuni passaggi all'interno del trailer principale, non è stato approfondito nemmeno in fase di intervista con lo sviluppatore giapponese.
L'odore dell'asfalto
Siamo giunti finalmente alla prova su strada: abbiamo provato GT Sport per quasi un'ora all'interno di un cockpit dotato del nuovo volante Thrustmaster brandizzato Gran Turismo, in modalità Time Trial sulla pista Tokyo Express Way e in quella gara su Gran Prix Hatch e Nurburgring, selezionando Alfa Romeo 4C, Nissan GTR e Ferrari 458 Italia. Il volante ci ha colpito favorevolmente, con una buona qualità dei materiali e ottime levette per il cambio marcia, facili da raggiungere e solide alla pressione. I tasti dorsali sono posizionati un pelino peggio, quelli centrali sono di qualità discreta e in generale la presa è piuttosto soddisfacente, perlomeno di primo impatto. Che per il gameplay vero e proprio, senza giri di parole, non è stato così dissimile dal passato, soprattutto per alcune caratteristiche un po' datate che sono ancora avvertibili. Il modello di guida rimane il punto di forza: piacevole, appagante per quanto riguarda le reazioni della macchina a cordoli, cambi di direzione e relativa forza G, ottimo negli inserimenti in curva, durante i quali si avverte bene la "pesantezza" della macchina. Siamo riusciti ad avvertire chiaramente la differenza di assetto tra le tre macchine che abbiamo utilizzato, con la Ferrari giocoforza più nervosa per la potenza maggiore e il tipo di trazione posteriore.
Il feeling come detto è immediato, e nel Time Trial abbiamo migliorato costantemente il nostro tempo sul giro man mano che prendevamo confidenza col sistema di guida. Giocando ovviamente con tutti gli aiuti disattivati e il cambio manuale per apprezzare al meglio il comportamento della macchina, e rimanendo colpiti anche dalla buona diversificazione del suono dei motori in fase di accelerazione/decelerazione. Tale piacevolezza alla guida va anche a definire un'impostazione chiaramente permissiva scelta dagli sviluppatori: con la Ferrari 458 non abbiamo avuto particolari problemi ad affrontare ad esempio il Nurburgring alla massima velocità, scalare repentinamente in occasione delle curve più complesse e rimanere saldamente in pista, nonostante fossimo spesso ben sopra i 200 Km orari. D'altronde la simulazione di guida di Polyphony ha sempre favorito la guida pulita e cercato di ridurre al minimo la frustrazione anche a bordo dei veicoli più potenti e difficili da domare. Al di là di un'impostazione che può piacere o no, ci sono invece un po' di cose che necessitano di miglioramenti prima dell'uscita nei negozi. Stiamo parlando del contatto della macchina con eventuali guardrail a bordo pista, assolutamente privi di qualsiasi feedback o danno sulla macchina. Le sportellate con altre macchine restituiscono finalmente un suono di carrozzeria realistico invece del solito "rimbalzo flipper" ben conosciuto dai giocatori della serie. L'assenza attuale di qualsiasi danno permette ancora di giocare di sponda, però, e di dare qualche colpetto proibito: in un paio di occasioni siamo stati buttati fuori pista o abbiamo fatto altrettanto agli avversari, ma non esiste allo stato attuale alcun sistema di penalità tecnica o strutturale. Riguardo ai danni, ad ogni modo, abbiamo fatto domanda in prima persona a Mr. Yamauchi, il quale ci ha risposto che ovviamente ci stanno lavorando e saranno disponibile nella versione che arriverà nei negozi il prossimo 16 novembre: non vediamo l'ora di vederli all'opera. In fase di selezione della gara erano disponibili tre livelli di difficoltà, con 20 macchine su pista: è molto presto per definire l'intelligenza artificiale degli avversari, trattandosi di una demo incompleta, ma quello che possiamo dire è che per adesso, al netto di qualche fuori pista provocato come detto più sopra, la tendenza di comportamento è quella di una guida pulita e ordinata da parte degli altri piloti, sicuramente migliorabile in termini di sorpassi e frenesia di gara. La serie di Gran Turismo, nel corso degli anni, si è sempre contraddistinta per arrivare sul mercato con un comparto tecnico in grado di sorprendere per il livello di dettaglio e di fotorealismo, che esplodeva soprattutto nella realizzazione delle autovetture; tutto questo non accade con la versione Sport, al di là proprio di queste ultime, dotate di un numero spropositato di poligoni e di attenzione per ogni dettaglio, al punto da renderle "piene" alla vista ed estremamente particolareggiate. Per il resto ci troviamo dinnanzi ad un buon impatto e rendering sulla pista, che man mano si perde in termini di pulizia e texture verso i lati. Il senso di velocità è ottimo soprattutto con la visuale sull'asfalto, gli interni delle macchine che abbiamo provato sono ben particolareggiati ma un po' grezzi nella definizione; la cosa più appagante dal punto di vista visivo è il sistema di illuminazione che regala un ottimo HDR, accecante o meno alla perfezione in occasione di uscita e ingresso in galleria, al filtrare del sole tra gli alberi del Nurburgring. Il frame rate ci è parso ancorato ai sessanta fotogrammi per secondo in modalità Time Trial e nella gara desertica di Willow Springs; la situazione è divenuta molto più incerta negli altri circuiti, con evidenti cali, anche costanti, in Tokyo Express Way con le altre 19 macchine su pista. Insomma, il comparto grafico del gioco è sicuramente valido al netto dei cali di cui sopra, ma manca di quel fattore sorpresa o di soluzioni tecniche in grado di farlo emergere da altre produzioni automobilistiche presenti su console. La nostra prima prova con Gran Turismo Sport ci ha lasciato sensazioni parecchio contrastanti: le modifiche apportate alla struttura di gioco e la grande attenzione per le competizioni online sono caratteristiche decisamente interessanti e in grado di riaccendere la fiamma del divertimento attorno alla saga voluta da Polyphony. Alla stessa maniera GT Sports sembra trasudare passione estrema per l'automobilismo in generale da qualsiasi punto lo si guardi, con tante piccole chicche come le numerose ambientazioni per il Photo Mode o la cura dei dettagli a testimonianza della solita grande attenzione da parte dello sviluppatore giapponese. I dubbi però legati al sistema di guida più permissivo del solito, all'intelligenza artificiale degli avversari e al sistema di collisioni - anche se è bene ribadire che ci saranno nel gioco finale - che sono tutti ancora da verificare, per scongiurare la materializzazione di un titolo bello da vedere, divertente da giocare ma un po' troppo ancorato su fondamenta ludiche del passato. Questo allo stato attuale delle cose: bisogna considerare che si trattava di una demo proveniente dalla modalità Arcade, seppur con tutti gli aiuti disattivati, e quindi con il beneficio del dubbio fino a quando non avremo una demo più avanzata o una versione completa tra le mani.
CERTEZZE
- La struttura in single player e le competizioni online sono decisamente interessanti
- Modello di guida caratteristico e piacevole
- Macchine ottimamente realizzate
DUBBI
- Alti e bassi per il resto della produzione grafica
- Collisioni e Intelligenza artificiale sono troppo ancorati ai difetti storici della serie
- Il sistema di danni verrà implementato come da conferma di Yamauchi, ma ad oggi è assente