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Finalmente le piattaforme

Non solo boss in Cuphead, finalmente!

PROVATO di Matteo Santicchia   —   16/06/2016
Cuphead
Cuphead
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Alla GamesCom di Colonia, Cuphead ci aveva tanto entusiasmato ma anche un po' deluso. Sviluppato da Studio MDHR, ovvero i soli due fratelli Jared e Chad Moldenhauer, questo piccolo platform 2D dal peculiare stile visivo cartoon anni '30, aveva un solo grosso difetto, a parte il mostruoso livello di difficoltà: era composto solo esclusivamente da combattimenti con boss. Una scelta che ci aveva lasciato sinceramente insoddisfatti, visto quanto di buono Cuphead è capace di offrire a livello visivo. Non sappiamo se una impostazione del genere sia figlia di una scelta stilistica ben precisa o semplicemente dettata da semplici motivazioni di natura organizzativa, ma senza dubbio nonostante di fatto fossero da subito disponibili un numero molto elevato di boss era chiaro che qualcosa mancasse al gioco.

Non solo boss in Cuphead, finalmente ci sono anche le fasi platform: ecco il nostro provato

Mancava qualcosa...

Siamo quindi rimasti sorpresi quando qualche giorno fa questo campione del programma ID@Xbox per Xbox One e PC ha annunciato che fasi platform vere e proprie avrebbero fatto parte dell'esperienza di gioco. Proprio in apertura della fiera abbiamo potuto testarle, insieme ad un altro paio di boss che non avevamo combattuto lo scorso anno.

Finalmente le piattaforme
Finalmente le piattaforme

Come scritto in apertura il tasso di sfida rimane mostruoso, non tanto però per una miriade di nemici o di proiettili presenti a schermo, quanto per la pochissima energia a disposizione. Tre colpi ed è game over. Una scelta tanto hardcore quanto frustrante. Parlando più strettamente di level design abbiamo avuto l'impressione che sia piuttosto basilare - sin troppo "old school", potremmo dire - meno stratificato e complesso rispetto, per fare un esempio, ad un Castle of Illusion. Siamo più dalle parti di un Wonder Boy: lo scrolling veloce dello schermo ci spinge costantemente verso destra, abbiamo piattaforme sospese, baratri e al massimo due "piani". Pochi ma letali nemici. Cuphead vuole davvero essere un omaggio ai platform degli anni '80, ma quanto giocato oggi sembra poco più di un (bellissimo!) esercizio di stile che un rivisitazione in chiave moderna di uno dei generi più importanti del mondo videoludico. Per certi versi più simile ad un runner game che ad un platform complesso e strutturato vero e proprio. Intendiamoci: abbiamo visto un paio di livelli e basta, ma se questa è la fase platform che avremmo voluto da subito facesse parte di Cuphead decisamente non ci siamo. Le capacità offensive dei due protagonisti sembrano invece aver goduto di un bel boost. Oltre al colpo multidirezionale di base e il salto col quale deflettere gli attacchi avversari, abbiamo anche un colpo caricato e uno a tre direzioni, identico a quello iconico degli shooter a scorrimento orizzontale. È presente poi un negozio nella mappa del mondo di gioco, dove spendere i piccoli lingotti d'oro che il gioco elargisce con estrema parsimonia. Qui è possibile comprare non solo bonus offensivi, ma anche potenziamenti della barra della salute e quello che ha dato l'impressione di essere una sorta di "quick revive".

Tanti boss

E i boss? Abbiamo avuto la possibilità di combattere contro una palla blu rimbalzante, dotata anche di un potente attacco fisico e una gigantesca patata sputacchiante, mentre decisamente più interessante è stato il boss aereo. Armato di "minion" volanti e parole assassine (non sappiamo trovare un nome più adatto) si è mangiato in un sol boccone la noiosa palla rimbalzante di prima, figurarsi la patata.

Finalmente le piattaforme

Anche perché da subito si è trasformato in una sorta di figura mitologica armata di arco e frecce. Uno scontro ben più intrigante e articolato di quello precedente, e ovviamente difficile come al solito. Il nostro nuovo test ha poi ribadito alcune perplessità avute lo scorso anno. L'incredibile resistenza dei boss è una di queste, e un'altra è la leggibilità dell'azione a schermo a causa della grandezza degli sprite, specie quando giochiamo insieme ad un altro amico. In definitiva, questo nuovo incontro ravvicinato col gioco non ha fatto altro che alimentare i dubbi, ma anche le certezze, della produzione Studio MDHR. Lo stile è indiscutibile, non possiamo fare altro che applaudire quanto fatto dai due soli fratelli Moldenhauer, ma nello stesso tempo non possiamo non notare come la scelta "old school" super hardcore potrebbe castrare le potenzialità del gioco. Un alto tasso di sfida è ben accetto, un vero e proprio toccasana visto quanto siano diventati "user friendly" i videogiochi oggi, ma spesso e volentieri si rischia di provare frustrazione. Peccato per le fasi platform: finalmente il gioco ha un aspetto più coeso e completo, ma ci saremmo aspettati qualcosa in più.

CERTEZZE

  • Alto livello di sfida...
  • Finalmente le fasi platform...
  • Stilisticamente bellissimo

DUBBI

  • Quasi frustrante a volte
  • ...ma sono sin troppo basilari