In un periodo in cui sembra sia impossibile riuscire a conservare un segreto all'interno di un settore così affamato di voci di corridoio quale è quello videoludico, Ubisoft è riuscita nel colpaccio. Probabilmente molto ha influito il valore di una produzione che di sicuro non raggiunge quel valore da Tripla A che invece contraddistingue il resto dei titoli realizzati dal publisher francese. E poi c'è la questione della realtà virtuale che ancora oggi, con i principali visori PC sul mercato da ormai un paio di mesi, sta faticando a convincere i videogiocatori a fare il salto della fede e procedere all'acquisto a causa di una mancanza cronica di belle esperienze di intrattenimento.
Star Trek: Bridge Crew cerca di mettere una pezza a questa situazione o comunque prova a offrire qualcosa di differente, senza che si tratti di uno spin-off di un franchise esistente e cercando di sfruttare al meglio l'immaginario di un brand che fino a una decina di anni fa godeva di altissimo interesse. Durante la nostra peregrinazione nello stand Ubisoft abbiamo potuto provarlo rivestendo i panni del timoniere. Il titolo è al momento compatibile solo con la consumer version di Oculus Rift munita di Touch e non è ben chiaro se e quando arriverà anche su altri visori. Il setup era molto semplice ma ovviamente irripetibile in casa di qualcuno: quattro postazioni ravvicinate, ognuna con il suo computer, il caschetto e la coppia di controller. Lo sviluppatore era il capitano, noi il classico guardiamarina pronto a morire, poi c'erano altri due giornalisti con il ruolo di tattico e ingegnere. Dopo la scelta del sesso e del nome del nostro avatar, dovevamo assistere a un piccolo tutorial essenziale per comprendere il nostro ruolo in plancia per poi guardare la sequenza introduttiva con la salita a bordo dell'astronave che, lo diciamo subito, non è l'Enterprise ma una nave di ultimissima generazione della flotta stellare. Una volta presa posizione in plancia, il titolo appare da subito molto intuitivo: tutto quello che bisogna fare è semplicemente premere i pulsanti come se si stesse utilizzando un qualsiasi dispositivo con touch screen utilizzando il controller di Oculus orientato in modo tale che la pressione del grilletto con i nostri indici venisse correttamente riconosciuta in game. Per entrare nello specifico, il nostro compito era di selezionare il sistema stellare da raggiungere con la curvatura, attendere che l'ingegnere caricasse il nucleo, e quindi utilizzare la leva per attivare la navigazione warp. Una volta giunti a destinazione, potevamo passare ai comandi manuali e determinare la velocità di movimento, la direzione e la rotazione dello scafo sull'asse tridimensionale. La peculiarità dell'esperienza di gioco è la necessità di lavorare in tandem con gli altri tre membri dell'equipaggio: la cooperazione è essenziale e proprio per questo Bridge Crew può essere considerato a tutti gli effetti uno dei giochi più cooperative che ci sia capitato di provare, sicuramente il massimo esponente per la realtà virtuale. Lasciando un attimo da parte il capitano, gli altri tre della ciurma hanno ruoli perfettamente complementari: il timoniere può muovere la nave solo a patto che l'ingegnere abbia dato la corretta potenza ai motori e il tattico abbia selezionato il bersaglio da raggiungere in modo che appaia chiaramente sullo schermo della postazione. L'addetto alle armi ha il compito di alzare gli scudi e di sparare phaser e siluri fotonici ma anche in questo caso è essenziale che l'energia sia convogliata ai sistemi corretti dallo Scotty di turno. O ancora, è proprio quest'ultimo a poter teletrasportare le persone, ma dovrà coordinarsi con l'ufficiale tattico per poter abbassare gli scudi al momento giusto. Le tre funzioni si intersecano alla perfezione e al capitano rimane il gravoso compito di dare i comandi giusti al momento giusto, eventualmente agendo sullo schermo della plancia per mostrare differenti visuali della nave e rendere più facile i compiti al resto dell'equipaggio. Il risultato è veramente molto coinvolgente, specie se siete dei fan di Star Trek e possiamo candidamente ammettere di esserci divertiti, anche se si tratta di un'esperienza veramente basilare e molto leggera.
Se siete dei fan di Star Trek, Bridge Crew vi farà sicuramente venire i lucciconi agli occhi
I dettagli della demo
Dopo aver preso confidenza con i comandi, la demo si apriva con una chiamata di soccorso in un sistema nelle nostre immediate vicinanze. Raggiunta la location, ci siamo trovati davanti ai resti di un avamposto disintegrato da cause ignote. Il nostro compito era di scansionare alcune capsule di salvataggio, trovare i superstiti e teletrasportarli a bordo. Ovviamente la situazione si complicava dopo pochissimi secondi, con l'arrivo sulla scena di due caccia Klingon e la stella del sistema in procinto di emanare radiazioni mortali. L'obiettivo andava quindi raggiunto molto velocemente, gestendo a dovere il combattimento, il teletrasporto e numerose manovre evasive che tenessero lontani i nemici senza perdere di vista le capsule.
Un compito risolto in una manciata di minuti e il cui esito positivo ci ha permesso di fuggire dal sistema con tutti i superstiti a bordo e danni minimi sullo scafo. Abbiamo provato a pungolare lo sviluppatore con una manciata di domande a raffica ma è chiaro che si tratta di un esperimento videoludico ancora ben lontano dall'essere completo. Non ci sono infatti informazioni sull'esistenza di una vera campagna single player ed è possibile che si tratti di un titolo cooperative composto soltanto da singoli missioni procedurali che è possibile svolgere a ripetizione e senza un ordine preciso. Inoltre i quattro ruoli devono ancora raggiungere una certa maturazione visto che verranno potenziati con molte più feature per ridurre al massimo la ripetitività dei compiti da svolgere e aumentare l'immersività e l'attenzione richiesta soprattutto nei momenti di stress. E a tutto questo va aggiunto anche un discorso grafico e tecnico che, per quanto accettabile e molto fedele allo stile artistico del franchise, è chiaramente ridotto ai minimi termini per quello che riguarda la qualità degli elementi dello scenario e dei membri dell'equipaggio che, complici i movimenti uno a uno riprodotti attraverso i controller, sembrano un po' troppo dei manichini snodati. È poi scontato tener conto del fatto che non sarà semplice trovare tre amici, tutti muniti di Oculus Touch, con un buon PC e pronti a giocare con noi comunicando con cuffie e microfono. Insomma, per quanto si tratti di un'idea molto interessante che sembra coniugare alla perfezione la necessità di cooperare tipica di titoli asimmetrici come Keep Talking and Nobody Explodes oppure Clandestine con la suddivisione dei ruoli già vista in Spaceteam, rimane da vedere se ci sarà un mercato abbastanza grande per sostenere Star Trek: Bridge Crew.
CERTEZZE
- Una vera esperienza cooperative
- Immediato e molto divertente
- Per i fan di Star Trek è praticamente un sogno che diventa realtà
DUBBI
- Il setup richiesto per giocarlo è abbastanza proibitivo
- Le interazioni possibili e la componente tecnica sono al momento ridotti ai minimi termini