Pochi giorni fa prima dell'inizio della GamesCom, durante un evento organizzato da Nvidia, abbiamo potuto provare con mano la versione PC di Gears of War 4, un primo test che ha evidenziato un prodotto con parecchio potenziale e alcuni aspetti ancora un po' grezzi. Passati un paio di giorni siamo tornati a vedere il titolo, questa volta su Xbox One, per osservare da vicino uno spezzone di gameplay che coinvolge anche Marcus Fenix: il protagonista della trilogia originale torna qui con un ruolo da comprimario e non direttamente controllato dall'utente, ciò non di meno la sua apparizione non passa inosservata e viene abilmente sfruttata da The Coalition per mettere in piedi da una parte un fan service di sicuro impatto per i fan, dall'altra uno sprint in termini di narrazione e sviluppo dei personaggi non da poco considerando che il nuovo protagonista è JD Fenix, che di Marcus è il figlio. Un intreccio interessante che fa da cornice a un titolo che appare solido e ben congegnato, fermo sulle meccaniche di sempre ma dotato di alcune interessanti novità.
Marcus Fenix torna a dare man forte a JD: i risultati di questa accoppiata sembrano essere esplosivi
L’incontro
La demo, mostrata attraverso un filmato e non giocata in tempo reale davanti ai nostri occhi, non ci ha permesso di cogliere come JD e Marcus siano esattamente stati messi nella condizione di rincontrarsi né che tipo di rapporti intercorrono tra di loro, elementi narrativi volutamente tenuti nascosti. Non corre comunque buon sangue, un rapporto tra padre e figlio i cui limiti vengono immediatamente messi da parte quando, dopo una breve passeggiata da brividi in una casa in fiamme, arrivati all'esterno di questa enorme villa, si sono trovati costretti ad affrontare i BeeDee.
Questi robot erano inizialmente stati programmati per proteggere la popolazione umana di Sera e il suo disperato tentativo tornare a prosperare su un pianeta dalle condizioni climatiche e ambientali tutt'altro che favorevoli, ma noi li incontriamo con intenzioni molto meno amichevoli: armati di tutto punto e lanciati al suolo dall'alto all'interno di speciali sfere, questi killer robotici sono avversari completamente differenti rispetto a quelli mostruosi dello Swarm visti finora. Più vicini ai classici soldati, impegnati a combattere muovendosi dietro alle coperture e a darsi man forte tra di loro, ma anche sostenuti da tecnologie avanzate come delle torrette volanti dotate di scudo che, se non eliminate in fretta, possono diventare un gran problema. I passi in avanti del gameplay rispetto ai precedenti capitoli non si notano tanto nel nuovo armamentario, che aggiunge qualcosa e rimpiazza qualche perdita, dando un feeling più futuristico ma mantenendo comunque l'esperienza nel complesso non dissimile a quella della trilogia originale, piuttosto nelle modifiche fatte in termini di interazione ambientale. Le coperture si sgretolano in più punti - quando il materiale lo permette - fino a disintegrarsi, la possibilità di saltarvi sopra per stordire e poi finire i nemici aumenta il ritmo e la variabile del vento, che sulle prime dà l'impressione di essere qualcosa di contorno, non è invece banale.
L'uso delle armi e gli spostamenti sono ad esempio due elementi da tenere in considerazione quando la tempesta spazza il terreno di gioco, creando anche un minimo di tatticismo nella scelta degli spostamenti quando si affrontano gli avversari. Il mix di eventi drammatici e tanta ironia nei dialoghi, il classico canovaccio da film d'azione americano, è la ciliegina sulla torta di un action che sembra molto solido e che, specialmente osservando la campagna, acquista più interesse ad ogni nuovo incontro.
Di tutti gli spezzoni di campagna visti finora, quest'ultimo è decisamente quello che ci ha dato un'impressione migliore: la comparsa di un Marcus visibilmente invecchiato e un'ottima alternanza tra ambienti all'aperto e al chiuso hanno reso possibile una demo da quindici minuti davvero senza un momento di respiro. Il trio composto da JD, Kait e Del, questi ultimi due suoi compagni di avventura per tutta la durata dell'esperienza, avrà sempre un quarto compagno che, a seconda del procedere della storia, sarà differente, ma sembra che l'arrivo del Fenix padre fosse davvero la marcia in più necessaria e abbiamo apprezzato tutte le linee di dialogo. Resta piuttosto la perplessità relativa a quello che questo Gears of War 4 riuscirà ad essere perché la volontà è abbastanza chiaramente quella di aprire un nuovo ciclo, ma la portata dell'opera sarà difficilmente la stessa, di certo in termini di innovazioni ludiche ma forse anche per quanto riguarda la creazione di personaggi e situazioni iconiche. Molto comunque dipenderà anche dai risultati ottenuti dal multiplayer a cui spetterà il compito di intrattenere a lungo, bel oltre il completamento della campagna, ma anche lì è difficile ambire ad eguagliare un primo capitolo che ha fatto una parte di storia dello sparatutto su console. Ad ottobre manca oramai pochissimo, quindi è quasi il momento di caricare le armi e prepararsi al peggio perché sembra che questa volta non sarà facile portare a casa la pelle.
CERTEZZE
- Gears of War, con qualcosa in più
- Marcus, invecchiato e più cinico che mai
DUBBI
- Visivamente bello ma non stratosferico
- L'obiettivo di aprire una nuova saga non è semplice da perseguire